Fine Gael

partito politico irlandese
(Reindirizzamento da Cumann na nGaedheal)

Il Fine Gael è un partito politico irlandese di centro-destra[3][4][5] liberal-conservatore e cristiano democratico,[6][7][8][9][10] il terzo più rappresentato nel Dáil Éireann[11][12] e il più rappresentato tra i partiti irlandesi al Parlamento europeo.[13]

Fine Gael
LeaderSimon Harris
StatoIrlanda (bandiera) Irlanda
Sede51 Upper Mount Street
Dublin 2
Fondazione3 settembre 1933
Ideologia
CollocazioneCentro-destra
Coalizionecon Fianna Fáil e Partito Verde
Partito europeoPartito Popolare Europeo
Gruppo parl. europeoGruppo del Partito Popolare Europeo
Affiliazione internazionaleInternazionale Democratica Centrista
Seggi Dáil Éireann
35 / 160
Seggi Seanad Éireann
16 / 60
Seggi Europarlamento
4 / 14
(2024)
Organizzazione giovanileYoung Fine Gael
Iscritti21 000 (2016)
Sito webwww.finegael.ie/

Il nome letteralmente significa Famiglia degli irlandesi; è membro del Partito Popolare Europeo[14] e dell'Internazionale Democratica Centrista.

Il FG è stato fondato nel 1933 dall'unione di tre partiti:

  • Cumann na nGaedhael, fondato nel 1923 da deputati dello Sinn Féin favorevoli al Trattato Anglo-Irlandese del 1921;
  • Partito centrista nazionale, fondato nel 1932, il cui principale rappresentante, MacDermott, pochi anni dopo passò però con il Fianna Fáil;
  • Army Comrades Association, organizzazione politica cattolica conservatrice detta anche The Blueshirts (camicie blu), ispirata dalla Quadragesimo Anno, enciclica di papa Pio XI. Il fondatore Eoin O'Duffy, perché accusato di essere vicino alle tesi fasciste e franchiste, abbandonò nel 1934 il nuovo partito e fondò il Partito corporativo nazionale.

Va comunque detto che lo stesso Fine Gael "negli anni Trenta venne definito la versione irlandese del fascismo"[15].

Ideologia e politiche

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Il FG nasce come il "partito della legge e dell'ordine". Si è sempre battuto contro l'evasione fiscale, per il sostegno all'attività d'impresa e la rettitudine nell'agire politico. Può essere considerato un partito di centro-destra, decisamente europeista, vicino alle posizioni cristiano-democratiche e del conservatorismo. È spesso accusato di essere il partito dello status quo, anche se ha avanzato proposte in materia di neutralità internazionale dell'Irlanda, di assistenza all'infanzia e di unioni omosessuali ed è stato tra gli artefici dell'introduzione della legge sul divorzio.

Nel 2014 ha sostenuto il disegno di legge che, dopo l'approvazione a larga maggioranza del senato, ha permesso alle coppie omosessuali unite civilmente di accedere all'adozione. Successivamente ha promosso e sostenuto la campagna del sì al referendum costituzionale del 22 maggio che chiedeva di modificare l'articolo 41 della Costituzione del 1937 con l'inserimento del comma Il matrimonio può essere contratto per legge da due persone, senza distinzione di sesso. Il referendum poi approvato con il 62,1% di voti ha permesso l'allargamento del diritto al matrimonio anche alle persone omosessuali.[16]

Storia amministrativa

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A livello amministrativo il FG è spesso alleato con il Fianna Fáil, ma a livello nazionale tra il 1994 e il 1997 ha governato assieme ai Laburisti e alla Sinistra democratica e dal 2011 assieme ai Laburisti.

Alle elezioni politiche del 2002 il FG aveva ottenuto il peggior risultato dal 1948 (19,8%), il 22,5% dei voti e 31 seggi. Alle elezioni europee del 2004 il FG aveva invece ottenuto 5 seggi, contro i 4 del FF. Il buon andamento del FG è stato poi confermato alle politiche del 2007, in cui è passato dal 22,5% al 27,3%, conquistando ben 20 seggi in più (51). Il FG è stato l'unico partito irlandese a guadagnare seggi, soprattutto a discapito degli indipendenti (-6) e dei Democratici progressisti (-6). L'avanzata non era tuttavia stata sufficiente ai democristiani per ritornare al governo.

Alle elezioni politiche del febbraio 2011 il FG si è affermato come primo partito irlandese con il 36,1% dei voti. Dal 1932 il primo partito irlandese era sempre stato il Fianna Fáil[17]. Il 6 marzo il FG ha annunciato il raggiungimento di un accordo per la formazione di una coalizione di governo con i Laburisti[17]. Il governo è stato guidato dal leader del FG Enda Kenny.

Alle elezioni politiche del febbraio 2016 il FG si è confermato come primo partito ma scendendo al 24% dei voti e la coalizione di governo ha perso la maggioranza assoluta[18].

Risultati elettorali

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Elezioni legislative

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Anno Voti % +/- Seggi +/- Status
1937 461 171 34,8 (2.º)
48 / 138
Opposizione
1938 428 633 33,3 (2.º)  1,5
45 / 138
 3 Opposizione
1943 307 490 23,2 (2.º)  10,2
32 / 138
 13 Opposizione
1944 249 329 20,5 (2.º)  2,7
30 / 138
 2 Opposizione
1948 262 393 19,8 (2.º)  0,7
31 / 147
 1 Governo
1951 349 922 27,2 (2.º)  7,4
40 / 147
 9 Opposizione
1954 427 031 32,0 (2.º)  4,8
50 / 147
 10 Governo
1957 326 699 26,6 (2.º)  5,4
40 / 147
 10 Opposizione
1961 374 099 32,0 (2.º)  5,4
47 / 144
 7 Opposizione
1965 427 081 34,1 (2.º)  2,1
47 / 144
  Opposizione
1969 449 749 34,1 (2.º)  
50 / 144
 3 Opposizione
1973 473 781 35,1 (2.º)  1,0
54 / 144
 4 Governo
1977 488 767 30,5 (2.º)  4,6
43 / 148
 11 Opposizione
1981 626 376 36,5 (2.º)  6,0
65 / 166
 22 Governo
02/1982 621 088 37,3 (2.º)  0,8
63 / 166
 2 Opposizione
11/1982 662 284 39,2 (2.º)  1,9
70 / 166
 7 Governo
1987 481 127 27,1 (2.º)  12,1
51 / 166
 19 Sostegno parlamentare
1989 485 307 29,3 (2.º)  2,2
55 / 166
 4 Opposizione
1992 422 106 24,5 (2.º)  4,8
45 / 166
 10 Opposizione
1997 499 936 27,9 (2.º)  3,4
54 / 166
 9 Opposizione
2002 417 619 22,5 (2.º)  5,4
31 / 166
 23 Opposizione
2007 564 428 27,3 (2.º)  4,8
51 / 166
 20 Opposizione
2011 801 628 36,1 (1.º)  8,8
76 / 166
 25 Governo
2016 544 140 25,5 (1.º)  10,6
50 / 158
 26 Governo
2020 455 584 20,9 (3.º)  4,6
35 / 160
 15 Governo (Coalizione)

Elezioni europee

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Anno Voti % +/- Seggi +/-
1979 443 652 33,1 (2.º)
4 / 15
1984 361 034 32,2 (2.º)  0,9
6 / 15
 2
1989 353 094 21,6 (2.º)  10,6
4 / 15
 2
1994 276 095 24,3 (2.º)  2,7
4 / 15
 
1999 342 171 24,6 (2.º)  0,3
4 / 15
 
2004 494 412 27,8 (2.º)  3,2
5 / 13
 1
2009 532 889 29,1 (1.º)  1,3
4 / 12
 1
2014 369 120 22,3 (2.º)  6,8
4 / 11
 
2019 496 459 29,6 (1.°)  7,3
4 / 11
 
  1. ^ a b Wolfram Nordsieck, Ireland, su Parties and Elections in Europe, 2016. URL consultato il 27 aprile 2018.
  2. ^ a b Richard Dunphy, Ireland, in Donatella M. Viola (a cura di), Routledge Handbook of European Elections, Routledge, 2015, p. 247, ISBN 978-1-317-50363-7.
  3. ^ William Crotty e David E. Schmitt, Ireland and the Politics of Change, Routledge, 1998, p. 115, ISBN 978-1-317-88118-6. URL consultato il 12 novembre 2019 (archiviato dall'url originale il 22 dicembre 2019).
  4. ^ Nicholas Rees, Brid Quinn e Bernadette Connaughton, Ireland and the European Union, in Nicholas Rees, Brid Quinn e Bernadette Connaughton (a cura di), Europeanisation and New Patterns of Governance in Ireland, Manchester University Press, 2010, p. 47, ISBN 978-1-84779-336-2. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2018).
  5. ^ Kate Nicholls, Mediating Policy: Greece, Ireland, and Portugal Before the Eurozone Crisis, Routledge, 2015, p. 80, ISBN 978-1-317-64273-2. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2018).
  6. ^ (EN) Kerstin Hamann e John Kelly, Parties, Elections, and Policy Reforms in Western Europe: Voting for Social Pacts, Routledge, 2 novembre 2010, ISBN 978-1-136-94986-9. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2018).
  7. ^ (EN) Cesáreo R. Aguilera de Prat, Political Parties and European Integration, Peter Lang, 2009, ISBN 978-90-5201-535-4. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2018).
  8. ^ (EN) End to century of civil war politics as Fianna Fail and Fine Gael to enter historic coalition with Greens, su Extra.ie, 26 giugno 2020. URL consultato il 17 settembre 2020 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2020).
  9. ^ (EN) Thomas F. Banchoff e Mitchell P. Smith, Legitimacy and the European Union: The Contested Polity, Psychology Press, 1999, ISBN 978-0-415-18188-4. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2018).
  10. ^ (EN) Hans Slomp, Europe, A Political Profile: An American Companion to European Politics, ABC-CLIO, 30 settembre 2011, ISBN 978-0-313-39181-1. URL consultato il 17 marzo 2016 (archiviato dall'url originale il 26 dicembre 2018).
  11. ^ "‘Seismic break for two-party system’: UK and US media react to Election 2020".. The Irish Times. 10 February 2020.
  12. ^ "Ireland’s two-party system shaken by Sinn Fein surge" (archiviato dall'url originale il 17 febbraio 2020).. Associated Press. 7 February 2020.
  13. ^ Live results from the 2019 Local Elections and European Elections | RTÉ. URL consultato il 1º marzo 2020 (archiviato dall'url originale il 9 giugno 2019). Ospitato su www.rte.ie.
  14. ^ p.165 Camillo Brezzi, I partiti democratici cristiani d'Europa, Teti Editore, 1979.
  15. ^ E. Moloney, La storia segreta dell'IRA, Baldini Castoldi Dalai, Milano 2004, p. 534.
  16. ^ 23 maggio 2015., L'Irlanda dice sì ai matrimoni gay. "Siamo pionieri", Repubblica.it.
  17. ^ a b L'Irlanda annuncia un governo di coalizione. Il Post
  18. ^ Voto in Irlanda, gli exit poll: coalizione di governo senza maggioranza, su lastampa.it, La Stampa, 27 febbraio 2016.

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