Dana Salah (in arabo دانا صلاح?, Dānā Ṣalāḥ, pronuncia levantina: [ˈdæːnæː ˈsˤlˤɑːħ]), nota anche con lo pseudonimo di King Deco (Amman, 1989), è una cantautrice e produttrice discografica giordana di origini palestinesi.[1]

Dana Salah
Dana Salah nel 2013
NazionalitàGiordania (bandiera) Giordania
(origini palestinesi)
GenereMusica elettronica
musica araba
Periodo di attività musicale2014 – in attività
EtichettaUniversal
Republic
Sito ufficiale

Biografia

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Nata e cresciuta nella capitale giordana, Dana Salah inizia a comporre all'età di 9 anni. In tenera età le viene diagnosticato il disturbo da deficit di attenzione/iperattività.[2] Si forma all'Università Duke nella Carolina del Nord.[3]

Salah intraprende la propria carriera a New York,[3] esordendo come DJ a Brooklyn e come autrice per altri artisti con lo pseudonimo King Deco; compone anche musica per annunci pubblicitari televisivi, compreso uno spot Maybelline, e lavora per breve tempo come modella per Bobbi Brown Cosmetics. Il suo singolo del 2017 Move That Body ottiene oltre 11 milioni di riproduzioni su Spotify, raggiunge il 6º posto della classifica US iTunes Dance e il 25º della classifica Billboard Dance.[4]

Nel 2021, durante la pandemia da COVID-19 e reduce dal successo del proprio singolo del 2019 Castaway, Salah fa ritorno in Giordania e pubblica il suo primo singolo in arabo, Weino, abbandonando il vecchio pseudonimo. Il brano, che incorpora le sonorità del daf e di altri strumenti tradizionali della musica araba, ottiene più di 1 milione di visualizzazioni su YouTube nell'arco di 3 mesi, e viene aggiunto a oltre 1000 playlist personali su Spotify.[4][5] Nel 2022, in qualità di ambasciatrice Spotify Equal, Salah è la prima artista femminile giordana ad apparire su un cartellone a Times Square.[6]

Nell'ottobre 2023, in risposta all'emergenza umanitaria nella striscia di Gaza durante la guerra di Israele contro Hamas, Salah collabora con altri 24 artisti nordafricani e mediorientali alla canzone Rajieen.[7] Pubblica in seguito il brano Ya Tal3een,[8] basato su Yā ṭāliʿīn ʿalā l-jabal (يا طالعين على الجبل‎), un canto popolare delle donne palestinesi rivolto ai propri uomini reclusi nelle carceri israeliane.[9]

  1. ^ (EN) Huda Dabeet, Dana Salah embraces Arab culture, su Jordan News, 25 ottobre 2021. URL consultato il 29 agosto 2022.
  2. ^ (EN) We Spoke To Dana Salah: Artistry, ADHD, and Arab Identity [collegamento interrotto], su Yalla! Let's Talk, 21 dicembre 2021. URL consultato il 29 agosto 2022.
  3. ^ a b (EN) Aravin Sandran e Nicholas See, Dana Salah: "Female Empowerment Has Been a Huge Part of My Artistry", su GQ Middle East, 17 giugno 2022. URL consultato il 29 agosto 2022.
  4. ^ a b (EN) Suhad Shtayyeh, International Pop Sensation Dana Salah Asks, "Weino?", su Ciin Magazine, 28 agosto 2021. URL consultato il 29 maggio 2024.
  5. ^ (EN) Grace Gordon, Here's Why Dana Salah Shed Her King Deco Moniker to Embrace Her Arab Heritage, su Savoir Flair, 11 agosto 2021. URL consultato il 29 agosto 2022.
  6. ^ (EN) Hams Saleh, Arab singer Dana Salah Shines on New York's Times Square Billboard, su Arab News, 21 giugno 2022. URL consultato il 29 agosto 2022.
  7. ^ (EN) Meeran Mekkaoui, "Rajieen" Unites 25 MENA Artists in a Resounding Ode to Palestine, su GQ Middle East, 31 ottobre 2023. URL consultato il 10 giugno 2024.
  8. ^   (ENAR) Dana Salah, Dana Salah - Ya Tal3een (full version) يا طالعين, su YouTube, 7 gennaio 2024. URL consultato il 9 settembre 2024.
  9. ^ (EN) Christina Hazboun, Don't Leave: Reviving the folk songs of Palestinian women, su Middle East Eye, 21 dicembre 2021. URL consultato il 9 settembre 2024.

Collegamenti esterni

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