Discussione:Napoli/Archivio8

Ultimo commento: 12 anni fa, lasciato da 79.46.60.33 in merito all'argomento Modifiche 79.46.60.33

Economia della città di Napoli

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Buongiorno, vorrei far notare che la voce di "economia" della città non dà alcuna informazione utile a capire di cosa viva questa città. Si danno solo informazioni "storiche" ma nessun dato attuale (a parte dire che l'industria è decadente, il settore dei servizi non è abbastanza sviluppato, il turismo non è sfruttato appieno, etc...). Insomma, di che cosa ATTUALMENTE vive questa città?


Galleria Fotografica della città di Napoli

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Vorrei inserire il link della galleria fotografica della città di Napoli nella sezione Link Esterni. Ogni fotografia è corredata di didascalia http://www.paesaggioitaliano.eu/gallery/napoli/index.php Il mio sito web non ha fini commerciali ed è privo di pubblicità. Secondo voi si potrebbe inserire il link oppure no? E' pertinente con la pagina della città di Napoli? Ciao


Dimensioni della voce

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La voce è oggi di 175 kB, ben oltre il limite di 125 al di là del quale, secondo le linee guida uno scorporo di contenuti è senz'altro opportuno. Sarebbe bene provvedervi quanto prima, in modo da garantire la fruibilità della voce anche agli utenti che non dispongono di connessioni internet veloci. --Nicolabel (msg) 03:03, 10 ott 2009 (CEST)Rispondi

Beh la voce è così grossa perchè c'è tanto tanto da dire! Ma magari, così, ad occhio e croce, si potrebbe ridurre la sezione Economia, Smorfia e religiosità popolare (Luoghi d'interesse invece lo escluderei perchè è già ridotto abbastanza), complessi architettonici moderni e sport di squadra! Ma passo la parola anche agl'altri del progetto:napoli, li avviso!--Baku (msg) 15:31, 10 ott 2009 (CEST)Rispondi

Anche secondo me lo scorporo potrebbe farsi per "Smorfia, leggende e religiosità popolare" (però resta da trovare un titolo adeguato). "Monumenti e luoghi d'interesse" è molto lungo e rischia di risultare sproporzionato rispetto agli altri paragrafi, quindi andrebbe leggermente rivisto (ad esempio, in "Monumenti e luoghi d'interesse" c'è quel paragrafo "sport" che parla di attrezzature sportive che non sono propriamente luoghi d'interesse; anche complessi moderni è un tantino lungo). Economia la lascerei immutata. Lo sport lo sposterei in una voce tipo "Sport a Napoli", lasciando qui un riassunto più breve. --Etienne (Li) 16:22, 10 ott 2009 (CEST)Rispondi
In questo momento ho (purtroppo) poco tempo quindi mi limiterò ad un breve commento. Certamente la dimensione attuale della voce è eccessiva (176 K, al momento è tra le 20-30 voci di più grandi di Wikipedia) e rende poco fruibile la pagina per chi non ha una connessione eccellente. Sicuramente quindi uno scorporo di qualche parte è auspicabile. Prima ancora di scorporare però vi invito a dare uno sguardo a ciò che si può "limare" in maniera abbastanza indolore: esistono infatti al momento molte ripetizioni, trattazioni eccessive, formattazioni fatte male, ecc... cose dalle quali sicuramente si può "grattare" qualcosa. Quanto al settore su cui lavorare, senza dubbio è quello dei "Monumenti e luoghi d'interesse", che al momento è sproporzionato rispetto al resto: Alla fine della fiera la voce (ben proporzionata tra i diversi paragrafi) non dovrebbe superare i 120-130 K --Retaggio (msg) 11:22, 12 ott 2009 (CEST)Rispondi
Il fatto è che, imho (retrò), se proprio c'è da limare, scorporare o cose simili, sarebbe più giusto occuparsi coerentemente della voce. E' facile staccare e cucire senza una lettura approfondita... in proposito credo che potrebbe solo peggiorare la situazione, che è già poco felice in molti tratti. Se si deve lavorare, si faccia con "criterio" (ovvero se ci vuole sintesi, si tolgano parole, non contenuti). Pare poi che c'è gente che ce l'ha proprio con Napoli... cose da non credere.--Wentofreddo 00:04, 21 ott 2009 (CEST)Rispondi
Quoto Retaggio e mi scuso per aver dato l'impressione di voler lavorare con l'accetta: anche per me la voce richiederebbe anzitutto un'approfondita revisione per evitare ripetizioni e contenuti non enciclopedici. Solo in seguito a questa (delicata) attività, ha senso procedere a scorpori laddove ne permanessero le ragioni. Ovviamente, il pregiudizio antinapoletano non ha nulla a che vedere con la mia posizione. --Nicolabel (msg) 00:15, 21 ott 2009 (CEST)Rispondi
«pregidizio...?» No ma dai, era giusto un inciso, non si riferiva alla tua posizione che è stata chiara fin dall'inizio. Ciao e grazie. --Wentofreddo 01:37, 21 ott 2009 (CEST)Rispondi

Chiese di Napoli

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Leggo: Oggi, Napoli continua a possedere il maggior numero al mondo, di chiese, di conventi ed altre strutture di culto. Quante chiese ci sono? --Markos90 18:35, 10 dic 2009 (CET)Rispondi

Tra le 500-600 quelle storiche, e tra le 300-400 quelle moderne. Qui si trattano soprattutto quelle lì storiche. Ciao--Baku (msg) 00:11, 11 dic 2009 (CET)Rispondi

Ok, ma chi dice che Napoli è la città con più chiese al mondo? Se non sbaglio, Roma ne ha molte di più... --Markos90 08:13, 11 dic 2009 (CET)Rispondi

C'è la fonte. Lo dice Antonio Emanuele Piedimonte: un noto esperto della città, della sua storia, delle sue architetture, ecc... ospite anche di varie trasmissioni, non si mettono fonti a casaccio qui :) Buone feste.--Baku (msg) 13:45, 11 dic 2009 (CET)Rispondi

Per carità, nessuno mette in dubbio la qualità delle fonti: tuttavia continuo ad essere perplesso, perché credo che Roma abbia un numero maggiore di chiese, di conventi ed altre strutture di culto. Farò una ricerca approfondita e ti farò sapere. Buone feste. --Markos90 14:00, 11 dic 2009 (CET)Rispondi

Certo! Eventualmente ci si adegua tenendo conto delle fonti discordanti, senza far prevalere l'una o l'altra, assolutamente! Nel caso di Roma cmq, ho forti dubbi... spero che questa discussione non attiri utenti malintenzionati, finendo nel campanilismo, come spesso accade... anche perchè fondamentalmente non lo trovo neanche un vanto avere più edifici di culto al mondo :)! Buone feste rinnovate!--Baku (msg) 14:27, 11 dic 2009 (CET)Rispondi

Perdonate l'intromissione, ma leggevo ultimamente su V. Gleijeses qualcosa di simile a quanto scritto da A. Piedimonte. Probabilmente Napoli concentra il numero più alto di "oggetti architettonici cristiani" in Italia (e presumibilmente) nel mondo, invece se si calcola il numero delle chiese in quanto tali è Roma ad avere il primato. Buone Feste a Tutti... --L'Alessandrino (msg) 23:57, 11 dic 2009 (CET)Rispondi

Guarda, nel libro Napoli segreta trovi: "Napoli ha il record mondiale per maggior numero di chiese, cappelle..." e più in là anche "conventi ed altri luoghi sacri", quindi il discorso verte su entrambi i lati! D'altronde basta anche osservare con i propri occhi: solo le chiese storiche sono 600 (se si includono anche quelle lì che sono pressochè semi-sconosciute del grande cimitero di poggioreale, e delle quali mancano allo stato adeguati censimenti!); più circa 400 quelle moderne, sempre tra chiese e cappelle: si raggiungono quindi comodamente le circa 1000 unità... e vogliamo parlare anche di quelle piccole chiese che sono situate all'interno dei palazzi ed altro? Quel famoso fenomeno storico in cui soprattutto a Napoli ogni famiglia nobiliare, ogni casata che si costruiva il proprio palazzo, esigeva anche una propria "chiesa privata"?? E i palazzi storici a Napoli ne sono tantissimissimi... dunque in quanto a questo argomento bisogna andare molto cauti! Napoli è stata ed è (seppur avverto una diminuzione) una città molto religiosa (seppur "fai da te"), ma si è sempre fortunatamente opposta all'Inquisizione, nella storia di Napoli l'inquisizione è praticamente assente, non è un caso che proprio qui nacque l'anticurialismo! Ritornando al discorso, e questo solo nella Napoli-municipio, e non nella Napoli "reale", ovvero quella che non tiene conto dei confini amministrativi...

E anche per quanto riguarda il numero dei luoghi di culto generalmente parlando, il numero è particolarmente elevato: dunque tra monasteri, ritiri, conventi, edicole sacre (che da sole già ne sono migliaia e migliaia... un fenomeno che d'altronde esiste ancora... ci sono delle edicole sacre moderne in giro, al centro storico come a Pianura), ecc...! Tutto fornito da testi presenti qui su wikipedia... questo è il quadro completo della situazione! Poi se vogliamo smussare gli angoli perchè magari può creare dissapori, o magari si rischia di attirare persone che non sono in buona fede, dando vita a sterili discussioni, è un altro discorso! Non è un problema. Non posso perdere tempo, ho da fare. Magari si può scrivere "è tra le città del mondo col maggior numero di chiese...", molto più vago. Saluti. --Baku (msg) 03:25, 12 dic 2009 (CET)Rispondi

No, no, per Carità, atteniamoci alle fonti; anche Benedetto Croce scrive la stessa cosa.

incipit voce

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Più che una voce enciclopedica sembra l'introduzione ad una guida turistica o un inno a Napoli --Melancholia (msg) 00:34, 1 mar 2010 (CET)Rispondi

Mi correggo, la voce in effetti può sembrare una guida turistica, ma il punto è che l'incipit contiene voci non di primaria importanza che sono presenti esattamente scritte nello stesso modo in altri paragrafi. Visto che nessuno ha commentato riordino un attimo l'incipit. --Melancholia (msg) 18:14, 9 mar 2010 (CET) (Questa discussione è stata continuata nel progetto omonimo) --Baku (msg) 15:32, 11 mar 2010 (CET)Rispondi

Complimenti

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Devo fare i complimenti per la rinascita, soprattutto grafica, della voce. Bravi! --Xerse (msg) 19:35, 4 apr 2010 (CEST)Rispondi

Grazie! Eppure c'è chi si lamenta sempre :). Se vuoi partecipa anche tu al progetto, più ne siamo e meglio è! --Baku (msg) 20:00, 4 apr 2010 (CEST)Rispondi

Stemma del comune

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Non vedo lo stemma del comune, non dovrebbe esserci come in tutti i comuni d'Italia? E nel caso qualcuno lo può rimettere? Arres (msg) 21:35, 20 apr 2010 (CEST)Rispondi

Rimesso. Un utente anonimo aveva un po' "pasticciato" con il template. Grazie della segnalazione :-) --Retaggio (msg) 22:03, 20 apr 2010 (CEST)Rispondi

Problema di ricerca

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Per sbaglio ho cercato MERDIANO al posto di MERIDIANO ed e' comparso come primo risultato la voce Napoli con, come descrizione breve, una serie di parole scurrili.... Messageid (msg) 16:47, 12 giu 2010 (CEST)Rispondi

Le ho tolte dal tuo messaggio, o resteranno sempre. Nella voce comunque non ci sono più. Evidentemente era stata indicizzata proprio dopo un vandalismo. --Elitre 19:17, 14 giu 2010 (CEST)Rispondi

Area Metropolitana

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Ma per favore togliete la foto dell'area metropolitana, che è solo una schermata del vecchio tg1 dai...non è serio!

http://www.youtube.com/watch?v=JN3_PDQVTcM

ad es. qua si vede chiaramente in alto a sx:

http://www.youtube.com/watch?v=-AusUedcIdE

Il TG1 non c'entra proprio niente. L'immagine dell'area metropolitana è estratta da un file molto più grande (qui). --Etienne (Li) 23:18, 17 lug 2010 (CEST)Rispondi

Napoletani o partenopei?

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Nel template c'è scritto che gli abitanti si chiamano Napoletani, più raramente Partenopei. Sono perplesso su questo «più raramente»: «partenopei» è l'aggettivo (e il sostantivo) più utilizzato dai telegiornali, anzi i giornalisti spesso parlano di «capoluogo partenopeo», il che è un errore bello e buono visto che Partenope non è l'area amministrativa o storico-geografica di cui Napoli è capoluogo, ma una parte di Napoli stessa.
Per capire cosa significa il termine "partenopeo" dobbiamo andare a ritroso, in particolare a prima del 1861, quando Napoli era capitale del Regno delle Due Sicilie. A quei tempi l'aggettivo "napoletano", o meglio ancora "napolitano", indicava: 1) i cittadini della parte continentale del Regno, in quanto già Regno di Napoli; 2) la cittadinanza dell'intero Regno; 3) le istituzioni nazionali, anche se le nazionalità riconosciute all'interno del Regno erano due, napolitana e siciliana. Per distinguere questi napolitani dagli abitanti della Capitale, si preferiva chiamare questi ultimi partenopei, dal nome della sirena Partenope, fondatrice, sull'isolotto di Megaride, dell'omonima città, che poi divenne Palepoli (Pálea-pólis) quando fu fondata Napoli (Néa-pólis) All'epoca il termine partenopeo indicava l'intera città di Napoli poiché il comune di Napoli non comprendeva tutta una serie di territori (un tempo casali, poi borgate, poi frazioni, oggi quartieri) che erano comuni a sé, e che sono stati via via aggregati al comune di Napoli, sino al Fascismo. Oggi per Partenope si fa riferimento al centro storico di Napoli.
--84.222.233.124 (msg) 22:18, 19 lug 2010 (CEST)Rispondi

Interessante: se ne potrebbe fare una sottosezione se ci fossero le fonti... MM (msg) 22:40, 19 lug 2010 (CEST)Rispondi

Immagine iniziale

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Trovo che l'immagine attualmente in uso sia davvero bruttina. Imho è decisamente preferibile questa, col celebre pino, o meglio ancora questa.--DerivatoParziale (msg) 14:10, 20 set 2010 (CEST)Rispondi

A mio parere, la foto col celebre pino è un po' vecchiotta, mentre nel collage manca solamente "Saluti da...". --Markos90 14:14, 20 set 2010 (CEST)Rispondi
il collage è molto carino ed è usato anche in altre voci. L'altra immagine sarà pure vecchiotta ma la trovo splendida. L'immagine attuale, per me, non rende giustizia alla città, tra l'altro il mare quasi non si vede... --DerivatoParziale (msg) 14:56, 20 set 2010 (CEST)Rispondi
I collage andrebbero eliminati del tutto. L'altra foto andrebbe bene, solo che mi pare vecchia e di bassa qualità. Fate voi. --Markos90 15:09, 20 set 2010 (CEST)Rispondi
Personalmente ritengo che la foto col pino in questione si bruttina. Se non ricordo male, in qualche passata discussione, c'era stata una presa di posizione sulla foto iniziale, che avrebbe dovuto essere meno legata la "solito", seppur bellissimo, panorama col pino. --Etienne (Li) 19:38, 20 set 2010 (CEST)Rispondi

Sempre sto panorama

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Sì, basta con sto panorama! Napoli è molto di più che "natura", Napoli è soprattutto arte e architettura: il patrimonio che ha Napoli e i suoi immediati dintorni è straordinario. Proprio di recente il Ministero per i beni e le attività culturali ha affermato: Poche città, in Italia e anche fuori dall'Italia, possono vantare lo straordinario patrimonio artistico, storico, architettonico, antropologico e naturalistico come quello di Napoli. Poche aree territoriali al mondo, forse nessun'altra... quindi che ciò venga analizzato a 360 gradi, anche per quanto riguarda la foto introduttiva. Io sono d'accordo con Derivato per il collage, che mostra appunto entrambi i lati della città: "città d'arte e città natura". Bye.--Baku (msg) 18:12, 13 ott 2010 (CEST)Rispondi

Quoto in pieno il tuo discorso!--62.98.11.103 (msg) 16:03, 6 gen 2011 (CET)Rispondi

ho modificato la dicitura che indicava il napoli come prima squadra del sud a vincere uno scudetto, dobbiamo escludere il cagliari allora, visto che lo scudetto cagliaritano è del 70.

Nuova immagine iniziale

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Volevo mettere una nuova immagine iniziale. Sempre quella da Posillipo che riprende tutto il Golfo è un po' monotona non trovate? Magari qualcosa di diverso? Di nuovo? Le prime 4 immagini della pagina wiki riprendono Napoli sempre dallo stesso punto. Iniziamo con il golfo, poi riprendiamo sempre col golfo, però stavolta l'immagine è datata 1837, poi mettiamo l'immagine grande centrale...sempre del golfo e poi subito dopo mettiamo ancora un'altra immagine dalla scogliera, ma sempre rivolta al Vesuvio.

Non trovate il tutto un po' ridondante?

Io proporrei un cambio di immagine principale. Magari avanziamo qualche proposta così si inizia a discutere. Le altre le lascerei tutte perchè vanno bene. Soprattutto quella della scogliera e quella centrale grande, la quale è davvero molto bella. Ma dato che è pressochè simile a quella iniziale, secondo me ci perde anche in originalità se lasciamo la prima immagine così com'è ora.

Dunque. Siete d'accordo nel cambiare l'immagine principale?--62.98.11.103 (msg) 00:35, 7 gen 2011 (CET)Rispondi

Non saprei. Tempo fa avevo inserito il panorama da San Martino, ma poi non mi sono opposto al cambio di immagine. --Μαρκος 00:44, 7 gen 2011 (CET)Rispondi
Io invece avevo pensato di cambiare completamente direzione, mettendo qualcosa che riprendesse più l'entroterra che la costa. Magari qualcosa del genere:1, 2, 3, 4, 5. Sono le uniche interessanti che ho trovato. Però siamo sempre lì, tutte di Piazza del Gesù. Secondo me, si dovrebbe scattare qualche foto nuova e magari riprovare :D. Giusto per curiosità, questa, se non fosse per il bambino ed il cane -.-, è più interessante di quella che c'è ora. Almeno si vede meglio il Castel dell'Ovo. Comunque chissà che non arrivino altre proposte interessanti. Staremo a vedere...--62.98.11.103 (msg) 01:24, 7 gen 2011 (CET)Rispondi
Per quanto riguarda l'immagine, solitamente si usano foto di ampio respiro; quindi sarebbero da escludere foto di singoli monumenti (da escludere pertanto quelle del chiostro di Santa Chiara sopra proposte). --Etienne (Li) 14:30, 7 gen 2011 (CET)Rispondi
a me piace particolarmente quella attuale, anche perchè l'ho messa io ;D. Sarà monotona ma è emblematica della città. In alternativa preferivo il collage, ma ad alcuni dava l'impressione di un "Cartoline da...".--DerivatoParziale (msg) 22:16, 8 gen 2011 (CET)Rispondi
rimanendo sullo stesso soggetto, altrimenti si dovrebbe andare o al Castel Sant'Elmo o a Piazza del Plebiscito, ci sono queste due non male: 1 e 2--TatsuoTabei (msg) 02:52, 22 gen 2011 (CET)Rispondi

Fondazione di Napoli

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Leggo: Fu fondata tra il IX e l'VIII secolo a.C. da coloni greci (incipit). Più sotto, nella sezione "Storia", leggo: La città fu probabilmente fondata dagli abitanti della colonia greca di Cuma tra il IX e l'VIII secolo a.C., con il nome di Partenope. Ma, se non ricordo male, la prima colonia greca in Italia fu Pithecusa, l'attuale Ischia, fondata intorno alla metà dell'VIII secolo a.C.; Cuma, poi, risale al 740-720 a.C. (quindi seconda metà dell'VIII secolo a.C.): come può, pertanto, aver fondato Parthenope tra il IX e l'VIII secolo a.C.? Fonti autorevoli? --Μαρκος 10:40, 3 feb 2011 (CET)Rispondi

Nel IX secolo a. C. (880 a. C.) i Rodii partono e giungono sulle coste napoletane e fondano una cittadina, un avamposto commerciale chiamato Partenope (dal nome di una sirena adorata dalle popolazioni locali). Il tutto spiegato dal geografo Strabone. Cento anni dopo, c'è la fondazione di Pithecusa, più tardi questi lasciano l'isola e fondano Cuma. Partenope è una cittadina, non ancora una città in senso lato, nel 680 a. C. con l'influenza cumana diventa una città molto fiorente, tanto da rivaleggiare con la stessa Cuma, e ben presto viene distrutta dai cumani. Partenope cade in declino. Più tardi i Cumani dopo varie vittorie fonderanno nuove città, e vorranno ampliare Partenope (che nel frattempo si era ripresa dal declino), ma visto che si trova su di un'altura l'impresa è un po' difficile, così decisero di ampliarla, supportarla con la nascita di una vera e propria città ovvero Neapolis. Le due entità saranno legatissime e complementari, anche durante la conquista romana, e via dicendo (Neapolis aprirà le porte ai romani cedendo proprio Partenope). Non si faccia più confusione tra cumani, ischitani, procidani e via dicendo. Come fonte si può mettere l'ottimo libro di Attilio Wanderlingh, i giorni di Neapolis. Tutti questi perchè, modifichi di continuo sta pagina. Ma ti hanno rubato il cellulare a Napoli?

Ho semplicemente posto la domanda (1) perché ho letto in diversi libri che la colonizzazione dell'area del golfo di Napoli risale alla metà del VIII secolo a.C., e (2) perché la voce su Wikipedia presenta la contraddizione che ho riportato sopra. La battuta finale era evitabilissima, non colpisce me ma una splendida città come Napoli. --Μαρκος 22:14, 3 feb 2011 (CET)Rispondi
Pensa che io ho letto almeno 10 libri che dicono che il Vaticano (e dunque la Basilica di San Pietro, la piazza, i musei vaticani e quant'altro) è uno Stato a parte. Non è Roma. Eppure nella pagina del capoluogo laziale, il Vaticano è trattato come se fosse la città stessa. Purtroppo i libri sono così, politicizzati e faziosi (non tutti eh). Bisogna stare attenti :).--TatsuoTabei (msg) 00:26, 4 feb 2011 (CET)Rispondi
Purtroppo non ho ancora imparato la lingua delle mura della mia camera, altrimenti parlerei volentieri con loro. Grazie e buona serata. --Μαρκος 00:41, 4 feb 2011 (CET)Rispondi

Io invece penso che è giunto il momento di farsi un po' da parte, se non conosci Napoli, non parlare di essa, non mettere in dubbio anche la sua storia: oltre al centro storico, le chiese, i monumenti, la cultura, l'area metropolitana o chissà cosa! Puoi anche continuare, ma sai chi sembri? Don Chichiotte contro i Mulini al vento: le voci napoletane sono sorvegliate speciali, sono osservatissime, e ci saranno mille altre persone pronte a far valere i loro diritti. Ma per far cosa poi? Per sentirti più romano? E' molto bello che un ragazzo di provincia come te abbia così preso a cuore le voci e le questioni sulla città eterna, ma cerca di non esagerare, puoi sfiorare la ridicolaggine. Napoli non è Marsiglia, fattene una ragione e vivrai più serena la tua vita wikipediana.

Le tombe rinvenute sulla collina di Pizzofalcone, e che sono relative al primitivo insediamento di Partenope sono datate tra la metà del VII e la metà del VI secolo a.C. Lo dice qui il sito regione Campania. L'origine rodia di un possibile approdo precedente (che però non sembrerebbe basato su alcun dato concreto e solo sull'origine probabilmente rodia del mito della sirena Partenope) risale ad un'epoca precedente, che però riguardando il mito è totalmente indeterminata e alla quale non ha alcun senso attribuire un secolo specifico.
Ovviamente per capire che nel testo attuale c'è qualcosa che non va e si confondono dati oggettivi, miti antichi e ipotesi campanilistiche, non serve affatto conoscere Napoli, basta sapere qualcosa di storia e di archeologia. E il tuo modo di rispondere ai dubbi altrui è veramente fuori luogo qui sopra: trovo grave rispondere a domande (per giunta sensate) con l'invito a farsi da parte: c'è sempre da ricordarsi che le voci non sono proprietà di nessuno.

MM (msg) 22:33, 6 feb 2011 (CET)Rispondi

Il geografo Strabone parla dell'origine Rodia, fonti archeologiche a parte, le sue informazioni sono state studiate anche da vari storici moderni, e sono state ritenute estremamente esatte nel 99% dei casi, non vedo perchè avrebbe dovuto dire qualcosa di sbagliato in proposito di Partenope. Che ci siano reperti archeologici di Partenope che fanno riferimento a un periodo più tardo non vuol dire assolutamente niente. Strabone, oltremodo, è preso come fonte di riferimento in varie voci storiche appunto. Il mito della sirena Partenope forse sarebbe addirittura più antico dell'arrivo dei Rodii, non arriva con esso, trattasi di un culto giunto in zona dall'India. Poi non mi pare che i reperti più antichi dell'area risalgono solo al VII secolo, sono stati ritrovati reperti numismatici proprio del IX secolo, assolutamente. In quanto al fatto che tutti possono contribuire, non mi pare che abbia detto il contrario. Ho detto che le voci, tagliate, sminuite, censurate che siano, prima o poi ritornano a mostrare le loro verità (amputate), vuoi per i wikipediani di oggi, vuoi per quelli di domani. L'utente in oggetto, è stato segnalato già come problematico, qualcosa di vero ci sarà no? E i suoi ripetuti interventi atti a censurare, amputare i periodi (molto spesso taglia ciò che non gli garba, per capriccio forse: le informazioni che riguardavano il futuro aeroporto di Napoli grazzanise sono sparite misteriosamente, il porto di Napoli il secondo al mondo (per scalo passeggeri) dopo quello di Hong Kong, non si è preoccupato di aggiornare la fonte, ma di levare l'informazione così d'improvviso, ho notato che durante una discussione sull'area metropolitana i partecipanti erano concordi a far rimanere le informazioni, mentre lui agiva in senso opposto e fu anche rimproverato, ecc ecc ecc ecc), pone continue domande provocatorie, sono la prova. A me non interessa, anzi, un po' mi diverte questo utente. Di certo Napoli e le informazioni che la riguardano non hanno bisogno di wikipedia, non gira tutto intorno a wikipedia. Tutti possono intervenire positivamente nelle voci. Ma non è sempre tutto oro quel che luccica. E con questo non aggiungo altro. Ciao.Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 79.23.148.110 (discussioni · contributi).

Il dato riportato dalle fonti antiche non è un dato oggettivo: spesso si riportano miti e credenze e non dati storici reali e la base storica del mito va interpretata (possibilmente da parte di qualcuno che abbia gli strumenti professionali per farlo, che l'ha pubblicato e che andrebbe, anch'egli, citato). La ricerca storico-archeologica cerca a supporto delle narrazioni, metà storiche e metà mitiche, delle fonti antiche qualcosa di più concreto, ossia il dato archeologico. Il dato delle fonti antiche va riportato (preferibilmente citando il passo preciso: che tu ci dica che Strabone e Livo lo dicono serve poco: servirebbe poter vedere *cosa* dicano esattamente, magari senza costringere chi legge ad andarselo a cercare per conto proprio, perché se no, che si mette a fare la nota? per intendersi, tipo "Strabone, Geografia, 5.4.7"), ma come tale, non come qualcosa da prendere per oro colato o come "verità" assoluta. Insomma andrebbe colta la differenza tra verità assoluta ed elemento da prendere in considerazione con un minimo di senso critico. Per esempio la pagina della università del Maryland non riporta l'opinione di uno storico o di un archeologo, ma è una pagina puramente divulgativa prodotta con altri scopi e tu metti questa e togli invece quella della Regione dove le affermazioni sono basate su dati concreti. Questo invece funzionerebbe? arricchisce la voce? Certamente vanno riportate le fonti più autorevoli, ma ecco, di nuovo, serve un minimo di senso critico e non è che si può basarsi semplicemente sulla presenza della parola magica "università".
I reperti numismatici del IX secolo sarei davvero curiosa di vedere quali sono (sei a conoscenza degli studi sulle origini della moneta, si? o si tratta di qualcosa come la mitica sirena proveniente dall'India?) Quanto ai reperti del VII secolo a.C., certo non impediscono che ce ne siano di precedenti. Ce ne sono? perfetto, possiamo dare la notizia (naturalmente adeguatamente fontata). In caso contrario, non mi pare una disquizione utile andare ad ipotizzare, noi, che forse potrebbero esserci: sarà vero, ma non lo sappiamo (come sulla vita dopo la morte) e qui sopra si riporta semplicemente quello che sappiamo.
Quello che c'è ora nel testo della voce è invece una mescolanza casuale di informazioni di genere (e credibilità) diversi, a fini più o meno celebrativi (poi io non ho mai capito perché mai una cosa dovrebbe essere migliore solo perché è di origine più antica, ma tant'è, pare che il sentire comune sia questo). Il tutto è quanto di più lontano mi riesco ad immaginare da quello che dovrebbe fare un'enciclopedia.
Le domande che ho letto, poi, non sono affatto provocatorie: chi scrive dovrebbe essere in grado di difendere le proprie opinioni di fronte alle domande (intendo meglio del guazzabuglio che al momento leggo in questa pagina di discussione). Non funziona invece che sia chi le fa che dovrebbe evitare per non disturbare. E cancellare un dato *sbagliato* non è censura.

Se continui invece a parlare della persona invece che quello che dice o che fa, te lo ripeto, è un approccio sbagliato. E scorretto. Tendenzialmente antiproducente per te, per gli altri e per la voce. Quindi smettila. MM (msg) 09:37, 8 feb 2011 (CET)Rispondi

Non capisco come si possa fare un'enciclopdia fai da te (certo che non la smetto, dalla parte della ragione ci sono io, ho grande rispetto di te, ma ti stai sbagliando di grosso), non sono ipotesi, le prove numismatiche del IX secolo e gli altri reperti e ricerche storiche (qui parliamo di storici, oltremondo che archeologi) sono state riportare dalla sovrintendenza, e poi pubblicate in vari libri, tra cui questo: golfo di Napoli storia di una terra antica. Le monete ci sono e sono state ritrovate, che tu non ci creda non è un problema della storiografia ufficiale di Napoli, io più che mettere le fonti, più che imboccare col cucchiaino, non posso citare Quark. Poi non so come fai ad anteporti su suon di storici e archeologi che hanno studiato l'area napoletana, ma ripeto, io ho inserito fonti, oltre che chiacchiere (se vogliamo chiamarle chiacchiere, è storiografia ufficiale, non mi stancherò mai di riperto, e una enciclopedia seria non può snobbare questo dato liquidando con "smettila"). Non capisco come ci si possa anteporsi a una storiografia ufficiale sulla città, ho fatto presente suon di fonti. Forse non sono stato chiaro che nella storiografia ufficiale della città è menzionata anche la presenza dei Rodii (e suffragata), generalmente accettata, non per sfizio. Non mi è ben chiaro dove sarebbe questo dato oggettivo. O le mie parole sono invisibili, o non so. Non metto in dubbio la tua preparazione archeologica, ma non puoi tu mettere in dubbio gli altri (la fonte che ho citato, una delle quali, fa a capo ad una Università, precedentemente ho citato anche una fonte archeologica, potrei citare altre fonti librarie sulla, ripeto, storiografia ufficiale, I giorni di Neapolis di Attilio ad esempio, non si può trascurare questo dato, il "smettila" è fuori luogo. E' o non è una enciclopedia. Qui nessuno mette in discussione la tua preparazione, ma neanche tu puoi farlo.

Per il resto già ho spiegato il tutto nella tua pagina di discussione, è un qualcosa che deve essere riporato di diritto, ripeto, qui si sta mettendo in dubbio la verità allo stato puro. Per la seconda volta, e proporrei di venirci incontro (anche se in maniera del tutto azzardata) con IX-VII secolo. a. C. Più di questo non chiedermi, già è tanto. La presenza dei Rodii, sotto studi di suon di archeologi, storici, è stata accettata, accettata dalla storiografia ufficiale della città.

Ulteriori ricerche in base a testi e ritrovamenti

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"La seconda fase di civiltà nell'area napoletana ci viene documentata da un'altra scoperta archeologica: in uno scarico alle falde della collina di Pizzofalcone vennero rinvenuti nel 1906 piccoli frammenti di ceramica derivati da un impasto molto grezzo. Studiati poi successivamente. Questi manufatti testimoniano che coloni di Rodi e gente italica popolavano la collina di Pizzofalcone già tre secoli prima dell'insediamento dei Cumani a Partenope".

E poi c'è la scoperta nel 1946 in via Nicotera (quartieri spagnoli), viena alla luce la necropoli e compagnia cantando...

Ulteriore libro (oltre alle fonti già citate) è: Il golfo di Napoli Umbero Pappalardo...

La notizia è ancora ripresa da Attilio (ulteriore fonte già presente)...

Dunque, nonostante tutto, ho voluto venire incontro allo scetticismo di MM e company... più di questo, non so come citare Quark :). Grazie, pace e bene.


Io non mi "antepongo" a nessuno (beh, a te in campo archeologico, a dire il vero si, lo confesso ;-) Solo che conosco la ricerca (e la divulgazione) archeologica e il contesto storico (e magari anche so citare i libri, eh? ;-). E soprattutto non trascuro nessun dato, figuriamoci: cerco solo di sottolineare la differenza tra dato concreto e resoconto mitico e che *devono* essere trattati in modo diverso. E santo cielo non tirare in ballo la "verità allo stato puro" (che peraltro negli studi storici non esiste)
"Smettila" si riferisce al fatto che non devi andare sul giocatore ma sulla palla: nel precedente messaggio una larga parte riguardava un giocatore e non la palla, ma siccome in questo secondo messaggio hai seguito il mio consiglio non ho nulla da dire (l'hai infatti già smessa).
Da quel che so io, le monete nel IX secolo a.C non esistevano: l'invenzione della moneta è attribuita dalle fonti antiche (con cui concordano gli studiosi moderni) a Creso, re di Lidia (controlla qui di che epoca sia): prima per commerciare si usavano metalli che venivano semplicemente pesati (e l'invenzione di Creso sta nell'aver apposto sui lingotti il suo sigillo per garantirne il peso). Quindi o qualcuno ha preso lucciole per lanterne (tu che riporti o proprio lo "storico oltremodo che archeologo" che lo scrive), oppure si tratta della più grande scoperta numismatica della storia (e allora davvero mi interesserebbe sapere di che si tratta).
Le tue fonti sono poi (oltre che citate male: si potrebbe avere il passo di Strabone e di Tito Livio o è necessario leggersi l'intera loro opera rimasta per trovarlo) sono (quelle moderne) in massima parte di carattere divulgativo e non scientifico. Fonti di carattere scientifico sono, invece, per esempio:
  • Stefano De Caro, "Le culture della Campania antica preromana: i Greci (Pithekoussai, Cuma, Neapolis, in Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli, Electa Napoli (1° edizione 1994, 1° riedizione aggiornata 2003), p.22: "…In realtà la necropoli di Pizzofalcone testimonia un insediamento vissuto dalla metà del VII secolo a.C. ca. alla metà del VI secolo a.C., quando si arresta improvvisamente"
  • Stefano De Caro e Angela Greco, Campania, (Guide archeologiche Laterza), 1981, p.12.
(e cito solo questi solo perché i libri li ho a casa).
Stessi dati compaiono sul sito del Comune di Napoli qui, nelle pagine dedicate al progetto di ricerca su Castel Nuovo; sul sito del Museo archeologico nazionale di Napoli qui.
La presenza dei Rodii è citata certamente nella storiografia "ufficiale" (ma quale sarebbe poi, per te, la storiografia "ufficiale?), ma non come un *dato di fatto*, solo come un'ipotesi di alcune fonti antiche. (S. De Caro, nel primo dei due libri citati: "La tradizione mitica parlava di una città fondata dai Rodii, navigatori che avrebbero frequentato le rotte occidentali ben prima della fondazione di Pitecusa; il suo nome, Partenope, era quello di una sirena la cui tomba era nelle vicinanze… Altri autori attribuiscono la fondazione di Partenope ad un gruppo di fuoriusciti cumani…"): la riportano come tradizione mitica (che può avere un fondo di verità), non come un fatto oggettivo. Ed è allo stesso modo che dobbiamo riportarla noi (ed è quello che appunto avevo cercato di fare).
A proposito, non Partenope, ma Cuma e Ischia sono concordemente considerate le più antiche colonie greche d'Occidente e furono fondate nella seconda metà dell'VIII secolo: vedi per esempio qui, sul sito della Direzione generale per le antichità del Ministero per i beni e le attività culturali (e tale primato è riportato anche dalle fonti antiche, che a te piacciono tanto, per cui dovresti crederci - o si tratta di credenze solo selettive?).
Da quale libro viene il virgolettato (ma è davvero verbatim quanto scrive il libro??) della tua aggiunta? mi piacerebbe sapere quale archeologo possa aver scritto che frammenti ceramici (ceramica rodia con "impasto molto grezzo? di quale secolo: tre secoli prima di quale fondazione cumana? o italica? di quale cultura archeologica?) rinvenuti per giunta "in uno scarico", proverebbero la presenza di una città (rodia? italica?) e non, caso mai, una qualche frequentazione. Quanto alla necropoli di via Nicotera (a Pizzofalcone), si tratta proprio di quella che avevo citato io all'inizio, e, appunto, è datata al VII secolo a.C., santo cielo, non al IX, e con oggetti non di provenienza rodia, ma cumana o corinzia (vedi qui sul sito del Museo archeologico nazionale di Napoli.
Non voglio entrare in un edit war, ma chiederei pareri altrui per ripristinare la mia versione, che senz'altro è ancora incompleta e di molto migliorabile, ma che è, senza alcun dubbio da parte mia, sicuramente più corretta.
MM (msg) 22:00, 8 feb 2011 (CET)Rispondi

Allora partiamo dal presupposto che i dati storici sul sito del comune di Napoli sono del tutto approssimativi e inaffidabili, anche in molti altri casi è approssimativo (e all'acqua di rose), tipo che manca un piano di gestione da 15 anni del centro storico, e con questo ho detto tutto...

Forse stiamo parlando la stessa lingua e non ci campiamo :): non metto in dubbio il carattere scientifico dei testi che hai citato (esattamente come quelli che ho citato io, di certo non sono secondi a questi), anche perchè mi trovi in accordo, è esistito un nucleo del VII secolo, ma studi seri effettuati in seguito o durante (attraverso ritrovamenti, ma anche resoconti storici sull'area sopracitati) rilevano come i pozzi di pizzofalcone del 1906 testimonino più un processo di espansione - di costituzione della città vera e propria, ovvero Partenope del VII secolo (che da villaggio, oppure avamposto commerciale, oppure cittadina come vogliamo chiamarla dotata di tempietti sacri, si è trasformata nella città costiuita cumana), e ci ritroviamo anche con le parole di un altro storico romano, ovvero Catullo, che parla proprio della grande egemonia cumana sulla cittadina di partenope (680 a.C.), e parla anche di una distruzione successiva, forse il processo di interruzione di cui parli appunto. Reperti mostrano come ci sia stato un arresto. Non ho negato che esistano i reperti del VII secolo, ma piuttosto dico che le origini di Napoli sono da ritrovare ad un tempo precedente. In più, ripeto, studi effettuati da altri storici e archeologici nell'area napoletana, non si può mettere in secondo piano questo dato, che è presente. Nel VII secolo c'è stata piuttosto la "costituzione della città cumana", ma non la fondazione stessa, le origini stesse di Napoli: ecco perchè ho acconsentito, oltremodo, a venirci incontro nel modo presente. La tradizione mitica è presente fino ad un certo punto, archeologia alla mano, storici (anche antichi, oltre a uno strabone e via dicendo). Oltre ad un catullo, oltre ai ritrovamenti del 1906, oltremodo ci sono monete, vuoi del IX secolo o del VII secolo che mostrano, ancora una volta, un rimando ai Rodii. Dunque alla luce di ritrovamenti (considerabili o meno, questo è soggettivo), alla luce di fatti storici riconciliabili, alla luce della storiografia ufficiale (intendo quella generalmente accettata), una enciclopedia seria può snobbare? Male che vada (non è questo caso, parlo proprio di quei casi dove si dicono cose del tutto diverse su entramni i lati) dovrebbero essere prese in considerazione le fonti discordanti, come insegna wikipedia appunto. Dunque, l'assetto attuale del periodo è un venirci incontro appunto, anche se credo che tutto sommato stiamo parlando la stessa lingua, tu la chiami città del VII secolo, io la chiamo città costituita cumana del VII secolo, le origini sono altra cosa e risalgono a un periodo precedente, non bisogna dimenticare della cittadina, dell'avamposto di partenope, e della sempre più "ingombrante" presenza rodia, fonti.

In più neanche i miei testi si sognano di dire che fu partenope la prima colonia della magna grecia, ma fu cuma, ma appunto come città costituita, partenope dei rodii, ripeto, il nucleo fatto partire dai rodii era una avamposto commerciale, poco più che una cittadina chiamata partenope. Spero di essere stato chiaro. In quanto ad ulteriori dubbi tecnici che mostri sui pozzi di pizzofalcone, questo non devi chiederlo a me, ma ai tuoi colleghi, non sono archeologo. E ripeto, nessuno mai ha negato i reperti del VII secolo del 1946, la necropoli, non capisco perchè lo ripeti come se io l'avessi negato (cosa che non è stata). Dunque, l'assetto attuale del periodo l'ho disposto in modo tale da venire incontro su entrambi i lati (anche se, perdonami, in maniera molto magnanima-ripeto, qui si parla di storiografia ufficiale della città, già questo la dice lunga... ). Le fonti presenti le lascerei, soprattutto quella dell'università del maryland, non tanto per la fonte in sè, ma perchè riassume bene il tutto (accennando anche ai ritrovamenti archeologici rilevati-dunque non stiamo parlando solo per descrizioni di strabone o chicchessia, quella fonte introdotta era un di più...). Per il resto c'è già una fonte testuale, archeologica, e ripeto, il periodo merita rispetto, fossanche solo per la discussione stessa in sè tenuta qui. Io sto cercando soltanto di far capire la storia antica di napoli, che quel periodo è cosa buona e giusta :). Mi dispiace che abbia "alzato" un po' la voce, ripeto, proprio con te non avrei mai voluto, ho profondo rispetto. Ciao. Buona giornata.

Se la città è stata fondata come tale nel VII secolo, così si scrive. Che ci sia stata una frequentazione precedente, un approdo o un emporio, non sarebbe nulla di strano (e va citato), ma non è definibile come "fondazione". Vicende simili (fondate su dati archeologici precisi) sono presenti anche nella lunga vicenda della formazione della città a Roma (vedi ad esempio qui), ma nessuno si sogna di attribuire la fondazione di Roma alla metà del II millennio, oppure di prendere per vero il mito di Evandro che ai tempi dell'arrivo di Enea avrebbe vissuto sul Palatino. E no: i libri moderni non sono tutti sullo stesso piano, mi spiace (e credo di aver spiegato perché già con le citazioni sopra), né gli studiosi, purché siano professori universitari, hanno le stesse specifiche competenze su tutti gli argomenti. Quindi o si citano tutti-tutti, oppure si citano quelli di sicura autorevolezza e non il primo che si è trovato. La "storiografia ufficiale" non capisco cosa sia per te, ma se proprio devo darle una definizione dovrebbe essere la versione adottata nelle sedi istituzionali che si occupano dell'archeologia a Napoli, ossia quella di cui ho riportato i link. Quanto ai miei dubbi su come sono stati riportati i dati archeologici nella voce e nella discussione, non è che ci voglia una competenza specifica: si tratta di logica, una volta che si conoscono i dati di contesto. I dati sono interpretati nella voce in modo *sbagliato* (e credo di averlo ormai ampiamente dimostrato) e quindi la voce va corretta. MM (msg) 09:32, 11 feb 2011 (CET)Rispondi

Non stiamo parlando di ipotesi (ho il dubbio che tu non legga i messaggi per intero). Si parla di città cumana poi, e cittadina o avamposto commerciale dotato di templi prima (fondazione vera e propria) chiamato partenope. Anche nel caso di Napoli si parla di origini che fanno riferimento a 26 secoli prima dei cumani, ma questa è una ipotesi, che non ha nessun possibile riscontro storico, archeologico, neanche un minimo sospetto. Oltre agli studi archeologici già citati sulla partenope rodia, come quello di Attilio, che nel suo libro sulla storia antica di Napoli fa partire, cronologicamente, proprio dai rodii (stiamo parlando di fonti santo cielo, non è un convegno sull'archeologia), in più oltre alle richerche archeologiche (più a quelle di altri storici) di Anna Maria Ingrassia (citato), ho trovato sul web ulteriori studi archeologici di un greco (ricerche anche numismatiche) che citano proprio come costui confermi la fondazione rodia di partenope qui, inoltre nel libro: "Magna Grecia, Ettore M. De Julis, l'Italia meridionale dalle origini alla conquista romana", mostra ancora studi sistematici sull'area.

"E' più documentata da un punto di vista letterario e archeologico (ma non esclusivamente), la presenza cumana a Napoli. In questo sito si poneva la tomba della sirena partenope, il cui culto appare estremamente collegate ad altre simili riminescenze di età micenea presenti nel golfo di Napoli, come gli scogli delle sirene, e la leggenda dell'incontro fra queste odisseo. Ugualmente qui la tradizione ripresa da strabone poneva la fondazione rodia di partenope. Inoltre studi sistematici ritengono molto possibile l'esistenza di partenope rodia alla fine del IX secolo ed inizi dell'VIII, immediatamente precedente a quello di Pitecusa. In un secondo momento una tarda testimonianza, alcuni cumani, allontanatisi dalla loro città avrebbero fondato nello stesso sito Partenope in ricordo della sirena."

Oltremodo della antica presenza rodia in Campania è prova sia il culto della sirena Partenope, proprio dei naviganti Rodii, sia il valore ponderale della prima monetazione napoletana che ci riporta all’ambiente egeo-anatolico. Inoltre il MANN (museo archeologico), oltremodo, mostra reperti che fanno riferimento proprio ai rodii, che avvalora ulteriormente la partenope rodia. In quanto alla discussione già tenuta, in quanto agli studi archeologici e storici e fonti varie che non escludono (fermamente) la presenza di partenope rodia, in quanto allo spirito di wikipedia sulla sua costituzione di enciclopedia libera, in quanto al rispetto delle fonti, è lecito pubblicare, più correttamente "IX-VII secolo". Grazie.

Una città rodia nel IX secolo a.C. come viene detto nella voce non esiste. Esistono e sono ampiamente discusse nella letteratura archeologica le tracce (anche a Napoli) di una frequentazione rodia nel Mediterraneo occidentale in epoca micenea e submicenea, che non si traduce però nella fondazione di alcuna "città" ed esistono inoltre elementi che sono stati letti da qualcuno come tracce culturali rodie, che però sono presenti nella Partenope storica (e non nel IX secolo). Su queste basi, alcuni studiosi hanno *ipotizzato* l'esistenza di una colonia rodia precedente a quella cumana, ma niente affatto nel IX secolo. Ora se tu sei in grado di riportare questo quadro nella voce con le relative fonti, ben venga, ma al momento la pagina continua a dire una cosa *sbagliata* e le fonti che citi non dicono *esattamente* quello che riporti tu in questa discussione: mettendo insieme singole affermazioni slegate dal quadro di insieme troveremmo le fonti per qualsiasi fantasia volessimo immaginare. MM (msg) 18:38, 11 feb 2011 (CET)Rispondi

Densità di popolazione

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Scusate, qui dice che la densità di popolazione è di 8.211 ab km quadro, mentre qui, dice che la densità è di 8.566 abit./Kmq ed inoltre, la popolazione è di 1.004.500 abitanti. Dunque che si fa? --TatsuoTabei (msg) 0.52, 6 feb 2011 (CET)

Si prendono i dati ISTAT, gli unici che fanno fede. --Guidomac dillo con parole tue 00:55, 6 feb 2011 (CET)Rispondi
Eh ma questosito riprende i dati istat infatti!!!--TatsuoTabei (msg) 0.52, 6 feb 2011 (CET)
I dati Istat sono presenti in questa pagina: sono gli unici dati ufficiali da inserire. Grazie. --Μαρκος 03:32, 6 feb 2011 (CET)Rispondi
Ah ok, comunque rimane la densità. Era quello che volevo, perchè prima c'era un evidente errore. Grazie ciao.--TatsuoTabei (msg) 3.41, 6 feb 2011 (CET)

Blocco della pagina per edit war.

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La pagina vive troppi cambiamenti radicali e troppi concetti riordinati o eliminati del tutto per la fantasia di alcuni utenti. Chiederò ad un amministratore il blocco della pagina per edit war, dato che non siete in grado di discutere dei cambiamenti da effettuare. Non si tratta di una immagine da aggiungere o di una data da aggiustare, ma ogni giorno praticamente la pagina cambia. Sembrate infantili. E ripeto, eliminare la citazione perchè POV è quanto di più stupido[1] abbia mai sentito. Vorrei leggere uan citazione su persone o luoghi o cose che non sia POV.--TatsuoTabei (msg) 17:24, 8 feb 2011 (CET)Rispondi

La citazione, a mio parere, può essere reinserita. Chi l'ha rimossa? --Μαρκος 20:33, 8 feb 2011 (CET)Rispondi

Un utente a cui piace fare confusione

ho avanzato la richiesta di blocco edit war della pagina.--TatsuoTabei (msg) 20:48, 8 feb 2011 (CET)Rispondi

Per ora ho bloccato te per insulti. --Vito (msg) 20:58, 8 feb 2011 (CET)Rispondi

Citazione iniziale

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Sulle citazioni, soprattutto negli incipit, si sono già spesi milioni di bit e mi pareva di ricordare che nelle ultime discussioni in proposito ci fosse un certo consenso per scoraggiarle nelle voci geografiche proprio perché è ben difficile trovare una frase che non sia o POV o comunque parziale (faccio un esempio: se mettessi come citazione "Napule è 'na carta sporca..." coglierei certamente solo un aspetto di Napoli tra i tanti, che a molti farebbe poco piacere, e che molti preferirebbero togliere. Perché non dovrebbe succedere lo stesso con frasi che, all'oppposto, ma sempre in modo parziale e POV, dicono "quanto è bella Napoli ecc."?). Io poi, personalmente (ma non sono il solo) trovo le citazioni iniziali fuori luogo in un'enciclopedia, espressione di un goffo tentativo di apparire più "colti" mostrando di conoscere e citare Tizio e Caio. Insomma: pensiamo a scrivere una bella voce, invece di andare a cercare orpelli che, secondo i gusti di alcuni (ma non di altri) la "abbellirebbero"... --Vermondo (msg) 18:35, 9 feb 2011 (CET) (quello cui "piace fare confusione"...)Rispondi

Perchè non si fa una votazione? Ci sono città che hanno anche più di una sola citazione,come Roma, e città che non ne hanno affatto, come Firenze. E' ovvio che non c'è una strada giusta ed una sbagliata...se si vuole, la si mette, altrimenti no. Dato che la pagina è libera, e tutti possiamo modificarla, per evitare che la pagina possa essere modificata ogni volta che ne prendano visione coloro che non sopportano le citazioni (come Vermondo) e coloro che invece ritengono che la citazione iniziale sia l'inizio di una pagina wiki (come me), perchè non facciamo una votazione? Magari prima votiamo per decidere se mettere o no una citazione e poi votiamo (su proposta) per quale mettere. Alla fine, ripeto, tutte le teorie sono giuste e sbagliate, quindi non vedo il perchè, per il momento, non debba esserci alcuna citazione, dato che di fatto c'è sempre stata.--TatsuoTabei 19:25, 10 feb 2011 (CET)Rispondi
Le citazioni sono solo "abbellimenti" e se sono inutili a fini di fornire informazione su un'enciclopedia non servono. MM (msg) 09:35, 11 feb 2011 (CET)Rispondi
Quindi forte di questa tua teoria così universale e giusta posso liberamente rimuovere le citazioni dalla pagina su Roma?--TatsuoTabei 17:31, 11 feb 2011 (CET)Rispondi
Comodo artificio retorico. A mio parere comunque va discusso su quella voce se sono o no inutili a fini informativi: nel caso aprissi la discussione lì se ne ho voglia esprimerò il mio parere in merito. MM (msg) 18:41, 11 feb 2011 (CET)Rispondi
Dato che "se hai voglia" esprimi la tua opinione anche lì, mi spieghi allora perchè senti la necessità di esprimerla qui???? Non hai fatto nulal per la pagina...non hai creato un paragrafo, non hai dato fonti, non hai dat notizie, non hai dato contributi o immagini...stai solo togliendo e mettendo le citazioni...e stai evidenziando qua e là alcune pseudo citazioni da inserire. Come mai tutto ciò? SOno curioso, perchè avessi un atteggiamento "uniforme", ti capirei pure...ma se prendi una fissa, così, improvvisa, non è che sei motlo attendibile. Poi se sei pure romano, allora tanto peggio, la tua credibilità scende sotto lo 0. Allora qual è il problema? Cos'è che ti sveglia la mattina e ti fa venire qui alle 9.00 e dire "No!!! Cribbio!!!! E' inaccettabile che la pagina Napoli abbia la citazione!!!". Questa discussione è stata creata apposta per te e per i tuoi amici, che fanno parte della squadra "limita gli altri che noi ci becchiamo la stellina di Mario Bros". La cosa è inaccettabile e vergognosa. Come mai non ti impunti sulal citazione di Roma? Perchè passi il tuo tempo qua, ad aspettare le modifiche su Napoli? PS: Sei mai stato a Napoli?--TatsuoTabei 18:58, 11 feb 2011 (CET)Rispondi
(rientro) ho iniziato la discussione su Roma. Se ti va offrici il tuo saggio contributo che abbiamo bisogno di te anche là. Grazie.--TatsuoTabei 19:05, 11 feb 2011 (CET)Rispondi
Le città che non hanno citazioni iniziali spesso sono così dopo lunghe e defatiganti maratone di discussione con chi invece le voleva. Personalmente sono soddisfatto che da qualche tempo Milano se n'è liberata, dopo averne ospitate anche 4 o 5 alla volta. Ma se i contributori della voce "Milano" sono stati più ragionevoli, purtroppo non c'è stato nulla da fare per Treviglio e Busto Arsizio. Lì o uno impegna un mucchio di tempo e di energie fisiche e mentali, o si deve arrendere... Qui alla voce Napoli c'è stata tempo fa un'epica tenzone sulla ricerca di fonti per una citazione di Stendhal, e poi sul modo di tradurre certi passi (se qualcuno vuole divertirsi, vada a frugare negli archivi delle passate discussioni). Alla fine, vista la difficoltà di trovare una frase che fosse una citazione accurata e NPOV, era prevalsa la linea di farne a meno. Non capisco perché si pensi adesso necessario di ripristinare questo orpello (tra l'altro col solito vizietto di citare male le fonti: "vedi Napoli e poi muori" era un modo di dire napoletano già diffuso ai tempi di Goethe, non una creazione del viaggiatore teutonico). --Vermondo (msg) 20:51, 11 feb 2011 (CET)Rispondi

A mio avviso la citazione è obbligatoria! Ogni voce dovrebbe averne una.


Ma insomma...alla fine?? Ben vengano le discussioni per cercare di trovare un punto di vista condiviso ma cerchiamo di venire al dunque: dal momento che non mi sembra ci sia una prevalenza di pareri contrari all'utilizzo delle citazioni, non vedo perché si debba infine optare per la cancellazione delle stesse, soprattutto se le citazioni in oggetto (come quelle che io ho inserito) sono tutte corredate di fonti e sono tutte presenti in wikiquote, come suggeriscono le linee guida di wikipedia. Mi sembra opportuno ricordare in questa sede che Wikipedia non vieta affatto l'utilizzo delle citazioni, che siano esse introduttive o parte del corpo del testo, anzi ne incentiva l'utilizzo secondo il "buon senso" se sono utili a

«spiegare in modo breve e incisivo o più chiaramente un concetto o un'idea, oppure per mostrare direttamente e senza interpretazioni di terzi la fonte di una informazione»

P.S.: perdonatemi, non ho resistito!

Invita cioè a non abusarne. Qui si sta discutendo sull'utilizzo o meno in assoluto dello strumento citazione, e mi sembra che nessuno abbia l'autorità per farlo. Dunque io reinserisco le citazioni e gradirei che non venissero cancellate da chi non è d'accordo "ideologicamente" sull'utilizzo delle stesse. Sono ben accette invece critiche o discussioni nel merito di ogni singola citazione, sulle fonti o sulla pertinenza delle stesse. Ah, per inciso, io non sono in possesso di fonti che attestino l'uso del detto «vedi Napoli e poi muori» prima di Goethe, se qualcuno le ha sarei curioso di conoscerle. Quel che è certo é che «Siehe Neapel und stirb» ovvero «vedi Napoli e poi muori» è scritto nel Viaggio in Italia di Goethe. (a proposito dell'utilizzo improprio delle fonti) Liberonapoli

Protezione della voce

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La voce è stata bloccata per una settimana; vi invito a discutere qui qualsiasi ulteriore modifica; quando si raggiungerà il consenso si effettueranno le modifiche --Ask21 (msg) 01:47, 12 feb 2011 (CET)Rispondi

Sezione 4.4.1 Problemi della città

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In che senso "I principali leader camorristici coinvolti sono stati assicurati alla giustizia. Appare però evidente che nella città continua a rimanere forte il controllo, quartiere per quartiere, di famiglie camorriste sempre meno in grado, e forse meno interessate di un tempo, di gestire il controllo della microcriminalità dilagante, dedite essenzialmente allo spaccio di droga e a rendere difficile lo sviluppo economico attraverso il racket o il controllo diretto delle imprese, a volte acquisite anche con la forza". Non sono napoletano, ma i media dicono che la microcriminalità sia tuttora gestita dai clan. O sbaglio?


I lavori a Bagnoli e a Napoli Est non sono fermi per infiltrazioni camorristiche ma per il congelamento dei fondi per lo sforamento del patto di stabilità.

Citazione

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Scusate, ma se la citazione c'è sempre stata, chi è che ha deciso di toglierla?--62.98.119.70 (msg) 23:02, 5 mar 2011 (CET)Rispondi

Io non ho votato a favore o contro; ho eliminato la citazione semplicemente perché penso che la discussione di sopra non sia ancora terminata. --Μαρκος 17:00, 6 mar 2011 (CET)Rispondi
Tecnicamente hai ragione. La pagina ha il massimo dei voti ed in passato è stata anche in vetrina. La citazione c'è di fatti sempre stata, poi improvvisamente fu tolta da un utente. Dunque qual è la discussione che si sarebbe aperta? Non si è aperta alcuna discussione. Si tratta di un gesto singolo di un utente. E non si può aprire una "discussione" su un'azione singola. Essendo la pagina stata concepita per ospitare una citazione, al massimo, si può aprire un dibattito per decidere se rimuovere o no la citazione stessa, che ripeto, c'è sempre stata. Non trovi? Giusto per intenderci, è come se io non volessi mettere la foto del golfo come immagine principale, e prima di creare una discussione sulla sua possibile sostituzione, elimino l'immagine principale attendendo che si crei una votazione per decidere se ripristinarla o no. Sarebbe un'azione scorretta la mia, perchè non si tratta di una pagina da poco creata o di un'abbozzo, ma si tratta di una pagina con un'ossatura ben definita. Poi credo che l'utente si riferisca a questa tua "votazione". --IlSistemone (msg) 18:30, 6 mar 2011 (CET)Rispondi
La discussione è quella di sopra. --Μαρκος 07:52, 8 mar 2011 (CET)Rispondi
Mi sembra tutto sterile. Sembra che ci si voglia arrampicare sugli specchi. La discussione a cui fa riferimento Marcos90 è semplicemente una discussione tra due utenti. Pertanto ripristino la citazione originaria attendendo una VOTAZIONE che affermi l'incontrario. Oltre alla serietà, si invoca anche po' di onestà.Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 151.77.183.181 (discussioni · contributi).
Non ci vogliono votazioni, ma consenso. Sopra si sono espressi con validi argomenti alcuni utenti che ritenevano fosse meglio non avere la citazione. Prima di rimetterela, sarebbe meglio esprimersi qui. Grazie, --Gac 20:29, 8 mar 2011 (CET)Rispondi
Io sono favorevolissimo alla citazione, ma O' paese do' sole no eh!...--O'Sistemonedimmi 00:01, 9 mar 2011 (CET)Rispondi

Immagine principale...su Commons?

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L'immagine principale, devo ammettere che è un fotone. Ma non può essere trasferita su Commons? e' un peccato non poterla condividere anche con le wiki straniere. Mi complimento con Derivato Parziale.--O'Sistemonedimmi 00:07, 9 mar 2011 (CET)Rispondi

grazie per i complimenti, anche se ho solo scelto un'immagine scattata da un altro utente ;-). Si può tranquillamente trasferire su Commons. Tra l'altro, la foto da cui ho ritagliato l'immagine principale, cioè questa, la vedrei perfettamente come immagine panoramica (all'inizio del paragrafo "geografia fisica") al posto di quella che c'è ora (che ho inserito sempre io): più luminosa, più definita, più bella. Fate una prova e dite cosa ne pensate.--DerivatoParziale (msg) 20:00, 10 mar 2011 (CET)Rispondi
Bhe, ho provato a sostituirla. Allora devo dire che l'immagine ha i suoi pro ed i suoi contro. Come pro, ha il fatto che sia più grande e lucente, e dunque si vedono meglio i dettagli. Come contro ha il fatto che sia pressochè identica a quella iniziale (a questo punto si dovrebbe poi sostituire l'immagine iniziale) ed inoltre il fatto che non si veda tutto il golfo fino alla costiera sorrentina e capri. La mia opinione è quella di non sostituirla, perchè la bellezza del panorama di napoli è proprio lì, in tutta la sua apertura verso il mare più che verso i palazzi interni, i quali, quelli che contano sono comunque non visibili da Posillipo.--O'Sistemoneinsultami 21:00, 10 mar 2011 (CET)Rispondi

Monumenti e luoghi d'interesse

modifica

il paragrafo monumenti e luoghi d'interesse è fatto malino a mio avviso. Porto a vostra conoscenza le modifiche che avevo intenzione di apportare al paragrafo. Ho aggiunto voci che non si potevano non citare come la villa Floridiana o i Decumani, ho riorganizzato un po' le sezioni i sottoparagrafi e le immagini ed infine ho eliminato qualcosa che non ritenevo opportuno ci fosse, per esempio l'elenco di Altri monumenti. Mi fate sapere cosa ne pensate? Ovviamente essendo una prima versione non ho inserito i wikilink o le note, e soprattutto è tutto discutibile ed opinabile nella forma e nel contenuto. Attendo vostre notizie. PS: perdonatemi se ho modificato tutto il paragrafo anzichè punto per punto ogni singola voce, ma vedendo la fase di stallo nella quale versa la pagina, ho pensato che fosse meglio muoversi in anticipo. Altrimenti avremmo rischiato di discutere per secoli sull'aggiunta o no di una parentesi.--O'Sistemoneinsultami 19:31, 10 mar 2011 (CET)Rispondi

Monumenti e luoghi d'interesse

Monumenti e luoghi d'interesse

  Lo stesso argomento in dettaglio: Monumenti di Napoli e Centro storico di Napoli.
  Bene protetto dall'UNESCO
Centro storico di Napoli
  Patrimonio dell'umanità
 
TipoArchitettonico, artistico
CriterioC (ii) (iv)
PericoloNessuna indicazione
Riconosciuto dal1995
Scheda UNESCO(EN) Historic Centre of Naples
(FR) Scheda

Napoli è una delle città mondiali a maggior densità di risorse culturali e monumenti che ne testimoniano la sua evoluzione storico-artistica. Il centro storico, nel 1995, è stato annoverato dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità con la seguente motivazione:

«Si tratta di una delle più antiche città d'Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua storia ricca di avvenimenti. I tracciati delle sue strade, la ricchezza dei suoi edifici storici caratterizzanti epoche diverse conferiscono al sito un valore universale senza uguali, che ha esercitato una profonda influenza su gran parte dell'Europa e al di là dei confini di questa.»

Esso è il risultato di sovrapposizioni di stili architettonici, a racchiudere circa 2.800 anni di storia e a testimonianza delle varie civiltà che vi hanno soggiornato: fattori che gli hanno donato un valore universale senza eguali.[1] Su un territorio relativamente poco esteso sono presenti, tra gli altri, un grande numero di castelli, residenze reali, palazzi monumentali, chiese storiche e resti dell'età classica. L'eredità di questa storia millenaria si può comunque ammirare anche in tutta la città e nei suoi dintorni, che rendono la città di Napoli, un museo a cielo aperto a tutti gli effetti.

Tuttavia, la scarsa valorizzazione e la mancanza di fondi per eventuali restauri, fa sì che parte di tale patrimonio versi in rovina o in stato di degrado[2] (sono più di 160 le chiese che solo nel centro storico hanno gravi problemi strutturali, altrettanti i palazzi; ma anche fontane, obelischi, architetture antiche, ecc.). Per far fronte a questa emergenza, vari comitati cittadini stanno cercando di far intervenire l'UNESCO[2]. Inoltre, malgrado il costante impegno delle associazioni per la tutela del patrimonio partenopeo, che puntualmente segnalano agli organi competenti le situazioni più critiche, i fenomeni di degrado coinvolgono anche diversi beni posti al di fuori del centro di Napoli.

Architetture religiose

Chiese

  Lo stesso argomento in dettaglio: Chiese di Napoli e Catacombe di Napoli.

Le catacombe cristiane che sorsero fuori le mura rappresentano le prime testimonianze di arte, storia e architettura della Napoli cristiana, e che per secoli caratterizzarono la vita socio-religiosa della città.

Le varie dominazioni straniere che hanno caratterizzato la storia di Napoli, influenzarono notevolmente anche la religiosità della città, come nel caso dei regnanti Angioini ed Aragonesi; nei secoli successivi la città fu saldamente legata alla controriforma, sotto il dominio degli Asburgo di Spagna[3].

Nel XVII secolo a Napoli vi erano un centinaio di conventi e monasteri[4], mentre circa 500 chiese nel XVIII secolo, tanto che le valse il soprannome di città dalle 500 cupole[5]. In epoca più moderna, il periodo del Risanamento, i terremoti e soprattutto i 181 bombardamenti della seconda guerra mondiale, hanno sottratto alla città partenopea più di 60 chiese monumentali. Oggi, Napoli continua a possedere il maggior numero al mondo, di chiese, di conventi ed altre strutture di culto[6]. Anche se si considerano solo le chiese storiche, il numero è particolarmente elevato; esse raggiungono infatti le 448 unità[7].

 
Cattedrale

Le chiese napoletane sono testimonianze artistiche, storiche ed architettoniche formatesi nell'arco di diciassette secoli; ad esse, seppur in maniera indiretta, sono legate per lo più le vicende artistiche ed architettoniche della città, nonché i suoi repentini cambiamenti.

Nonostante ciò, sono molte le chiese proibite al pubblico sia a causa delle vicissitudini passate che hanno arrecato gravi danni che il Comune non è stato in grado di sanare [8], sia a causa di atti di vandalismo dei cittadini che hanno arrecato irreversibili danni alle stesse strutture. Basti pensare alla chiesa di Santa Maria della Sapienza su Via Costantinopoli che contiene tele di Luca Giordano ed un ricco interno barocco, la quale, sin dal terremoto del 1980, ancora non vede ultimato il proprio restauro. Oppure basti pensare alla chiesa dei Gerolamini, che a causa dei danni arrecatagli nell'ultimo capodanno, ha dovuto chiudere le porte per iniziare nuovamente il restauro.

Tra le principali architetture religiose della città si ricordano:

Cimiteri monumentali

  Lo stesso argomento in dettaglio: Catacombe di Napoli.
 
Cimitero delle Fontanelle - Ingresso

La città possiede numerose aree cimiteriali monumentali, quelle più vaste e quelle che rappresentano meglio il "culto dei morti" in città, sono: il cimitero delle Fontanelle ed il cimitero di Poggioreale.

Realizzato in una cavità ubicata all'interno del Rione Sanità, il Cimitero delle Fontanelle fu per secoli oggetto di culto da parte del popolo napoletano. All'interno vi sono depositati migliaia di resti di ossa umane delle persone decedute a causa dell'epidemia di colera che investì Napoli nel XVII secolo (circa quarantamila teschi che venivano venerati, adottati, curati con l'auspicio di ottenerne delle grazie). Questo culto venne interrotto a causa del naturale contrasto della Chiesa verso i riti pagani, intorno agli inizi degli anni settanta. Dopo 20 anni di chiusura il cimitero è stato restaurato e recentemente riaperto al pubblico.

Il cimitero di Poggioreale consta di diverse parti distaccate che si arrampicano sulle colline partenopee da Poggioreale fino a San Carlo all'Arena. La parte principale è il cimitero monumentale che data la ricchezza di statue, lapidi, chiese e cappelle è da considerarsi un museo a cielo aperto e sicuramente uno dei posti meno conosciuti artisticamente (Il cimitero contiene circa 1.000 statue). Uno dei posti più interessanti è il Quadrato degli uomini illustri dove riposano tutte le personalità che hanno dato lustro alla città: Benedetto Croce, Salvatore Di Giacomo, Raffaele Viviani, Nicola Antonio Zingarelli, E. A. Mario, Vincenzo Gemito, Saverio Mercadante, Luigi Giura, Tito Angelini, Gilda Mignonette e tanti altri.

Un'altra parte importante da segnalare è quella della chiesa di Santa Maria del Pianto dalla quale diparte un vialetto a zig zag che scende dalla collina e dove si possono incontrare le cappelle private di Antonio de Curtis ed Enrico Caruso, e ancora, non molto distante, Eduardo Scarpetta e Nino Taranto. Recandosi di persona alla cappella privata di Totò, si può notare che quest'ultimo riceve tuttora, inserite all'interno della cappella, lettere da ammiratori che recano in molti casi l'intestazione "Antonio De Curtis - Cimitero di Napoli".[9]

Architetture militari

  Lo stesso argomento in dettaglio: (usare il Template:Vedi categoria).

La Napoli antica che aveva a lungo goduto di un'eccellente protezione da parte della capitale dell'Impero romano (anche grazie alla vicinanza con quest'ultima), al passaggio dall'età classica al Medioevo, dovette presto ritornare a difendersi da sola. Città di mare e senza difese naturali nell'entroterra, fu protagonista di numerosi assedi che dovette subire soprattutto nel periodo del Ducato autonomo; in questo periodo la città si ritrovò in una continua e quasi ininterrotta sequenza di guerre, prevalentemente difensive, contro i principati longobardi di Benevento, di Salerno e di Capua, gli imperatori bizantini, i pontefici ed infine i Normanni che la riuscirono ad espugnare definitivamente nel 1137.

I castelli difensivi giunti sino a noi intatti nella struttura sono sei, cinque nel centro storico (Maschio Angioino o Castel Nuovo, Castel Capuano (il più antico di Napoli), Castel Sant'Elmo, Castel dell'Ovo e la Caserma Garibaldi, costruita appunto a mo' di castello fortificato), e l'altro in zona periferica, il Castello di Nisida di epoca tardo-angioina che oggi ospita la Colonia di Redenzione per Minorenni. Vanno inoltre menzionati i resti di altri due castelli: il Forte di Vigliena e il Castello del Carmine.
 
Castel Capuano
Altre strutture della città hanno forme ed aspetto di castelli (come per esempio il Castello Aselmeyer), il cui interesse storico è limitato al significato artistico e decorativo della struttura. Infine, sono presenti anche varie strutture militari costituite da caserme: la loro edificazione risale prevalentemente verso la seconda metà del XIX secolo.

Castel Capuano aveva la funzione di proteggere l'entroterra di Napoli e fu costruito nel 1153 da Guglielmo I di Sicilia, come residenza reale normanna. Con l'avvento degli Svevi, Federico II soggiornò spesso a Napoli e curò in particolare la fortificazione del castello, strategicamente posizionato sulla principale via d'accesso alla città da terra. Fino all'avvento della dinastia aragonese, la Porta Capuana era posizionata proprio dinanzi al Castel Capuano. Quella che si può ammirare oggi, d'epoca rinascimentale, fu fatta edificare poco discosto da Ferrante d'Aragona ad opera di Giuliano da Maiano. Sotto il viceré spagnolo Don Pedro di Toledo, al castello furono riuniti i Tribunali del Regno. Per i successivi cinquecento anni, Castel Capuano è stato sinonimo di Tribunali da poco trasferiti nei moderni edifici del Centro direzionale.

 
Il Maschio Angioino

I primi castelli di Napoli, durante il periodo angioino, ebbero per lo più la funzione di residenze reali: Carlo I d'Angiò decise di erigere il Castel Nuovo principalmente come sua residenza. La dinastia Aragonese rimaneggiò le sue strutture, tanto che della costruzione angioina nulla rimane, a parte la Cappella di Santa Barbara. In assenza totale di riproduzioni iconografiche, si è ipotizzato che il preesistente castello angioino fosse simile a coeve costruzioni nell'Anjou, nella Francia nord-occidentale.

Cinque imponenti torri di piperno e tufo ne delimitano le spesse mura; il notevole arco di trionfo in marmo, fra le torri di Mezzo e di Guardia, fu costruito alla metà del Quattrocento da Francesco Laurana e celebra l'entrata di Alfonso I d'Aragona in Napoli il 26 febbraio 1443. La monumentale Sala dei Baroni, che oggi ospita le riunioni del Consiglio comunale, era la sala centrale del castello. Fu così chiamata perché nel 1487 vi furono arrestati i baroni che congiurarono contro Ferrante I d'Aragona, ivi riuniti dal sovrano per celebrare le nozze della nipote. Oggi l'edificio ospita l'omonimo Museo Civico. Nella sua Sala centrale, Pietro da Morrone, salito al Soglio come Celestino V, nel dicembre 1294 «fece per viltade il gran rifiuto» - come ricorda Dante - aprendo la strada all'ascesa di Bonifacio VIII, dopo un conclave tenutosi nello stesso locale.
 
Il Castel dell'Ovo
Il Castel dell'Ovo, a funzione prettamente difensiva delle coste cittadine, fu così chiamato perché secondo la leggenda Virgilio nascose nelle sue segrete un uovo, a reggere tutta la struttura dell'edificio che, nel momento in cui fosse stato rotto avrebbe fatto crollare il castello e portato alla distruzione della città. Il castello sorge sull'isolotto di Megaride, dove nel VII secolo a.C. sbarcarono i Cumani che fondarono Partenope. Dopo alterne vicende, nel XII secolo fu ricostruito dai Normanni e poi ristrutturato dagli Aragonesi. Attualmente vi si svolgono mostre e convegni ed è liberamente visitabile.
 
Castel Sant'Elmo e la Certosa di San Martino

Il Castel Sant'Elmo, all'epoca chiamato Belforte, è stato sempre un possedimento molto ambito per la sua favorevole posizione in altura che ne assegnava una funzione di controllo della città; determinante è stato il suo ruolo nei fatti d'armi della Repubblica partenopea. Fu edificato sulla cima della collina del Vomero verso il 1275 da Carlo I d'Angiò e ristrutturato tra il 1538 e il 1546 dal viceré Don Pedro de Toledo, assumendo l'attuale pianta a stella. Il castello è attualmente raggiungibile attraverso l'antica via Bonito[10].

Architetture civili

Palazzi

 
Palazzo Caravita di Sirignano, uno dei palazzi monumentali di Napoli

L'edilizia civile in epoca medievale risentì ampiamente delle numerose guerre e dell'incertezza politica del periodo, molto più dell'architettura religiosa; poco o nulla resta in città dei palazzi edificati nel periodo ducale e vescovile. Successivamente, la classe di feudatari che si andò costituendo con l'instaurarsi della monarchia, e che andò a trasferirsi progressivamente in città dopo l'avvento della dinastia angioina, iniziò ad edificare dimore e palazzi nobiliari anche con l'intento di prender parte alla vita di corte. Nel periodo dell'Umanesimo numerose furono le testimonianze di palazzi lasciate in città, in particolare da artisti catalani e, a partire dal XV secolo più marcata fu invece l'impronta toscana caratteristica dell'edilizia civile rinascimentale. Numerose e di valore sono anche le testimonianze artistiche di epoca barocca e neoclassica.

 
Palazzo Doria d'Angri

Sono diverse centinaia i palazzi di valore artistico monumentale della città, molti dei quali in rovina (come nel caso del rinascimentale Palazzo Penne, importante esempio di architettura civile quattrocentesca). Altri palazzi mostrano il proprio originario splendore: tra questi spiccano per importanza storico-architettonica il Palazzo Gravina, a tipico modello tosco-romano, il Palazzo Casamassima ai Banchi Nuovi, il Palazzo Cellamare a Chiaia, il Palazzo Carafa di Maddaloni nel suo imponente stile barocco. Di rilevo per la ottima conservazione degli ambienti interni vanno segnalati invece il Palazzo Doria d'Angri nei pressi di Piazza Dante e il Palazzo Corigliano in Piazza San Domenico Maggiore. Altri edifici civili di interesse, nonostante siano quotidianamente visitati, difettano di un periodico piano di restauro e di salvaguardia, come ad esempio nel caso del rococò Palazzo Tarsia.

I palazzi ai numeri 20 e al 22 di via Nilo rappresentano, anche se molto rimaneggiati con le sopraelevazioni e le nuove decorazioni, esempi di architettura quattrocentesca in cui è evidente il passaggio tra lo stile catalano del numero 22 e quello rinascimentale al 20.

Residenze reali

  Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzo Reale di Napoli, Reggia di Caserta e Reggia di Portici.

La città di Napoli, inoltre, ha due vere e proprie residenze reali, nonostante altre ville o palazzi siano state abitate da sovrani (come Villa Rosebery).

 
La facciata del Palazzo Reale

Il Palazzo Reale si affaccia su Piazza del Plebiscito ed ha le forme tipiche di una reggia europea. Fu costruito a partire dal XVII secolo, e rimase ufficiale residenza reale anche sotto la monarchia sabauda, sino al 1946.

Le stanze del palazzo riassumono svariati stili architettonici ed artistici; di particolare rilievo monumentale sono lo scalone d'onore in marmo e il giardino esotico del 1841. La facciata risale al XIX secolo, ed è ornata da una serie di statue rappresentanti i monarchi più influenti e importanti che hanno governato direttamente o indirettamente la città: Ruggero il Normanno, Federico II di Svevia, Carlo I d'Angiò, Alfonso I d'Aragona, Carlo V d'Asburgo, Carlo III di Borbone, Gioacchino Murat, Vittorio Emanuele II di Savoia.

Carlo III di Borbone, insieme allo storico palazzo reale, nel progetto di risistemare la funzionalità urbana di Napoli e del circondario, fece erigere una seconda residenza regia, la Reggia di Capodimonte. Il palazzo, che oggi ospita una celebre pinacoteca, fu progettato e costruito in uno spazio che divenne poi un'importante zona verde della città, nel tentativo di orientare una pianificazione urbanistica coerente con i principi dell'illuminismo.

La residenza fu abitata anche da Ferdinando IV e da Gioacchino Murat; infine nel 1950 fu adibita a sede dell'omonimo Museo Nazionale. Le opere d'arte raccolte nella pinacoteca comprendono collezioni di porcellane e importanti dipinti, fino alle tele dell'Impressionismo francese.

File:Napoli-capodimonte-royalpalace.jpg
Reggia di Capodimonte

In linea con le pianificazioni urbanistiche della capitale, Carlo III di Borbone estese il progetto di modernizzazione territoriale alla Terra di Lavoro, dove concentrò le spese statali nel tentativo di costituire una moderna corte reale sul modello di quella francese di Versailles, disponendo la costruzione a Caserta dell'omonima reggia: il progetto, fortemente dispendioso[11], fu poi seguito da Ferdinando IV di Napoli che in Terra di Lavoro favorì l'insediamento dei primi sistemi industriali moderni del regno di Napoli.

Altre due reggie, di minor peso urbanistico, sono la Reggia di Portici e la Reggia di Quisisana a Castellammare di Stabia.

Ville

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ville di Napoli.

Napoli, nel corso della sua storia, per la sua felice posizione e il suo clima mite, è stata più volte scelta anche come luogo di villeggiatura.

Secondo gli esami storici, i primi a scoprirla sotto questo punto di vista furono i romani (anche se alcune ricerche archeologiche hanno fatto intuire che vari luoghi della città furono individuati come "zone di ozio" anche dai greci); successivamente, anche tutte le altre dominazioni straniere videro in Napoli un luogo di vacanza, incrementando l'edificazione di sontuose ville entro e fuori le mura.

Ricordiamo che queste architetture hanno assunto anche una "veste reale" (come Villa Rosebery che fu residenza dei Borboni ed oggi una delle residenze ufficiali del Presidente della Repubblica). Quest'ultima, prettamente neoclassica, fu dimora del banchiere Carlo Rothschild che dirigeva la filiale napoletana dell'omonima Banca. Le ville napoletane rappresentano importanti testimonianze architettoniche; esse spaziano dal periodo romano (ruderi) al XX secolo; sono circa duecento le ville entro il solo municipio di Napoli, situate maggiormente in zone panoramiche o nelle immediate vicinanze della costa.

 
Villa Floridiana

Altra villa importante, sviluppata sotto il regno dei Borbone, fu la Villa Floridiana. La villa, acquistata nel 1815, fu ricostruita in stile neoclassico ed oggi ospita il Museo nazionale della ceramica Duca di Martina, che ospita all'interno importanti collezioni di arti decorative di Napoli, donate in passato alla città dai legittimi proprietari.

Le costruzioni più rilevanti si ebbero nel 700 e nell'800; infatti, in questo periodo, le famiglie nobiliari napoletane si appellarono ai migliori architetti ed artisti provenienti dal resto d'Italia e non solo, affinché venissero costruite le loro residenze estive e non. Le ville napoletane del miglio d'oro, molte delle quali volute anche da stranieri residenti in città, sono riconducibili proprio a questo lasso di tempo. Nel XX secolo, invece, si susseguirono in gran numero le costruzioni di ville in stile Liberty; mentre, in seguito, con le speculazioni edilizie e le demolizioni di massa degli anni cinquanta, il numero di queste strutture subì un calo.

 
200pxVilla Pignatelli

Infine, tra le ville di rilevanza particolare di Napoli, va ricordata anche la villa Pignatelli, voluta nel 1826 da Richard Acton arrivando poi fino al 1952, quando la proprietaria dell'epoca, principessa Rosina Pignatelli, ne fece donazione allo Stato Italiano perché fosse trasformata in un museo destinato a perpetuare il nome del marito, il principe Diego Aragona Pìgnatelli Cortes. Insieme alla villa, la famiglia Pignatelli donò argenti, bronzi, porcellane, smalti, cristalli, tutti esposti negli ambienti al piano terra della villa, che oggi ospita il museo Pignatelli.

Siti archeologici

  Lo stesso argomento in dettaglio: (usare il Template:Vedi categoria) e Napoli sotterranea.
(LA)

«tenet nunc Parthenope»

(IT)

«ora mi tiene Napoli»

 
Affresco con Cassandra del Museo archeologico di Napoli

L'ossatura dell'assetto urbano di Napoli era già definita in epoca greca, e l'attuale forma del centro antico, rispecchia ancora la rielaborazione degli antichi tracciati (infatti ancora oggi sono visibili gli antichi decumani). Nel tempo, le trasformazioni urbane che hanno interessato il primo nucleo della città si sono concentrate per lo più sull'allargamento delle mura e sulla creazione di nuovi rioni. Ciò avvenne almeno sino al XVIII secolo, in quanto nel secolo successivo, con il cosiddetto risanamento, ci furono dei veri e propri sventramenti che interessarono anche il centro storico.

Sotto la "civiltà-madre" greca, Napoli non era una città votata all'attività guerriera ed il suo sviluppo andò affermandosi preminentemente in ambito commerciale. Infatti, in concomitanza con il calo dell'influenza ateniese, il porto della città divenne tra i più importanti scali del Mediterraneo. Notevole l'importanza, per la città, della sfera politico-religiosa nonché di quella culturale (la cultura greca di Napoli, sarà essenziale per la società romana[12]). La Napoli greca, oltre al già citato impianto urbano, ci ha lasciato altre testimonianze del suo passato: dalle mura alle antiche torri di difesa, resti della necropoli, resti di templi, il foro e gli innumerevoli ambienti ed architetture poste nel suo sottosuolo.

Con l'avvento della civiltà romana, la città divenne una rinomata residenza estiva dell'impero, in cui imperatori e politici, amavano soggiornare per lunghi periodi[12] (in città sono tutt'oggi riscontrabili vari impianti di ville romane); come già accennato, la polis divenne anche un celebre luogo di cultura (Nerone si esibirà numerose volte nel teatro che oggi è sottostante la città moderna e Virgilio vi scriverà l'Eneide).
 
Affresco nelle catacombe di San Gennaro
Nel II-III secolo d.C. Puteoli e Miseno eclissarono Napoli nei settori commerciale e militare ed iniziò un periodo di decadenza anche a seguito dell'eruzione del 79 d.C., ma la città, con i suoi 30.000 abitanti rimase un crocevia di razze e culture differenti; fiorirono le comunità orientali e la venerazione del Dio Mitra (oggi a rappresentanza di questo periodo vi è in particolare la statua del Dio Nilo nell'omonima piazzetta). A testimonianza della Napoli romana troviamo anche acquedotti, terme, mura, resti di templi, domus, ponti, ipogei.

Infine, come testimonianza della Napoli antica, vi sono anche le opere funerarie; le più famose sono le catacombe cristiane, anche se ne esistono esempi legati al periodo greco e preellenico.

La città sotterranea
 
Uno degli ingressi a Napoli sotterranea

La Napoli sotterranea ha quasi la stessa estensione della città che è sorta in superficie[13] e rappresenta un'importante testimonianza archeologica e storica; è possibile effettuare visite guidate nel sottosuolo che mostrano la stratificazione del territorio della città nel corso della storia. È un percorso guidato attraverso vecchie cisterne sotterranee, risalenti in gran parte all'epoca greco-romana e che furono attive fino all'Ottocento: Napoli era l'unica grande città europea ad avere l'acqua potabile nelle case, attraverso un sistema di pozzi collegati direttamente alle cisterne dell'acquedotto sotterraneo. Tali cisterne sono state ricavate mediante scavi nel sottosuolo di tufo, la tipica roccia vulcanica sulla quale e con la quale la città è stata costruita.

L'esame delle cavità, alcune di gigantesche proporzioni, ha permesso di stabilire che il tufo per costruzione è stato estratto sin dai primordi della città (è presente dello stucco greco lungo le pareti che serviva come impermeabilizzante). In pratica si può dire che gli edifici venivano costruiti con materiale estratto sotto gli stessi. Circa un chilometro di gallerie, delle decine presenti sotto la città, è visitabile. In diversi luoghi della città e dei dintorni sono presenti anche diverse catacombe.

Strade e piazze

Decumani

  Lo stesso argomento in dettaglio: Strade di Napoli.

Di primaria importanza per il patrimonio artistico e culturale della città risulta essere l'antico tracciato stradale di epoca greca e quasi interamente conservato nel suo aspetto originale. Esso è costituito da tre plateiai (Superiore, Maggiore, ed Inferiore), chiamati dopo l'epoca romana decumani, che tagliano in tutta la loro lunghezza quella che era l'antica Neapolis.

 
Spaccanapoli (Decumano Inferiore)

Da piazza del Gesù Nuovo a piazza San Domenico si distende via Benedetto Croce, tratto centrale della cosiddetta Spaccanapoli, il Decumano inferiore della Napoli greco-romana, che nel suo sviluppo assume diverse denominazioni. Su piazza del Gesù Nuovo si affaccia la chiesa del Gesù Nuovo mentre al centro si erge un obelisco, noto come Guglia dell'Immacolata, alto 34 metri sulla cui cima è posta la statua bronzea della Madonna Immacolata eretta nel 1747. L'8 dicembre di ogni anno vi si tiene una cerimonia che consiste nella posa di una corona di fiori sulla statua in cima alla colonna. Via Benedetto Croce, invece, prende invece il nome dall'omonimo filosofo napoletano d'origini abruzzesi che in quella strada - e precisamente a Palazzo Filomarino - abitò per gran parte della sua vita e fondò l'Istituto Italiano per gli Studi Storici.

 
San Gregorio Armeno, strada al di sotto del campanile

Parallela superiore di via Spaccanapoli è Via dei Tribunali (Decumano Maggiore). Esso era la più importante strada della Napoli greca, ed oggi corrisponde al tracciato che va da Piazza Bellini fino al Castel Capuano. Il decumana passava per la piazza in cui sorgeva l'agorà, oggi corrispondente a piazza San Gaetano ed è una strada oggi che conserva importantissime testimonianze artistiche, storiche e culturali.

Cordone ombelicale tra il decumano Inferiore e quello Maggiore risulta essere via San Gregorio Armeno. Essa è nota ai più poiché vi si tiene il mercato del presepe, una grande tradizione natalizia napoletana. Le botteghe espongono i modelli più raffinati e più singolari di pastori, santi, Gesù bambini e altre amenità, come i personaggi dell'anno o personalità legate a Napoli come Totò, Massimo Troisi o Eduardo de Filippo. La via prende il nome dalla chiesa di San Gregorio Armeno, costruita tra il 1574 e il 1580 affrescata all'interno da Luca Giordano. Ogni martedì vi si tiene il miracolo della liquefazione del sangue del dente di Santa Patrizia.

Infine, il decumano "meno conservato" nel suo aspetto originale, è quello Superiore. Esso prende il nome da via dell'Anticaglia, ed arriva sino al Largo Donnaregina. Il decumano superiore conserva importanti chiese storiche della città e soprattutto i resti dell'antico teatro romano.

altre vie principali

Oltre ai tre decumani, tra le arterie principali di Napoli vi è di certo via Toledo (denominata "via Roma" durante il ventennio fascista), voluta dal viceré Pedro Álvarez de Toledo, che la edificò nel 1536. Grazie alla pedonalizzazione, la lunga strada è ora il fulcro dello shopping cittadino con i suoi numerosi negozi, nonché del turismo con i suoi palazzi storici che vi si affacciano: il Banco di Napoli, Palazzo Doria d'Angri, palazzo Colonna di Stigliano, la la chiesa Spirito Santo, Piazzetta Augusteo, l'accesso est della Galleria Umberto I. Sfocia su piazza Trieste e Trento dove è presente la San Ferdinando e su piazza del Plebiscito.

 
Il lungomare dal Castel dell'Ovo

Il lungomare di Napoli prende il nome di via Caracciolo, in onore dell'ammiraglio Francesco Caracciolo fatto impiccare da Orazio Nelson sulla nave Minerva (già da lui comandata) nel golfo della città, per la sua adesione alla Repubblica Napoletana. La strada in realtà è recente, risale alla fine dell'Ottocento quando sostituì l'arenile che la Villa Reale (con l'Unità, Villa Comunale) separava dalla Riviera di Chiaia[14]. Il lungomare si snoda per chilometri di passeggiata con vista e, dopo Castel dell'Ovo prende il nome di via Partenope, strada realizzata con riempimenti a mare. Negli ultimi anni sono state rese balneabili le sottili spiagge vicino alle scogliere artificiali.

Altra arteria fondamentale, nel passato così come oggi, è il Corso Vittorio Emanuele, che mette in comunicazione via Toledo con il quartiere Chiaia. Fino agli inizi del XX secolo l'arteria era percorsa dalla linea tranviaria.

Piazze

  Lo stesso argomento in dettaglio: Piazze di Napoli.
 
Piazza del Plebiscito

Tra le piazze maggiori di Napoli vi è piazza del Plebiscito. Su di essa si affacciano due importanti monumenti: il Palazzo Reale e la basilica di San Francesco di Paola, che con il suo colonnato forma un'ellisse nei cui fuochi sono poste due statue equestri in bronzo: una di Antonio Canova raffigurante Carlo III e l'altra di Antonio Calì raffigurante Ferdinando IV. Sono da segnalare le statue dei leoni sul basamento ai lati del colonnato: nel cuore della piazza ogni anno nel periodo natalizio vengono realizzate opere d'arte contemporanea da artisti internazionali, concerti ed eventi di grande richiamo come il Concorso ippico internazionale di Napoli. Quest'ultimo concorso si è svolto nelle più grandi piazze del mondo fin quando la produzione dello stesso ha deciso di rendere Napoli il luogo fisso in cui svolgerlo.

Più antica è piazza Dante: tra il Cinquecento e il Seicento era detto "Mercatello" perché vi si tenevano i mercati 'periferici', ma tra il 1757 e il 1765 fu completamente ricostruita sotto Carlo III da Luigi Vanvitelli, che edificò l'emiciclo sulla cui sommità eresse ventisei statue raffiguranti le virtù del sovrano. Al centro della piazza la statua equestre di Carlo non fu mai posta poiché venne occupata dall'albero della libertà durante la Repubblica napoletana e poi dalla statua di Napoleone Bonaparte durante il regno di Murat. L'attuale statua di Dante Alighieri che dà il nome alla piazza fu posta dopo l'unità d'Italia. Al lato nord vi è Port'Alba col suo mercato dei libri e al lato sud la chiesa di San Michele. Nel 2002 è stata ristrutturata su progetto dell'architetto Gae Aulenti e resa ancora più spaziosa per ospitare l'omonima fermata della metropolitana. L'edificio vanvitelliano ospita il Convitto e Liceo Classico "Vittorio Emanuele II".

 
Piazza San Domenico Maggiore

Piazza San Domenico Maggiore, infine, è una piazza prossima a quella del Gesù Nuovo. La piazza prende il nome dalla chiesa che si erge alle spalle. esso è uno dei luoghi più significativi della città perché, storicamente, rappresenta il limite orientale delle mura greche di Neapolis. La piazza fu voluta da Alfonso I di Napoli; a lui si deve la grande scalinata a fianco dell'abside della chiesa di San Domenico Maggiore. Nei secoli, la piazza, ha avuto molteplici ruoli, da quelli politici a quelli commerciali finanche a quelli occulti data la vicinanza della Cappella Sansevero. Lo slargo, contornato da palazzi monumentali, ospita la suddetta chiesa basilicale di San Domenico Maggiore, tra le più belle della città, la cui facciata è caratterizzata da un'evidente influenza orientale. Al centro dello slargo vi è l'omonimo obelisco di Francesco Antonio Picchiatti, eretto dai napoletani come ringraziamento per essere scampati ad un'epidemia di peste, nel cui basamento è riprodotta la sirena Partenope, simbolo della città. La piazza è circondata da imponenti edifici nobiliari.

Attraversata da Spaccanapoli, Piazza del Gesù Nuovo, è una delle piazze più importanti della città. La sua posizione è molto centrale ed è circondata da storici palazzi nobiliari e dal Monastero di Santa Chiara (da cui prese il titolo una celebre canzone napoletana del dopoguerra), presenta al centro l'Obelisco dell'Immacolata, una maestosa guglia di marmo bianco e bardiglio. Lateralmente si innalza la chiesa del Gesù Nuovo, da cui si ammira la facciata quattrocentesca con bugnato a punta di diamante in pietra piperina: un unicum in Campania. Qui si trova anche il Palazzo delle Congregazioni e la chiesa delle Clarisse. È una delle piazze simbolo del centro storico della città e, più in particolare, del centro antico. Da un altro lato della piazza invece si staglia Palazzo Pandola, una residenza in stile tardo-barocco.

Fontane

  Lo stesso argomento in dettaglio: Fontane di Napoli.
 
Fontana del Gigante, una delle fontane monumentali della città

Le fontane di Napoli venivano costruite anzitutto allo scopo di distribuire le acque (provenienti da acquedotti ed acque sorgive) al popolo; l'altro motivo è invece prettamente politico: i sovrani succeduti al trono, molto spesso, donavano al popolo nuove e maestose fontane, a dimostrazione della loro generosità o simbolo del loro potere. Napoli sul finire del XVIII secolo, possedeva un gran numero di fontane; nel tempo, molte di queste, sono state spostate, modificate o nel peggiore dei casi, razziate. Oggi, il loro numero è comunque elevato, ma, molte di quelle visibili, versano in stato di degrado, mentre altre ancora sono rinchiuse nei depositi comunali del Chiatamone, in attesa di restauro e di visibilità[15].

Scale

  Lo stesso argomento in dettaglio: Scale di Napoli.
 
Le scale della Pedamentina

Le scale di Napoli sono dei complessi sistemi urbanistici, caratterizzate da vie gradinate che congiungono varie zone della città. La storia di queste rampe è riconducibile per lo più alle espansioni fuori le mura del XVI secolo. Oltre a quelle più vaste e storicamente rilevanti (come ad esempio la Pedamentina: una vasta scala di circa 500 scalini), numerosissime altre sono tutt'oggi esistenti, costituendo, oggi come allora, un tipico elemento caratterizzante l'urbanistica di Napoli.

Architettura moderna

  Lo stesso argomento in dettaglio: Centro direzionale di Napoli.

La nuova concezione novecentesca, nell'architettura partenopea, nacque dopo la maniera del Liberty e dell'Eclettismo.

In primo luogo, gli architetti napoletani si schierarono tra i Razionalisti e i Monumentalisti; mentre, la presenza di architetti venuti da fuori, progettò importanti edifici: ad esempio Marcello Piacentini diede vita alla sede del Banco di Napoli e Armando Brasini operò nella zona del rione Carità-San Giuseppe. Inoltre, Giuseppe Vaccaro e Gino Franzi vinsero il concorso per il nuovo Palazzo delle Poste. Quest'ultimo edificio, si presentò come un vero e proprio manifesto dell'architettura funzionalista e razionalista della città.

Altre opere furono invece affidate a valenti architetti addetti alla propoganda fascita (Camillo Guerra); i razionalisti (i più noti Giulio De Luca, Carlo Cocchia e Luigi Cosenza), progettarono anche dei complessi periferici. Il Cosenza progettò sia edifici pubblici che privati, mentre una sua grande opera è il Mercato Ittico nella zona del porto.

Carlo Cocchia e Giulio De Luca realizzarono la Mostra d'Oltremare, un complesso di 720.000 m² comprendente edifici, padiglioni espositivi, fontane, ecc. ; fu inaugurata nel 1940 dal regime fascista e ripristinata negli anni cinquanta dagli stessi progettisti. La Mostra d'Oltremare fu progettata per ospitare i prodotti delle colonie e divenne poi area espositiva con 9 padiglioni, 30 sale congressuali fino a 2.000 posti, teatro al chiuso e all'aperto per un complessivo di 3.000 posti, due piscine, quattro campi da tennis. Il parco dei divertimenti adiacente al complesso, è l'Edenlandia. Esso è il più "antico" d'Italia (1965); ancora adiacente all'area, c'è il Giardino Zoologico altrimenti detto Zoo di Napoli. Nel 1959 Cocchia, a non lontano dalla mostra, progettò anche lo Stadio San Paolo.

Anche Cosenza fu attivo nel dopoguerra, vedendolo impegnato in un piano particolareggiato per l'area industriale e commerciale situata nella zona compresa tra Fuorigrotta e Bagnoli. Furono ricostruiti la Mostra d'Oltremare e i complessi industriali di Bagnoli e, con i progetti INA-Casa e IACP, vennero impiegati, per la ricostruzione delle periferie, un ingente numero di architetti razionalisti. A questo periodo risalgono i migliori esempi di architettura razionale, le personalità intervenute sono: Franz Di Salvo, Eirene Sbrizolo, Gerardo Mazziotti, ecc.

File:Torre Telecom Napoli.JPG
Uno scorcio del Centro Direzionale

Durante la speculazione edilizia di Achille Lauro vennero saccheggiate molte aree agricole destinate a diventare grossi quartieri satelliti della periferia di Napoli.

Negli anni settanta vennero avviati i nuovi cantieri della metropolitana, alla cui realizzazione parteciparono sia ingegneri che architetti. In principio, le stazioni dei Colli Aminei, Medaglie d'Oro e Vanvitelli, furono affidate a Michele Capobianco. Oggi sono invece affidate ad architetti di fama internazionale. Si ricorda, inoltre, che negli anni ottanta, nella zona orientale della città, su progetto di Kenzo Tange fu realizzato l'unico cluster di grattacieli dell'Europa meridionale: il Centro Direzionale. Il resto è invece opera di architetti napoletani della nuova generazione come Massimo Pica Ciamarra, Nicola Pagliara, Alberto Izzo, ecc. Nel CDN c'è anche un edificio di Renzo Piano.

Nella Zona ospedaliera si sono riuniti i principali complessi sanitari della metropoli. L'ospedale Cardarelli e il Monaldi rappresentano un esuberante accademismo degli anni trenta, mentre il Cutugno di Giulio De Luca è un esempio di architettura organica. Il Nuovo Policlinico di Carlo Cocchia e aiuti rappresenta un esempio di architettura brutalista.

A Bagnoli ha sede dal 1993 la Città della Scienza (museo scientifico sui generis primo in Europa), ed è in corso un progetto di riqualifica urbana che porterà un'area di 30 ettari ad ospitare la città dello sport. Nei pressi di Piazza Carlo III è presente il Real Albergo dei Poveri - che diverrà in futuro Città dei Giovani.

Aree naturali

 
Villa Comunale, ingresso da Piazza Vittoria

Napoli possiede 33 giardini storici e parchi aperti al pubblico. La Villa Comunale di Napoli (prima dell'Unità denominata "Villa Reale") fu fatta realizzare da Ferdinando IV su disegno del Vanvitelli nel 1780 per dare alla nobiltà napoletana un'oasi di gran ricercatezza sull'allora lungomare, impreziosendola di statue, fontane e alberi esotici ma proibita al popolo, per il quale venne progettata un'apposita villa in via Marina, poi non più realizzata. Al suo interno è la Stazione Zoologica Anton Dohrn, aperta al pubblico nel 1874, istituzione scientifica e di ricerca sita in un edificio neoclassico e ospitante, fra l'altro, l'acquario cittadino: il più antico del mondo[16] (fu aperto al pubblico il 12 gennaio 1874).

Una estesa vista su Napoli e le sue coste a nord e a sud si può osservare dalla Collina dei Camaldoli (facente parte dell'Ente Parco Metropolitano "le Colline di Napoli" che occupa tutta l'area verde della zona nord occidentale) e dal Parco del Poggio. Una veduta particolarmente suggestiva è offerta dal Parco Virgiliano a Posillipo (anche detto Parco della Rimembranza), posizionato su uno dei punti più panoramici della città, che permette di osservare contemporaneamente le isole di Procida, Ischia e Capri, l'isolotto di Nisida, il golfo di Pozzuoli, i quartieri di Agnano, Fuorigrotta, Rione Traiano, Pianura, l'Eremo dei Camaldoli, il golfo di Bacoli, Monte di Procida, il Vesuvio, la costa vesuviana, la Penisola Sorrentina, la Baia di Trentaremi con i suoi resti archeologici ed il centro storico di Napoli.

Oltre al già citato parco di Capodimonte, la cui pianta odierna fu realizzata dal tedesco Friedrich Dehnhardt nel 1833, è da citare la Villa Floridiana. Il parco prende il nome da Lucia Migliaccio duchessa di Floridia, moglie morganatica di Ferdinando IV, che appunto abitò in questa villa del Vomero il cui parco fu realizzato nel 1817 da Dehnhardt e Antonio Niccolini in stile neoclassico con statue, finte rovine, boschetti, anfratti e un teatrino di verzura all'aperto. Nella villa attualmente ha sede il Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina e la zona panoramica sul golfo.

 
Vesuvio visto da Mergellina

A Sud della città, vi è il Parco Nazionale del Vesuvio. L'area rappresenta un'elevata rilevanza geologica, biologica e storica. Il territorio, ricco di bellezze storiche e naturalistiche, vanta una produzione agricola unica per varietà e originalità di sapori. Un'ulteriore singolarità di questo Parco è rappresentata dalla notevole presenza di specie floristiche e faunistiche se si rapporta alla sua ridotta estensione: sono presenti ben 906 specie appartenenti al mondo vegetale e 44 specie appartenenti a quello animale.

Le coste settentrionali della Provincia di Napoli ospitano il Parco sommerso di Baia e di Gaiola, esempi unici nel Mediterraneo di parchi archeologici sommersi. Il Parco sommerso di Gaiola, localizzato all'apice del promontorio di Posillipo intorno agli isolotti della Gaiola incorpora considerevoli valori ambientali a reperti archeologici di età Romana, sommersi nel corso dei secoli da un fenomeno di bradisismo negativo che ha causato l'affondamento della costa di circa 6/8 metri. Più periferica è l'Oasi degli Astroni, diretta dal WWF, che si trova in una grande conca vulcanica risalente a 3.700 anni fa nei Campi Flegrei. Riserva di caccia aragonese, poi di Carlo III, fu arricchita di alcune torri e casini di caccia ancora esistenti. Immersa completamente nel verde, l'oasi si distingue per il grande lago, la ricca flora e la presenza di numerose specie di uccelli oltre che piccoli animali.

  1. ^ Città e siti italiani patrimoni mondiali Unesco
  2. ^ a b patrimonio sos: in difesa dei beni culturali e ambientali
  3. ^ Croce B., Storia del Regno di Napoli, Adelphi ed., Milano 1992
  4. ^ Maria Rosaria Costa, I Chiostri di Napoli, Newton Editori Tascabili, Roma 1996
  5. ^ Enzo Striano, Il resto di Niente, Loffredo ed., Salerno 1996 ISBN 88-8096-422-4
  6. ^ Antonio Emanuele Piedimonte, Napoli Segreta, Edizioni Intra Moenia, 2006, p. 93
  7. ^ Antonio Terraciano, Andrea Russo, Le chiese di Napoli. Censimento e brevi recensioni delle 448 chiese storiche della città di Napoli, Lorenzo Giunta Editore, 1999.
  8. ^ Lazzarini Antonio, Splendori e decadenza di cento chiese napoletane, Gabbiani Sopra il Mare Ed. 2006, ISBN 88-902156-2-3
  9. ^ Articolo su la Repubblica
  10. ^ Giannone P., Istoria civile del regno di Napoli
  11. ^ Solo per l'acquisto dei terreni le casse reali si svuotarono di quasi 500.000 ducati, Storia della Reggia - cenni a cura di CampaniaTour
  12. ^ a b Storia di Napoli Greca e Romana Donnalbina
  13. ^ Antonio Emanuele Piedimonte, Napoli sotterranea - percorsi tra i misteri della città parallela, Ed. Intra Moenia Napoli 2008, ISBN 978-88-95178-53-0
  14. ^ Riviera di Chiaia (anzi chiaja) significa in effetti riviera della spiaggia (playa in spagnolo). Nel romanzo Frankenstein di Mary Shelley, si legge che il Dr. Frankenstein è nato sulla Riviera di Chiaia.
  15. ^ Aurelio De Rose, Le Fontane di Napoli, Ed. Newton&Compton Roma Prima Ed. 1994, Tascabili Economici Newton, 1994. ISBN 88-7983-644-7
  16. ^ Dalla pubblicazione "Guida Breve per l'Acquario di Napoli" - Antonella Flegra. 1997

Secondo me hai fatto un ottimo lavoro; ciononostante, continuo ad avere dubbi riguardo alla sezione sull'architettura moderna, a mio avviso troppo "sproporzionata" a discapito di tutte le altre correnti artistiche che hanno reso Napoli una delle più belle città del globo. --Μαρκος 16:07, 11 mar 2011 (CET)Rispondi

Voci da rimuovere

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Per lo scorporamento della pagina, (oggi 155Kb), io avrei anche qualche voce da rmuovere.--O'Sistemoneinsultami 21:35, 10 mar 2011 (CET)Rispondi

Ad esempio? --Μαρκος 16:02, 11 mar 2011 (CET)Rispondi

Scusa per il ritardo. Ho avuto problemi di RL. Dunque, tornando al paragrafo "risistemato", eliminerei:

  • nel paragrafo Architetture Civili - Palazzi, da I palazzi ai numeri 20 e al 22... fino a ...quello rinascimentale al 20.
  • nel paragrafo Strade e piazze - Decumani, da Altra arteria fondamentale, nel passato così..., fino a ...dalla linea tranviaria.
  • nel paragrafo Strade e piazze - scale, l'immagine che rappresenta quel sottoparagrafo.
  • nel paragrafo Architettura moderna, qui forse questo paragrafo lo metterei alla fine di architetture civili e poi, dato che gli edifici costruiti fino al 1943 sono definiti come edifici "storici", il paragrafo, nella sua parte iniziale, dovrebbe essere o rimosso, o incluso nella voce Palazzi. Poi, per quel che riguarda ancora Architettura moderna, eliminerei da La Mostra d'Oltremare fu progettata per..., fino a ...satelnalza la chiesa deia di Napoli.. Poi ancora, da Nei pressi di Piazza Carlo III... fino a Città dei Giovani.. Infine, sempre nello stesso paragrafo, deve essere aggiornata la voce sulla metropolitana, che ospita gratis al suo interno importanti opere di altrettanti importanti artisti contemporanei, tanto da farle ricevere numerosi riconoscimenti nel mondo tra i quali anche questo.

Per quel che riguarda il resto della pagina, eliminerei un bel po' di cose...ne cito solo alcune:

  • nel paragrafo Società - Smorfia, leggende e religiosità popolare, la voce dovrebbe essere tutta drasticamente sintetizzata. La parte da Il folclore napoletano è fortemente legato alla religiosità popolare... può essere riscritta in una riga, o rimossa anche del tutto secondo me.
  • nel paragrafo Qualità della vita - Stasi delle opere pubbliche, sinceramente bisogna uniformarsi alle altre pagine delle città italiane. Nel senso che anche milano ha cantieri aperti da anni e mai conclusi. Dunque una situazione italiana "normale" e valida per tutti, se menzionata solo a Napoli, si lascia intendeere che altrove come si approva un progetto, esso viene terminatoa. In realtà non è così. Quindi quelle righe possono essere tolte. Sempre nello stesso paragrafo, nella sottocategoria Camorra, si può ridurre un po' la voce, dato che c'è la pagina di approfondimento.
  • nel paragrafo Istruzioni - musei, mancano sencondo me importanti musei a discapito di altri minori eccessivamente descritti nel dettaglio (andrebbero solo menzionati). Non si cita Capodimonte (incredibile), il PAN e il Madre (che vengono citati successivamente nel paragrafo Arte - arte contemporanea, e forse quindi possono essere non citati), quello diocesano, quello Filangieri, quello Civico e soprattutto, quello di San Martino.


Per ora mi fermo qui. Poi magari dopo si discute sulla seconda metà della pagina. Mi fate sapere cosa ne pensate? Spero solo ci sia un maggior coinvolgimento di più utenti.--O'Sistemoneinsultami 22:30, 13 mar 2011 (CET)Rispondi

Approvo tutte le tue scelte. Aspettiamo altri interventi. --Μαρκος 23:06, 13 mar 2011 (CET)Rispondi

Vaglio

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Ma aprire un vaglio e discutere su come migliorare la pagina? Quanti sono ralmente interessati a migliorare la pagina? Ci sono delle voci illegibili. Davvero. Da una prima lettura, direi che la pagina è stata scritta non dopo il 2000. Nessuna voce sulla terza linea della metrò, nessuna voce sui recenti siti archeologici scoperti ed aperti (proprio ieri sotto la Pitrasanta hanno scoperto dei cuniculi segreti per i riti di fede dei Templari), nessun accenno sul Forum delle Culture 2013. Insomma, la pagina è davvero scadente a mio avviso. Ma se si pensasse di aprire un Vaglio un po' come si sta facendo per la pagina Italia, chi accetterebbe di lavorarci su?--o'Sistemoneinsultami 00:05, 17 apr 2011 (CEST)Rispondi

Area metropolitana

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Non si può prendere un solo dato di riferimento? Detto così non significa nulla: A seconda delle varie stime l'area comprende dai 2.200.000 e 5.000.000 di abitanti. Insomma essendo dati numerici, dovrebbero essere certi. Prendiamone solo uno di riferimento. Inoltre sulla nota c'è scritto che i dati ISTAT dicono che è 4.400.000ab, mentre quelli ONU è 4.900.000ab circa. Io dico prendiamone uno e basta. Abbiamo sempre tenuto conto dei dati ISTAT, quindi lascerei quello. Cosa ne dite?--o'Sistemoneinsultami 14:48, 17 apr 2011 (CEST)Rispondi

inoltre, inserire questa frase: "L'area metropolitana è, ad ogni modo, una delle più popolose d'Europa (al 2007 risulta ottava e 86ª al mondo). La densità abitativa, pari a circa 8.182,80 ab./km², è la più elevata tra le aree metropolitane italiane e tra le prime del vecchio continente. Gli urbanisti chiamano l'intero territorio urbanizzato Grande Napoli.".

Che ne dite?--o'Sistemoneinsultami 15:02, 17 apr 2011 (CEST)Rispondi

Si prende il dato che secondo te è più significativo e l'altro (sono entrambi autorevoli) lo si mette in nota. attenzione però, debbono riferirsi allo stesso territorio: l'area metropolitana di Napoli è così densamente popolata ed articolata che uno scarto di pochi km quadrati cambia i dati in modo sensibile. Su Grande Napoli bisogna trovare almeno un paio di fonti bibliografiche valide. Comunque in linea di massima ok. ---- Theirrules yourrules 18:07, 17 apr 2011 (CEST)Rispondi
Per i dati, credo sia abbastanza risaputo che l'area metropolitana di Napoli sia seconda in italia in quanto ad abitanti. Viene dopo quella di Milano. Per la Grande Napoli, si intende tutta l'area metropolitana incluse le province. Le note potrebbero essere queste? [1], [2], [3].--o'Sistemoneinsultami 18:22, 17 apr 2011 (CEST)Rispondi
Per i dati a mio modesto avviso è anche più popolosa di quella milanese in quanto i territori presi come riferimento non sono omologhi, per quanto riguarda la definizione Grande Napoli, vedo che viene citata nel sito della provincia, tuttavia suggerisco di trovare fonti bibliografiche valide che rafforzino la nostra indicazione, soprattutto che la individuino non come un nome informale ma come un toponimo od una definizione ufficiale. Che ne dici? ---- Theirrules yourrules 18:28, 17 apr 2011 (CEST)Rispondi
Allora abbandonerei la strada della Grande Napoli. Effettivamente si tratta di atti programmatici per rilanciare la Provincia. Non è una definizione ufficiale utilizzata per definire una precisa area geografica e politica/amministrativa. Magari se poi dovesse cambiare qualcosa o se dovessero saltare fuori altre fonti più credibili, ci riotneremo su. Per i dati circa gli abintanti dell'area metropolitana, io mi uniformerei a quelli delle altre metropoli d'Italia. Roma, Torino, e Milano. In quelle pagine che dati vengono usati come punto d riferimento? Non credo ci sia un intervallo così ampio come c'è per Napoli (da 2mln a 5mln). Ne prenderei uno, affidabile, certo ed aggiornato ed userei solo quello. Magari come hai detto tu, nelle note citerei l'altra possibile valutazione. Tra l'altro, è curioso notare come tra i primi 150 comuni per popolazione d'Italia, 11 (esclusa Napoli) appartengano alla sola provincia partenopea.--o'Sistemoneinsultami 19:03, 17 apr 2011 (CEST)Rispondi
Sulla definizione Grande Napoli possiamo inserirla in nota: abbiamo due livelli gerarchici della voce, il corpo del testo ed il testo in nota, sfuttiamoli. Per la definizione di area metropolitana c'è grande confusione: nella voce sull'area metropolitana di Milano si parla addirittura di un territorio grande quanto 3 quarti della Lombardia ed un pezzetto di Piemonte! Poi altrove si descrive invece l'area urbana, che corrisponde alla provincia di Milano, a quella di Monza e qualcosa in più. Insomma va trovata una definizione ufficiale, se non ancor meglio istituzionale (ISTAT, Unione Europea, ecc) e desumere i dati da lì. ---- Theirrules yourrules 19:35, 17 apr 2011 (CEST)Rispondi
Tempo fa avevo sollevato un dubbio qui. Bisogna distinguere l'area metropolitana in senso amministrativo e quella in senso urbanistico. --Μαρκος 01:13, 19 apr 2011 (CEST)Rispondi
Mi sembra ovvio. ---- Theirrules yourrules 04:29, 19 apr 2011 (CEST)Rispondi
In senso urbanistico secondo me è inteso il termine "metropoli". Insieme di strutture di servizi che collegano e ramificano un'intera area geografica. In termini amministrativi, l'area metropolitana di napoli è forse la più piccola della Campania. Ma scrivere ciò, potrebbe falsare il dato reale. Per questo farei affidamento al termine metropoli (con le relative stime) fatto dagli urbanisti, i quali, sicuramente hanno tenuto in considerazione le infrastrutture ed i collegamenti ramificati del territorio. Basti pensare che Napoli ha la metrò (e non il treno) che porta fino ai paesi del casertano (e presto fino a Caserta), oppure le circumvesuviane che portano fino all'area Flegrea o Vesuviana o Sorrentina. --o'Sistemoneinsultami 21:27, 19 apr 2011 (CEST)Rispondi
Distinguere non vuol dire scegliere tra l'una e l'altra: riportiamo dati relativi all'area metropolitana intesa in senso amministrativo e poi anche quelli intesi in senso urbanistico-demografico. -- Theirrules yourrules 03:37, 20 apr 2011 (CEST)Rispondi
Concordo.--o'Sistemone:insultami 11:23, 20 apr 2011 (CEST)Rispondi
(rientro) credo che questa pagina sia più che esaustiva per descrivere tutta la situazione nel dettaglio. Magari, citando un solo dato affidabile ed una nota, si può creare un wikilink che porti a questa pagina. Che ne pensate?--o'Sistemoneinsultami 11:40, 20 apr 2011 (CEST)Rispondi
Scusate ma secondo me state creando un caso inutile, i dati ISTAT non possiamo repererli perchè l'Area metropolitana non è stata ancora istituita ne delimitata sia a Napoli che a Roma e Milano, quindi si danno dati dei vari centri di ricerca mensionati nelle fonti presenti sia nella voce Napoli, sia in quella della provincia, sia in quella dell'area metropolitana, quindi credo che non si sia niente da migliorare al momento questi sono i dati a disposizione. Infine Grande Napoli è il nome che dovrebbe avere la città metropolitana di Napoli, anche a Roma non ci sarà più il comune ma una nuova entità cioè ROMA CAPITALE, anche perchè se non ve ne siete accorti, Napoli una vera e propria provincia non ce l'ha più, ma ha una conurbazione davvero unica in Europa.--79.33.85.39 (msg) 00:35, 21 apr 2011 (CEST)Rispondi
concordo con l'anonimo. Ma la discussione si sposta nel vaglio. Lì ho avanzato la mia definitiva proposta--o'Sistemoneinsultami 13:33, 21 apr 2011 (CEST)Rispondi

amministrazione

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potreste aggiornare il nome del sindaco?--Martin Se !? 00:36, 31 mag 2011 (CEST)Rispondi

Citazione iniziale

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Perchè cancellate la citazione iniziale?Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 95.235.215.15 (discussioni · contributi).

Perché se guardi QUI vedrai che non si è raggiunto un consenso a riguardo, ed anzi diversi utenti hanno espresso valide motivazioni contro la citazione iniziale.--Midnight bird 10:29, 20 ago 2011 (CEST)Rispondi
Per Roma c'è. Perchè per le altre città no?Questo commento senza la firma utente è stato inserito da 79.55.229.76 (discussioni · contributi).
Perché evidentemente per Roma si è raggiunto un consenso in tal senso.--Midnight bird 19:18, 20 ago 2011 (CEST)Rispondi

Immagini

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Per favore ricordiamoci tutti che questa pagina parla della città, non infilziamola di immagini (area metropolitana) che al momento vanno aldilà di ogni realtà e che da vent'anni e più continuano ad essere solo ipotesi che non trovano considerazione e consenso degli enti preposti.--79.13.157.231 (msg) 08:49, 2 nov 2011 (CET)Rispondi

si tratta della sezione che parla di quello, sezione dove caso mai ciò che davvero non ci fa nulla è un romanticissimo panorama serale, di cui nessuno trova da dire. Quelle immagini sono lavoro di altri utenti ed erano da disorfanare, sarebbero di troppo nell'altra voce e sono appropriate qui. Ricordiamoci piuttosto che siamo qui per distribuire dati e immagini, che ci piacciano o meno. (E ciò che non va infilzato è semmai l'italiano...) --Fantasma (msg - 111.004) 01:56, 3 nov 2011 (CET)Rispondi
questa pagina parla della città, un accenno sull'area metropolitana non significa copiare e incollare contenuti e immagini di una pagina che già esiste, in più inserire immagini che ad oggi non trovano nessun riscontro con la realtà mi sembra davvero blasfemo, dire che tutti quei territori al di fuori della provincia facciano parte dell'area metropolitana mi sembra un esagerazione, al momento l'area non è stata ne istituita ne delimitata, per approfondimenti, mappe, dati ed eventuali sviluppi futuri sull'argomento esiste l'apposita voce Area metropolitana di Napoli, poi se permetti non si può modificare l'edit come e quando si vuole, non ti sembra? --79.19.157.178 (msg) 18:41, 3 nov 2011 (CET)Rispondi

"Dire che tutti quei territori al di fuori della provincia facciano parte dell'area metropolitana mi sembra esagerazione, al meomento l'area non è stata istituita". Non sono affatto d'accordo. Che non trovino considerazione, scusate se mi intrometto, è una baggianata. E' un ritardo del tutto italiano (uno dei tanti oltremodo :) ). Che qualcosa non sia riconosciuto, ciò può essere benissimamente dovuto ad un deficit di amministrazione. E' innegabile che esista l'area metropolitana di Napoli o Milano e che queste vadano abbondantemente oltre i propri confini comunali e provinciali e che per parlare di città in senso completo bisogna usare queste terminologie, inevitabilmente. Che Napoli o Milano combacino con altri comuni, anche capoluoghi di provincia, non è scorretto o blasfemo. Oltretutto è il destino delle città satelliti, di quelle città che nascono vicino ad una città enorme per storia, arte, economia. E' il destino di ogni regione che abbia una grande metropoli dentro se ci pensate. Ripeto, che non ci siano riconoscimenti istituzionali è del tutto irrilevante e va cambiato, al più presto, e questo non è un problema nè di wikipedia nè di altri. Sono solo opinioni. Per il resto, per convincersi del contrario, basta andare su google maps... e a quel punto, negare l'evidenza. Se esiste un problema, ma non c'è ancora nessuna legge che lo tutela, ciò non vuol dire che il problema stesso sia inesistente, o giustifichi il suo declassamento. -Baku (msg) 00:06, 4 nov 2011 (CET)Rispondi

Nel caso di Napoli, oltremodo, ciò è sottolineato anche dalla sua metropolitana... la linea arcobaleno oggi fa capolinea ad Aversa, è metropolitana di Napoli a tutti gli effetti in territorio provinciale casertano! Un giorno arriverà a Santa Maria Capua Vetere, a 40 km dal comune di Napoli, municipio storico, città storica, il che è diverso. Stiamo parlando di metropolitana di Napoli a tutti gli effetti, vorrà dire qualcosa questo no? Le città crescono, le cose si evolvono, spesso, non allo stesso modo. Questo è quanto. E non venite a dirmi che solo a Napoli la metro va oltre "la città", così è Parigi, così è Madrid. La differenza è che queste sono meglio amministrate delle metropoli italiane, istituzionalmente parlando. --Baku (msg) 00:13, 4 nov 2011 (CET)Rispondi

Baku condivido quello che dici, l'area metropolitana è più grande della provincia considerando tutta la conurbazione, ma di queste inefficienze e lungaggini burocratiche purtroppo ne dobbiamo tenere conto, non possiamo sostituirci allo stato e istituire e delimitare noi l'area, al momento come dice la voce l'area metropolitana di Napoli ha un valore solo ed esclusivamente statistico, il fatto che esistino ancora oggi la Provincia di Napoli e la Provincia di Milano ne è una prova, la casta è dura a morire, le province pure, inoltre io non credo proprio che le amministrazioni dei territori dell'ipotetica area vasta che comprende pezzi territori delle province di Salerno, Caserta e Avellino ne vogliano far parte, al momento i suddetti territori hanno creato solo ostruzionismo, la provincia di Salerno vuole addirittura uscire dalla Campania, (con il consenso dei comuni ha indetto un referendum per creare una nuova regione, al momento bloccato dal governo) quindi è tutt'altro che scontato considerare questi territori Area Metropolitana di Napoli, e chissà se verrà mai istituita. Una ragione in più per aspettare.--79.19.157.243 (msg) 10:49, 4 nov 2011 (CET)Rispondi

Le province hanno limiti, le aree non sono riconosciute istituzionalmente, tutto quello che vuoi, ma è pur sempre qualcosa di tangibile, indipendentemente dai fattori prima citati: che si possano creare mille altre micro regioni, ciò non toglie che da un punto di vista urbanistico (prevalentemente, ma non solo), ciò esista. L'area metropolitana di New York si estende su tre stati (New York, New Jersey e Connecticut), e qui stiamo a parlare di provincelle o regioni? E così Tokyo, che ormai è una gigantopoli, già da un punto di vista di città-storica, Tokyo vuol dire un insieme di città, già solo da un punto di vista amministrativo, di capitale... Tokyo stessa in realtà non "esiste", nel senso che Tokyo, ripeto, è un assemblaggio di varie città giapponesi che formano il distretto. In più, non tutta l'area metropolitana di Tokyo è riconosciuta istituzionalmente, ma ciò non toglie che per parlare di "grande area di Tokyo", bisogna usare un nesso addirittura più vasto. Detto questo, oggigiorno le città crescono soprattutto in questo modo, divorando le altre cittadine satelliti intorno, a modo loro, e nei modi più diversi. Che non siano riconosciute, che la provincia di salerno si voglia staccare (si dicono oltremodo tante di quelle cose - ci sono anche proposte su Ischia capoluogo di una sua provincia - che lasciano il tempo che trovano). Se non sono riconosciute dallo stato, chi se ne frega, che venga scritto, ma non mi venire a dire che l'area questo e quello e che non esiste. Anche se Avellino o Caserta non ne vogliono entrare a far parte, è soltanto nominale, da un punto di vista urbano ne fanno già parte se è per questo (fattore che già da solo la dice molto lunga), volente o nolente. Parlando in termini volgari e popolari: è tutto attaccato, dal Volturno al Sele, da Piazza Municipio a Santa Maria Capua Vetere e più e con una densità abitativa tra le più alte d'Europa, c'è già complementarietà anche solo esaminando questo aspetto, c'è una cultura urbana che accomuna i territori. Non si può far finta che non esista, è come non saper vedere un ippopotamo in uno stagno. E poi, ripeto, la metropolitana di Napoli anche da un punto di vista dei trasporti sta creando una cultura in questo senso. La Campania, che sia essa formata di sua volta da una sola entità o più entità (o che si parli solo di regione geografica) è Napolicentrica. --Baku (msg) 22:27, 4 nov 2011 (CET)Rispondi

Continuo a condividere pienamente il tuo pensiero, ma ti ripeto io e te purtroppo non abbiamo la possibilità di cambiare le cose, Napoli e Milano dal punto di vista amministrativo continuano ad essere così come sono, monocentriche e implose su se stesse come se intorno a loro avessero un deserto, questo è un problema tutto italiano.--79.27.57.53 (msg) 10:10, 5 nov 2011 (CET)Rispondi

Rimanendo sul tuo esempio: un deserto che avanzerà sempre più, fin quando non si sarà costretti a risolvere il problema "dell'acqua". Non si può far finta di niente, completamente. E ripeto, i riconoscimenti amministrativi, a mio avviso, possono essere pur sempre molto relativi, specie per quanto riguarda l'individuazione dell'area (vedi Tokyo). La verità è che se un comune funziona bene o no è soggettivo, se un distretto funziona bene o male è soggettivo o magari è colpa del sistema-paese (ad esempio l'Italia è un caso clinico e osceno, è tutta fatta male amministrativamente parlando, si favoriscono delle aree urbanisticamente poco importanti, mentre altre non hanno l'attenzione che meriterebbero: Milano è la terza o cmq tra le primissime aree metropolitane d'Europa, e l'Italia sta a pensare a presunti comuni speciali e ad autonomie varie; questa è una oscenità bella e buona o almeno all'80%... c'è una ormai megalopoli chiamata Milano che rischia dislivelli sociali (l'area di milano è paragonabilissima a quella di Parigi e non), ci ricordiamo che fine ha fatto parigi qualche tempo fa? Le banlieues di Parigi sono letteralmente scoppiate per il caso delle disparità sociali (e pregherei di approfondire il tema delle disparità sociali all'interno della aree metropolitane), che l'Italia sottovaluti questo fattore, amministrativamente parlando, e tratti città come Milano o Napoli come entità monocentriche (trattare è diverso da esserlo davvero), è un rischio del tutto italiano.... Milano rischia molto di più visto che non esistono interscambi o enti istituzionali in tal senso, un reale ente speciale di titolo metropolitano, urgerebbe molto di più a una Milano a mio avviso; detto questo, ripeto, l'area metropolitana non può essere racchiusa completamente in una entità amministrativa, anche perchè, specie nel caso delle grandi megalopoli, questa è soggetta anche a continue variazioni. E allora a quel punto che si fa? Si tolgono e si aggiungo uffici? Siamo impazziti?

Ulteriori fattori possono essere esterni e non per forza strettamente collegabili a qualche ente specifico (vedi il settore dei trasporti). Dire che si è blasfemi se si dice che caserta faccia parte dell'area metro di napoli, è assurdo. Santa Maria Capua Vetere, ripeto, a 40 km da Napoli, verrà raggiunta in un futuro non molto lontano, da questa metropolitana, che costituirà una sorta di prolungamento di questa linea. Il monocentrismo di Milano o Napoli, a mio avviso, è vago o non preciso. Anche da un punto di vista di impatto, ciò è sempre relativo, pensa ad esempio a New York che non è neanche la capitale del suo stato (che è Albany), eppure le amministrazioni giocano e hanno giocato un ruolo di guida, ma non del tutto determinante. La parte maggiore l'hanno fatta le imprese, i cittadini, la sua posizione geografica. Se ci si ostina a trattare Milano o Napoli come città delle micro machines, è un problema del tutto italiano, enorme direi, e questo abbraccia più fattori (area metropolitana e non), e in realtà in ciò urgerebbe uno stato federale, e penso che l'italia si stia evolvendo proprio in questo senso, seppur lentamente. Ma vabbè, qui stiamo uscendo fuori tema :). --Baku (msg) 00:07, 6 nov 2011 (CET)Rispondi

Baku non devi convincere me, ripeto il tuo ragionamento fila lo condivido pienamente, ma il problema lo ripeto è la casta, sai quante poltrone saltano, sai quanti interessi si toccano se istituiscono le aree metropolitane? Ecco perchè in Italia non decollano, chi di dovere tenta in tutti i modi di nascondersi dietro alla burocrazia, infatti dal 1990 la legge 142 sta lì e nessuno ne parla.--79.36.153.248 (msg) 12:00, 6 nov 2011 (CET)Rispondi

All'inizio non mi sembravi molto d'accordo :), vabbè sono irrilevanze... dopotutto è stupido colui che non cambia idea, e non il contrario. Ciao. --Baku (msg) 21:27, 6 nov 2011 (CET)Rispondi

Mi spiego meglio, io ritengo blasfemo affermare con certezza che tutti questi territori al di fuori della provincia siano dell' AM, non perchè non abbiano le caratteristiche per farne parte, ma al momento non possiamo dirlo con certezza perchè per quanto sia vero che le aree metropolitane sono state individuate e previste per legge, è anche vero il fatto che per quanto riguarda Milano, Napoli e Roma non sono state delimitate ufficialmente, ci sono ipotesi, dati, studi, ma a distanza di vent'anni è ancora tutto fermo, non che non condivida il tuo pensiero (a mio avviso giusto) ma noi non possiamo fare altro che aspettare. Cmq per quanto concerne Napoli, a quanto pare l'ostilità delle altre province alla fine la spunterà, l'idea dell'area vasta in certe zone è guardata con diffidenza, vedono Napoli come un capoluogo tiranno e monocentrico, credo che se proprio dovesse essere istituita questa AM alla fine coinvolgerà solo il territorio della provincia di Napoli, mi sbaglierò ma al momento credo l'ottica sia quella, non puoi costringere i comuni ad aderire all'area metropolitana, lo dice la legge, del resto è previsto anche un referendum, come vedi la cosa è molto complicata.--79.19.3.190 (msg) 00:11, 7 nov 2011 (CET)Rispondi

Si sa che non sono ancora istituite. Per il resto ho già replicato abbondantemente. Ciao.--Baku (msg) 00:57, 7 nov 2011 (CET)Rispondi

Individuazione strade

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Ciao a tutti. Ogni tanto mi faccio un'affacciata su wikipedia (oramai lavoro fondamentalmente su Commons al riordino e sistemazione delle immagini che riguardano l'Italia, soprattutto le nostre regioni del Sud). Allora, mi sono imbattuto in alcune vecchie foto di Napoli che non riesco a localizzare con precisione dove esse si trovino. Mi interesserebbe sapere quale è il nome attuale della strada. Qualcuno le riconosce e mi può dare qualche indicazione più precisa? Sarebbero queste:

Vorrei segnalarvi inoltre due foto interessantissime del distrutto (e dimenticato) parco pubblico "Villa del Popolo" a via Marina, che erano state categorizzate erroneamente sotto "Villa Comunale". Foto oramai storiche. Si tratta di :
* File:Brogi, Giacomo (1822-1881) - n. 5005 - Napoli - Villa del Popolo e Castello Sant'Elmo.jpg e di
* File:Sommer, Giorgio (1834-1914) - n. 1107 - Napoli - Villa del Popolo.jpg.
Ho aggiornato le notizie nelle rispettive descrizioni, come pure la galleria di Napoli Distrutta. Salutoni a tutti e grazie delle vostre segnalazioni. --Denghiù (msg) 21:21, 12 nov 2011 (CET)Rispondi

In quanto alla seconda foto, secondo me si tratta dei Gradoni di Chiaia. Per la prima non so, devo analizzarla meglio. --Baku (msg) 12:24, 13 nov 2011 (CET)Rispondi

Di primo impatto però mi è venuta subito in mente la zona che sta alle spalle dell'Inpdap, non so se conoscete. L'ho associata a quella zona, in un certo senso, seppur fortemente modificata, in quanto ricordiamoci dei 200 bombardamenti che hanno colpito soprattutto la zona della marina. Grossomodo oggi corrisponderebbe all'attuale via degli Spadari - via Monserrato--Baku (msg) 12:38, 13 nov 2011 (CET)Rispondi

Grazie Baku. La prossima volta che vengo a Napoli, mi farò un'affacciata da quelle parti. Stavo pensando: che la prima ritragga Via Sedile di Porto (direzione Piazza Borsa)? Per quel palazzo in fondo alla strada... --Denghiù (msg) 17:45, 13 nov 2011 (CET)Rispondi

Non saprei, non credo, ammenochè non sia stata modificata anche la larghezza della strada, quella nella foto mi sembra decisamente più larghetta. Oltremodo non mi dà l'idea di una foto rivolta verso ovest, ma piuttosto verso est. E poi il palazzo ha una devianza a destra (venendo dalla strada). Se intendi dall'altra parte, nemmeno, lì dirimpetto c'è l'università e non mostra nessuna devianza. Io penso più alla zona di via Alcide De Gasperi. Credo che si tratti di una zona proprio irriconoscibile. La Napoli che fu tanto tempo fa :). In quanto alla Villa del Popolo, puntualmente ci sono dei babbei (simpaticamente), che la scambiano per la villa reale di Chiaia (io la chiamo col vecchio nome: "comunale" è ingiusto, inappropriato, osceno, orrido, disgustoso... credo che il concetto sia abbastanza chiaro insomma)--Baku (msg) 18:40, 13 nov 2011 (CET)Rispondi

Scusami, ma credo che non possa essere orientata né verso est, né verso ovest. Il sole non è zenitale ma viene da destra, quindi se la foto è stata scattata nella tarda mattinata (come io immagino, dato che c'è in corso il mercato) allora il fondo della strada è a nord. Se invece la foto è stata scattata nel primo pomeriggio (e dunque è in fase calante), allora il sole è a ovest e il fondo della strada in questo caso non può che essere a sud. Questioni oziose? No. Perché a questo punto dovrei vedere in zona porto quali sono le strade "papabili" fra quelle orientate N-S. Grazie della buona idea che mi hai dato, perchè al sole (dunque all'orientamento) non ci avevo proprio pensato. Saluti, --Denghiù (msg) 13:18, 15 nov 2011 (CET)Rispondi

PS : quanto alle denominazioni sbagliate delle ville e parchi di Napoli, guarda che ci sono anche gli errori "antichi", non solo quelli dei "babbei" (come li chiami tu) contemporanei, ma anche dei "babbei fotografi" dei secoli passati. Proprio il grande Giorgio Sommer chiama "Villa del Popolo" anche i giardini di Palazzo Reale a Piazza Municipio (vedi qui). Il che non credo che sia corretto...

Per est o ovest parlavo semplicemente di zone di Napoli, per est intendo rivolta verso la zona orientale, per ovest verso la zona occidentale, esclusivamente su questo :).--Baku (msg) 17:21, 16 nov 2011 (CET)Rispondi


Per intanto ho controllato de visu sia via Sedile di Porto che anche via dell'Annunziata - Piazza Calenda che sono da escludere ! Anche lungo i fronti del Rettifilo non ho individuato il palazzo che si intravvede in fondo alla strada, che mi sembra molto caratteristico, ed ho la sensazione di averlo visto da qualche parte nel centro storico... La ricerca continua... --Denghiù (msg) 12:53, 5 dic 2011 (CET)Rispondi

Biografando e contorni

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Sulla scia di molte città italiane (Brescia, Bergamo, Trento, Bolzano, Verona, Venezia) ho aggiunto alcune delle personalità celebri partenopee. Nei prossimi giorni, se volete, aggiungo quelle viventi.--Italo da b (msg) 16:10, 16 nov 2011 (CET)Rispondi

Cari amici,
ho notato con piacere che qualcuno ha cancellato la lista di biografie che avevo inserito notte tempo. Caso mai qualcuno ci ripensi la metto qui così da tenerla sempre d'occhio. Non so se ci avete fatto caso ma l'abitudine di inserire le biografie nelle voci cittadine è concentrata per lo più nel Nord Est d'Italia, tipicamente la zona più produttiva del paese. Non so se si possa fare un paragone con l'individualismo e la competizione ma certamente la questione, almeno dal punto di vista sociocico, ci fa riflettere tutti. La storia è fatta di individualità, la stessa rivoluzione non sarebbe diventata celebre senza Masaniello, anche se fu il Genoino a tessere le trame della cospirazione.--Italo da b (msg) 16:13, 13 dic 2011 (CET)Rispondi

Incipit

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Ciao a tutti,
qualcuno mi sa spiegare che significa minimo in quel box che vedo qui sopra la pagina delle discussioni? Poi, ihmo, si potrebbe cambiare incipit, magari attingendo dall'enorme patrimonio dei letterati nostrani ed, infine, ispirandomi a Bolzano e Comenio, ho affisso l'immagine del golfo supra, davvero suggestiva per il forestiero che si appresta a saperne di più sulla città.--Italo da b (msg) 17:42, 19 nov 2011 (CET)Rispondi

Bisogna attenersi alle linee guida: la foto iniziale sopra l'incipit è fuori standard. --Μαρκος 00:40, 21 nov 2011 (CET)Rispondi
Sarà a causa dei lunghi periodi di congelamento tra le montagne, ma non sapevo che anche Bolzano fosse fuori dall'Italia.--Italo da b (msg) 14:56, 22 nov 2011 (CET)Rispondi
Per la serie: "Non aver paura di fare modifiche"! --Μαρκος 15:01, 22 nov 2011 (CET)Rispondi
Carissimo Markos, da liberale qual sei, tu mi insegni che le modifiche si fanno per migliorare le voci, non per danneggiarle.--Italo da b (msg) 16:05, 22 nov 2011 (CET)Rispondi
Appunto. --Μαρκος 16:46, 22 nov 2011 (CET)Rispondi
Markos intende che per una voce che dovrebbe anelare alla vetrina, come quella su Napoli, è di gran lunga meglio mantenersi all'interno delle raccomandazioni oltre che delle prescrizioni contenute nelle linee-guida. Meglio rispondere ad uno standard rodato ma un po' asettico che fuoriuscire da esso pur con una modifica certamente accattivante e apprezzabile. -- Theirrules yourrules 19:22, 22 nov 2011 (CET)Rispondi
Resta il fatto che NON è proibito inserire nuovi interlink o interprogetti, ma voi due avete deciso così, solo perchè Napoli deve essere uguale alle altre, quando sapete benissimo che così non è, e che non sarà mai, perchè l'uguaglianza è un'utopia (e Bolzano lo dimostra). Il bello è che finora non ho letto nulla della qualità degli edit che avevo proposto, vedo solo l'imposizione di una quantità, e poi perchè, per quale assurdo principio estitistico me lo sapete dire? Caro Theyr, tu sai che ti stimo che sei mio amico (un po' meno Markos, pazienza non si può andare d'accordo con tutti ) ma ciò non significa che la maggioranza abbia sempre ragione, sopratutto poi quando questa assume più i contorni di una zona grigia. Jamm a' vere'--Italo da b (msg) 15:00, 23 nov 2011 (CET)Rispondi
Mi ha anticipato (di un'ora circa), poco più sotto, Rojelio. E aggiungo: Bolzano non dimostra nulla. Dimostra solamente il fatto che quella voce non rispetta i criteri per un eventuale ingresso in vetrina e che, in generale, non è ancora stata formattata secondo gli standard vigenti nel progetto:Comuni di it.wikipedia. --Μαρκος 16:47, 23 nov 2011 (CET)Rispondi

Richiesta di pareri

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Buongiorno,
vorrei un parere su questo edit e se, nello specifico, ciò preclude la possibilità di inserire nuovi interlink o interprogetti ovvero se le linee guida prescrivono il divieto di aggiungere nuovi interlink o interprogetti?--Italo da b (msg) 14:22, 21 nov 2011 (CET)Rispondi

No. Direi che sconsiglia ("preclude" non è corretto) quei link esterni e quei link interprogetto. E nemmeno troppo irragionevolemente, IM(NS)HO.
Interprogetto sulla storia di Napoli? In Storia di Napoli. Interprogetto sulla Magna Grecia? In Magna Grecia. Interprogetto sui trascorsi di Leopardi a Napoli? In Giacomo Leopardi. Interprogetto sul dialetto napoletano? In Dialetto napoletano. Interprogetto sulla pizza napoletana? Vuoi provare ad indovinare tu? Ok, faccio io: pizza napoletana.
E passando ai collegamenti esterni... nonciclopedia? E che contributo informativo offre? "How to Enjoy Christmas Lights While It's Raining in Naples"? Scusa, ma non trovo commento diverso da "al di là del bene e del male". Wikimapia? E che ce l'abbiamo messe a fare le coordinate in testa alla voce (due volte: in cima e nel box sinottico) con link a 26 (diconsi ventisei) distinti servizi di mappe online (Wikimapia inclusa)? Napoli Teatro Festival? E la voce Napoli Teatro Festival Italia che ce la teniamo a fare, allora?
Non è proibito aggiungere collegamenti interprogetto che si ritiene mancanti; ma se non sono pertinenti qualcun altro li rimuove anche. Ogni cosa ha la sua propria collocazione e i link offerti in una voce devono essere direttamente pertinenti alla voce in cui vengono inseriti per non ottenere un guazzabuglio che potrà forse offrire un colpo d'occhio gratificante a chi ama la quantità, ma non è di alcun ausilio per quelli che (non troppo insensatamente) da un'enciclopedia si aspettano un'organizzazione sistematica della conoscenza. Immagino non sia necessario che io specifichi quale delle due categorie di persone Wikipedia, con i suoi contributori e le sue linee guida, mira a soddisfare e quale, invece, ad ostacolare.
Più in generale, e in riferimento a quanto scritto nella sezione precedente, è vero che la maggioranza non ha sempre ragione... ma ci azzecca piuttosto spesso, per cui quando ti trovi in minoranza, il dubbio di avere torto ti dovrebbe almeno sfiorare, e se ti trovi proprio tutti contro c'è la concreta possibilità (anche se mai l'assoluta certezza) che quello a cui sta sfuggendo qualcosa sia tu. -- Rojelio (dimmi tutto) 15:43, 23 nov 2011 (CET)Rispondi
Cari amici,
la voce fa ca*are e su questo non ci piove. Ma privare a chiunque di qualsiasi tentativo di migliorarla, imho, è perdere Filippo e 'o panaro. Se andate a vedere alle linee guida nella sub sezione “Collegamenti esterni” si fa esplicito riferimento a siti esterni di particolare interesse per il comune in questione, ebbene, se al posto di “interesse” fosse scritto “utilità” avrei certamente compreso lo scetticismo dei miei interlocutori, ma in questo caso (e non voglio essere stigmatizzato tra i condizionati), trattandosi di “interessi” le cose cambiano non poco, perchè nessuno di noi sa con certezza cosa vuole il lettore ovvero cosa cerca, perchè è evidente che lo scopo della voce è di essere letta e questo è un “interesse” ma cosa altro sappiamo di ciò che vuole vedere il lettore oltre alla solita minestra?
Ciò che cerco di dirvi, cari amici, è che il pubblico di wikipedia muta in continuazione, il lettore cambia, le regole e, peggio ancora, le “linee guida” rimangono le stesse. Questa nostra tendenza a prostrarci alle norme wikipedia certamente risponde ai canoni di liceità ma non è assolutamente “utile” ai fini del miglioramento della voce perchè non tiene conto delle dinamiche del contesto nel quale sono “immersi” i lettori, che noi ignoriamo quasi del tutto e che sono in continuo movimento.
Sembra quasi che noi wikipediani vogliamo imporre ai lettori, vecchi o nuovi, cosa leggere il che è assolutamente illiberale. E ciò si riflette, dunque, anche sul sistema di valutazione della qualità che non rispecchia gli interessi dei lettori ma solo quello dei burocrati. Non dico che questa voce debba diventare comme 'na casa 'e 'na vammana, però qualche barlume di speranza e di accoglienza per i niubbi pure ci deve essere altrimenti perdiamo il carisma universale wikipediano. Lo spirito partenopeo è sopratutto accoglienza e calore, non ha nulla a che vedere con le fredde valli alpine. Estinguere lo spirito partenopeo equivale ad apporre il valore “minimo” alla voce. Napoli è mortificata senza il suo spirito e non può esistere senza di questo. Nessuna enciclopedia, nessuna cultura, nessuna scienza potrà mai relegarla in un posto predeterminato senza il suo spirito. E lo spirito è anche creativo. Non a caso avevo inserito un link su WikiHow. E lo spirito è anche arte. Non a caso avevo inserito un link su WikiARTpedia. E lo spirito è anche ironia. Non a caso avevo messo un link relativo a nonCICLOPEdia perchè in fondo wp è anche finzione, vuole raccontare la realtà ma nel tentativo di sintetizzarla esprime un'astrazione.
Cari amici, concludendo, con quale spirito vogliamo candidare Napoli al wikimania 2013? Con lo spirito serioso, bacchettone, esageratamente sistematico? Cercate, piuttosto, di eliminare la parola “serio” dal vostro vocabolario e sostituitela con “siero” quello wikipediano naturalmente, quello che i wikipediani di tutto il mondo ci chiedono, riempiteci un siringone e fatevene pere a iosa, sperimentate e lasciate sperimentare, non limitatevi a limitarvi perchè altrimenti finimmo a ffa l'arte do funaro! Saluti partenopeschi--Italo da b (msg) 14:05, 24 nov 2011 (CET)Rispondi
  • Primo pilastro: "Wikipedia è un'enciclopedia [...]. Wikipedia non è una raccolta indiscriminata di informazioni."
  • Wikipedia:Cosa Wikipedia non è: "Wikipedia non è una raccolta indiscriminata di informazioni. Che qualcosa sia vero non significa che sia adatto ad essere incluso in una enciclopedia."
  • Wikipedia:Collegamenti esterni#Regole di base: "Wikipedia non è un indice di siti web sull'argomento (per questo esiste, ad esempio, DMoz); i collegamenti devono costituire utili fonti di approfondimento enciclopedico sull'argomento".
  • Il nesso tra Wikimania ed i contenuti di questa voce esulano dai confini della logica aristotelica.
Per soddisfare le più disparate curiosità di un lettore esistono altri luoghi ed altri strumenti. Questa è un'enciclopedia: soddisfiamo il desiderio di informazioni oggettive, perché è questo che un'enciclopedia fa. Non ti va bene, ti sta stretto? Peccato, perché cionondimeno questa resta un'enciclopedia. Come possiamo "tradire" lo spirito partenopeo se non è mai stato nei nostri piani di assecondarlo? E sai perché non è negli scopi di Wikipedia adattare i propri lemmi a qualsivoglia spirito che non sia quello della neutralità e dell'oggettività? Dai che è facile, te ne ho già dato qualche indizio... esatto: perché "Wikipedia è un'enciclopedia".
Comunque, caro amico, non ti scoraggiare: in rete c'è pieno di servizi di hosting gratuito dove potrai pubblicare tutte le pagine che vuoi, compresa una su Napoli che faccia meno ca*are di questa, che trasudi spirito partenopeo più di una mozzarella di bufala, e in cui sarai liberissimo di informare i tuoi lettori su quale sia il modo migliore di godersi la città a Natale quando piove. Sono sicuro che per questo ti manifesteranno la loro incondizionata, partenopesca gratitudine.
Ossequi (teutonici ed illiberali). -- Rojelio (dimmi tutto) 16:23, 24 nov 2011 (CET)Rispondi
Allora ricapitolando:
Indicatore Ammesso/Vietato Quantità attuale
Altri progetti (commons)   1
Altri progetti (wikiquote)   1
Altri progetti (simili)   2
Collegamenti esterni (siti interessanti)   4
Collegamenti esterni (alberghi)   0
Collegamenti esterni (ristoranti)   0
Collegamenti esterni (agenzie di viaggio)   0
Collegamenti esterni (Dmoz)   1
Collegamenti esterni (WikiARTpedia) a discrezione dei burocrati 0
Collegamenti esterni (wikitravel) a discrezione dei burocrati 0
Collegamenti esterni (wikiHow) a discrezione dei burocrati 0
Totale Totale 60
E adesso come la mettiamo?
PS. Si noti che al frontespizio delle linee guida sta scritto: “Ricorda che una omogeneità di presentazione dei dati delle varie voci (ovviamente il contenuto è e deve essere diverso) migliora la facilità di comprensione di chi legge” si noti anche che nella medesima fonte alla sub sezione “Voci correlate” sta scritto: Normalmente viene inserita una lista di wikilink a voci strettamente correlate con il comune, magari non citate nelle sezioni precedenti; è possibile riassumere, elencandole, le varie sottovoci. Qui non vedo alcun divieto! Alla sub sezione “Altri progetti” sta scritto: Eventuali collegamenti a Commons, WikiZionario o simili; va utilizzato il template “Interprogetto” come illustrato su Aiuto:Interprogetto. Qui non vedo alcun divieto! Alla sub sezione “Collegamenti esterni” sta scritto: è esclusa ogni tipologia di link a carattere commerciale (alberghi, ristoranti, agenzie di viaggio, ecc.), siti con popup o con software maligno, ogni forma di blog e generalmente anche di siti personali e ancora non vanno inseriti collegamenti a GoogleMaps o servizi simili, qui vedo più di un divieto ma mi spiegate - aroppo tutt stu burdell - cosa c'entrano coi miei edit?--Italo da b (msg) 14:28, 25 nov 2011 (CET)Rispondi
Sono ancora qui,
non ho ancora lasciato Wp e sopratutto non ho abbandonato Napoli. Mi rendo conto che per voi è difficile comprendere le mie ragioni, pertanto credo sia giunto il momento di rispolverare qualche vecchio buon napoletano che ne sapeva più di noi.
Partiamo dalla considerazione che le norme wikipediane, siano esse linee guida o altro, non possono soffocare né mortificare la creatività di ciascuno ma allo stesso tempo pongono un limite all'opportunismo. E vedete che non a caso ho utilizzato il paragone con Bolzano. Si tratta di una città che per secoli è stata tedesca, con una lingua tedesca, diversa ad es. da quella trentina. Dopo la Grande Guerra e fino ad oggi questa città ha iniziato ad assumere dei caratteri tipicamente italiani, e oggi non c'è nessuno che può negare che Bolzano sia italiana a tutti gli effetti.
Tuttavia, dovete sapere che ci sono delle anomalie che hanno contraddistinto tale passaggio come ad es. il fatto che Bolzano, diversamente da Napoli, non abbia un dialetto caratteristico locale, quanto piuttosto una summa dei dialetti di coloro che vi abitano, anche se limitati fra i pari. Anche noi wikipediani, a quanto pare, parliamo differenti lingue, ciascuna afferente all'ambito disciplinare o normativo che ci siamo scelti, ma non per queste talmente diverse da permetterne la convivenza civile. Perché questa è la missione di wikipedia: unire le diversità lasciando libertà di scelta a ciascuno.
Il lettore si chiederà: «Cosa c'entra Filangieri con Wikipedia?»:
# far presente la necessità di riforme legislative; 
# far conoscere al « governo » («ultimo ad avvedersene») i vizi e i difetti della legislazione; 
# ovviare alla molteplicità delle leggi
Amici, intendiamoci, non è che su Wp esiste un governo come lo intendiamo nella realtà con sottosegretari e ministri, però è fuori dubbio che esistono utenti che «hanno avuto la fiducia dalla comunità per compiere determinati compiti» (Guida Wiki, sezione “Wikipedia” sub sezione “Amministratori”).
La legislazione, quindi «potrà essere riparata» e a farlo dovrebbe essere il Censore. 
Il Censore in questo caso non è da confondersi con colui che “censura”, in quanto già lo fanno gli amministratori, ma colui che “censisce” quegli elementi normativi obsoleti che abbisognano di essere riformati, nel nostro caso il sistema di valutazione delle voci e la discrezionalità sui nuovi edit.
Questo nuovo ufficio doveva essere composto dai «più savi e più illuminati cittadini dello Stato»
Questa sentenza ricorda da vicino ciò che è scritto nella Guida Wiki e cioè: un amministratore dovrebbe dare sempre il buon esempio. Gli utenti dovrebbero pensare: "se un amministratore dice o fa questo o quello, deve trattarsi di un'operazione corretta...". Per questo, gli amministratori hanno una grande responsabilità dovuta al modo in cui le persone e gli utenti vedono Wikipedia. A dire il vero ci sono molti limiti nell'esposizione, ad es. si ritiene che il lettore agisca tramite una pedagogia esclusivamente “imitativa”, cioè basata sull'emulazione, il che è “limitativa” per il contesto virtuale che abbraccia un più ampio e variegato pubblico. Anche la logica dell'esempio è monolitica, è a una dimensione, e poi il termine esempio mi fa pensare a qualcosa di paternalistico, quasi siracideo.
Questa «Magistratura [...] non dovrebbe essere che consultiva», altrimenti «lederebbe la principale prerogativa della facoltà legislativa». 
Si evince, a questo punto, che si fa cenno ad un ruolo nuovo su Wp, un ruolo che non potrebbe fare altro che migliorare la struttura legislativa e funzionale di questo meraviglioso strumento (a mio avviso sottoutilizzato). Un ruolo che sia esperto ma non burocratico affinché non succeda che ogni volta che un niubbo vuole aggiungere nuove informazioni deve chiedere per forza un parere a qualcuno. Un ruolo perito in norme e regolamenti e che conosca i metodi per rilevare la domanda sociale dei lettori di wp in modo da implementarli al contesto normativo. Un ruolo che allo stesso tempo sia animatore della comunità che, cioè, pubblicizzi le proposte e stimoli la coscienza sociale verso un cambiamento globale. È un'utopia forse anche questa?--Italo da b (msg) 16:08, 26 nov 2011 (CET)Rispondi

Chiesa sconosciuta

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Ritorno a voi tutti per un nuovo appello. Sempre Giorgio Sommer dà questa fotografia di "costume":

 

Qualcuno riconosce di che chiesa si tratti? E' una chiesa-palazzo. Sommer la dà a Napoli, ma io non la riconosco proprio... Sospetto piuttosto che si trovi in un paese vesuviano o della costiera, dove vi sono le processioni degli incappucciati il venerdì santo (anche se qui si tratta di un funerale), che so... Somma Vesuviana, o Piano di Sorrento, o ...? Qualcuno ha qualche idea? Grazie come sempre per ogni vostro aiuto ! --Denghiù (msg) 13:05, 5 dic 2011 (CET)Rispondi

Festival della citazione napoletana

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Cari amici,
vi chiedo di riaprire il dibattito sulla citazione da apporre all'inizio della voce. Su wikiquote trovate una rosa di opzioni, qui vorrei fare le mie proposte, naturalmente corredate dal ampio corredo spirituale. Buona scelta--Italo da b (msg) 17:19, 10 dic 2011 (CET)Rispondi

  • Nè climi meridionali sotto un cielo come questo di Napoli che invita così potentemente alla pigrizia ed a quel dolce far niente di che ci han fatto una colpa gli stranieri, il vagabondaggio è così esteso che noi disperiamo che possa il governo gungere ad estirparlo del tutto in un paese come il nostro dove si vive così a buon mercato (Francesco Mastriani, I Vermi, p. 127)

Cari amici,
permettemi un breve commento. La prima citazione è condizionata al contesto letterario da cui è tratta, e cioè un'opera essenzialmente storico-sociale con influenze sociologiche. Naturalmente la citazione assume valore per il contesto dell'epoca, in quanto proposta all'epoca attuale potrebbe sembrare un po' giustizialista, data anche la crisi in atto. A questo punto vi propongo una nuova citazione che, come dire, serve anche da autocritica.--Italo da b (msg) 17:33, 20 dic 2011 (CET)Rispondi

  • Il fallo vero di noi Napolitani fu sempre lo disconoscere le virtù de' Napoletani (De Sivo, 395).

Citazione sarcastica.--Italo da b (msg) 11:08, 24 dic 2011 (CET)Rispondi

  • Vedete com'è bella Napoli! Gli uomini vivono da tanti anni spensierati e felici, di tanto in tanto se ne impicca uno, e tutto il resto procede magnificamente per la sua via (Gaetano Filangieri).

Ricorrenze

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Cari amici,
qui ho aggiunto delle celebri ricorrenze per Napoli. Non ho ancora inserito quelle realtive all'Anno giudiziario e del San Carlo perchè non sono sicuro sulla data precisa, mi pare che nel primo caso oscilli tra il 27 ed il 30 gennaio, mentre nel secondo ci sono due date per l'apertura invernale e quella estiva. Vorrei inoltre chiarimenti sull'ipotesi di ricorrenza del terremoto in Irpinia.--Italo da b (msg) 14:32, 11 dic 2011 (CET)Rispondi

Architetture militari

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Cari amici,
anche qui come per le ricorrenze ho certato di rispettare il più possibile le linee guida. Da notare che la voce di rimando sulle mura è praticamente sguarnita di fonti, ho preferito quindi crearne una ex novo non disdegnando l'apposizione del link di rimando. Per quanto riguarda i castelli, ci sarebbe ancora qualcosa da scrivere sullo Sperone ma dato che la sezione fortezze è vuota, se siete d'accordo, la metterei lì. --Italo da b (msg) 14:40, 11 dic 2011 (CET)Rispondi

Suddivisioni storiche

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Cari amici,
qui ho inserito le informazioni relative alla suddivisione storica della città. Si noti che tale suddivisione è avvenuta di concerto con due fattori: l'esplosione demografica e l'humus greco-romano della sussidiarietà. Quindi ben si inserisce tra le altre due sub sezioni sul tessuto urbano e sull'amministrazione. --Italo da b (msg) 15:47, 21 dic 2011 (CET)Rispondi

Istituzioni, enti ed associazioni

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Cari amici,
qui ho inserito la sub sezione istituzionale della città, per problemi di spazio mi sono limitato all'essenziale, linkando alle omonime voci. Laddove ce n'era bisogno ho integrato con informazioni nuove. Volendo si potrebbe ampliare la sezione aggiungendo anche gli enti di mancata rilevanza nazionale come ad es. le società partecipate (Bagnolifutura, Consorzio Napoli est, Arin, Asia, etc.).--Italo da b (msg) 10:25, 24 dic 2011 (CET)Rispondi

Scuola

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Anche qui come per la pagina istituzionale mi sono limitato all'essenziale. Da notare che per iscriversi al conservatorio o all'accademia basta la licenza media.--Italo da b (msg) 10:38, 24 dic 2011 (CET)Rispondi

Eventi

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Quelli senza data non sono sicuri al cento per cento: l'America's Cup per gli ovvi problemi con la Procura e Wikimania.--Italo da b (msg) 10:47, 24 dic 2011 (CET)Rispondi

Economia e Religione

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Cari amici,
qui e qui ho dato soddisfazione alle linee guida, attenendomi all'essenziale. Buona lettura e buon Natale a tutti i napoletani ed a tutti gli italiani che passano da queste parti. Saluti roccocheschi.--Italo da b (msg) 15:50, 25 dic 2011 (CET)Rispondi

Gemellaggi

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Napoli è gemellata con le città che il sito del comune di napoli fa riferimento. Miami e Napoli non sono gemellate hanno siglato un patto tra i 2 porti, è una sorta di gemellaggio ma tra i porti non tra le i due comuni. Controllate meglio le str... che son scritte un pò ovunque in questa enciclopedia controllando la fonte e la sua attendibilità. Grazie

Ho controllato per bene, molti dei gemellaggi elencati prima erano inesistenti. (Fonte: http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5931)

Invece di scrivere CA****E scrivete il vero su Napoli, napoli nn è gemellata ne con miami ne con londra ne con niù iorche, da quando abbiamo capito sono gli stessi utenti registrati a modificare e a scrivere palle, miami e napoli hanno accordi commerciali tra i porti, chiamato volgarmente gemellaggio dei porti ma non tra le città, di certo il porto di new york avrà qualche gemellaggio commerciale con qualche porto africano o forse filippino ma non c'entrano le città. modificate l'ennesima cretinata su napoli, comunque già stiamo segnalando gli utenti registrati che si divertono a scrivere str***e a piacimento.

DI NUOVO I TROLLS A SCRIVERE GEMELLAGGI INESISTENTI, MIAMI, LONDRA, NEW YORK, LOS ANGELS... AVETE BLOCCATO LE MODIFICHE SULLA PAGINA CENTRALE MA TUTTE LE FESSERIE NON LE RIMUOVETE EH? MA NON ESISTONO I MODERATORI?

Questi sono gemellaggi ufficiali non di più: http://www.comune.napoli.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/5931

  • Napoli non è gemellata con Miami, sono americana e ve lo posso garantire.

Qualità della vita

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Il paragrafo è stato oggetto di alcuni inserimenti decisamente POV. D'altra parte trattasi di materia altamente opinabile ed è facile trovare un qualsiasi articolo di giornale che dice tutto ed il contrario di tutto. Onde evitare di dare un ingiusto rilievo a tesi di parte, lascerei solo i rimandi a voci specializzate. --Gac 15:36, 8 gen 2012 (CET)Rispondi

Approvo. --o'Sistemoneinsultami 16:36, 8 gen 2012 (CET)Rispondi
finchè si evidenziavano solo gli aspetti negativi, nessuno protestava, appena invece sono state inserite statistiche del sole 24 ore (POV di che? non è mica un quotidiano napoletano) dove si evidenziava che Napoli in fondo non è l'unica città dove si commettono reati e che quest'anno è stata superata anche da altre città per numero di reati e di omicidi, si elimina tutto...chissà perchè!!!!--79.43.28.242 (msg) 23:36, 8 gen 2012 (CET)Rispondi

Collegamento non funzionante

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Durante un controllo automatico il Bot ha individuato questo collegamento esterno come non funzionante. Per favore, verifica che il collegamento non sia realmente disponibile e valuta se sostituirlo o rimuoverlo. Grazie!

--ArcheoBot (msg) 17:00, 12 gen 2012 (CET)Rispondi

Collegamento non funzionante 2

modifica

Durante un controllo automatico il Bot ha individuato questo collegamento esterno come non funzionante. Per favore, verifica che il collegamento non sia realmente disponibile e valuta se sostituirlo o rimuoverlo. Grazie!

--ArcheoBot (msg) 17:00, 12 gen 2012 (CET)Rispondi

Collegamento non funzionante 3

modifica

Durante un controllo automatico il Bot ha individuato questo collegamento esterno come non funzionante. Per favore, verifica che il collegamento non sia realmente disponibile e valuta se sostituirlo o rimuoverlo. Grazie!

--ArcheoBot (msg) 20:59, 14 gen 2012 (CET)Rispondi

Collegamento non funzionante 4

modifica

Durante un controllo automatico il Bot ha individuato questo collegamento esterno come non funzionante. Per favore, verifica che il collegamento non sia realmente disponibile e valuta se sostituirlo o rimuoverlo. Grazie!

--ArcheoBot (msg) 21:00, 14 gen 2012 (CET)Rispondi

Collegamento non funzionante 5

modifica

Durante un controllo automatico il Bot ha individuato questo collegamento esterno come non funzionante. Per favore, verifica che il collegamento non sia realmente disponibile e valuta se sostituirlo o rimuoverlo. Grazie!

--ArcheoBot (msg) 21:00, 14 gen 2012 (CET)Rispondi

Collegamento non funzionante 6

modifica

Durante un controllo automatico il Bot ha individuato questo collegamento esterno come non funzionante. Per favore, verifica che il collegamento non sia realmente disponibile e valuta se sostituirlo o rimuoverlo. Grazie!

--ArcheoBot (msg) 21:00, 14 gen 2012 (CET)Rispondi

Collegamento non funzionante 7

modifica

Durante un controllo automatico il Bot ha individuato questo collegamento esterno come non funzionante. Per favore, verifica che il collegamento non sia realmente disponibile e valuta se sostituirlo o rimuoverlo. Grazie!

--ArcheoBot (msg) 21:01, 14 gen 2012 (CET)Rispondi

Commento del Goethe su Napoli

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Ho cercato di tradurre il commento di Johann Wolfgang von Goethe. Si trova nella voce Wikipedia tedesca "Neapel": "Non è da rimproverare che nessun napoletano vuole cedere dalla sua città e che i loro poeti cantano la beatitudine del sito di qui con sontuosi iperboli, anche se alcuni altri Vesuvi confinassero. Qui non si vuole ricordarsi Roma: Contraposto al sito spazioso qui il capoluogo del mondo nel fondovalle del Tevere pare come un vecchio convento mal situato."

„Dass kein Neapolitaner von seiner Stadt weichen will,
dass ihre Dichter von der Glückseligkeit der hiesigen Lage in gewaltigen Hyperbeln singen,
ist ihnen nicht zu verdenken,
und wenn auch noch ein paar Vesuve in der Nachbarstadt stünden.
Man mag sich hier an Rom gar nicht zurück erinnern:
gegen die hiesige freie Lage kommt einem die Hauptstadt der Welt im Tibergrunde
wie ein altes übelplatziertes Kloster vor.“

Magari c'è qualcuno che può limare l'italiano imperfezionato.--188.105.79.241 (msg) 03:59, 9 feb 2012 (CET)Rispondi

Ho segnlato a un utente che può fare al caso tuo. ---- Theirrules yourrules 04:27, 9 feb 2012 (CET)Rispondi

Forse dice qualcosa del genere:

Se nessun napoletano vuole andarsene dalla sua città, se i poeti celebrano in grandiose iperboli l’incanto di questi siti, non si può fargliene carico, vi fossero anche due o tre Vesuvi nelle vicinanze. Qui non si riesce davvero a rimpiangere Roma; confrontata con questa grande apertura di cielo, Roma nella bassura del Tevere appare come un vecchio convento in posizione sfavorevole.

E' abbastanza famosa. Però se hai in mente di metterla nella pagina, te lo sconsiglio... è abbastanza "pesante" come citazione. Ma anche se ve ne fosse stata di un altro tipo, sappi che la wikipedia italiana non è come quella tedesca, inglese o chicchessia, soprattutto per le voci geografiche: è una lurida dittatura nazista. Questa pagina poi, attira simpatie e antipatie come api sul miele. Per non parlare delle convinzioni che si vengono a creare (vedi anno di fondazione di Napoli descritto nell'intro, o cosa succede ad esempio da anni qui... vabbè, io ti ho avvertito :). Bye bye. --Baku (msg) 06:32, 9 feb 2012 (CET)Rispondi

Grazie. Magari i Romani interverranno. Non posso immaginarmi altra cagione di scandalo.--88.64.131.226 (msg) 11:06, 9 feb 2012 (CET)Rispondi
Edit: Grazie per la traduzione. Alcune parole del Goethe sembrano essere un po' spostati per quanto riguarda il significato. "Sie wollen von ihrer Stadt nicht weichen", penso che "andarsene" non è necessariamente ciò ch'ha voluto dire. Magari intende "Non vogliono fare concessioni al giudizio sulla città patrìa."/ "Sono irrimediabilmente legati a ciò che dicono della propria loro città." Ma non sono troppo sicuro.--88.64.131.226 (msg) 11:15, 9 feb 2012 (CET)Rispondi
Edit II: La voce non è modificabile. O bisognerebbe avere un account in questo caso. Comunque, grazie.--88.64.131.226 (msg) 11:19, 9 feb 2012 (CET)Rispondi

Io purtroppo non conosco il tedesco, so solo che si tratta di una citazione abbastanza famosa e questa è la traduzione che si riscontra maggiormente in giro. In quanto alle modifiche, forse è meglio se ti crei un account. Buon lavoro :).--Baku (msg) 14:23, 10 feb 2012 (CET)Rispondi

Scusate se intervengo dopo tanto tempo su questo argomento, cerco di rendermi utile. La citazione, famosissima, proviene da "Viaggio in Italia", facilissimamente reperibile nelle biblioteche (io ne possiedo una copia, ma non a portata di mano, purtroppo). La traduzione è assolutamente esatta, quindi direi che se si vuole inserirla, si può fare tranquillamente.--Ferdinando Scala (Rubra Mater) 02:54, 11 mar 2012 (CET)Rispondi

Qualità della vita

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Ho aggiunto il link di rimando alla voce sulla qualità della vita inizialmente pensata per questa voce ma che per problemi di spazio non ho potuto integrare. --Italo da b (msg) 14:41, 22 feb 2012 (CET)Rispondi

Suddivisioni storiche

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Ho aggiunto due righe sulle fratrie napoletane. Ero indeciso se integrarle qui o nella voce apposita sulla storia di Napoli. Ho infine deciso di lasciarle qui in quanto si riferiscono a localizzazioni abbastanza precise nella città e quindi indicate come suddivisioni storiche. Oltre al Capasso, c'è il Regina ed anche il Pirro. Solo il Piedimonte ne conferisce una funzione esclusivamente confessionale e quindi disgiunta da quella politica. Che poi le autorità religiose di un tempo assumessero anche funzioni politiche sono deduzioni che lasciamo ai sociologi ma - imho - non lontanissime dalla realtà dei fatti.--Italo da b (msg) 14:59, 22 feb 2012 (CET)Rispondi

Simboli

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Il Celano ci ha lasciato questa chicca interessantissima, come la dobbiamo prendere se non in senso politico?--Italo da b (msg) 15:02, 22 feb 2012 (CET)Rispondi

Napoli Wikitravel

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Cari amici,
vi presento a tutti Wikitravel. Si tratta di un portale di informazione turistica ma ciò non vuol dire che sia di tipo commerciale perchè non pubblicizza qualche azienda in particolare se non il sistema turistico nel suo complesso. Come potete vedere, vi sono contenuti gli elenchi dei monumenti e degli itinerari di principale interesse storico-artistico. In realtà si potrebbero accennare su eventuali problemi che hanno determinato una difficoltà di accesso al sito indicato da questa o quella voce mentre gli orari ed il costo del biglietto si potrebbero aggiungere in discussione. Non potendolo fare in una wikipedia, si può visitare un portale dedicato, Wikitravel appunto. --Italo da b (msg) 14:45, 2 mar 2012 (CET)Rispondi

Salve e dichiarazione di intenti

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Di ritorno dalle vacanze estive ho messo nella lista delle cose da fare quella di portare questa pagina in vetrina. Quindi mi impegnerò per fare in modo che questo sia possibile, con l'aiuto di chi voglia partecipare. Cerco aderenti costruttivi al progetto, astenersi troll e perditempo. Chi ci sta?--Ferdinando Scala (Rubra Mater) 17:02, 28 ago 2012 (CEST)Rispondi

Molto interessante la tua iniziativa. Ti confesso che le pagine troppo ampie non è che mi esaltano chissà quanto. Per esempio prendi la voce Italia (possibile prossima vetrina), o Roma (già in vetrina), sono due voci che non fanno altro che elencare delle cose. Gli scrittori italiani sono questo codesto e quello, I monumenti di Roma sono questi codesti e quelli...Insomma, sono tutti degli elenchi che rimandano alle sottovoci più ampie e sicuramente meglio scritte. Dunque, a parte qualche contributo volto ad eliminare informazioni errate, o a migliorare la parte storico-artistica della città, poi non credo ci sia chissà quanto da fare per questa voce. In tutta onestà. Però ribadisco, l'iniziativa è lodevole ed interessante. Vediamo se c'è qualcuno che aderisce...--o'Sistemoneinsultami 17:43, 28 ago 2012 (CEST)Rispondi
Rientro...a supporto di ciò che ho detto sopra. La voce è di 220 kb...Sai che significa? Bisogna toglierci almeno una 50 di kb. Quindi, oltre a riscriverla, andrebbe innanzitutto tolta qualche informazione inutile o superflua. --o'Sistemoneinsultami 17:50, 28 ago 2012 (CEST)Rispondi

In vetrina? Ti pare che questa voce possa entrare in vetrina :)? Se entrasse in vetrina, tutti gli sforzi verrebbero rinnegati, leviamo questo, leviamo quello (non dimentichiamo che la vetrina è fondamentalmente bigotta e da evitare come la peste, per avere una stellina sulla pagina possiamo davvero tarpare le ali alla voce? Più di quanto non le si faccia già? Già le regole basilari a me non piacciono, tipo: "è un comune italiano"... ma che roba è, cose dell'altro mondo, che sò ste cose fasciste, non si può scrivere diversamente? Il vocabolo città non si usa più? Figuriamoci gli altri inciucetti per la vetrina, che la pagina deve rispettare tale grandezza, così e colì. In tal modo le pagine diventano solo una specie di elenchi telefonici, senza sapore, senza vita, pagine bigotte. A me sta bene così sinceramente, non avrà la stellina, ma è libera, almeno per modo di dire (e salvo il cretinello di turno), ma soprattutto è libera di sbagliare. Pensa a questa voce in vetrina appena si facesse uno sbaglio, subito a richiedere la rimozione. Come è già successo tempo fa. No, no... ricorda che siamo in ITAGLIA, e non in un paese patriotticamente normale come germania, francia, stati uniti, qui non si pensa a valorizzare le proprie città indipendentemente da tutto, ma a fregarsi a vicenda. Siamo in ITAGLIA. E questa voce poi è troppo speciale, parla di una città troppo diversa per vocazione, e la diversità fa paura è sempre stato così, perchè è insolita, ha talento, ha libertà. --Baku (msg) 20:41, 28 ago 2012 (CEST)Rispondi

E te pareva... --Μαρκος 20:55, 28 ago 2012 (CEST)Rispondi
Se la voce è tot kb e le regole dicono che per entrare in vetrina deve rispettare una certa dimensione, amen. Non mi pare che Roma sia una città meno ricca di Napoli in termini di cose da descrivere, eppure riesce a dire le cose che deve entro quello spazio (vero? non ho checkato quanti kb è...se non rispetta le regole va tolta...). Non dobbiamo confondere il dire tutto con il dire tutto prolissamente. Per quanto riguarda le considerazioni di Baku, per il quale ho la stima che sa, non sono parzialmente d'accordo. Se rispetta le regole per andarci, questa voce va in vetrina eccome. Sarà mia cura, con la dolcezza di carattere che mi è caratteristica e che tu e il Sistemone conoscete (Markos90 un po' meno, non ci siamo incrociati), fare in modo che eventuali troll o perditempo o malevoli sbattano il muso. Già recentemente ho dimostrato che non mollo la presa fino a quando non ottengo l'obiettivo che mi sono prefisso, e non lo farò neanche in questo caso. Concordo invece con la straordinarietà di Napoli come città, e trovo inaccettabile che sia in vetrina su wiki.es/.zh/.hu e non qui. INACCETTABILE. Per cui, di nuovo, chi ci sta? Io posso fare il motore, ma senza semiassi, ruote e carburante, non vado da nessuna parte....--Ferdinando Scala (Rubra Mater) 21:14, 28 ago 2012 (CEST)Rispondi
La tua iniziativa è lodevole, Ferdinando, e spero di poterti dare il mio contributo, anche se a casa tengo solo pochi libri su Napoli e dintorni (il mio aiuto riguarderà soprattutto l'estetica, la forma della voce). --Μαρκος 21:53, 28 ago 2012 (CEST)Rispondi
Grazie Markos...io fortunatamente invece di libri ne ho tanti, più una certa dose di nozioni sparse in testa sull'argomento, che mi premurerò di bibliografare attentamente...--Ferdinando Scala (Rubra Mater) 22:15, 28 ago 2012 (CEST)Rispondi

Ecco fatto, vedete :)... pensiamoci un attimino meglio eh? Un numero potenzialmente "mutilatorio" attirato da una vetrina è molto molto molto maggiore. Pensateci benino su. Va a finire che davvero poi sta pagina diventa soltanto "è un comune italiano"... punto e a capo. Sai quanti soggetti ci saranno del tipo...

Ecco. Poi non capisco perchè sempre sti paragoni con Roma, sono due città straordinariemente diverse (una coi grandi imperi come istanbul, l'altra con numerose dominazioni straniere come gerusalemme e antichissima: non dimentichiamo che l'area di napoli vanta reperti dell'età del bronzo, reperti micenei unici e che il primissimo nucleo urbano se si fosse chiamato falero o meno poco importa)... e a dirla tutta, la gente può chiamarmi napoletanaccio quanto vuole, campanilista, ma per me Napoli è unica. Tutti sti paragoni con Roma non li vedo sinceramente. Napoli, come dissi tempo fa, è esagerata sia da un punto di vista naturalistico che da un punto di vista architettonico, artistico. Napoli è Rio de Janeiro e Firenze messe assieme, c'è poco da fà... questo voglio dire. Ai voglia di dirmi napoletano di qui e di lì, ma è la pura verità... Tutti sti paragoni io non li vedo sinceramente.

Poi sono città che hanno dei modi di approcciarsi alla storia diversamente.

Roma con l'appoggio della massoneria, con l'unità d'italia, con il fascismo e con uno stato stracentrale, con tutte ste attenzioni ha dato frutti mediocri, anacronistici... con lo stesso trattamento scommetto che napoli sarebbe diventata come Tokyo :)... visto che con una questione meridionale sulle spalle e con uno stato stracentrosettentrionalista per lo più, è diventata cmq quella che è... figuriamoci se avesse avuto il trattamento che ha avuto Roma, oh my god. Ecco, c'è un approccio diverso. Roma ha avuto zia unità d'italia e zio mussolini non ce lo dimentichiamo.

Per favore, non facciamo più certi paragoni che mi arrabbio :). Per molti versi non regge. Una città si giudica anche da un punto di vista di atmosfera, di idea.

Ok ha i ministeri, ha il parlamento, ma anche città come washington, ankara, brasilia, ecc. ce l'hanno... essere capitale non è tutto. E poi oggi come oggi, molte città non capitali di stato sono capitali: vedi strasburgo, vedi francoforte che ospitano importanti istituzioni europee. Tipo con sta germania che ci sta rompendo le scatole ultimamente con la banca centrale europea che ha sede a francoforte, l'europa è praticamente sotto lo schiaffo di francoforte e non berlino :). Il concetto di capitalità è cambiato, per fortuna, si è evoluto.

E una volta che napoli avrà istituzioni europpee, qui, perchè le avrà prima o poi, quale sarà la differenza? Passo e chiudo...--Baku (msg) 22:23, 28 ago 2012 (CEST)Rispondi

Salvo questa parentesi, io rimango sempre contrario alla vetrina, si era capito no? :).--Baku (msg) 22:26, 28 ago 2012 (CEST)Rispondi

Il tuo problema è con Wikipedia o con lo Stato? O con gli storici? O con la storia (Roma con l'appoggio della massoneria, con l'unità d'italia, con il fascismo e con uno stato stracentrale, che mi tocca leggere!)? O con gli alieni? Ancora non si è capito! --Μαρκος 23:01, 28 ago 2012 (CEST)Rispondi

Che mi tocca leggere dici? Mi pare proprio che tu scenda da chissà quale mondo, beato te. Detto questo, dico quello che penso... buonanotte.--Baku (msg) 23:12, 28 ago 2012 (CEST)Rispondi

In tal caso ti consiglio questa lettura. Buonanotte a te. --Μαρκος 23:15, 28 ago 2012 (CEST)Rispondi

Cosa c'entrerà questo mi sfugge... va bene, spero che almeno ti senta soddisfatto nella tua convinzione di avermi schernito. Mi dispiace, ho detto solo quello che pensavo :). Sono sicuro che al prossimo raduno wikipediano (magari a napoli), si possa chiacchierare davanti ad una bella pizza, potrei anche farti da cicerone, è sempre un piacere far conoscere le bellezze artistiche di napoli, e magari tu potresti portarmi delle graziose ricotte fresche, prosciuttine, mortadelle e pomodori dalla splendida Bivona: adoro la roba di paese, le sagre e tutto questo insomma. Ciao. Buonanotte :).--Baku (msg) 23:29, 28 ago 2012 (CEST)Rispondi

...hai dimenticato le pesche. In ogni caso, non è possibile che in ogni pagina di discussione tiri fuori la questione di Napoli città sottovalutata, dimenticata, fraintesa, odiata, facendo paragoni sempre e solo con una città che ha fatto la storia dell'occidente (e non solo)... Non è mica un insignificante paesino dell'entroterra siculo. E in più tenti di scoraggiare un'iniziativa volta a migliorare la pagina e l'intera enciclopedia. Tutto ciò è controproducente nei confronti del progetto. Pensaci su. --Μαρκος 23:36, 28 ago 2012 (CEST) P.S.: a proposito, com'è finita con tutto quell'ambaradan che hai sollevato?Rispondi

E anche se fosse??? Di certo l'immagine e cosa è napoli non è legata a wikipedia nè tantomeno ad un progetto. E poi parlo della vetrina in generale soprattutto, da evitare come la peste, sai quante gente la pensa così? poi nel caso di napoli più che mai, tutti quelli che collaborano a progetti napoletani se ne accorgono prima o poi che c'è qualcosa che non va, non è una leggenda, non penso che siamo tutti paranoici...cmq non è colpia mia se hai uno scarso spirito di osservazione e senso del giudizio, è un qualcosa di abbastanza palese e problematico. E come pagina "problematica" di certo non esiste solo quella di napoli. Come è finita?? Beh qualche risultato sempre si è ottenuto, al contrario di quanto dicevano i tuoi pronostici (inutile)...tu magari avrai visto del marcio in quegli interventi, ma è soltanto qualcosa di dovuto, è questo il tuo problema vedi, come speri che ti si prenda sul serio nel progetto?... per favore, per favore :). E ora sono stanco...Ciao ciao--Baku (msg) 23:56, 28 ago 2012 (CEST)Rispondi

E mi raccomando, non dimenticare le pesche... sono proprio curioso. Bye.--Baku (msg) 23:57, 28 ago 2012 (CEST)Rispondi

Sì, c'è un complotto contro Napoli. Buonanotte. --Μαρκος 00:00, 29 ago 2012 (CEST)Rispondi

E' semplicemente una pagina che attira qualche malintenzionato di troppo... che siano utenti di passaggio, che siano utenti veterani, ecc ecc... è semplicemente una pagina problematica come tante... stiamo parlando di qualcosa di palese, e mica sono il solo a dire che sia una pagina problematica, non so se tu legga quello che scrivo. La cretinata che siamo tutti paranoici non regge, se ne sono viste delle belle purtroppo, e molte volte anche. Stammi bene...--Baku (msg) 00:07, 29 ago 2012 (CEST)Rispondi

Questo messaggio è rivolto a Baku e a Markos90, per favore basta, il vostro non è un contributo enciclopedico ma è puro fanatismo, da una parte c'è Markos un siciliano che con Roma ci ha veramente seccato (la capitale di tutti è Roma....Roma di sopra, Roma di sotto....), dall'altro Baku (un campano di chissà quale zona dell'entroterra con la fissa di diventare napoletano verace e che su Napoli e la questione meridionale crede di saperne più di tutti) che fa solo comizi, e piantatela una volta per tutte, questa è un enciclopedia non un forum, vi attaccate alle chiacchiere per ore intere per non dire mesi o anni, BASTA, leggere qusta pagina e tentare di dare un contributo appare impossibile, sembra che abbiate il monopolio!!!!!! Rilassatevi e lasciate spazio anche agli altri, vi consiglio una bella wikipausa a tutti e due, almeno per un pò stamme nu poco cuiete! Scusate ma quando è troppo è troppo.--79.9.88.107 (msg) 01:44, 29 ago 2012 (CEST)Rispondi
Sì, hai ragione. --Μαρκος 10:58, 29 ago 2012 (CEST)Rispondi

Questa poi...gli unici che hanno seccato davvero sono gli utenti che commentano da sloggati e poi in pubblico si mettono a fare i santarelli, e osservano tutto e tutti, e arrivano a conclusioni del tutto personali. Sulla questione meridionale credo di saperne quanto basta e quanto riferiscono i libri di storia e i resonconti storici... chi pensa che la questione meridionale sia frutto della deficienza cronica dei meridionali (o qualcosa di molto simile) è un grave problema suo, non c'è che dire... e sottolineo grave!

Un campano di chissà dove???... di sicuro ti sbagli di grosso e non devo darti spiegazioni sulla clinica di nascita, nè tantomeno in quale quartiere era situata. Impara a dividere la lana e la seta oltremodo nei tuoi commenti e non fare di tutt'erba e un sol fascio. E soprattutto evita certi interventi da eroe che fanno soltanto ridere i cavoli. Grazie. --Baku (msg) 12:10, 29 ago 2012 (CEST)Rispondi

io contribuisco da sloggato perchè mi hanno cacciato due sere fa, non per altro, eroe di che? ho solo detto che i vostri interventi non danno nessun contributo costruttivo alla discussione che avete trasformato in una sfida sciocca tra Napoli e Roma, una diatriba fomentata da due utenti che fondamentalmente con le due città non c'entrano un tubo. Baku io non entro nel merito di certi temi, ma lasciatelo dire i tuoi interventi sono prolissi, ripetitivi e stancanti, scriviamo l'enciclopedia senza troppi piagnistei, l'unica cosa cronica che vedo è la tua ostinazione di credere che dici sempre e solo cose giuste e al minimo contraddittorio ti scaldi un pò troppo, stai più sereno. P.S Baku io sono un napoletano meridionalista, ma ho ancora il senso della misura.--95.245.41.247 (msg) 13:13, 29 ago 2012 (CEST)Rispondi
Va bene, abbiamo capito. Così come abbiamo capito che su Wikipedia bisogna registrarsi mostrando la propria carta d'identità per far capire con quali voci c'entriamo e con quali no. Discussione chiusa. --Μαρκος 13:19, 29 ago 2012 (CEST)Rispondi
ecco la sindrome dei monopolisti, discussione chiusa? Speriamo, ma tanto sempre qua state.--95.245.41.247 (msg) 14:24, 29 ago 2012 (CEST)Rispondi

Una sfida? Io dò pane al pane vino al vino. Semplicemente. Se questo modo di fare urta con altre pagine è un problema di quella pagina e se ci sono fonti uguali ad esempio bisogna venirsi incontro. Vedi, parli, parli e non ne azzecchi una... dici che sei nuovo? Ecco, allora aspetta un pochino prima di dire sciocchezze e analizza bene la situazione. Mi pare che tu non l'abbia affatto il senso della misura. Stammi bene. --Baku (msg) 23:32, 29 ago 2012 (CEST)Rispondi

impara ad editare, il campo oggetto non è una lavagna, non portare le tue frustrazioni qui sopra e smettila di spacciarti per napoletano, non lo sei, della clinica dove se nei nato non me ne frega niente, non basta nascere a Napoli per definirsi napoletani, Peppe Barra è nato a Roma ma di romano non ha un cavolo, smettila di credere che questa pagina sia una tua proprietà, l'enciclopedia si scrive in armonia con tutte le persone che hanno l'intenzione di migliorarla, mentre tu la stai trasformando in una battaglia Borbonica-Sabauda.--79.27.153.113 (msg) 23:48, 29 ago 2012 (CEST)Rispondi

Bozza paragrafo "Monumenti e luoghi d'interesse"

modifica

Mi dite cosa ne pensate? Le cose più importanti che ho fatto:

  1. Ho aggiornato alcune informazioni.
  2. Ho tolto l'elenco di chiese importanti. Diventa un'offesa per le altre che non vengono citate.
  3. Ho eliminato il paragrafo sul Centro direzionale e sull'Oltremare. In sostanza visto che il paragrafo riguarda i Monumenti ed i luoghi d'interesse, è "monumento" tutto ciò che arriva fino al periodo fascista. Più precisamente, fino al 1927. Quindi i due pragrafi li vedrei più inerenti all'aspetto urbano che a quello artistico. In particolar modo per quello che riguarda il centro direzionale.
  4. Ho corretto alcune cose eliminando delle informazioni in alcuni casi completamente false!
  5. Ho rivisto un po' l'ordine delle cose
  6. Tuttavia, non ho inserito i nomi dei più importanti architetti/scultori/pittori che hanno operato in città. Ammesso che questo lavoro vada bene, dovremmo inserirli? Quindi andrebbero inseriti i Vanvitelli, Naccherino, Fontana, Vaccaro, Fanzago, P. Bernini, o si pensi agli artisti che hanno lavorato nelle chiese, Reni, Giordano, Caravaggio, de Ribera, Stanzione, Corenzio, Lanfranco, Domenichino etc etc. --o'Sistemoneinsultami 02:11, 29 ago 2012 (CEST)Rispondi
Monumenti e luoghi d'interesse

Monumenti e luoghi d'interesse

  Lo stesso argomento in dettaglio: Centro storico di Napoli e Monumenti di Napoli.
 
Il Centro storico di Napoli, patrimonio dell'umanità; evidente, al centro, Spaccanapoli
 
Via dei Tribunali (il decumano maggiore) verso la Chiesa di San Pietro a Majella da sotto il campanile della Pietrasanta

Napoli è una delle città a maggior densità di risorse culturali e monumenti nel mondo che ne testimoniano la sua evoluzione storico-artistica. Il centro storico, nel 1995, è stato annoverato dall'UNESCO tra i patrimoni dell'umanità con la seguente motivazione:

«Si tratta di una delle più antiche città d'Europa, il cui tessuto urbano contemporaneo conserva gli elementi della sua storia ricca di avvenimenti. I tracciati delle sue strade, la ricchezza dei suoi edifici storici caratterizzanti epoche diverse conferiscono al sito un valore universale senza uguali, che ha esercitato una profonda influenza su gran parte dell'Europa e al di là dei confini di questa.»

Esso è il risultato di sovrapposizioni di stili architettonici, a racchiudere circa 2.800 anni di storia e a testimonianza delle varie civiltà che vi hanno soggiornato: fattori che gli hanno donato un valore universale senza eguali.[1] Su un territorio relativamente poco esteso sono presenti, tra gli altri, un grande numero di castelli, residenze reali, palazzi monumentali, chiese storiche e resti dell'età classica. L'eredità di questa storia millenaria si può comunque ammirare anche in tutta la città e nei suoi dintorni, che rendono la città di Napoli, un museo a cielo aperto a tutti gli effetti.

Tuttavia, la scarsa valorizzazione e la mancanza di fondi per eventuali restauri, fa sì che parte di tale patrimonio versi in rovina o in stato di degrado[2] (sono più di 160 le chiese che solo nel centro storico hanno gravi problemi strutturali, altrettanti i palazzi; ma anche fontane, obelischi, architetture antiche, ecc.). Per ovviare a questo problema, un accordo siglato tra regione Campania, comune e Ministero dei Beni Culturali, ha fatto sì che venissero stanziati, nel giugno 2012, dall'Unione Europea 100 milioni di euro per eseguire anche[3] lavori di riquilafica in alcuni punti strategici del centro storico.[4][5]

Architetture religiose

  Lo stesso argomento in dettaglio: Catacombe di Napoli, Chiese di Napoli e Chiostri di Napoli.
 
La cupola di Santa Maria della Sanità

Le catacombe cristiane che sorsero fuori le mura rappresentano le prime testimonianze di arte, storia e architettura della Napoli cristiana e che per secoli caratterizzarono la vita socio-religiosa della città.

Le varie dominazioni straniere che hanno caratterizzato la storia di Napoli, influenzarono notevolmente anche la religiosità della città, come nel caso dei regnanti Angioini ed Aragonesi; nei secoli successivi la città fu saldamente legata alla controriforma, sotto il dominio degli Asburgo di Spagna[6].

Le chiese napoletane sono testimonianze artistiche, storiche ed architettoniche formatesi nell'arco di diciassette secoli; ad esse, seppur in maniera indiretta, sono legate per lo più le vicende artistiche ed architettoniche della città, nonché ai suoi repentini cambiamenti.

 
Vetrate policrome della Basilica di Santa Chiara

«La cosa che ci è sembrata più straordinaria, a Napoli, è il numero e la magnificenza delle sue chiese: posso dirvi, senza esagerare, che ciò oltrepassa l'immaginabile.»

 
Il Duomo di Santa Maria Assunta

Nel XVII secolo a Napoli vi erano un centinaio di conventi e monasteri[8], mentre circa 500 chiese nel XVIII secolo, tanto che le valse il soprannome di città dalle 500 cupole[9]. In epoca più moderna, il periodo del Risanamento, i terremoti e soprattutto i 181 bombardamenti della seconda guerra mondiale, hanno sottratto alla città partenopea più di 60 chiese monumentali. Molte chiese proibite, dalle porte sbarrate da secoli o abbandonate senza custode, invece, continuano a possedere opere di alto valore artistico (come ad esempio la chiesa di Santa Maria della Sapienza su via Costantinopoli che contiene tele di Luca Giordano ed un ricco interno barocco)[10].

Oggi, Napoli continua a possedere il maggior numero al mondo, di chiese, di conventi ed altre strutture di culto[11][12]. Anche se si considerano solo le chiese storiche, il numero è particolarmente elevato; esse arrivano ad essere infatti oltre le 450 unità.

I cimiteri monumentali

  Lo stesso argomento in dettaglio: Personalità sepolte a Napoli.
 
Il teschio di donna Concetta al Cimitero delle Fontanelle

La città possiede numerose aree cimiteriali monumentali. Il cimitero più vasto e quello storicamente ed artisticamente di maggior rilievo è il cimitero di Poggioreale. Di particolar pregio è anche il cimitero delle Fontanelle (sebbene sia considerato dall'opinione comune, più una sorta di catacomba legata a rituali pagani che un normale cimitero).

Il cimitero di Poggioreale, uno dei maggiori d'Europa, consta di diverse parti distaccate che si arrampicano sulle colline partenopee da Poggioreale fino a San Carlo all'Arena. La parte principale è il cimitero monumentale che data la ricchezza di statue, lapidi, chiese e cappelle è da considerarsi un museo a cielo aperto e sicuramente uno dei posti meno conosciuti artisticamente (Il cimitero contiene circa 1.000 statue). Uno dei posti più interessanti è il Quadrato degli uomini illustri dove riposano tutte le personalità che hanno dato lustro alla città: Benedetto Croce, Salvatore Di Giacomo, Raffaele Viviani, E. A. Mario, Vincenzo Gemito, Saverio Mercadante, Luigi Giura, Tito Angelini, Gilda Mignonette e tanti altri. Un'altra parte importante da segnalare è quella della chiesa di Santa Maria del Pianto dalla quale diparte un vialetto a zig zag che scende dalla collina e dove si possono incontrare le cappelle private di Totò (che riceve tuttora, inserite all'interno della cappella, lettere da ammiratori che recano in molti casi l'intestazione "Antonio De Curtis - Cimitero di Napoli"[13]), Eduardo Scarpetta, ed Enrico Caruso.

Realizzato in una cavità ubicata all'interno del Rione Sanità, il cimitero delle Fontanelle fu per secoli oggetto di culto da parte del popolo napoletano. All'interno vi sono depositati migliaia di resti di ossa umane delle persone decedute a causa dell'epidemia di colera che investì Napoli nel XVII secolo (circa quarantamila teschi che venivano venerati, adottati, curati con l'auspicio di ottenerne delle grazie). Questo culto venne interrotto a causa del naturale contrasto della Chiesa verso i riti pagani, intorno agli inizi degli anni settanta.

Residenze reali

  Lo stesso argomento in dettaglio: Residenze reali borboniche in Campania.
 
La facciata del Palazzo Reale

La città di Napoli ha due vere e proprie residenze reali, nonostante altre ville o palazzi siano state abitate da sovrani o capi di stato (come Villa Rosebery o la villa Floridinana).

Il Palazzo Reale si affaccia su Piazza del Plebiscito ed ha le forme tipiche di una reggia europea. Fu costruito a partire dal XVII secolo, e rimase ufficiale residenza reale anche sotto la monarchia sabauda, sino al 1946. Le stanze del palazzo riassumono svariati stili architettonici ed artistici; di particolare rilievo monumentale sono lo scalone d'onore in marmo e il giardino esotico del 1841.

File:Napoli-capodimonte-royalpalace.jpg
Reggia di Capodimonte

La facciata risale al XIX secolo, ed è ornata da una serie di statue rappresentanti i monarchi più influenti e importanti che hanno governato direttamente o indirettamente la città: Ruggero il Normanno, Federico II di Svevia, Carlo I d'Angiò, Alfonso I d'Aragona, Carlo V d'Asburgo, Carlo III di Borbone, Gioacchino Murat, Vittorio Emanuele II di Savoia.

Carlo III di Borbone, insieme allo storico palazzo reale, nel progetto di risistemare la funzionalità urbana di Napoli e del circondario, fece erigere una seconda residenza regia, la Reggia di Capodimonte. Il palazzo, che oggi ospita una celebre pinacoteca, fu progettato e costruito in uno spazio che divenne poi un'importante zona verde della città, nel tentativo di orientare una pianificazione urbanistica coerente con i principi dell'illuminismo. La residenza fu abitata anche da Ferdinando IV e da Gioacchino Murat; infine nel 1950 fu adibita a sede dell'omonimo Museo Nazionale. Le opere d'arte raccolte nella pinacoteca comprendono collezioni di porcellane e importanti dipinti, fino alle tele dell'Impressionismo francese.

Architetture militari

Torri e mura

  Lo stesso argomento in dettaglio: (usare il Template:Vedi categoria) e Mura di Napoli.
 
Torre Ranieri

Sin dall'epoca greca le mura cittadine si estendevano su un tracciato quadrangolare delimitato a nord sull'odierna via Foria, a sud dal corso Umberto I, ad ovest su via San Sebastiano e ad est su via Carbonara.[14] Queste saranno poi riprese anche in epoca romana[15].

Delle sostanziali modifiche furono compiute nel 79 d.C. per accogliere i profughi dall'eruzione del Vesuvio e nel 440 per offrire rifugio alle popolazioni scampate dalle invasioni barbariche[14]. La struttura delle mure era talmente solida che Totila dovette faticare non poco per entrare in città nel 542 e solo dopo un assedio durato sei anni[14]. In epoca angioina le mura si estendevano per circa 4,5 km comprendendo un'area di circa 200 ettari in cui risiedevano circa 30000 abitanti. Il fossato a nord fu denominato carbonarius publicus in quanto vi venivano bruciati i rifiuti[14], quello a ovest Lavinaius in cui fluivano le acque piovane prima di gettarsi in mare. Ulteriori modifiche furono effettuate nel XIV secolo da Carlo I d'Angiò in direzione della marina fino ad includere il Castel Nuovo e nel 1484 dagli aragonesi in direzione del Carmine fino ad includere l'omonimo castello[16].

Durante il vicereame spagnolo furono intrapresi nuovi lavori di murazione dal 1533 al 1547 specialmente ad occidente dove si abbarvicava sulla collina fino a Santa Maria Apparente[14]. Nonostante le prammatiche dei viceré che vietavano l'edilizia abusiva e nonostante fuori le mura vi erano numerosi villaggi come, ad es., quello di Antignano sulla collina del Vomero dal quale si poteva raggiungere Napoli attraversando la strada cd. dell'Infrescata, continuò l'afflusso di popolazioni dalle campagne determinando quel boom demografico che raggiunge il culmine nel 1656 con oltre 300000 abitanti[14]. Con lo sviluppo delle tecnologie belliche, con la liberalizzazione dell'edilizia extra moenia avvenuta grazie agli austriaci, con i nuovi programmi urbanistici di Carlo III e con le demolizioni dei Borbone, le mura persero via via valore fino a scomparire del tutto.

 
Mura greche nell'Università di Napoli "Federico II" (Dipartimento di Scienze politiche)

La cinta muraria originale era intervallata da una serie di torri, dapprima erette in tufo e poi in piperno e pietra lavica[14]. Verso la fine del XVI secolo il circuito contava trentuno torri denominate secondo varie opportunità: La Brava, il Trono, La Fedlissima, la Vittoria, la Fortezza, la Cara Fè, la Speranza, l'Aragona, San Severo, Sebeto, Partenope, la Gloria, l'Onore, la Virtù, Sant'Anna, la Duchesca, Sant'Efremo, la Sirena, San Michele, il Salvatore, San Giacomo, l'Austria, il Popolo, le Grazie, Sant'Aniello, il Guasto e Reale[14]. Le torri presentavano un'altezza media di circa 15 m ed un diametro di 18 m «per lo più cilindriche e con basi lievemente scarpate, coronavano le torri, merli e beccatelli, poggiati su archetti, per consentire lo spazio delle caditorie. Le torri erano accompagnate lungo il percorso da una serie di portali dei quali sono ancora visibili testimonianze: porta Medina (1640) nell'attuale montesanto, porta San Gennaro (1573) nell'attuale piazza Cavour, porta Capuana di vetuste origini, port'Alba (1625) nell'attuale piazza Dante.

Castelli

 
Il Maschio Angioino

La Napoli antica che aveva a lungo goduto di un'eccellente protezione da parte della capitale dell'impero romano (anche grazie alla vicinanza con quest'ultima), al passaggio dall'età classica al Medioevo, dovette presto ritornare a difendersi da sola. Città di mare e senza difese naturali nell'entroterra, fu protagonista di numerosi assedi che dovette subire soprattutto nel periodo del Ducato autonomo; in questo periodo la città si ritrovò in una continua e quasi ininterrotta sequenza di guerre, prevalentemente difensive, contro i principati longobardi di Benevento, di Salerno e di Capua, gli imperatori bizantini, i pontefici ed infine i Normanni che la riuscirono ad espugnare definitivamente nel 1137.

I castelli difensivi giunti sino a noi intatti nella struttura sono sei, cinque nel centro storico (Maschio Angioino o Castel Nuovo, Castel Capuano, Castel Sant'Elmo, Castel dell'Ovo e la Caserma Garibaldi, costruita appunto a mo' di castello fortificato), e l'altro in zona periferica, il Castello di Nisida di epoca tardo-angioina che oggi ospita la Colonia di Redenzione per Minorenni. Vanno inoltre menzionati i resti di altri due castelli: il Forte di Vigliena e il Castello del Carmine.

 
Il Castel dell'Ovo

I primi castelli di Napoli ebbero per lo più anche la funzione di residenze reali: Carlo I d'Angiò decise di erigere il Castel Nuovo principalmente come sua residenza. La dinastia aragonese rimaneggiò le sue strutture, tanto che della costruzione angioina nulla rimane, a parte la Cappella di Santa Barbara. In assenza totale di riproduzioni iconografiche, si è ipotizzato che il preesistente castello angioino fosse simile a coeve costruzioni nell'Anjou, nella Francia nord-occidentale.

Cinque imponenti torri di piperno e tufo ne delimitano le spesse mura; il notevole arco di trionfo in marmo, fra le torri di Mezzo e di Guardia, fu costruito alla metà del Quattrocento da Francesco Laurana e celebra l'entrata di Alfonso I d'Aragona in Napoli il 26 febbraio 1443. La monumentale sala dei Baroni, che oggi ospita le riunioni del Consiglio comunale, era la sala centrale del castello. Fu così chiamata perché nel 1487 vi furono arrestati i baroni che congiurarono contro Ferrante I d'Aragona, ivi riuniti dal sovrano per celebrare le nozze della nipote. Oggi l'edificio ospita l'omonimo museo Civico. Nella sua Sala centrale, Pietro da Morrone, salito al Soglio come Celestino V, nel dicembre 1294 «fece per viltade il gran rifiuto» - come ricorda Dante - aprendo la strada all'ascesa di Bonifacio VIII, dopo un conclave tenutosi nello stesso locale.

Il Castel dell'Ovo, a funzione prettamente difensiva delle coste cittadine, fu così chiamato perché secondo la leggenda Virgilio nascose nelle sue segrete un uovo, a reggere tutta la struttura dell'edificio che, nel momento in cui fosse stato rotto avrebbe fatto crollare il castello e portato alla distruzione della città. Il castello sorge sull'isolotto di Megaride, dove nel VII secolo a.C. sbarcarono i Cumani che fondarono Partenope. Dopo alterne vicende, nel XII secolo fu ricostruito dai Normanni e poi ristrutturato dagli Aragonesi. Attualmente vi si svolgono mostre e convegni ed è liberamente visitabile. Nel castello, con la morte di Romolo Augusto nel 476, si decretò ufficialmente la fine dell'impero romano d'occidente.

 
Castel Sant'Elmo e la Certosa di San Martino

Castel Capuano aveva la funzione di proteggere l'entroterra di Napoli e fu costruito nel 1153 da Guglielmo I di Sicilia, come residenza reale normanna. Con l'avvento degli Svevi, Federico II soggiornò spesso a Napoli e curò in particolare la fortificazione del castello, strategicamente posizionato sulla principale via d'accesso alla città da terra. Fino all'avvento della dinastia aragonese, la Porta Capuana era posizionata proprio dinanzi al Castel Capuano. Quella che si può ammirare oggi, d'epoca rinascimentale, fu fatta edificare poco discosto da Ferrante d'Aragona ad opera di Giuliano da Maiano. Sotto il viceré spagnolo Don Pedro di Toledo, al castello furono riuniti i Tribunali del Regno. Per i successivi cinquecento anni, Castel Capuano è stato sinonimo di Tribunali da poco trasferiti nei moderni edifici del Centro direzionale.

Il Castel Sant'Elmo, è stato sempre un possedimento molto ambito per la sua favorevole posizione in altura che ne assegnava una funzione di controllo della città; determinante è stato il suo ruolo nei fatti d'armi della Repubblica partenopea. Fu edificato sulla cima della collina del Vomero verso il 1275 da Carlo I d'Angiò e ristrutturato tra il 1538 e il 1546 dal viceré Don Pedro de Toledo, assumendo l'attuale pianta a stella. Il castello è attualmente raggiungibile attraverso l'antica via Bonito[17].

Architetture civili

L'edilizia civile in epoca medievale risentì ampiamente delle numerose guerre e dell'incertezza politica del periodo, molto più dell'architettura religiosa; poco o nulla resta in città dei palazzi edificati nel periodo ducale e vescovile. Successivamente, la classe di feudatari che si andò costituendo con l'instaurarsi della monarchia, e che andò a trasferirsi progressivamente in città dopo l'avvento della dinastia angioina, iniziò ad edificare dimore e palazzi nobiliari anche con l'intento di prender parte alla vita di corte.

Nel periodo dell'Umanesimo numerose furono le testimonianze di palazzi lasciate in città, in particolare da artisti catalani e, a partire dal XV secolo più marcata fu invece l'impronta toscana caratteristica dell'edilizia civile rinascimentale, seppur riletta in chiave partenopea. A seguire si entra negli anni del barocco napoletano, il periodo forse in cui l'architettura cittadina assume maggior consapevolezza di sè e tutt'oggi mostra i suoi maggiori punti di spessore qualitativo.

Si arriva così al neoclassicismo che, nato proprio dopo la scoperta degli scavi archeologici di Pompei, lascia la sua impronta nelle ville nobiliari ottocentesche, come villa Pignatelli e villa Floridiana.

La nuova architettura di fine Ottocento ed inizio Novecento porta poi all'Eclettismo, sfociando poi nel Liberty napoletano, anche in questo caso, caratterizzanti questi in particolar modo le ville cittadine di nuova edificazione.

Gli anni trenta invece, furoni quelli Razionalismo italiano, con la presenza di architetti venuti da fuori che progettarono importanti edifici, come il palazzo del Banco di Napoli, il nuovo palazzo delle Poste (quest'ultimo edificio si presentò come un vero e proprio manifesto dell'architettura funzionalista e razionalista della città) e diversi altri ancora.

Palazzi di Napoli

  Lo stesso argomento in dettaglio: Palazzi di Napoli.
 
Palazzo dello Spagnolo, scale ad "ali di falco" di cultura sanfeliciana

Sono diverse centinaia i palazzi di valore artistico monumentale della città che testimoniano l'evoluzione artistica cittadina, nonché frutto della particolare conformazione urbanistica.

In quest'ultimo senso, infatti, i palazzi di Napoli che sorgono nel centro antico sono caratterizzati essenzialmente da sontuosi portali d'ingresso e scaloni monumentali in quanto lungo le strette vie cittadine non si aveva la possibilità di edificare facciate di ampie vedute che invece caratterizzavano i palazzi di altre città più "aperte" come Roma, Firenze o Venezia.[18] Per questo motivo il gusto artistico architettonico locale ricadeva in particolari dell'edificio, come il portale d'ingresso o lo scalone monumentale, elementi questi tipici proprio dell'architettura rinascimentale e barocca napoletana.[18] Esempi in tal senso sono il palazzo dello Spagnolo, il palazzo Trabucco, il palazzo Pignatelli di Monteleone, il palazzo di Sangro eccetera.

Tuttavia, esempi di palazzi con facciate di particolare interesse si possono ammirare in quei contesti urbani più larghi, come il palazzo Doria d'Angri o il palazzo Orsini Gravina o il seppur incompleto palazzo Donn'Anna, edificato sul mare e diversi altri ancora.

Ville

  Lo stesso argomento in dettaglio: Ville di Napoli.
 
Villa Rosebery

Napoli, nel corso della sua storia, per la sua felice posizione e il suo clima mite, è stata più volte scelta anche come luogo di villeggiatura.

Secondo gli esami storici, i primi a scoprirla sotto questo punto di vista furono i romani (anche se alcune ricerche archeologiche hanno fatto intuire che vari luoghi della città furono individuati come "zone di ozio" anche dai greci); successivamente, anche tutte le altre dominazioni straniere videro in Napoli un luogo di vacanza, incrementando l'edificazione di sontuose ville entro e fuori le mura.

Ricordiamo che queste architetture hanno assunto anche una "veste reale" (come Villa Rosebery che fu residenza dei Borbone). Quest'ultima, prettamente neoclassica, fu dimora del banchiere Carlo Rothschild che dirigeva la filiale napoletana dell'omonima Banca. Le ville napoletane rappresentano importanti testimonianze architettoniche; esse spaziano dal periodo romano (ruderi) al XX secolo; sono circa duecento le ville entro il solo municipio di Napoli, situate maggiormente in zone panoramiche o nelle immediate vicinanze della costa.

 
Villa Pignatelli

Le costruzioni più rilevanti si ebbero nel 700 e nell'800; infatti, in questo periodo, le famiglie nobiliari napoletane si appellarono ai migliori architetti ed artisti provenienti dal resto d'Italia e non solo, affinché venissero costruite le loro residenze estive e non. Le ville napoletane del miglio d'oro, molte delle quali volute anche da stranieri residenti in città, sono riconducibili proprio a questo lasso di tempo.

Nel XX secolo, ed in particolare nei primi due decenni del secolo, si susseguirono in gran numero le costruzioni di ville in stile Liberty, dando luogo ad una vera e propria declinazione dello stile, definito Liberty napoletano, che si sviluppò principalmente sul Vomero con le ville di Adolfo Avena, a Posillipo e nel quartiere Chiaia, dove furono più evidenti le influenze dell'Eclettismo e del monumentalismo della seconda metà del XIX secolo (ne costituisce esempio il Palazzo Mannajuolo di Giulio Ulisse Arata e dell'ingegner Gioacchino Luigi Mellucci).

Fontane

  Lo stesso argomento in dettaglio: Fontane di Napoli.
 
La Fontana del Gigante di Pietro Bernini

Le fontane di Napoli venivano costruite anzitutto allo scopo di distribuire le acque (provenienti da acquedotti ed acque sorgive) al popolo; l'altro motivo è invece prettamente politico: i sovrani succeduti al trono, molto spesso, donavano al popolo nuove e maestose fontane, a dimostrazione della loro generosità o simbolo del loro potere.

Napoli sul finire del XVIII secolo, possedeva un gran numero di fontane; nel tempo, molte di queste, sono state spostate, modificate o in alcuni casi, razziate.

Piazze e strade

  Lo stesso argomento in dettaglio: Strade di Napoli, Piazze di Napoli e Quartieri di Napoli.
 
Via Toledo

Tra le strade e piazze principali della città, vi sono di certo quelle che caratterizzano i decumani di Napoli: Spaccanapoli (decumano inferiore), via dei Tribunali (decumano maggiore), via dell'Anticaglia (decumano superiore) via San Gregorio Armeno, piazza del Gesù Nuovo, piazza San Domenico Maggiore e diverse altre. Da piazza del Gesù Nuovo a piazza San Domenico si distende via Benedetto Croce, tratto centrale della cosiddetta Spaccanapoli, il Decumano inferiore della Napoli greco-romana, che nel suo sviluppo assume diverse denominazioni. Su piazza del Gesù Nuovo si affaccia la chiesa del Gesù Nuovo mentre al centro si erge un obelisco, noto come Guglia dell'Immacolata, alto 34 metri sulla cui cima è posta la statua bronzea della Madonna Immacolata eretta nel 1747. L'8 dicembre di ogni anno vi si tiene una cerimonia che consiste nella posa di una corona di fiori sulla statua in cima alla colonna. Via Benedetto Croce, invece, prende invece il nome dall'omonimo filosofo napoletano d'origini abruzzesi che in quella strada - e precisamente a Palazzo Filomarino - abitò per gran parte della sua vita e fondò l'Istituto Italiano per gli Studi Storici.

Un'altra arteria di particolare rilevanza, voluta dal viceré Pedro Álvarez de Toledo che la edificò nel 1536, è Via Toledo (denominata "via Roma" durante il ventennio fascista). Grazie alla pedonalizzazione, la strada è oggi il fulcro dello shopping cittadino, nonché del turismo data la consistente presenza dei palazzi storici nobiliari che vi si affacciano. La stessa strada, sfocia infine su piazza Trieste e Trento e su piazza del Plebiscito.

 
Vista di Piazza Plebiscito verso la Basilica di San Francesco di Paola

Tra le piazze maggiori di Napoli e d'Europa vi è piazza del Plebiscito. Vi si affacciano due importanti monumenti: il Palazzo Reale e la basilica di San Francesco di Paola, che con il suo colonnato forma un'ellisse nei cui fuochi sono poste due statue equestri in bronzo: una di Antonio Canova raffigurante Carlo III e l'altra di Antonio Calì raffigurante Ferdinando IV. Sono da segnalare le statue dei leoni sul basamento ai lati del colonnato: nel cuore della piazza ogni anno nel periodo natalizio vengono realizzate opere d'arte contemporanea da artisti internazionali, concerti ed eventi di grande richiamo come il Concorso ippico internazionale di Napoli. Quest'ultimo concorso si è svolto nelle più grandi piazze del mondo fin quando la produzione dello stesso ha deciso di rendere Napoli il luogo fisso in cui svolgerlo.

Più antica è piazza Dante: tra il Cinquecento e il Seicento era detto "Mercatello" perché vi si tenevano i mercati 'periferici', ma tra il 1757 e il 1765 fu completamente ricostruita sotto Carlo III da Luigi Vanvitelli, che edificò l'emiciclo sulla cui sommità eresse ventisei statue raffiguranti le virtù del sovrano. Al centro della piazza la statua equestre di Carlo non fu mai posta poiché venne occupata dall'albero della libertà durante la Repubblica napoletana e poi dalla statua di Napoleone Bonaparte durante il regno di Murat. L'attuale statua di Dante Alighieri che dà il nome alla piazza fu posta dopo l'unità d'Italia. Al lato nord vi è Port'Alba col suo mercato dei libri e al lato sud la chiesa di San Michele. Nel 2002 è stata ristrutturata su progetto dell'architetto Gae Aulenti e resa ancora più spaziosa per ospitare l'omonima fermata della metropolitana. L'edificio vanvitelliano ospita il Convitto e Liceo Classico "Vittorio Emanuele II".

Il lungomare di Napoli prende il nome di via Caracciolo, in onore dell'ammiraglio Francesco Caracciolo fatto impiccare da Orazio Nelson sulla nave Minerva (già da lui comandata) nel golfo della città, per la sua adesione alla Repubblica Napoletana. La strada in realtà è recente, risale alla fine dell'Ottocento quando sostituì l'arenile che la Villa Reale (con l'Unità, Villa Comunale) separava dalla Riviera di Chiaia[19]. Il lungomare si snoda per chilometri di passeggiata con vista e, dopo Castel dell'Ovo prende il nome di via Partenope, strada realizzata con riempimenti a mare. Negli ultimi anni sono state rese balneabili le sottili spiagge vicino alle scogliere artificiali.

Altra arteria principale, nel passato così come oggi, è il Corso Vittorio Emanuele, che mette in comunicazione via Toledo con il quartiere Chiaia. Fino agli inizi del XX secolo l'arteria era percorsa dalla linea tranviaria.

Scale

  Lo stesso argomento in dettaglio: Scale di Napoli.
 
Le scale della Pedamentina

Le scale di Napoli, veri e propri complessi sistemi urbanistici, sono degli antichi percorsi pedonali che congiugono le colline con il centro e la costa. I più antichi percorsi gradinati della città, il più delle volte, sono nati grazie all'interramento di torrenti o sorgenti, che un tempo scorrevano appena fuori la città.

La storia di queste rampe è riconducibile per lo più alle espansioni fuori le mura del XVI secolo. Generalmente queste strade furono innalzate anche per collegare facilmente le varie emergenze monumentali, soprattutto religiose: monasteri, ritiri, chiese, ecc. o soprattutto, per esigenze urbanistiche.

Oltre a quelle più vaste e storicamente rilevanti (come ad esempio la Pedamentina: una vasta scala di circa 500 scalini), numerosissime altre sono tutt'oggi esistenti, costituendo, oggi come allora, un tipico elemento caratterizzante l'urbanistica di Napoli risultando tutt'oggi oggetto di studio e sono considerati dei veri e propri capolavori urbanistici.

Siti archeologici

  Lo stesso argomento in dettaglio: Siti archeologici a Napoli.
(LA)

«tenet nunc Parthenope»

(IT)

«ora mi tiene Napoli»

 
Teatro Odeion di Posillipo

L'ossatura dell'assetto urbano di Napoli era già definita in epoca greca, e l'attuale forma del centro antico, rispecchia ancora la rielaborazione degli antichi tracciati (infatti ancora oggi sono visibili gli antichi decumani). Nel tempo, le trasformazioni urbane che hanno interessato il primo nucleo della città si sono concentrate per lo più sull'allargamento delle mura e sulla creazione di nuovi rioni. Ciò avvenne almeno sino al XVIII secolo, in quanto nel secolo successivo, con il cosiddetto risanamento, ci furono dei veri e propri sventramenti che interessarono anche il centro storico.

Sotto la "civiltà-madre" greca, Napoli non era una città votata all'attività guerriera ed il suo sviluppo andò affermandosi preminentemente in ambito commerciale. Infatti, in concomitanza con il calo dell'influenza ateniese, il porto della città divenne tra i più importanti scali del Mediterraneo. Notevole l'importanza, per la città, della sfera politico-religiosa nonché di quella culturale (la cultura greca di Napoli, sarà essenziale per la società romana[20]). La Napoli greca, oltre al già citato impianto urbano, ci ha lasciato altre testimonianze del suo passato: dalle mura alle antiche torri di difesa, resti della necropoli, resti di templi, il foro e gli innumerevoli ambienti ed architetture poste nel suo sottosuolo.

 
Grotta di Seiano

Con l'avvento della civiltà romana, la città divenne una rinomata residenza estiva dell'impero, in cui imperatori e politici, amavano soggiornare per lunghi periodi[20] (in città sono tutt'oggi riscontrabili vari impianti di ville romane); come già accennato, la polis divenne anche un celebre luogo di cultura (Nerone si esibirà numerose volte nel teatro che oggi è sottostante la città moderna e Virgilio vi scriverà l'Eneide). Nel II-III secolo d.C. Puteoli e Miseno eclissarono Napoli nei settori commerciale e militare ed iniziò un periodo di decadenza anche a seguito dell'eruzione del 79 d.C., ma la città, con i suoi 30.000 abitanti rimase un crocevia di razze e culture differenti; fiorirono le comunità orientali e la venerazione del Dio Mitra (oggi a rappresentanza di questo periodo vi è in particolare la statua del Dio Nilo nell'omonima piazzetta). A testimonianza della Napoli romana troviamo anche acquedotti, terme, mura, resti di templi, domus, ponti, ipogei.

Infine, come testimonianza della Napoli antica, vi sono anche le opere funerarie; le più famose sono le catacombe cristiane, anche se ne esistono esempi legati al periodo greco e preellenico.

Altro importante sito archeologico della città è quello situato nei sotterranei del Maschio Angioino, che mette in mostra strati di architettura di origine greca, romana, normanna e aragonese.

La città sotterranea

 
Uno degli ingressi a Napoli sotterranea

La Napoli sotterranea ha quasi la stessa estensione della città che è sorta in superficie[21] e rappresenta un'importante testimonianza archeologica e storica; è possibile effettuare visite guidate nel sottosuolo che mostrano la stratificazione del territorio della città nel corso della storia. È un percorso guidato attraverso vecchie cisterne sotterranee, risalenti in gran parte all'epoca greco-romana e che furono attive fino all'Ottocento: Napoli era l'unica grande città europea ad avere l'acqua potabile nelle case, attraverso un sistema di pozzi collegati direttamente alle cisterne dell'acquedotto sotterraneo. Tali cisterne sono state ricavate mediante scavi nel sottosuolo di tufo, la tipica roccia vulcanica sulla quale e con la quale la città è stata costruita.

L'esame delle cavità, alcune di gigantesche proporzioni, ha permesso di stabilire che il tufo per costruzione è stato estratto sin dai primordi della città (è presente dello stucco greco lungo le pareti che serviva come impermeabilizzante). In pratica si può dire che gli edifici venivano costruiti con materiale estratto sotto gli stessi. Circa un chilometro di gallerie, delle decine presenti sotto la città, è visitabile. In diversi luoghi della città e dei dintorni sono presenti anche diverse catacombe.

Note

  1. ^ Città e siti italiani patrimoni mondiali Unesco
  2. ^ patrimonio sos: in difesa dei beni culturali e ambientali
  3. ^ I suddetti fondi serviranno anche per altre opere strategiche come i lavori per la nuova metropolitana ed il riassestamento dell'area Oltremare
  4. ^ Al via riqualificazione centro storico di Napoli, su beniculturali.it. URL consultato il 29 agosto 2012.
  5. ^ Napoli: Centro storico, 100 mln fondi Ue per grande museo all'aperto, su napoli.repubblica.it. URL consultato il 29 agosto 2012.
  6. ^ Croce B., Storia del Regno di Napoli, Adelphi ed., Milano 1992
  7. ^ "Ce qui nous a paru le plus extraordinaire à Naples, c'est le nombre et la magnificence de ses églises; je puis vous dire sans exagérer que cela surpasse l'immagination": Maximilien Misson, Voyage d'Italie, Edition augmentée de remarques nouvelles et intéressantes, Amsterdam, Clousier, 1743, tome 2, p. 90 (testo originale testo in italiano).
  8. ^ Maria Rosaria Costa, I Chiostri di Napoli, Newton Editori Tascabili, Roma 1996
  9. ^ Enzo Striano, Il resto di Niente, Loffredo ed., Salerno 1996 ISBN 88-8096-422-4
  10. ^ Lazzarini Antonio, Splendori e decadenza di cento chiese napoletane, Gabbiani Sopra il Mare Ed. 2006, ISBN 88-902156-2-3
  11. ^ Antonio Terraciano, Andrea Russo, Le chiese di Napoli. Censimento e brevi recensioni delle 448 chiese storiche della città di Napoli, Lorenzo Giunta Editore, 1999. Archivio Storico di Napoli. Nel libro presente nell'Archivio di Stato di Napoli sono elencate 448 chiese storiche entro il solo municipio (sebbene le ultime ricerche abbiano anche superato tale numero), viene espletato un numero di circa 260 chiese moderne
  12. ^ Antonio Emanuele Piedimonte, Napoli Segreta, Edizioni Intra Moenia, 2006, p. 93. Oltremodo, oltre alle chiese già citate sono presenti centinaia e centinaia di Edicole Sacre, un centinaio tra chiostri e cortili sacri, ecc.
  13. ^ Articolo su la Repubblica
  14. ^ a b c d e f g h Rosi M. (2004) Napoli entro e fuori le mura, Roma, Newton & Compton, p. 22, 30, 33, 35, 44, 107, 117, 125, 132. ISBN 88-541-0104-4-
  15. ^ D'Ambrosio A. (1993) Storia di Napoli, Napoli, Nuova E.V., p. 9, ISBN non esistente
  16. ^ Errore nelle note: Errore nell'uso del marcatore <ref>: non è stato indicato alcun testo per il marcatore ruggiero
  17. ^ Giannone P., Istoria civile del regno di Napoli
  18. ^ a b D. Mazzoleni, I palazzi di Napoli, Arsenale Editrice (2007) ISBN 88-7743-269-1
  19. ^ Riviera di Chiaia (anzi chiaja) significa in effetti riviera della spiaggia (playa in spagnolo). Nel romanzo Frankenstein di Mary Shelley, si legge che il Dr. Frankenstein è nato sulla Riviera di Chiaia.
  20. ^ a b Storia di Napoli Greca e Romana Donnalbina
  21. ^ Antonio Emanuele Piedimonte, Napoli sotterranea - percorsi tra i misteri della città parallela, Ed. Intra Moenia Napoli 2008, ISBN 978-88-95178-53-0


Ben fatto, tempo fa già feci delle modifiche migliorative, soprattutto sulle immagini e poi se non ricordo male c'era il paragrafo mura distinto dalle torri, secondo me era una sciocchezza. La voce è gradevole tutto sommato. In quanto ai nomi importanti, direi di menzionare quelli che hanno contribuito maggiormente nell'arte e nell'architettura, gli artisti tipo come luca giordano, seppur validissimi, li lascerei alla ricerca personale. Questo intendi? --Baku (msg) 23:37, 29 ago 2012 (CEST)Rispondi

Le immagini non le ho proprio toccate. In teoria sono da rivedere e da riorganizzare anche quelle, ammesso che non vadano bene già così. Per le liste di monumenti, poi diventa lungo il fatto...vi avviso :D. Anche perchè la lista che c'era prima di chiese, per esempio, era ingiusta. Rimaneva fuori la cappella Sansevero, la Chiesa di Monteoliveto, dei santi Severo e Sossio, di Marcellino e Festo, del monte di Pietà, del Pio Monte della Misericordia, di san Ferdinando, di santa Maria del Carmine Maggiore, del Buonconsiglio, di San Gregorio Armeno, della Pietrasanta, del Purgatorio ad Arco, dello Spirito Santo, e diverse altre. Quindi poi andrebbero davvero inserite tutte. Per gli artisti, non sapevo se lasciarli alla voce pittura/scultura o no. In tal caso, anche qui poi si lavora con ciò che si ha. Giordano è un artista di primissimo ordine sul panorama europeo. Non a caso le sue commissioni sono arrivate anche da Madrid e dai Medici di Firenze. Idem per il Ribera. Poi a Napoli hanno operato una serie di altri artisti prettamente di scuola senese (Tino di Camaino, Marco dal Pino, Simone Martini...) e di scuola emiliana (Reni, Lanfranco, Domenichino); poi c'è in parallelo anche la scuola napoletana (Stanzione, Caracciolo, Corenzio, Vaccaro, P.Bernini...oltre ai già citati Giordano e Ribera) di assolutamente pari dignità ai primi e secondi e che assolutamente non si può omettere, altrimenti ometteremmo la storia artistica di Napoli. Poi c'è il discorso architetti, dove dominano su tutti Fanzago e Fontana, anche se poi merita l'inserimento anche la famiglia Vanvitelli (Carlo e Luigi). Almeno, così la vedo io.--o'Sistemoneinsultami 00:31, 30 ago 2012 (CEST)Rispondi

Incipit

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L'incipit è un po' lungo. Sono 9 periodi. Io toglierei:

  • il 9 tutto.
  • nell'8 queste parti: nata nel 2004 in sostituzione del Comando Forze Alleate per il Sud Europa (Allied Forces Southern Europe - AFSOUTH, che aveva sede sempre a Napoli) dopo la riorganizzazione dei comandi militari della NATO.-- e poi la parte --che dal 1932 al 1946 fu la residenza estiva di Casa Savoia e che attualmente è.
  • nel 7 questa parte: Nel 1997 l'apparato vulcanico Somma-Vesuvio è stato eletto dalla stessa agenzia internazionale (con il vicino Miglio d'Oro, in cui ricadono anche i quartieri napoletani di San Giovanni a Teduccio, Barra e Ponticelli) tra le riserve mondiali della biosfera.[25]
  • poi 4 e 5 li unirei.

I motivi sono che il 9 è troppo recente. Tutto 2012, quindi , non dà la dimensione di una città nel tempo, ma piuttosto il suo sentimento di voler cambiare rotta. Nel periodo 8 toglierei la precisaizone sulla questione NATO perchè non rilevante nelal voce su Napoli, e la questione Savoia perchè non rilevante. Villa Rosbery ha rilevanza perchè residenza ufficiale del Presidente della Repubblica e non perchè ci andavano i savoia. Nel periodo 7 toglierei la parte sul Vesuvio, perchè il Vesuvio non è a Napoli, ma in provincia di Napoli. Non farei lo stesso errore fatto per Roma, dove non si distingue Vaticano da Roma, asserendo quindi che a Roma c'è la biblioteca Vaticana e cose simili. Ecco, la riserva mondiale della biosfera, è il Vesuvio, prov Napoli. Fatto questo, vedrei poi com'è la lunghezza. --o'Sistemoneinsultami 04:34, 31 ago 2012 (CEST)Rispondi

Proprio ieri sera ho scritto la stessa cosa a Ferdinando. Aspettiamo. --Μαρκος 10:57, 31 ago 2012 (CEST)Rispondi
Ciao ragazzi sono stato assente causa (ultimo) weekend al mare :-D. Concordo con quello che dite, comincio subito a dare una sfoltita,, ma i dati contenuti nei paragrafi "incriminati" vanno secondo me recuperati nel resto della voce. Per quanto riguarda la storia non ho ancora messo mano, perché c'è da pensarci molto bene. Mi manca ancora l'inserimento in incipit di un paio di cosette secondo me fondamentali. Mi ci impegno e poi mi dite come vi pare.--Ferdinando Scala (Rubra Mater) 14:40, 2 set 2012 (CEST)Rispondi
Dopo averci pensato un tempo sufficiente (cinque minuti) ho deciso di togliere dall'incipit sia la NATO che villa Rosbery, e di inserirli nel corpo della voce. Inserisco invece due importantissime istituzioni culturali: la Federico II e l'Orientale.--Ferdinando Scala (Rubra Mater) 14:47, 2 set 2012 (CEST
Ho finito il lavoro sull'incipit. Non ho rimosso il riferimento all'inserimento nel patrimonio della biosfera perché è corretto. I quartieri di Napoli indicati contengono alcune ville vesuviane del Miglio d'oro e quindi sono tutelate insieme al resto. --Ferdinando Scala (Rubra Mater) 00:15, 3 set 2012 (CEST)Rispondi

Modello scrittura

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Ho riscritto i primi paragrafi della parte sui Monumenti e luoghi d'interesse. Sto seguendo il modello della voce Roma perchè reputo sia fatto meglio rispetto a quello Firenze per esempio. Continuerò con questo stampo. Ovviamente se qualcuno ha qualcosa da suggerire. Ben venga. --o'Sistemoneinsultami 02:41, 2 set 2012 (CEST)Rispondi

Consiglio

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Consiglierei a quanti vogliano contribuire la lettura della pagina che ho preparato quando ho candidato Napoli a Wikimania 2013. Ci sono un bel po' di riferimenti e materiale iconografico da riciclare.--Ferdinando Scala (Rubra Mater) 01:05, 3 set 2012 (CEST)Rispondi

Citazione necessaria

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Non è difficile trovare un testo che faccia da fonte alla questione numerica sulle chiese napoletane. Se non erro io dovrei avercelo un libro nella cui introduzione si parla di 500 chiese e giù di lì. Ma, giusto per curiosità, il metoto deduttivo su wikipedia non ha rilevanza? Cioè se nella voce chiese di Napoli ci sono 450 e passa chiese...non significa niente? --o'Sistemone 16:50, 5 set 2012 (CEST)Rispondi

Nella frase evidenziata con il {{cn}} si parla di "chiese storiche" (cioè? chiese del centro storico?). In questo documento, ad esempio, si parla "solo" di 203 chiese nel centro storico (tra attive, chiuse e "ridotte ad uso profano o in cui si svolge attività non di culto"). --Μαρκος 16:56, 5 set 2012 (CEST)Rispondi
No no per chiese storiche si intendono chiese monumentali. Non di chiese nel centro storico. Poi attenzione..a Napoli il centro antico non è il centro storico. Il centro storico va da Piazza Mercato fino a Capodimonte e Vomero e Posillpo. Il centro antico sono i decumani con via foria, via Duomo, l'area di Forcella etc etc. Quindi, nel testo si specificano le chiese 203 chiese nel solo centro antico. suddifvise anche per quartiere. Ma per esempio, la Certosa di San Martino non è citata, o la basilica di san francesco di Paola neanche e via discorrendo...Comunque fonterò la dicitura e tagliamo la testa al toro :). Era solo per sapere. --o'Sistemone 17:16, 5 set 2012 (CEST)Rispondi
Comunque volevo usare la lista come fonte relativa alle 203 chiese del solo centro antico. Ma vedo che neanche è credibile perchè per esempio, la cappelal Pontano non c'è segnata. Ed è proprio su via Tribunali. Oppure il complesso degli incurabili possiede 4 chiese. Ma il testo ne cita solo una. Magari, potrei usarlo come fonte per dire che nel solo centro antico ci sono oltre le 200 chiese?--o'Sistemone 17:21, 5 set 2012 (CEST)Rispondi
(rientro) Infatti è come supponevo io!!!!! Non è citata neanche nessuna chiesa dei Quartieri Spagnoli...perchè i quartieri sono nati nel XVI sec. con Pedro de Toledo. Quindi mancano tutte!!! Anche le 4 chiese di Piazza Dante, o tutte quelle lungo via Toledo.--o'Sistemone 17:32, 5 set 2012 (CEST)Rispondi
Curiosità: in che senso il centro antico non è il centro storico? --Μαρκος 17:57, 5 set 2012 (CEST)Rispondi
Penso che Sistemone si riferisca al centro "antico" come quello relativo all'età antica, ovvero un'area sensibilmente più piccola, un sottoinsieme, del centro storico di Napoli. --Retaggio (msg) 18:14, 5 set 2012 (CEST)Rispondi
conflittato ed anticipato da Retaggio. L'area antica di Napoli ha delle caratteristiche urbanistiche che la rendono avulsa dalla restante parte storica. Quindi nella terminologia usuale, il centro antico è l'area dei decumani e i quartieri immediatamente circostanti. L'area storica è quella di sviluppo più recente. --o'Sistemone 18:32, 5 set 2012 (CEST)Rispondi
Sì, ma continuo a non capire: il documento che ho linkato (ma si dice "linkato"?) io parla di "centro storico", non di "centro antico". --Μαρκος 19:24, 5 set 2012 (CEST)Rispondi
Si, ma attenzione. Parla genericamente ed erroneamente di "Centro Storico"...ma poi mette tra parentesi (Napoli greco-romana, UNESCO). In realtà, quindi, sta semplicemende parlando del centro antico. Infatti, la citazione iniziale dell'articolo, riguarda il centro antico e poi, i quartieri elencati, sono solo quelli del centro antico. Chiaia per esempio, non c'è. Avvocata, non c'è. Montecalvario, non c'è..etc etc. --o'Sistemone 19:28, 5 set 2012 (CEST)Rispondi
Ah, aggiu capitu! --Μαρκος 19:32, 5 set 2012 (CEST)Rispondi

Si è un po' contorta come cosa. Tu devi immaginarti la città che fino al XVI secolo non poteva uscire fuori da quell'area. Gli edifici si edificavano solo lì, uno sull'altro o uno che prendeva posto all'altro. Quindi quello è proprio il nucleo antico della città. La città dal periodo greco fino al XVI ha vissuto sempre nello stesso punto. Quando con Toledo si sono avute le prime espansioni, c'è stato un ampio respiro per il popolo, e le edificazioni sono cresciute in maniera esponenziale nei 4 secoli successivi. Considera poi che il centro antico di Napoli, non è neanche il punto centrale del suo centro storico. Non è il cuore! Anzi, è pressochè in periferia est dello stesso. Quindi immaginati proprio la scena. Era una nuova città quella del XVI secolo. Se l'avessero chiamata Nea-Neapolis, dopo Neapolis e Paleopolis, non avrebbero fatto male.--o'Sistemone 19:40, 5 set 2012 (CEST)Rispondi

Formattazione immagini

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Non cndivido molto la versione attueale. Preferisco questa in cui si mostrano gli interni delle residenze reali. Anche se a quel punto, va rimossa poi l'immagine della Reggia nel paragrafo musei. I motivi che mi fanno respingere l'attuale versione sono:

  • Troppe immagini. Così diventa una galleria
  • Non capisco la scelta di mettere le immagini tutte a inizio paragrafo. Le stesse erano disposte con una certa linearità rispetto al testo. Ora non lo sono più, e così sono un po' bruttine.
  • Troppe "Doppia immagine". Vanno bene quelle dei palazzi reali o quelle di immagini strettamente legate tipo Il teatro di Neapolis. Ma le altre, sono superflue. Per esempio, anche quelle sulle strade sono superflue.
  • L'immagine della tavola strozzi è troppo grande.
  • L'immagine del palazzo Doria d'Angri non è rilevante. Della facciata del palazzo non è rimasto molto purtroppo. Tipo le statue o il bellissimo ed enorme stemma del casato Doria sono crollati nel corso dei secoli. Il palazzo presenta tuttavia interni ricchi di affreschi e di arredi nobiliari. Se qualcuno avesse fatto delle foto del piano nobile, per esempio, allora lì sì che andrebbero inserite. Io ci provai tempo fa, ma non mi fecero entrare. Le sale sono disponibili solo per convegni e cirimonie.
  • L'immagine delle mura greche di Bellini possono andare, ma poi, andrebbe tolta la foto su Piazza bellini nel paragrafo "Piazze, Strade e scale". Altrimenti si crea un doppione.
  • L'immagine della porta Capuana, mah. Non serve chissà a cosa. Idem la tomba di Virgilio. Magari era meglio qualcosa sugli scavi di San Lorenzo per esempio, che ha più rilevanza storica.

Questi i miei pareri.--o'Sistemone 02:27, 8 set 2012 (CEST)Rispondi

Sono aperto alla discussione, vediamo gli altri che ne pensano...--Ferdinando Scala (Rubra Mater) 15:09, 8 set 2012 (CEST)Rispondi
D..gli "altri"?... Temo che siamo in due Ferdinà!...Al limite se c'è e vuole dire qualcosa a riguardo Markos. --o'Sistemone 15:13, 8 set 2012 (CEST)Rispondi
Tranquilli. Vi seguo "da lontano". Son d'accordo con te, Sistemone. Ovviamente, poi, in questo campo siete voi gli esperti, essendo Neapolitani di Neapolis! --Μαρκος 15:17, 8 set 2012 (CEST)Rispondi
Modestamente... ;-) Ok Sistemone, andiamo avanti così, come dicevamo, c'è ancora molto da fare, magari questo genere di cose le lasciamo per la ripassata finale... --Ferdinando Scala (Rubra Mater) 19:48, 8 set 2012 (CEST)Rispondi
OT (ovvero: non c'entra niente): passando stamattina alle 5 dalla piazza della stazione centrale (come si chiama? piazza Garibaldi?) a Napoli, oltre alle solite pratiche più antiche del mondo, mi sono accorto che stanno costruendo... che cosa? un'astronave? Si tratta di una costruzione che non sono riuscito a identificare. Ovviamente non sono una fonte attendibile, quella era la tredicesima ora di viaggio... --Μαρκος 09:42, 9 set 2012 (CEST)Rispondi
(OT) Sì, si chiama piazza Garibaldi, anche se sarebbe molto più appropriato chiamarla Piazza Primo Treno per le ragioni note...le strutture che hai visto sono le avveniristiche coperture in vetro e acciaio che copriranno la piazza nell'ambito dei lavori di risistemazione della stessa. Trovi il video sul sito del Comune di Napoli. Dovrebbero essere pronte entro un anno, più o meno.--Ferdinando Scala (Rubra Mater) 09:59, 9 set 2012 (CEST)Rispondi
Ah, ecco! Grazie! --Μαρκος 10:11, 9 set 2012 (CEST)Rispondi

Ma sbaglio o fanno un (orribile..parer mio) centro commerciale a tre piani? Ma poi perchè solo "Via Toledo" è riuscita a riprendere il posto che le spettava, scalzando via Roma? Insomma la real biblioteca borbonica è divenuta Vittorio Emanuele III; il Rettifilo è devintato Corso Umberto; il Largo di Palazzo, piazza del plebiscito; il foro Carolino, convitto nazionale...etc etc...Ma che ingiustizia. Ci mancava solo che il San Carlo diveniva San Umberto e facevano la frittata. Qua c'è tutta la vera toponomastica storica e moderna [4]--o'Sistemone 13:03, 9 set 2012 (CEST)Rispondi

(rientro) Non sbagli, anche io non amo particolarmente quel tipo di architettura, ma devo dire che i lavori fatti fino ad ora alla stazione centrale l'hanno valorizzata molto. C'è anche da dire che serviranno a rendere permanentemente rimosso il pessimo mercato all'aperto (diciamo pure casbah) che vi stazionava da tempo immemorabile. Sulla toponomastica sfondi una porta apertissima, dimenticando ad esempio che il Corso Vittorio Emanuele è stato costruito come Corso Maria Teresa...devo anche dire che i napoletani se ne sono sempre strafregati della toponomastica ufficiale, per cui il Rettifilo è sempre stato il Rettifilo e mai Corso Umberto nella parlata comune; e così via Toledo. Discorso a parte meritano le statue, dove vergognosamente non abbiamo ancora fatto un monumento a Totò, a Eduardo, e tanti altri come loro. Discorso lungo, e non è la sede per farlo.--Ferdinando Scala (Rubra Mater) 14:15, 9 set 2012 (CEST)Rispondi

Modifiche 79.46.60.33

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In merito alle modifiche di 79.46.60.33:

  1. Il link a "Gonfalone di Napoli" è opzionale e si deve quindi inserire quando esiste la relativa voce (se mai esisterà)
  2. togliere informazioni referenziate è vandalismo
  3. l'affermazione che la bandiera spagnola tragga origine dallo stemma di Napoli va referenziata in quanto altamente controversa.GJo ↜↝ Parlami 16:35, 8 ott 2012 (CEST)Rispondi
non ci sono fonti, discutiamone e poi modifichiamo, così funziona su wikipedia, non è che chiunque entra può fare e scrivere quello che gli pare senza il consenso della comunità.--79.46.60.33 (msg) 19:21, 8 ott 2012 (CEST)Rispondi
Ma fonti per cosa? L'unica mia affermazioni (che tu ti ostini a togliere) è referenziata, al contrario quella sulla bandiera spagnola (da cui continui a togliere il cn) non lo è affatto, ed è un affermazione che io, nelle mie ricerche per scrivere stemma di Napoli, non ho mai riscontrato; non capisco poi l'ostinazione ad inserire un link ad una voce che probabilmente non esisterà mai.GJo ↜↝ Parlami 20:20, 8 ott 2012 (CEST)Rispondi

Condivido la posizione di GJo. --o'Sistemone 20:31, 8 ott 2012 (CEST)Rispondi

la condivido anch'io, infatti ho eliminato la nota sulla bandiera spagnola, anche se è arrivato un ip a fare rollback senza motivare in campo oggetto.--79.46.60.33 (msg) 16:46, 9 ott 2012 (CEST)Rispondi
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