Ertuğrul

padre del sultano ottomano Osman I

Ertuğrul Ghazi (turco ottomano: ارطغرل, Ertuğrul Gazi, turkmeno: Ärtogrul Gazy; ... – Söğüt, 1281) è stato un nobile turkmeno, Uch Bey del Sultanato di Rum e padre di Osman I, fondatore dell'Impero ottomano.

Ertuğrul
Miniatura ottomana tratta dal Sübhatü'l-ahbâr di Dervish Mehmed Pasha, XVI secolo
Uch Bey del Sultanato di Rum
Bey
Ghazi
Stemma
Stemma
In carica? –
1281
Predecessoretitolo creato
SuccessoreOsman I
Nome completoErtuğrul Gazi bin Gündüz Alp
MorteSöğüt, Beylik ottomano, 1281
SepolturaTürbe di Ertuğrul Ghazi
Luogo di sepolturaSöğüt, Turchia
DinastiaKayi
Ottomana
PadreGündüz Alp
MadreHayme Hatun
ConsorteHalime Hatun
FigliGündüz Alp
Saru Batu Savci Bey
Osman I
ReligioneIslam sunnita

Sebbene sia considerato una figura storica, soprattutto dopo il ritrovamento di monete coniate da suo figlio che lo citano[1][2], la mancanza di fonti coeve rende difficoltoso descrivere la sua vita, dovendosi basare su fonti posteriori di almeno un secolo e mezzo, la veridicità delle quali è spesso oggetti di dibattito[3][4][5][6].

Dibattito sull'identità paterna

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L'identità del padre di Ertuğrul è stata a lungo oggetto di controversia, essendo indicata nelle genealogie sia come Gündüz Alp che, a partire da un certo punto del XV secolo, come Suleyman Shah, con la seconda versione che col tempo divenne quella "ufficiale"[2][7][8][9][10][11][12].

A oggi, la quasi totalità degli storici sostiene Gündüz Alp come vero padre di Ertuğrul e ritiene che Süleyman Shah non sarebbe altro che una "traslazione" di Sulayman ibn Qutulmish, sultano di Rum, e che sarebbe stato innestato nella genealogia osmanita per ragioni di propaganda, in modo da presentare gli ottomani come legittimi eredi dei selgiuchidi[2][7][8][9][10][11][12].

Oltre alle prove documentali, la storicità e il ruolo di Gündüz Alp sono sostenuti anche da prove materiali, fra cui monete coniate da Osman I sul quale il suo lignaggio è inciso come: "Osman bin Ertuğrul bin Gündüz Alp"[1][2][12].

Biografia

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Moneta coniata da Osman I, dove si legge "Osman bin Ertuğrul".

Secondo la tradizione, era il terzo figlio di Gündüz Alp, bey della tribù Kayi, discendente degli Oghuz[13][14], e di Hayme Hatun. Aveva due fratelli maggiori, Gündoğdu Bey e Sungurtekin Bey, e uno minore, Dündar Bey[2][10]. Alla morte del loro padre, Ertuğrul e Dündar entrarono in contrasto coi loro fratelli maggiori circa il futuro della tribù, provocandone una scissione: Gündoğdu e Sungurterkin guidarono i loro sostenitori verso est, in Asia centrale, mentre Ertuğrul e Dündar, sostenuti da Hayme, si misero a servizio del sultanato di Rum[15][16][17].

Per il suo valore nel combattere contro i bizantini, il sultano selgiuchide di Rum, Kayqubad I concesse a Ertuğrul prima le terre di Karaca Dağ, una erea montuosa fra Diyarbakır e Urfa, e in seguito lo nominò Uch Bey di Söğüt, assegnandogli un beylik la cui posizione, particolarmente vicina alla frontiera bizantina, si rivelò un grande vantaggio nelle campagne di espansione di Osman I, che trasformò il piccolo beylik nel nucleo di un grande impero che, al suo apice, si sarebbe esteso su tre continenti e sarebbe stato governato ininterrottamente dai discendenti di Ertuğrul per sette secoli, fino alla deposizione di Mehmed VI nel 1922[15][18]. Per il suo valore in battaglia, Ertuğrul guadagnò anche il titolo di Ghazi[18].

Ertuğrul morì a Söğüt nel 1281, lasciando il potere nelle mani di suo figlio minore, Osman. Venne sepolto in una türbe nella stessa città[15].

Discendenza

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Ebbe tre figli, la cui madre, tradizionalmente, è indicata come Halime Hatun:[10][11][19][20][21][22][23][24]

Eredità

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Sarcofago di Ertuğrul a Söğüt.

Considerato il primo dei tre padri fondatori dell'impero ottomano, insieme a suo figlio Osman e a suo nipote Orhan, Ertuğrul è ancora oggi una figura rispettata e onorata, sia in Turchia che nei vicini stati dell'Asia minore[20][25].

Alla fine del XIX secolo, il sultano Abdülhamid II, suo discendente, si occupò di restaurare la moschea e la türbe di Ertuğrul a Söğüt, costruite da Osman I. La città celebra anche un festival annuale dedicato a Ertuğrul e ai suoi primi discendenti[25]. Abdülhamid possedeva anche uno yatch privato chiamato Ertuğrul[26].

Nel 1826, gli fu dedicato il reggimento di cavalleria Ertuğrul[27], e nel 1863 la fregata da guerra con lo stesso nome[26]. Gli sono inoltre dedicate due moschee, la Ertuğrul Tekke (fine XIX secolo) a Istanbul e la Ertuğrul Gazi (1998) a Ashgabat, nel Turkmenistan, il cui nome fu scelto in onore del legame fra il paese e la Turchia[28][29]. In Turkmenistan, Ertuğrul è anche rappresentato in una delle statue del Monumento all'Indipendenza, in quanto nominato nel Ruhnama[30], e su una moneta commemorativa del 2001[31].

Nel 2020, due statue di Ertuğrul a cavallo furono erette a titolo privato a Lahore, in Pakistan[32]. Nello stesso anno gli fu dedicato un busto a Ordu, in Turchia, rimosso quando i locali si lamentarono del fatto che i lineamenti della scultura ricordassero troppo quelli dell'attore che lo interpretò nella serie TV Diriliş: Ertuğrul[33][34].

Cultura popolare

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  1. ^ a b (EN) Akce - Osman Gazi, Ottoman Empire, su en.numista.com.
  2. ^ a b c d e (EN) Ahmed Akgunduz e Said Ozturk, Ottoman History - Misperceptions and Truths, IUR Press, 1º gennaio 2011, p. 35, ISBN 978-90-90-26108-9.
  3. ^ Rudi Paul Lindner, Nomads and Ottomans in medieval Anatolia, collana Indiana University Uralic and Altaic series, Research Inst. for Inner Asian Studies, Indiana Univ, 1983, p. 21, ISBN 978-0-933070-12-7.
    «No source provides a firm and factual recounting of the deeds of Osman's father»
  4. ^ Kafadar 1995; pp.60, 122
  5. ^ Suraiya Faroqhi, The Cambridge history of Turkey, Cambridge university press, 2009, p. 118, ISBN 978-0-521-62093-2.
  6. ^ (EN) Caroline Finkel, Osman's Dream, John Murray Press, 19 luglio 2012, ISBN 978-1-84854-785-8.
    «....suggests that Ertuğrul was a historical personage»
  7. ^ a b (TR) Bekir Manav, Ertuğrul Gazi, Besteller Yayınları, 2 aprile 2020, p. 54, ISBN 978-605-2394-23-6.
  8. ^ a b Türkiye diyanet vakfı İslâm ansiklopedisi, Vol.33, Türkiye diyanet vakfi, 2010, p. 445, ISBN 978-975-389-590-3.
  9. ^ a b (TR) Erhan Afyoncu, Herkes İçin Kısa Osmanlı Tarihi; 1302 - 1922 (Yeditepe Yayınevi), Yeditepe Yayınevi, 29 marzo 2021, ISBN 978-625-7705-51-6.
  10. ^ a b c d OSMANLI BEYLİĞİ\'NiN KURUCUSU OSMAN BEG - HALİL İNALCIK.pdf, su Google Docs.
  11. ^ a b c (EN) Ga ́bor A ́goston e Bruce Alan Masters, Osman I e Ertuğrul Ghazi, in Encyclopedia of the Ottoman Empire, Infobase Publishing, 21 maggio 2010, pp. 314-315, 444-445, ISBN 978-1-4381-1025-7.
  12. ^ a b c Hakan Yilmaz, “Osman Gâzî’nin Kayıp İkinci Sikkesi ve Osmanlı Kuruluş Tartışmalarına Etkisi”, Âb-ı Hayât’ı Aramak: Gönül Tekin’e Armağan, ed.: Ozan Kolbaş-Orçun Üçer, İstanbul: Yeditepe Yayınları, 2018, ss./pp. 763-788.
  13. ^ La discendenza dei Kayi, e per estensione degli ottomani, dagli Oghuz è messa in dubbio da diversi storici, che la ritengono fabbricata per ragioni propagandistiche. Vedi:
    • Kafandar 1995; p.122: «That they hailed from the Kayı branch of the Oğuz confederacy seems to be a creative "rediscovery" in the genealogical concoction of the fifteenth century. It is missing not only in Ahmedi but also, and more importantly, in the Yahşi Fakih-Aşıkpaşazade narrative, which gives its own version of an elaborate genealogical family tree going back to Noah. If there was a particularly significant claim to Kayı lineage, it is hard to imagine that Yahşi Fakih would not have heard of it»
    • Heath Lowry, The Nature of the Early Ottoman State, SUNY Press, 2003, p. 78, ISBN 0-7914-5636-6.
      «Based on these charters, all of which were drawn up between 1324 and 1360 (almost one hundred fifty years prior to the emergence of the Ottoman dynastic myth identifying them as members of the Kayı branch of the Oguz federation of Turkish tribes), we may posit that...»
      * Stanford Shaw, History of the Ottoman Empire and Modern Turkey, Vol.1, Cambridge University Press, 1976, p. 13.
      «The problem of Ottoman origins has preoccupied students of history, but because of both the absence of contemporary source materials and conflicting accounts written subsequent to the events there seems to be no basis for a definitive statement.»
  14. ^ Gli Oghuz fanno risalire il loro lignaggio, tramite Oghuz Khan, alla figura biblica di Noè. Vedi:
  15. ^ a b c Stanford J. Shaw e Ezel Kural Shaw, History of the Ottoman Empire and modern Turkey, Cambridge University Press, 1976, p. 13, ISBN 978-0-521-21280-9.
  16. ^ (EN) Colin Heywood e Colin Imber, Studies in Ottoman History in Honour of Professor V. L. Ménage, Isis Press, 1994, p. 160, ISBN 978-975-428-063-0.
  17. ^ (TR) Oğuzhan Cengiz, ERTUĞRUL GAZİ KURULUŞ, Bilgeoğuz Yayinlari, 2015, p. 170, ISBN 978-605-9960-18-2.
  18. ^ a b Fahameddin Başar, "Ertuğrul Gazi", in TDV Encyclopedia of Islam, vol. 11, 1995, pp. 314-315, ISBN 978-975-389-438-8.
  19. ^ (EN) Heath W. Lowry, The Nature of the Early Ottoman State, State University of New York Press, 1º febbraio 2012, p. 153, ISBN 978-0-7914-8726-6.
  20. ^ a b (EN) Caroline Finkel, Osman's Dream, John Murray Press, 19 luglio 2012, ISBN 978-1-84854-785-8.
  21. ^ (EN) Barbara H. Rosenwein, Reading the Middle Ages, Volume II: From c.900 to c.1500, Third Edition, University of Toronto Press, 3 maggio 2018, p. 455, ISBN 978-1-4426-3680-4.
  22. ^ Ertuğrul (PDF), su cdn.islamansiklopedisi.org.tr. URL consultato il 5 maggio 2024 (archiviato dall'url originale il 16 dicembre 2019).
  23. ^ (TR) Prof Dr Abdülkadir Özcan, Prof Dr Alaattin Aköz e Prof Dr Fahameddin Başar, İslam Tarihi ve Medeniyeti - 12: Osmanlılar-1, 30 ottobre 2018, ISBN 978-605-7558-43-5.
  24. ^ (EN) Rudi Paul Lindner, Explorations in Ottoman Prehistory, University of Michigan Press, 2007, pp. 20-29, ISBN 978-0-472-09507-0.
  25. ^ a b Selim Deringil, The well-protected domains: ideology and the legitimation of power in the Ottoman Empire 1876-1909, Paperback ed, Tauris, 1999, p. 31, ISBN 978-1-86064-472-6.
  26. ^ a b Bernd Langensiepen, Ahmet Güleryüz e James Cooper, The Ottoman steam navy, 1828-1923, Conway maritime press, 1995, pp. 124, 143, 198, ISBN 978-0-85177-610-1.
  27. ^ "Ertugrul Cavalry Regiment of the Mansure Army", su worldhistory.org.
  28. ^ (EN) Kishwar Rizvi, The Transnational Mosque: Architecture and Historical Memory in the Contemporary Middle East, UNC Press Books, 8 ottobre 2015, p. 62, ISBN 978-1-4696-2117-3.
  29. ^ (EN) Eyal Ginio e Elie Podeh, The Ottoman Middle East: Studies in Honor of Amnon Cohen, BRILL, 21 novembre 2013, p. 225, ISBN 978-90-04-26296-6.
  30. ^ (EN) Paul Brummell, Turkmenistan, Bradt Travel Guides, 2005, pp. 99-100, ISBN 978-1-84162-144-9.
  31. ^ "500 Manat Artogrul Gazy", su en.numista.com.
  32. ^ Pakistan: Locals erect statue of Ertugrul Gazi, su aa.com.tr.
  33. ^ (EN) Historical figure’s bust removed after resemblance to an actor - Türkiye News, su Hürriyet Daily News, 8 giugno 2020.
  34. ^ (EN) Ertugrul's statue bearing resemblance to Engin Altan removed in Turkey, su thenews.com.pk.
  35. ^ (EN) Sadaf Haider, What is Dirilis Ertugrul and why does Imran Khan want Pakistanis to watch it?, su Images, 15 ottobre 2019.
  36. ^ (TR) Haber7, Kurtlar Vadisi'nden Kuruluş Osman'a oyuncu mu transfer edilecek? Gündemde göze çarpan iddia..., su Haber7.

Bibliografia

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