Ferrovia Bari-Taranto (FSE)

linea ferroviaria italiana

La ferrovia Bari–Taranto[3][4] è una linea ferroviaria italiana gestita dalle Ferrovie del Sud Est. Collega Bari e Taranto passando per Putignano e Martina Franca, offrendo un'alternativa al percorso più diretto di proprietà statale. Viene indicata dal gestore come Linea 1.

Bari–Taranto
Stati attraversatiItalia (bandiera) Italia
InizioBari
FineTaranto
Attivazionedal 1900 al 1931
GestoreFerrovie del Sud Est
Precedenti gestoriThe Subventioned Railways Corporation Ltd. (1900-1908)
SAFS (1908-1931)
AFS (1925-1931)[1]
Società anonima per le strade ferrate pugliesi (1931)[2]
Lunghezza112,630 km
Scartamento1435 mm
Elettrificazione3000 V CC tra
  • Bari Centrale-Mungivacca
  • Putignano-Martina Franca

In corso tra:

  • Mungivacca-Putignano
  • Martina Franca-Taranto
DiramazioniBari-Casamassima-Putignano
Ferrovie

Fino al 2019, il servizio passeggeri era solitamente svolto sulle tratte Bari Centrale-Martina Franca e Martina Franca-Taranto, con sporadici treni diretti da Bari a Taranto. A partire dallo stesso anno, per i lavori sulla tratta Mungivacca-Putignano, il servizio passeggeri viene svolto sulle tratte Putignano-Martina Franca e Martina Franca-Taranto. Dal 10 giugno 2024 è stata riaperta la tratta Putignano-Rutigliano, su cui è stata così istituita una terza relazione; la tratta Rutigliano-Bari rimane attualmente sospesa.[5] Alla fine dei lavori di raddoppio e di elettrificazione di tutta la tratta, i treni espletati su questa relazione diventeranno un'unica relazione Bari-Taranto senza necessità di cambi.[6]

 
ATR 220 in livrea DPR fermo alla stazione di Martina Franca
Tratta Inaugurazione
BariPutignano 12 agosto 1900
Putignano–Locorotondo 14 dicembre 1903
Locorotondo–Martina Franca 24 dicembre 1925
Martina Franca–Taranto 22 aprile 1931

I primi progetti per una strada ferrata che servisse l'entroterra barese risalgono al 1868, quando l'ingegnere Michele Lofoco progettò una linea che collegasse Bari, Putignano, Gioia del Colle, Brindisi, Alberobello e Locorotondo; pochi anni dopo (1871) l'ingegner Giorgio De Vincentiis propose al Consiglio provinciale di Bari la costruzione di una linea Bari-Capurso-Putignano-Martina Franca[7].

Nel 1884 si costituì un consorzio tra i comuni interessati alla ferrovia, che commissionarono all'ingegner Eugéne Vilers (direttore d'esercizio della tranvia Bari-Barletta) un progetto di massima per la sua realizzazione: tale progetto, presentato nel 1886, prevedeva una linea principale tra Bari e Putignano, una linea diramantesi dalla precedente tra Capurso e Putignano e una terza sezione tra Putignano e Locorotondo per complessivi 106,751 km e trazione a vapore[8].

Il 22 febbraio 1896 la società inglese The Subventioned Railways Corporation Ltd., con sede a Londra e rappresentanze a Roma e Bari, ottenne l'approvazione della concessione per la costruzione e l'esercizio della ferrovia Bari-Locorotondo, con diramazioni Capurso-Putignano, che riprendeva i progetti di De Vincentiis e Vilers. Della società britannica erano rappresentanti Domenico Mattei, imprenditore di Livorno, e Giuseppe Regazzoni, finanziere comasco; maggior socio della società era il marchese livornese Alfonso de Ghantuz Cubbe[9].

Il progetto fu successivamente rivisto, diramando la linea da Mungivacca; la prima tratta, tra Bari e Putignano, fu aperta al servizio il 12 agosto 1900, mentre la Putignano-Locorotondo aprì il 14 dicembre 1903[10]. L'insufficiente traffico della linea e gli oneri di costruzione fecero sì che la società entrasse in difficoltà finanziarie, aggravate dal fallimento (avvenuto nel 1906) della banca comasca Sala Regazzoni & C., principale finanziatrice della società, la quale fu dichiarata fallita il 10 ottobre 1906[11].

L'esercizio ferroviario fu dapprima affidato al curatore fallimentare della "Subventioned", e quindi, nel 1908, alla Società anonima delle ferrovie sussidiate, quotata dal 1913 alla Borsa di Milano[12]. Dopo un discreto inizio, i conti sociali ritornarono in rosso, tanto da portare nel 1918 al commissariamento dell'azienda; l'anno successivo il pacchetto azionario di maggioranza fu acquistato dalla Banca Italiana di Sconto, la quale lo cedette pochi anni dopo all'avvocato Ugo Pasquini[13].

Nel frattempo, il 12 luglio 1911 la Società anonima italiana per le ferrovie salentine aveva ottenuto la concessione per la costruzione e l'esercizio della tratta Francavilla Fontana-Ceglie Messapica-Martina Franca-Locorotondo, che si sarebbe dovuta connettere con l'esistente linea: la connessione tra le due linee avvenne il 24 dicembre 1925 con l'apertura della Martina Franca-Locorotondo[14].

Sempre nel 1925 le "Salentine" avevano ottenuto anche la concessione per la tratta Martina Franca-Taranto, linea ipotizzata sin dal 1896[15]; le difficoltà finanziarie della famiglia Bombrini, proprietaria della società, portarono al commissariamento della stessa, e per non pregiudicare la costruzione della Taranto-Martina la concessione fu ceduta nel 1929 alla Società anonima per le strade ferrate pugliesi. Il primo treno tra Martina Franca e Taranto transitò il 13 dicembre 1930, e l'esercizio regolare iniziò il 22 aprile dell'anno successivo[16].

Il 6 agosto 1931 si costituì a Roma la Società Anonima Italiana per le Ferrovie del Sud Est, la quale incorporò il successivo 30 settembre la Società anonima italiana per le ferrovie salentine e la Società anonima delle ferrovie sussidiate[17] e nel 1933 mediante un aumento di capitale attuato tramite la controllata Strade Ferrate Sarde, passò sotto il controllo dell'azienda anche la Società anonima per le strade ferrate pugliesi[18].

Il 14 giugno 2012 iniziarono i lavori di elettrificazione della linea a 3000 V corrente continua, finanziati dal Fondo europeo di sviluppo regionale[19]; nel 2015 avvennero i collaudi dell'impianto, con l'impiego di un'automotrice Stanga-TIBB noleggiata dall'Ente Autonomo Volturno[20]. I lavori di elettrificazione furono completati tra Noicattaro e Taranto. Da Noicattaro a Mungivacca non venne elettrificata poiché dal 2019 è in fase di raddoppio e l'elettrificazione è prevista nell'ambito di tali lavori.

Nel corso del 2018 venne sostituito l'armamento nel tratto Putignano-Martina Franca. Attualmente è in fase di installazione il sistema SCMT.[21]

Nel 2020, tra Martina Franca e Taranto, per dare l'avvio alla sostituzione dell'armamento ferroviario ormai obsoleto, sostituito tra il 2021 e il 2022, fu rimossa l'elettrificazione (mai utilizzata, poiché il passaggio era sempre effettuato da autotreni diesel). Attualmente l'elettrificazione è in fase di reinstallazione insieme al sistema SCMT.[22]

Il 16 ottobre 2023, dopo diversi test effettuati in orario notturno, è avvenuta la prima corsa in regolare servizio con mezzo elettrico tra Putignano e Martina Franca. Rimane, pertanto, da rielettrificare il tratto da Martina Franca a Taranto, la rielettrificazione è prevista nel 2024 e, con l'elettrificazione dell'intera linea attualmente aperta e l'utilizzo della Bari-Putignano via Casamassima, si potrà viaggiare da Bari e Taranto senza dover cambiare treno.[23]

Dal 9 giugno 2024 è stata riaperta solo la tratta da Rutigliano a Putignano con le fermate di Rutigliano, Conversano e Castellana Grotte. Rimane da completare il tratto da Rutigliano a Bari Mungivacca.[5] Dallo stesso giorno a causa di un probabile crollo di un palazzo la circolazione tra Taranto Galese e Taranto è interrotta ed è sostituita da bus. Il successivo 1 settembre riprende la circolazione sul tratto sospeso a seguito della messa in sicurezza del versante.[24]

A partire dal 24 novembre 2024, nei soli giorni festivi, tornano i treni tra Bari Centrale e Martina Franca, ripristinando un servizio già attivo fino al 2019 nei giorni feriali. Questi collegamenti non prevedono cambi e, data la chiusura della linea 1 via Conversano, viene percorsa la linea 1 bis fino a Putignano, per poi proseguire sulla linea 1 verso Martina Franca.

Caratteristiche

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La linea è lunga 112,630 km[25], ad oggi a scartamento normale e binario singolo, ad eccezione delle tratte tra le stazioni di Bari Sud Est e Mungivacca (lunga 3,454 km, il cui raddoppio fu inaugurato il 31 gennaio 1987[26]) e tra le stazioni di Noicattaro e Rutigliano (inaugurato il 23 giugno 2008[27]). Ha una pendenza massima del 25 per mille, raggiunta nel tratto tra Castellana Grotte, Putignano e Noci[28].

Percorso

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Percorso
 
Linea RFI per Ancona
     
Linee RFI per Taranto e Bitritto
         
Linee FT per Barletta e San Paolo
         
Linea FAL per Matera
         
Quintino Sella
         
0+000 Bari Centrale
   
 
   
Linea RFI per Lecce
     
 
0+950 Bari Sud Est inizio doppio binario
 
SS 16
 
4+500 Bari Mungivacca termine doppio binario
     
linea FSE per Putignano (via Casamassima)
   
 
   
8+550 Triggiano
         
10+050 Capurso
         
         
15+150 Noicattaro inizio doppio binario
         
         
Rutigliano termine doppio binario
         
Conversano
         
Castellana Grotte
         
Grotte di Castellana (* 1991)
         
43+798 Putignano
         
linea FSE per Bari (via Casamassima)
 
48+397 Putignano Monte Laureto
 
SP 237
 
52+860 Noci
 
63+490 Alberobello
 
SS 172
 
71+370 Locorotondo
     
linea FSE per Lecce
 
 
77+780 Martina Franca
 
79+583 Martina Franca Colonne Grassi (* 1992)
 
Madonna del Pozzo († 1966)
 
84+157 San Paolo
 
89+636 San Simone (* 1950 † 1964)
 
Crispiano San Raffaele
 
95+473 Crispiano
 
101+359 Statte
     
Linea di cintura (Taranto)
 
111+028 Taranto Galese
     
Linea RFI per Brindisi
 
112+619 Taranto
     
Linea RFI per Bari
 
Linea RFI per Reggio Calabria

I convogli in partenza dalla stazione di Bari Centrale, di gestione Rete Ferroviaria Italiana, dal lato più a est della stazione presso i due binari tronchi riservati alle Ferrovie del Sud Est, costeggiano per circa 800 metri via Capruzzi. Anche questo piccolo tratto fino all'innesto effettivo per la linea verso Taranto, insieme alla stazione, è gestito da Rete Ferroviaria Italiana. Dopo l'innesto effettivo verso Taranto, si trova la stazione omonima al nome del vecchio deposito, Bari Sud Est, e successivamente la linea costeggia la trafficata via Amendola per circa tre chilometri e mezzo passando vicino agli uffici finanziari (Bari Executive)[29] e successivamente si arriva al park and ride di Mungivacca con l'omonima stazione. Procedendo verso sud-est, biforcandosi inizialmente con la linea via Casamassima per Putignano, abbandonano il territorio del Comune capoluogo ed entrano nella galleria lunga 4 km che ospiterà le stazioni interrate di Triggiano e Capurso (lavori iniziati nella seconda metà del 2019)[30]. La corsa prosegue parallelamente alla costa, a circa 8 km di distanza dalla stessa e circa 100m di quota, in un paesaggio prevalentemente agricolo e pianeggiante, punteggiato di centri abitati compatti e piccole aree produttive. Con un'elegante ponte in pietra, i treni superano la lama San Giorgio e servono Noicattaro, Rutigliano, dove terminerà il doppio binario (lavori di cui sopra) e Conversano.

All'ingresso della Valle d'Itria il tracciato si fa tortuoso per rispondere alla morfologia ondulata del territorio di Castellana, Putignano (alcuni di questi comuni dispongono di ulteriori fermate per raggiungere alcuni luoghi attrattivi lontani dal centro), Noci, Alberobello e Locorotondo. Presso Martina Franca si raggiunge il punto più alto della tratta (oltre 400 metri sopra il livello del mare) e una volta superate le due fermate locate nel comune di Martina, ovvero Martina Franca Colonne Grassi, utilizzata per servire gli istituti scolastici della zona Pergolo di Martina Franca e la fermata di San Paolo per servire il quartiere omonimo, la ferrovia comincia la discesa verso il mar Ionio e verso Taranto, in direzione sud, alle pendici dei monti della Valle d'Itria. L'attraversamento dei centri abitati di Crispiano e Statte è ricco di passaggi a livello e di lunghe curve a stretto raggio. Dopo la stazione di Statte, i convogli, una volta percorso il curvone che permette la discesa verso Taranto, proseguono su un territorio pianeggiante e con pochi passaggi a livelli per circa 10 km, dopo i quali, lambendo l'area artigianale di via Statte, a est dell'ex Ilva, entrano nel quartiere Tamburi di Taranto sovrappassando la vecchia linea ferroviaria Bivio Bellavista - Bellavista - Nasisi (detta anche Linea di cintura di Taranto) non attiva dal 1943[31], trovando successivamente la stazione di Taranto Galese. Nell'ultimo tratto, che è gestito da Rete Ferroviaria Italiana, è affiancata alla linea per Brindisi proveniente da est ed entrambi i binari si dirigono alla stazione del capoluogo ionico, munita di park and ride (di cui i lavori, insieme al complesso dell'intera stazione, sono iniziati nel 2024[32][33]) e posta nel quartiere artigiano di Porta Napoli[34]. La ferrovia termina all'ingresso nella stazione di Taranto, gestita anch'essa da Rete Ferroviaria Italiana, dove i convogli provenienti dalla precedente stazione di Taranto Galese terminano la corsa presso l'ultimo binario della stazione, ovvero il numero 7.[35]

  1. ^ Tratta Martina Franca-Locorotondo.
  2. ^ Tratta Martina Franca-Taranto.
  3. ^ LINEA FERROVIARIA FSE BARI - TARANTO*LINEA FERROVIARIA FSE BARI-TARANTO TRATTA MARTINA FRANCA-TARANTO*POTENZIAMENTO INFRASTRUTTURA FERROVIARIA LINEA BARI - TARANTO - OpenPNRR, su openpnrr.it. URL consultato il 24 luglio 2024.
  4. ^ Un comunicato generico FSE attestante che la linea è Bari-Taranto, su fseonline.it.
  5. ^ a b Ferrovie sud-est, riapre il tratto Putignano-Rutigliano, su RaiNews, 10 giugno 2024. URL consultato l'11 giugno 2024.
  6. ^ In Puglia un treno dedicato alla sostenibilità, su FS News. URL consultato il 25 ottobre 2024.
  7. ^ Marra, op. cit., p. 32
  8. ^ Marra, op. cit., pp. 33-35
  9. ^ Marra, op. cit., p. 35
  10. ^ Marra, op. cit., p. 36
  11. ^ Marra, op. cit., pp. 37-38
  12. ^ Marra, op. cit., pp. 38-39
  13. ^ Marra, op. cit., pp. 39-40
  14. ^ Marra, op. cit., p. 55
  15. ^ Marra, op. cit., pp. 56-57
  16. ^ Marra, op. cit., pp. 58-59
  17. ^ Marra, op. cit., p. 71
  18. ^ Marra, op. cit., p. 72
  19. ^ Marra, op. cit., p. 104
  20. ^ FSE: debutta la trazione elettrica, su blog.tuttotreno.it, http://blog.tuttotreno.it/. URL consultato il 4 febbraio 2016.
  21. ^ Redazione, Fse: orari bus sostitutivi per la Putignano - Taranto, chiusa per lavori, su www.informatissimo.net, 30 settembre 2018. URL consultato il 29 giugno 2023.
  22. ^ Ferrovie.it - FSE: dal 2 maggio riapre la tratta Martina Franca - Taranto rinnovata, su Ferrovie.it. URL consultato il 29 giugno 2023.
  23. ^ Agostino Quero, Martina Franca: il primo arrivo del treno elettrico, su Noi Notizie., 16 ottobre 2023. URL consultato il 5 gennaio 2024.
  24. ^ Comunicato dal 9 giugno 2024 chiusura tratto TA-TA Galese, su fseonline.it.
  25. ^ Marra, op. cit., p. 111
  26. ^ Marra, op. cit., p. 155
  27. ^ Marra, op. cit., p. 366
  28. ^ Marra, op. cit., pp. 114-115
  29. ^ BARI, GRANDE CANTIERE PER IL RIASSETTO DEL NODO FERROVIARIO TRA BARI CENTRALE E TORRE A MARE, su palesemente.parlando, 10 agosto 2018. URL consultato il 1º marzo 2021.
  30. ^ Ferrovie.it - FSE: da giugno bus sostitutivi tra Bari e Putignano via Conversano per lavori, su Ferrovie.it. URL consultato il 1º marzo 2021.
  31. ^ Ferrovia Bivio Bellavista - Bellavista - Nasisi, su ferrovieabbandonate.it. URL consultato il 15 marzo 2021.
  32. ^ Redazione, Stazione ferroviaria: iniziati i lavori di ristrutturazione ed ammodernamento - Studio100, su studio100.it, 10 ottobre 2024. URL consultato il 15 ottobre 2024.
  33. ^ Antenna Sud - canale 14, 09 OTTOBRE 2024 TARANTO STAZIONE FERROVIARIA, SOPRALLUOGO DEL CONSIGLIERE DI GREGORIO, 9 ottobre 2024. URL consultato il 15 ottobre 2024.
  34. ^ Author La Redazione, Il Comune di Taranto sceglie Porta Napoli, su Tarantobuonasera, 17 luglio 2020. URL consultato il 1º marzo 2021 (archiviato dall'url originale il 29 novembre 2020).
  35. ^ In precedenza, fino all'ingresso delle Ferrovie del Sud Est nel gruppo FS Italiane, la corsa dei convogli provenienti dalla Valle d'Itria terminava su uno dei due binari tronchi riservati a loro (1TR e 2TR), vicino al binario 1

Bibliografia

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  • Pietro Marra, Rotaie a Sud Est. Ferrovie da Bari al Capo di Leuca. Da Bastogi, ai Bombrini, ai nostri giorni, Bagnacavallo (RA), PGM, 2014, ISBN 978-88-909824-0-8.

Voci correlate

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