Frosolone
Frosolone (Frescëlonë in molisano[4], Frusëlónë in dialetto frosolonese[5]) è un comune italiano di 2 762 abitanti[1] della provincia di Isernia in Molise.
Frosolone comune | |
---|---|
![]() | |
Localizzazione | |
Stato | ![]() |
Regione | ![]() |
Provincia | ![]() |
Amministrazione | |
Sindaco | Pasquale Rocco De Lisio (Obiettivo Comune) dal 10-6-2024 |
Territorio | |
Coordinate | 41°36′N 14°27′E |
Altitudine | 894 m s.l.m. |
Superficie | 49,89 km² |
Abitanti | 2 762[1] (31-8-2024) |
Densità | 55,36 ab./km² |
Frazioni | Acquevive, Cerasito, Colle Carrise, Pedengone, Sant'Anna, San Pietro in Valle |
Comuni confinanti | Carpinone, Casalciprano (CB), Civitanova del Sannio, Duronia (CB), Macchiagodena, Molise (CB), Sant'Elena Sannita, Sessano del Molise, Torella del Sannio (CB) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 86095 |
Prefisso | 0874 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 094022 |
Cod. catastale | D811 |
Targa | IS |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 539 GG[3] |
Nome abitanti | frosolonesi |
Patrono | sant'Egidio |
Cartografia | |
![]() | |
Sito istituzionale | |
Origini del nome
modificaL'etimologia di Frosolone è dibattuta, ma sembra riconducibile al latino fre(n)sus da frendere ‘macinare, triturare’, attraverso la forma *fresulu a cui è aggiunto il suffisso -ōne, in riferimento a un posto franoso, con detriti di roccia[6].
Devono essere considerate paretimologie le ipotesi che fanno derivare il nome Frosolone dal frosone, che alcuni identificano come l'uccello presente nel gonfalone comunale, così come quella che lo associa a un non identificato insediamento sannitico citato da Livio, Fresilia[7] e quella secondo la quale Frosolone sarebbe stato fondato da monaci benedettini provenienti da Frosinone, che avrebbero dunque chiamato il nuovo insediamento con il nome del loro luogo di provenienza.
Uno studio del 2016 suggerisce di individuare, in questo toponimo, la presenza della radice indoeuropea indicante la rosa selvatica[8].
Ad ogni modo Frosolone, o meglio Frusëlóne[6], è anche la forma dialettale di Frosinone: non è insolito incontrarla, inoltre, nei testi in volgare a partire dalla fine del medioevo e sino alla fine dell'Ottocento. Questo può portare, nel lettore non avvertito, a una confusione fra i due toponimi; tale confusione è amplificata dal fatto che in alcuni testi latini (in particolare il cartiglio inciso sul portale anteriore della chiesa di Santa Maria Assunta), Frosolone compare nella forma Frusino, -onis.
Storia
modificaLe origini
modificaPrima dell'età romana la zona era abitata da popolazioni di ceppo sannitico, come testimoniato dalla presenza di recinti di mura megalitiche, di tipo poligonale, visibili sulla montagna sovrastante il paese, in località Civitelle. Tali resti appartengono a quello che viene definito insediamento d'altura: un abitato fortificato di dimensioni non molto grandi, destinato probabilmente a essere abitato soltanto in determinati periodi dell'anno, dalle funzioni genericamente difensive[9].
Al periodo tra l'età sannitica e quella romana vi è poi la nascita del primissimo stabilimento a valle, un embrione dell'odierna Frosolone, che si trovava a nord dell'odierno quartier Sant'Angelo, con la presenza di barriere lignee, abitati in pietra e un tempio pagano nell'area dove poi sorse la chiesa di San Michele Arcangelo, il tutto accessibile tramite un ponte in pietra che permetteva l'attraversamento del ruscello che tagliava la vallata, che ebbe funzione di "fossato".
Successivamente nel periodo romano è attestata l'espansione delle barriere militari e la costruzione di nuovi fabbricati tra cui un tempietto nell'area dell'odierno Largo Vittoria[10].
Il centro abitato risale all'epoca medievale: in un documento custodito a Montecassino e risalente alla prima metà del secolo XI compare, fra i punti di riferimento della zona, un torrente detto aqua Freselona[11].
Il perimetro del centro storico, rispecchia in linea di massima l'andamento delle mura di cinta erette in età longobarda, con la costruzione del castello, con 3 torri e 3 file di ronda con caditoie lignee.[senza fonte]
lungo la fortezza poi, molto importanti erano gli accessi principali attraverso le mura, che accedevano ai 4 rioni in cui il borgo era suddiviso[senza fonte];
La Porta San Pietro, ancora esistente.
La Porta Santa Maria, ancora esistente.
La Porta Sant'Angelo, parzialmente conservata.
La cosiddetta Porta Ospitale, della cui esistenza, nonostante non restino tracce né documentarie né architettoniche, è ipotizzata da alcuni appassionati di storia locale desiderosi di collegare la storia di Frosolone all'ordine degli Ospedalieri attraverso l'esistenza di un ospedale, un edificio probabilmente di origine sei-settecentesca dalle esigue dimensioni concepito per fornire ricovero e assistenza ai poveri.
Nel 1070 l'abate Vulturnense Giovanni Marsicano acquista da tal Berardo di Giovanni di Pietrabbondante una serie di chiese e fondi agricoli per il Monastero di Santa Colomba di Frosolone, dal che si deduce che questo scomparso insediamento monastico benedettino doveva essere piuttosto importante e dipendeva dall'Abbazia madre di S. Vincenzo al Volturno[12].
Nel medioevo, il borgo disponeva già, come detto precedentemente, un gran numero di edifici sacri, tra cui la Chiesa di Santa Maria Assunta, il monastero benedettino esterno alle mura, il convento trecentesco delle clarisse, la chiesa di San Michele arcangelo e la cappella gentilizia consacrata a San Pietro.
Nel '300 qui vi furono processati e imprigionati alcuni fraticelli molisani[13][14], e la loro detenzione avvenne nel castello, l'attuale palazzo baronale, che nel periodo aveva funzione di tribunale della santa inquisizione.
Al seguito del terremoto avvenuto nella prima metà del '400, la fortezza subì numerose modifiche che plasmarono in parte i beni architettonici del luogo, nonché la maglia urbana.
Verso la fine del medioevo, Frosolone comincia a definirsi un vero e proprio nucleo urbano: come ricordato dalla documentazione presso l'Archivio di Stato di Napoli, il paese sarebbe assurto al grado di parrocchia grazie al trasferimento del titolo parrocchiale dalla chiesa di San Martino alla chiesa di Santa Maria Assunta, nella parte alta dell'attuale borgo[15].
La chiesa di San Martino viene ricordata come collegata a un convento, parte di un centro situato sull'omonimo colle alle pendici della montagna, a poca distanza dalla località Civitelle; si suppone che in origine fosse un insediamento autonomo, di piccole dimensioni, abbandonato forse a causa del terremoto del 1349.
L'età moderna
modificaCome per tanti altri centri del Molise, la fase medievale del paese si conclude, drasticamente, con il terremoto del 1456: secondo quanto riporta Antonino Pierozzi nel suo Chronicon, Frosolone sarebbe stato totalmente raso al suolo e vi sarebbero state 317 vittime[16]; questa informazione venne poi ripresa da vari autori, fra cui Giovanni Antonio Summonte, che ricorda come il paese «in gran parte cadde, con morte di 318 persone»[17].
Testimonianze regolari di Frosolone si hanno, poi, a partire dal periodo spagnolo; in quest'epoca attraversa una intensa fase di sviluppo: assieme ad Agnone e Trivento ospita una delle tre residenze vescovili della diocesi[18]
Vi è anche una fortificazione bellica, che riguarda pochissimi centri del Molise, con la costruzione di un rivello armato nella zona dove oggi sorge la cosiddetta loggia dei pezzenti, lo spazio noto come Largo XX settembre[senza fonte].
In questo periodo il castello viene ampliato diventando pienamente un palazzo baronale, perdendo la sua funzione prettamente militare ed assumendo quella di residenza.
Vengono anche implementati i restauri alle strutture sacre del borgo, con l'inizio della dominazione barocca sulle strutture romaniche.
La crescita continua per tutta l'età moderna:
nel 1532 il paese conta 882 fuochi, diventati poi 315 nel 1545 e 319 nel 1561[19];
nel 1618 passano a 349[20]; 432 sono quelli censiti nel 1675[21];
nel 1780 i fuochi erano 390, per 3 592 abitanti[22];
nel 1796 annoverava 3 876 abitanti ed era già rinomato per la produzione di forbici e coltelli[23].
Alla fine del Settecento, Frosolone conta:
tre Parrocchie, delle quali due sono Collegiate, tredici Cappelle pubbliche, una Commenda di Malta, due Conventi, una Casa d'Educazione de' Padri Missionari, tre Confraternite Laicali, uno Spedale per ricovero degl'infermi, sette Monti Frumentari, due Parrochi e un Arciprete[23]. Qui di seguito, una ricostruzione che mostra l'aspetto del borgo fiorente nella prima metà del '700:
Nel 1788 Francesco Longano dà la seguente descrizione di questo territorio:
«Frosolone, una delle terre più popolate del contado, tiene una vastità grande di montagna tutta sassosa, ma fertile. Il terreno migliora verso li Cameli, e Molisi. La sua parte meridionale è atta non che a vigneti, ma altresì ad uliveti. Ha copia grande di acque perenni, le quali tutte si perdono. Ci si fabbrica un pannaccio di pochi carlini la canna. Ha molta pastorale, ed oltre all'agricoltura i suoi abitatori scorrono per più provincie coll'arte di ammolare forbici, e aggiustare le caldaje.»
Dall'Ottocento a oggi
modificaNei primi anni del XIX secolo, Frosolone è uno dei centri abitati più popolosi del Contado di Molise: nello stesso periodo in cui esso sfiora i 4 000 abitanti, Agnone ne conta circa 7 500, Boiano circa 3 500, Campobasso circa 5 500, Isernia circa 6 900[24]. Il terremoto del 1805[25] impone una forte battuta d'arresto allo sviluppo del paese; questa seconda catastrofe sembra abbia avuto un esito altrettanto disastroso di quella del 1456: fonti dell'epoca lo definiscono «adeguato al suolo quasi per intero», e riportano una cifra (non si sa quanto attendibile) di mille morti e 46 feriti su una popolazione di 4 000 anime[26]. Nonostante questa nuova calamità, al 1º gennaio 1835 a Frosolone erano presenti 2 431 maschi e 2 407 femmine, per un totale di 4 838 abitanti[27]; il centro abitato, però, rimase a lungo occupato dalle macerie delle abitazioni crollate, la chiesa di Santa Maria Assunta richiese dei lavori di ricostruzione che si chiusero solo nel 1870, la chiesa di San Pietro non fu più ricostruita [10](lo spazio lasciato libero è oggi Largo Vittoria). A fine Ottocento il borgo ha raggiunto il numero più alto di residenti, circa 6.200.
La ricostruzione successiva al terremoto e in seguito l'Unità d'Italia danno a Frosolone un nuovo volto e nuove prospettive di sviluppo: viene riorganizzato in più fasi l'impianto urbano e realizzate opere quali la Fonte dell'Immacolata, l'illuminazione pubblica e la fognatura; nel 1901 viene istituito il Regio Ginnasio[28][29].
Le condizioni economiche della popolazione restano, comunque, molto difficili: il paese contribuirà, assieme a gran parte del Meridione, alla grande migrazione dei primi del Novecento. Come molti altri comuni molisani la comunità frosolonese venne duramente colpita dalla più grave sciagura mineraria mai verificatasi negli Stati Uniti d'America, il 6 dicembre 1907 a Monongah, nella Virginia Occidentale: diverse delle vittime della catastrofe erano emigranti provenienti da Frosolone.
Il fenomeno migratorio è ripreso dopo la Seconda Guerra mondiale: mete preferite sono state l'Europa settentrionale, l'Italia del Triangolo industriale, la città di Roma[30]; ciò ha contribuito al consistente calo demografico e al lento ma costante invecchiamento della popolazione residente che Frosolone sta affrontando negli ultimi decenni.
Attualmente in paese sono presenti varie attività artigianali e commerciali, punti di ristoro, un istituto comprensivo, una farmacia.
Onorificenze
Medaglia del Ministro della Difesa per i Comuni che hanno avuto famiglie con 3 o più caduti durante il primo conflitto mondiale (per la famiglia Colaneri), 2019
Monumenti e luoghi d'interesse
modifica- Palazzo Baronale:
Castello e Palazzo Baronale Zampini - Palazzo Ruberto-Vago: la struttura è posta all'entrata sud del paese e comprende l'accesso di Porta San Pietro. Fu edificata a partire dal 1700, come dimostra un atto notarile di tale datazione, dove vengono catalogati l'acquisto di capi di bestiame e l'avvio dei lavori per la costruzione di un nuovo palazzo.[34] Le fondazioni dell'intero bene sono localizzate a circa 5 metri sotto il piano di calpestìo e coincidono con un perimetro delle mura medievali del borgo, come dimostrano i rilievi archeologici attuati nei sotterranei dell'edificio, provvisti anche di cunicoli e corridoi in pietra, murati dopo la divisione dei beni al seguito della ricostruzione successiva al Terremoto del 1805.[34] Il palazzo nell'Ottocento divenne proprietà della famiglia Ruberto, tuttora proprietaria insieme agli eredi Castellotti di Parma, che vi trasferì i beni cinquecenteschi del vicino Palazzo Vago, demolito negli anni 70. Nell'ala est sono presenti affreschi di Amalia Dupré. Il palazzo storico, anche nelle sue diramazioni interne verso largo Vittoria, è identificato nelle proprietà: Ruberto-Castellotti, La Porta, Vignone, D'Antonio, Marinaro.[35][36]
- Chiesa di Santa Maria Assunta:
Chiesa di Santa Maria Assunta - Chiesa di San Nicola di Bari:
Chiesa di San Nicola - Chiesa di San Pietro:
Nuova Chiesa di San Pietro - Chiesa di San Rocco:
Chiesa di San Rocco - Convento dei frati cappuccini:
Convento dei frati Cappuccini e Chiesa della Madonna Delle Grazie - Commenda e chiesa del Santissimo Sacramento:
Ruderi della Chiesa del Santissimo Sacramento e della Commenda - Antichi mulini ad acqua:
Antichi mulini ad acqua - Chiesa di Sant'Antonio di Padova:
Chiesa di Sant'Antonio di Padova - Chiesa di Sant'Egidio:
Chiesa di Sant'Egidio, patrono di Frosolone - Chiesa di San Michele Arcangelo:
Chiesa di San Michele Arcangelo - Il cosiddetto Casone: è una struttura privata a pianta rettangolare, ubicata all'esterno del centro storico, vicino la fonte dell'immacolata. Opera di maestranze ottocentesche, si tratta di un edificio sviluppato su due piani il cui uso era quello di alloggio, rimessa e ricovero per il bestiame, medesime caratteristiche riscontrabili anche negli altri casoni del Sannio, come ad esempio quello di Agnone[48]. La funzione divenne poi a scopo abitativo e commerciale, fino ad oggi dove al piano terra presenta alcune botteghe e un alimentari. Il casone è considerato un luogo di ritrovo per i frosolonesi.[37][49]
- Fontana dell'Immacolata:
Fonte Della Madonna Immacolata - Civitelle e mura osche:
Civitelle e mura Osche (zona archeologica) - Cappella della Madonna Addolorata:
Cappella della Madonna Addolorata (montagna di Frosolone)
Società
modificaEvoluzione demografica
modificaAbitanti censiti[52]

Economia
modificaStoricamente, il paese ha fondato la propria economia sull'allevamento (in particolare di ovini) e sulla lavorazione artigianale di forbici e coltelli: a fianco a queste due attività principali vanno collocate un'agricoltura prevalentemente di sussistenza e tutte le altre attività legate alla fornitura di beni e servizi, necessari per una popolazione sempre abbastanza cospicua rispetto ai centri circostanti.
Il venir meno di posti di lavoro legati ad attività un tempo esclusivamente artigianali e oramai quasi del tutto scomparse[53] e l'emigrazione (in particolare quella, legata al miracolo economico, di personale qualificato), tuttavia, non hanno cambiato in maniera radicale il mercato del lavoro, che si fonda ancora oggi sul settore primario e sul secondario; gradualmente sta prendendo piede il settore turistico, in particolare sotto forma dell'alloggio diffuso, favorito dai paesaggi naturali e da un settore agroalimentare ancora in buona parte artigianale: per queste ragioni Frosolone ha ricevuto, per più anni consecutivi, la Bandiera arancione del Touring Club Italiano[54].
Al giorno d'oggi il paese vanta una discreta produzione agroalimentare, in particolare di formaggi vaccini (caciocavallo e scamorza) e ovini (pecorino); in espansione è il settore legato alla cavatura del tartufo. Ancora praticata è la produzione artigianale di forbici e coltelli. Ogni anno, nel mese di agosto, a Frosolone si svolge la Mostra-mercato nazionale delle forbici e dei coltelli.
Il comune ospita inoltre una centrale di produzione di energia eolica con una potenza installata di 21,3 MW costruita dall'Enel e posta sulla sommità della montagna che sovrasta il comune.
Nella cultura di massa
modificaIl nome del paese di Frosolone è stato spesso utilizzato in modo ironico nel mondo dello spettacolo, in particolare per la sua assonanza con la cittadina ciociara di Frosinone, ben nota al pubblico romano e spesso associata a un'idea di spontanea rusticità. Una prima citazione risale al film Il merlo maschio del 1971, con Lando Buzzanca, scritto e diretto da Pasquale Festa Campanile, tratto dal racconto Il complesso di Loth di Luciano Bianciardi. Negli anni 1974 e 1975 la trasmissione radiofonica L'altro suono di Mario Colangeli, con Anna Melato e Antonio De Robertis, rese un tormentone la frase "aridamme lo fazzolettone che t'aggio portato da Frosolone", parte del testo della vecchia canzone "Me ne vuoglie ì a Capracotta". Sempre negli anni Settanta a lanciare "La Madonna di Frosolone" è stato Pippo Franco. Nel 1984 il regista Mario Monicelli nel film Bertoldo, Bertoldino e Cacasenno del 1984 ha ideato il personaggio di Frà Cipolla da Frosolone, interpretato da Alberto Sordi. Nel 1997 è stata Caterina Guzzanti nel programma Posta del cuore su Raidue a lanciare il personaggio "Giampiero da Frosolone", di cui era pazzamente innamorata.
Note
modifica- ^ a b Bilancio demografico mensile anno 2024 (dati provvisori), su demo.istat.it, ISTAT.
- ^ Classificazione sismica (XLS), su rischi.protezionecivile.gov.it.
- ^ Tabella dei gradi/giorno dei Comuni italiani raggruppati per Regione e Provincia (PDF), in Legge 26 agosto 1993, n. 412, allegato A, Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile, 1º marzo 2011, p. 151. URL consultato il 25 aprile 2012 (archiviato dall'url originale il 1º gennaio 2017).
- ^ Dizionario di toponomastica. Storia e significato dei nomi geografici italiani, Milano, Garzanti, 1996, p. 288.
- ^ Teresa Cappello e Carlo Tagliavini, Dizionario degli etnici e dei toponimi italiani, Bologna, Pàtron, 1981, p. 228, SBN UMC0979712.
- ^ a b Dizionario di toponomastica, Torino, UTET, 1990, p. 339, ISBN 88-02-07228-0.
- ^ Livy: Book X, su thelatinlibrary.com. URL consultato il 22 ottobre 2016.
- ^ Remo Bacchi, Frosinone, la collina delle rose, in Rivista italiana di onomastica (RiON), vol. 22, n. 2, 2016, pp. 758-760.
- ^ L'Italia romana delle Regiones. Regio IV Sabina et Samnium in "Il Mondo dell'Archeologia", su treccani.it. URL consultato il 21 ottobre 2016.
- ^ a b c Chiesa di San Pietro, Frosolone, su giuseppelaporta26.wordpress.com. URL consultato il 2 ottobre 2022 (archiviato dall'url originale il 2 ottobre 2022).
- ^ A Civitanova “o prufessore” scopre l’acqua calda: S. Benedetto dal Cavallo bianco, su Franco Valente. URL consultato il 21 ottobre 2016.
- ^ A. L. Antinori, Annali degli Abruzzi, VI, Bologna, Forni Editore, 1971, pp. sub anno 1070 sub voce "Volturno".
- ^ Celestino V, Bonifacio VIII e i “fraticelli dell’opinione” torturati nel Molise, su Franco Valente. URL consultato il 21 ottobre 2016.
- ^ Filippo La Gamba, Chiese e monasteri celestini e vicende dei «fraticelli» nella diocesi di Trivento dalla fine del secolo XIII ai principi del XIV, in «Almanacco del Molise», 1978, pp. 407-412..
- ^ Controversia S. Martino, su casadalena.it. URL consultato il 22 ottobre 2016.
- ^ Antonino Pierozzi, Historiarum domini Antonini archipresuli Florentini libri tres.
- ^ Historia della città e Regno di Napoli di Gio. Antonio Summonte napoletano ove si trattano le cose più notabili, accadute dalla sua edificazione fin' a tempi nostri ... Tomo primo [-sesto!: 4, a spese di Raffaello Gessari, 1º gennaio 1749. URL consultato l'11 aprile 2016.
- ^ Valeria Cocozza, Chiesa e società a Trivento. Storia di una diocesi di regio patronato in età spagnola, Tesi di Dottorato in Storia della società italiana (XIV-XIX secc.) discussa presso l'Università degli studi del Molise (Dipartimento di Scienze Umanistiche, Sociali e della Formazione) nell'A.A. 2012-2013 (XXV ciclo)..
- ^ Lorenzo Giustiniani, Dizionario geografico-ragionato del Regno di Napoli, Presso V. Manfredi, 1º gennaio 1802. URL consultato il 3 maggio 2016.
- ^ Enrico Bacco, Il regno di Napoli diviso in dodici provincie… corretta & ampliata da Cesare d'Engenio, Scipione Bonino, 1º gennaio 1618. URL consultato il 14 marzo 2016.
- ^ Giovanni Antonio Summonte, Dell'historia della città, e regno di Napoli, di Gio. Antonio Summonte napolitano. Tomo primo [- quarto]: Tomo quarto, oue si descriuono le vite et i fatti del rè Cattolico e dell'imperador Carlo 5. con le loro effigie prese dal naturale, e con il racconto de' titolati, de' magistrati; e degli huomini illustri, che vi fiorirono; e di tutte l'altre cose avvenute degne di memoria e di lettura, a spese di Antonio Bulifon libraro all'insegna della sirena, 1º gennaio 1675. URL consultato l'11 aprile 2016.
- ^ Giuseppe Maria Galanti, Descrizione dello Stato antico ed attuale del contado di Molise, A. Forni, 1º gennaio 1781. URL consultato il 9 aprile 2016.
- ^ a b Francesco Sacco, Dizionario geografico-istorico-fisico del regno di Napoli, composto dall'abate D. Francesco Sacco, 1º gennaio 1796. URL consultato il 14 marzo 2016.
- ^ Francesco Sacco, Dizionario geografico-istorico-fisico del regno di Napoli, composto dall'abate D. Francesco Sacco, V. Flauto, 1º gennaio 1795. URL consultato il 14 marzo 2016.
- ^ Pietro Colletta, Storia del reame di Napoli: dal 1734 sino al 1825, Baudry, 1º gennaio 1835. URL consultato il 30 ottobre 2016.
- ^ Giuseppe Saverio Poli, Memoria sul tremuoto de' 26 luglio del corrente anno 1805. Di Giuseppe Saverio Poli…, presso Vincenzo Orsino, 1º gennaio 1806. URL consultato l'11 aprile 2016.
- ^ Giuseppe Del Re, Descrizione topografica, fisica, economica, politica de' reali dominj al di qua del faro nel regno delle due Sicilie con cenni storici fin da' tempi avanti il dominio de' Romani, La pietà de' Turchini, 1º gennaio 1836. URL consultato l'11 aprile 2016.
- ^ "Autorizzazione ad istituire un ginnasio in Frosolone ed in Palmi ed a convertire in governativi i ginnasi comunali di Avezzano, Cassino, Pontedera ed altri" 28.06.1901 - 13.12.1901 / Inventario: Disegni e proposte di legge e incarti delle commissioni (1848-1943) / Archivio della Camera Regia (1848-1943) / Patrimonio / Archivio storico della Camera dei deputati, su archivio.camera.it. URL consultato il 22 ottobre 2016.
- ^ Atti Parlamentari della Camera dei Deputati del 13 dicembre 1901 (PDF), su storia.camera.it.
- ^ Forche Caudine - Il sito dei romani d'origine molisana, su forchecaudine.com. URL consultato il 22 ottobre 2016 (archiviato dall'url originale il 5 aprile 2016).
- ^ Appuntamento a Frosolone: domenica 11 dicembre alle ore 15,30, su Franco Valente. URL consultato il 18 dicembre 2016.
- ^ Maria Antonietta Visceglia, Formazione e dissoluzione di un patrimonio aristocratico : la famiglia Muscettola tra XVI e XIX secolo., in Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes, vol. 92, n. 2, 1980, pp. 555-624.
- ^ Maria Antonietta Visceglia, Formazione e dissoluzione di un patrimonio aristocratico : la famiglia Muscettola tra XVI e XIX secolo, in Mélanges de l'Ecole française de Rome. Moyen-Age, Temps modernes, vol. 92, n. 2, pp. 555–624, DOI:10.3406/mefr.1980.2568. URL consultato il 18 dicembre 2016.
- ^ a b Famiglia D'Alena, su casadalena.it.
- ^ Sito web del Palazzo Ruberto-Vago, su palazzoruberto.altervista.org.
- ^ Palazzo Baronale D'Alena, su casadalena.it.
- ^ a b c d e Susy Carrino, Giampiero Castellotti, Concetta Colavecchio, Enzo Di Nuoscio, Un paese racconta, Frosolone 1995..
- ^ Chiesa di San Rocco, Frosolone, su catalogo.beniculturali.it.
- ^ convento dei frati capuccini, Frosolone (IS), su catalogo.beniculturali.it.
- ^ a b c Michele Colozza, Frosolone dalle origini all'eversione del feudalesimo, Agnone 1931..
- ^ Mulino Valfortore, su molisensi.com.
- ^ Chisa di Sant'Antonio, Frosolone, su catalogo.beniculturali.it.
- ^ chiesa di Sant'Egidio, Frosolone, su ospitalitareligiosa.it.
- ^ Chiesa di Sant'Egidio, Frosolone, su catalogo.beniculturali.it.
- ^ Frosolone, cronologia storica, su tizprimer.it.
- ^ Chiesa di San Michele Arcangelo, Frosolone, su softwareparadiso.it.
- ^ chiesa di San Michele Arcangelo, su catalogo.beniculturali.it.
- ^ Casone di Agnone, su catalogo.beniculturali.it.
- ^ a b Teresa Garzia, Tradizioni popolari di Frosolone, Napoli 1997..
- ^ Giuseppe Maria Trillo, su diocesitrivento.it.
- ^ Fontana dell'Immacolata, Frosolone, su catalogo.beniculturali.it.
- ^ Statistiche I.Stat - ISTAT; URL consultato in data 28-12-2012.
- ^ Atlante cartografico dell'artigianato, vol. 2, Roma, A.C.I., 1985, p. 22.
- ^ bafrosolone, Frosolone, in Bandiere Arancioni TCI, 9 maggio 2015. URL consultato il 22 ottobre 2016.
Bibliografia
modifica- Michele Colozza, Frosolone dalle origini all'eversione del feudalesimo, Agnone 1931.
- Hermes di Morgabrale, Spinapucio: romanzo e Addio Spinapucio, Campobasso 1984.
- Lelio Pallante, Frosolone: Storia e documenti, Campobasso 1989.
- Susy Carrino, Giampiero Castellotti, Concetta Colavecchio, Enzo Di Nuoscio, Un paese racconta, Frosolone 1995.
- Teresa Garzia, Tradizioni popolari di Frosolone, Napoli 1997.
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Frosolone
- Wikivoyage contiene informazioni turistiche su Frosolone
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su comune.frosolone.is.it.
- Frosolóne, su sapere.it, De Agostini.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 156113098 · LCCN (EN) n97109092 · GND (DE) 4499677-9 · J9U (EN, HE) 987007547457005171 |
---|