Gavello (Mirandola)
Gavello (Gavèl in dialetto mirandolese) è una frazione di Mirandola in provincia di Modena. Ci si riferisce spesso a questa località come "Gavello modenese", per distinguerlo dall'omonima località di Gavello, frazione di Bondeno (chiamata "Gavello ferrarese").
Gavello frazione | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Provincia | Modena |
Comune | Mirandola |
Territorio | |
Coordinate | 44°55′32.23″N 11°10′49.3″E |
Altitudine | 14 m s.l.m. |
Abitanti | 293[1] (2014) |
Frazioni confinanti | Mortizzuolo, Quarantoli, San Martino Spino |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 41037 |
Prefisso | 0535 |
Fuso orario | UTC+1 |
Cod. catastale | F240 |
Cartografia | |
Storia
modificaLa località prende il suo nome da Gabellus, ovvero il fiume Secchia, che anticamente scorreva in questo luogo da ovest verso est[2], come si può osservare in un paleoalveo cretoso in mezzo a due dossi di terra arenaria,[3] noto come Dosso del Gavello.
Nell'VIII secolo il Gabellum Castrum venne donato da Rachis, re dei Longobardi, alla diocesi di Modena, come descritto in una donazione dell'817 di Lodovico Pio in cui vengono citati anche gli allevamenti ittici della zona e il luogo di nascita di San Gemignano[4].
Nel X secolo la chiesa di Modena concesse ad Adalberto Azzo le terre di Gavello, che nel 1038 vennero restituite dal marchese Bonifazio al vescovo Guiberto di Modena, col patto di poterne disporre in enfiteusi[5].
In un documento storico è registrato che nel 1198 e nel 1202 gli abitanti di Gavello prestarono il giuramento del cittadinatico al comune di Reggio Emilia[6].
Il 15 luglio 1551 tutta la villa di Gavello viene data alle fiamme e le terre cosparse di sale per essere stata , 50 anni prima, causa della rovina e discordia dell'Italia, dando rifugio a banditi e soldati[7]. La località viene nuovamente devastata il 13 aprile 1552 dai soldati che assediano Mirandola[8].
Nel 1788 la villa del Gavello, nel marchesato dei Menafoglio di San Martino Spino, registra una popolazione di 641 abitanti e un'estensione 3.220 biolche mirandolesi[3], mentre nel 1833 sono attestate circa 700 persone residenti[2].
Durante la seconda Repubblica cisalpina e il Regno Italico, con legge 23 maggio 1801 fu istituito il Comune di "Mortizzuolo con Gavello e San Martino in Spino", abolito con la Restaurazione a seguito di ratifica del decreto del duca di Modena del 12 gennaio 1815.[9]
All'inizio di giugno del 1879 San Martino Spino e Gavello furono completamente sommerse dalle acque del Po, che ruppe gli argini a Colombaro, fra Revere e Sermide.[10]
Nel territorio di Gavello nacque una delle prime leghe cooperative di contadini e braccianti della bassa modenese[11].
Il 31 maggio 1944 i partigiani Luigi Gualdi e Riccardo Guandalini furono uccisi mentre tentavano di prelevare una mitragliatrice dall'abitazione di un fascista.[12] Alla loro memoria è dedicato un cippo.[13]
A partire dagli anni 1970 si è maggiormente diffusa la coltivazione del melone e dell'anguria, unitamente ai territori di San Martino Spino e dintorni.
Monumenti e luoghi di interesse
modificaLa chiesa di San Biagio vescovo e martire, dedicata a Biagio di Sebaste, venne ricostruita nel 1928 in stile neogotico a tre navate, al posto di una precedente chiesa in stile barocco, di cui sono conservati la pila del fonte battesimale del 1669 e due altari di marmi policromi dedicati alla Madonna del popolo e al Santissimo Crocifisso; sopra quest'ultimo è conservato un crocifisso in cartapesta colorata del XVII-XVIII secolo[11]. La chiesa è stata gravemente danneggiata dal terremoto dell'Emilia del 2012, con il distacco della facciata e il crollo della volta interna; anche il campanile è stato lesionato, così come la casa canonica[14]. In attesa del recupero dell'edificio (non ancora avviato nel maggio 2017), è stata predisposta una piccola chiesa di legno nel prato antistante la chiesa lesionata, mentre le celebrazioni maggiori avvengono nel nuovo centro civico realizzato in sostituzione del vecchio edificio scolastico (raso al suolo dopo il sisma).
A sud dell'abitato si estende la vasta area naturale protetta delle Valli mirandolesi.
Economia e sviluppo
modificaL'attività prevalente della zona è l'agricoltura. I prodotti principali, favoriti dal terreno argilloso e dall'abbondanza di acqua, sono l'anguria e il melone (in dialetto mirandolese: langòria e mlòn)[15], la cui produzione arriva a 300 quintali/ettaro[16]. Dagli anni 1990, in occasione della Sagra della Madonna del Popolo nel mese di luglio, viene premiata con il "melone d'oro" la migliore produzione della zona[17]. Fra le varietà coltivate, vi è il melone mantovano IGP e il melone di Cantalupo. Altre produzioni agricole della zona sono foraggio, barbabietole da zucchero, pomodoro da conserva, mais e frumento.
Note
modifica- ^ La frazione di Gavello nel dettaglio, su italia.indettaglio.it.
- ^ a b Giovanni Battista Rampoldi, Corografia dell'Italia, vol. 2, Per Antonio Fontana, 1833, p. 173 (archiviato il 1º marzo 2018).
- ^ a b Lodovico Ricci, Corografia dei territori di Modena, Reggio, e degli altri stati già appartenenti alla casa d'Este, Soliani, 1788, p. 105 (archiviato il 1º marzo 2018).
- ^ Gabellum Castrum cum suis piscariis quod fuit ab antiquo tempore Massa Sancti Geminiani super quibus est praeceptum Rachisii Regis nobis ostensum; similiter et Desiderii (Ricci, op.cit.)
- ^ Attilio Zuccagni-Orlandini, Stati estensi, in Corografia fisica, storica e statistica dell'Italia e delle sue isole, corredata di un atlante, di mappe geografiche e topografiche, e di altre tavole illustrative: Italia superiore o settentrionale, 8.2 6, Firenze, Presso gli editori, 1845, p. 454 (archiviato il 1º marzo 2018).
- ^ Bruno Andreolli e Mauro Calzolari (a cura di), Mirandola Nel Duecento: Dai Figli di Manfredo ai Pico, 2003, p. 65 (archiviato il 1º marzo 2018).
- ^ Tommasino de Bianchi, Cronaca modenese, di Tommasino de' Bianchi detto de' Lancellotti, vol. 10, Parma, Pietro Fiaccadori, 1875, p. 476 (archiviato il 1º marzo 2018).
- ^ Anonimo, Cronaca della nobilissima famiglia Pico, scritta da autore anonimo, illustrata con prefazione, note e documenti, Gaetano Cagarelli, 1874, p. 226 (archiviato il 1º marzo 2018).
- ^ Archivio della Municipalità di Mortizzuolo (1802-1815), su Istituto per i beni artistici culturali e naturali della Regione Emilia-Romagna.
- ^ Inondazioni del Mirandolese per causa delle rotte del Po, in La Fenice: strenna mirandolese per l'anno 1880, Mirandola, Tipografia Cagarelli, 1879, p. 35.
- ^ a b La chiesa parrocchiale di Gavello, in Guida storica ed artistica della Mirandola e dintorni, Lions Club della Mirandola, 1981, pp. 108-111.
- ^ Luigi Gualdi, su ANPI Mirandola.
- ^ Cippo a Luigi Gualdi e Riccardo Guandalini – Gavello di Mirandola, su Pietre della memoria.
- ^ Parrocchia di San Biagio Martire in Gavello di Mirandola, su Carpi rinasce. URL consultato il 3 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 21 febbraio 2016).
- ^ Ortofrutta: i 50 anni della cooperativa modenese Ital-frutta, su Confcooperative, 6 febbraio 2017. URL consultato il 3 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2018).
- ^ Adriano Pretto: "Il mercato del melone predilige ormai i calibri medio-piccoli", in Fresh Plaza. URL consultato il 3 maggio 2017 (archiviato dall'url originale il 1º marzo 2018).
- ^ Sagra del Melone da oggi a Gavello, in Gazzetta di Modena, 3 luglio 2004 (archiviato il 1º marzo 2018).
Bibliografia
modifica- Bruno Andreolli e Gino Mantovani (a cura di), Gavello e San Martino Spino: storia di una valle di bassa pianura. Atti della giornata di studio, San Martino Spino, domenica 20 ottobre 1991, Modena, Aedes Muratoriana, 1993, SBN UBO0076149.
- Pierpaolo Bonacini e Gino Mantovani (a cura di), Da Gabellum a Gavello: storia di una chiesa e del suo territorio: atti della Giornata di studio in occasione del 70 ̊ anniversario della ricostruzione della chiesa parrocchiale di Gavello, sabato 12 dicembre 1998, Aedes Muratoriana, 2002, SBN MOD0741554.
Voci correlate
modificaAltri progetti
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