General Atomics ALTUS

Il General Atomics ALTUS è un velivolo sperimentale a pilotaggio remoto sviluppato dall'azienda statunitense General Atomics Aeronautical Systems (GA-ASI) in collaborazione con la NASA.

General Atomics ALTUS
General Atomics ALTUS
Descrizione
TipoAPR
CostruttoreStati Uniti (bandiera) General Atomics Aeronautical Systems
Data primo volo1 maggio 1996
Utilizzatore principaleStati Uniti (bandiera) NASA
Altri utilizzatoriStati Uniti (bandiera) USAF
Dimensioni e pesi
Lunghezza7,19 m (23,6 ft)
Apertura alare16,85 m (55,3 ft)
Superficie alare39,92 m (131 ft ft)
Peso max al decollo966,15 kg (2 130 lb)
Capacità combustibile348,25 L (92 US Gal)
Propulsione
Motoreun Rotax 912
4 cilindri contrapposti raffreddato a liquido
Potenza100 CV (76 kW)
Prestazioni
Velocità max185 km/h (100 KTAS)
Velocità di crociera128 km/h (70 KTAS)
Autonomia24 h a seconda dell'altitudine
Tangenza19 500 m (60 000 ft)

dati estratti dal sito Nasa.gov[1]
tranne dove diversamente indicato

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La GA-ASI ha costruito due esemplari dell'ALTUS: l'ALTUS I, equipaggiato con un turbocompressore monostadio, per la Naval Postgraduate School, e l'ALTUS II, con turbocompressore a doppio stadio, per la NASA nell'ambito del progetto ERAST.

ALTUS I

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Altus I effettuò una serie di voli nell'estate del 1997 dal Dryden Flight Research Center (DFRC), raggiungendo i 43 500 ft, pari a 13 259 m, mentre trasportava un carico di 300 lb (136 kg), un record per un aeromobile alimentato da un motore a pistoni con turbocompressore monostadio.

ALTUS II

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Altus II è stato sviluppato per essere un banco di prova per le future tecnologie che porteranno poi allo sviluppo degli aerei a pilotaggio remoto più recenti come i velivoli MQ-1 e MQ-9 sviluppati sempre da "GA-ASI". L'aereo è stato creato come variante civile del Predator A; il velivolo, benché sia somigliante alla controparte militare, è caratterizzato da un'apertura alare maggiore ed è stato progettato per il trasporto di attrezzature per la ricerca scientifica atmosferica al posto delle attrezzature militari trasportate dal Predator.

Si potevano trasportare fino a 150 kg di sensori e altra strumentazione scientifica nel vano di carico posto sulla parte anteriore del velivolo; questa soluzione permetteva ai sensori di catturare l'aria senza risentire del calore e dei gas di scarico del motore.

Il primo volo di Altus è avvenuto il 1º maggio 1996 con un motore Rotax 912 a quattro cilindri alimentati a benzina e potenziato da un turbocompressore a singolo stadio,[2] raggiungendo quota 37 000 ft nel corso della sua prima serie di voli dal DFRC nell'agosto del 1996.

Dopo importanti modifiche e aggiornamenti, tra cui l'aggiunta di un turbocompressore a doppio stadio al posto dell'unità a singolo stadio originale, un serbatoio maggiorato e un intercooler aggiuntivo l'aereo tornò a volare nell'estate del 1998.

Nel settembre del 2001, Altus II viene utilizzato per una dimostrazione di capacità di rilevamento di immagini di calore in tempo reale a distanza.

Nell'estate del 2002 Altus II è stato coinvolto in un esperimento al fine di raccogliere misurazioni elettriche e elettromagnetiche che potrebbero aiutare gli scienziati nella comprensione dello sviluppo dei temporali, consentendo contemporaneamente ai meteorologi di prevedere con maggiore precisione quando le perturbazioni potrebbero colpire[3].

Tappe del progetto

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  • 5 settembre 1996 Altus raggiunge quota 37 000 piedi mantenendoli per una durata di 2 ore
  • Ottobre 1996 Altus stabilisce il record di durata in volo per un UAV, trasportando un carico utile per 26 ore
  • Estate 1997 Altus raggiunge quota 43 500 piedi durante un volo di prova
  • Primavera 1998 Altus torna a volare dopo essere stato modificato e aggiornato
  • Marzo 1999 Altus vola per 3 ore sopra i 55 000 piedi e per 8 ore a 50 000 piedi di altitudine
  • 23 luglio 1999 Altus vola per 4 ore a 55 000 piedi
  1. ^ nasa.gov, https://www.nasa.gov/centers/armstrong/news/FactSheets/FS-058-DFRC.html.
  2. ^ NASA ALTUS fact sheet, su nasa.gov. URL consultato il 1º maggio 2019 (archiviato dall'url originale il 6 agosto 2020).
  3. ^ nasa.gov, https://www.nasa.gov/centers/armstrong/news/FactSheets/FS-058-DFRC.html.

Altri progetti

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