Giuseppe de Nava
Giuseppe de Nava (Reggio Calabria, 23 settembre 1858 – Roma, 27 febbraio 1924[1]) è stato un politico italiano, appartenente alla nobile famiglia reggina dei De Nava.
Giuseppe de Nava | |
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Giuseppe de Nava nel suo ufficio del Ministero del tesoro nel luglio del 1921 | |
Ministro del tesoro del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 4 luglio 1921 – 26 febbraio 1922 |
Monarca | Vittorio Emanuele III di Savoia |
Capo del governo | Ivanoe Bonomi |
Predecessore | Ivanoe Bonomi |
Successore | Camillo Peano |
Legislatura | XXVI |
Ministro delle finanze del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 21 maggio 1920 – 15 giugno 1920 |
Capo del governo | Francesco Saverio Nitti |
Predecessore | Carlo Schanzer |
Successore | Francesco Tedesco |
Legislatura | XXV |
Ministro dei lavori pubblici del Regno d'Italia, ad interim | |
Durata mandato | 14 marzo 1920 – 21 maggio 1920 |
Capo del governo | Francesco Saverio Nitti |
Predecessore | Edoardo Pantano |
Successore | Camillo Peano |
Legislatura | XXV |
Ministro dell'agricoltura, industria e commercio del Regno d'Italia | |
Durata mandato | 18 giugno 1916 – 30 ottobre 1917 |
Capo del governo | Paolo Boselli |
Predecessore | Giannetto Cavasola |
Successore | Augusto Ciuffelli |
Legislatura | XXIV |
Durata mandato | 3 giugno 1920, ad interim – 15 giugno 1920 |
Capo del governo | Francesco Saverio Nitti |
Predecessore | Mario Abbiate |
Successore | Giulio Alessio |
Legislatura | XXV |
Deputato del Regno d'Italia | |
Legislatura | XX, XXI, XXII, XXIII, XXIV, XXV, XXVI |
Sito istituzionale | |
Dati generali | |
Titolo di studio | laurea |
Biografia
modificaNato da Francesco ed Elisabetta D'Agostino, si laureò in giurisprudenza presso l'Università di Napoli nel 1878, e appena ventenne si dedicò agli studi economici intraprendendo poi la libera professione.
Nel 1893, dopo aver vinto il concorso, De Nava divenne referendario del Consiglio di Stato e partecipando così a numerose commissioni legislative. Fu infatti nel 1896 capo di gabinetto del ministro dei lavori pubblici Giulio Prinetti nel governo di Rudinì III. L'anno seguente si candidò per la coalizione liberale nel collegio di Bagnara e fu eletto alla Camera dei deputati, l'elezione venne annullata per incompatibilità con le funzioni svolte presso il Consiglio di Stato, ma dimessosi dall'incarico venne ricandidato alle suppletive e fu eletto. Si occupò principalmente della riforma dell'amministrazione statale oltre che dello sviluppo delle vie di comunicazione, tenendo ben presenti i problemi del mezzogiorno, e della sua provincia. Si dedicò inoltre al problema dell’alfabetizzazione, alla riforma dei catasti e alle bonifiche.
Alle successive elezioni De Nava fu nuovamente eletto con una gran numero di voti. Fu un esponente della destra liberale e convinto sostenitore dei governi Zanardelli-Giolitti, per cui venne nominato sottosegretario di Stato nel governo Sonnino. Importante è il suo disegno di legge presentato per i provvedimenti a favore della Calabria, come il suo particolare impegno nel risolvere i gravi problemi di Reggio Calabria e Messina dopo il terremoto del 1908.
Dal 1916 De Nava fu Ministro dell'industria, Commercio e Lavoro nel Governo Boselli. Risale a tale periodo “Lavori e studi da compiersi per la preparazione alla pace e al dopoguerra”[2], uno schema di pianificazioni a proposito di progetti politici ed economici da attuarsi al termine del conflitto mondiale. Fu in seguito ministro dei trasporti nel governo Orlando, ministro dei lavori pubblici e poi delle finanze nel governo Nitti, ministro del tesoro durante il governo Bonomi. Tra i politici più preparati e competenti, De Nava partecipò come rappresentante dell'esecutivo ai convegni internazionali e alla Conferenza di Pace di Parigi.
Alla vigilia dell'avvento del fascismo, nel 1922 fu incaricato dal re Vittorio Emanuele III di costituire un governo, ma decise di rinunciare all'incarico visti gli insanabili contrasti che vi erano tra i partiti. Così per la XXVII legislatura nel 1924 accettò di fare parte della Lista Nazionale (contrassegnata dal fascio littorio).
Giuseppe de Nava morì a Roma il 27 febbraio del 1924. Nel suo testamento donò la villa di famiglia al Comune di Reggio Calabria, assieme alla raccolta libraria e documentaria, destinandone l'uso a biblioteca che unita alla Comunale (già "Ferdinandiana", istituita nel 1818) divenne l'odierna Biblioteca comunale "Pietro de Nava", intitolata alla memoria del fratello.
I De Nava di Reggio
modificaSui De Nava di Reggio, cavalieri castigliani originari della Germania[senza fonte], si sa che l'antenato Guttierro de Nava (o Nava) ebbe in dono dal re Alfonso il Magnanimo il castello di Scilla per i servigi resi in Sicilia. Il feudo mantenuto dai discendenti fino al 1532 fu poi ceduto ai Ruffo di Calabria conti di Sinopoli.
Note
modifica- ^ Cfr. sull'atto di morte n. 916 del comune di Roma.
- ^ Roma, Arch. centrale dello Stato, Carte Boselli, b. 1, f. 12
Bibliografia
modifica- Gaetano Cingari, Reggio Calabria, Bari, Laterza, 1988
- Italo Falcomatà, introd. di G. Cingari,Giuseppe De Nava: un conservatore riformista meridionale, Reggio Cal., Ed. Meridionali Riuniti, 1977
- Domenico Romeo,Villetta De Nava: cenni biografici sul donatore in D. Romeo et al. (a cura di), Guida alle Biblioteche Comunali di Reggio Calabria, Reggio Cal., Ed. Historica, 2006.
- Fulvio Mazza, DE NAVA, Giuseppe, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 38, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1990. URL consultato il 28 febbraio 2018.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikisource contiene una pagina dedicata a Giuseppe de Nava
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Giuseppe de Nava
Collegamenti esterni
modifica- Giuseppe de Nava, su siusa.archivi.beniculturali.it, Sistema Informativo Unificato per le Soprintendenze Archivistiche.
- Giuseppe De Nava, su storia.camera.it, Camera dei deputati.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 35350000 · ISNI (EN) 0000 0000 2874 5427 · BAV 495/322160 · LCCN (EN) n00042306 · GND (DE) 122901479 · BNE (ES) XX1530346 (data) · BNF (FR) cb11122001q (data) |
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