Mario Abbiate

politico italiano (1872-1954)

Mario Abbiate (Genova, 14 febbraio 1872Milano, 5 giugno 1954) è stato un politico, sindacalista e avvocato italiano. Fu ministro dell'Industria, Commercio e Lavoro del Regno d'Italia nel Governo Nitti II.

Mario Abbiate

Ministro dell'industria e del commercio del Regno d'Italia
Durata mandato21 maggio 1920 –
3 giugno 1920
Capo del governoFrancesco Saverio Nitti
PredecessoreDante Ferraris
SuccessoreGiuseppe De Nava

Deputato del Regno d'Italia
Durata mandato24 marzo 1909 –
29 settembre 1913
LegislaturaXXIII
Gruppo
parlamentare
Radicale
CoalizioneLiberal-democratica
CircoscrizioneVercelli
Sito istituzionale

Senatore del Regno d'Italia
Durata mandato27 dicembre 1919 –
25 giugno 1946
LegislaturaXXV, XXVI, XXVII, XXVIII, XXIX, XXX
Tipo nominaCategoria: 21
Sito istituzionale

Deputato della Consulta Nazionale Italiana
Durata mandato25 settembre 1945 –
25 giugno 1946
LegislaturaCN
Gruppo
parlamentare
Liberale

Senatore della Repubblica Italiana
Durata mandato8 maggio 1948 –
24 giugno 1953
LegislaturaI
Gruppo
parlamentare
Misto
Tipo nominaIII disp. transitoria Cost.ne
Sito istituzionale

Dati generali
Partito politicoPartito Radicale storico
Titolo di studioLaurea in Giurisprudenza
ProfessioneAvvocato

Biografia

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Mario Abbiate nasce a Genova il 14 febbraio 1872. I genitori sono Giuseppe Abbiate, che a 17 anni fugge dal Seminario di Vercelli per seguire come volontario Giuseppe Garibaldi nella spedizione dei Mille, ed Erminia Montalenti, entrambi di Caresana in provincia di Vercelli. A Caresana sono proprietari di un'importante impresa agricola specializzata nella coltivazione del riso.

Mario Abbiate segue gli studi in Giurisprudenza alla Sapienza - Università di Roma, dove si laurea a 20 anni. Successivamente, si trasferisce a Milano, dove esercita la professione di avvocato presso lo studio dell'onorevole Carlo Canetta. Nel 1900 è chiamato a far parte della Federazione Nazionale delle Società di Mutuo Soccorso e della Lega Nazionale delle Cooperative. Nel 1903 è nominato nel Consiglio Superiore del Lavoro. In questo organismo riceve l'incarico dell'inchiesta sulle zolfare della Sicilia e sul lavoro notturno dei fornai.

Rappresenta l'Italia nei Congressi internazionali della Mutualità nel 1903, 1905, 1907 e diviene nel 1906 segretario generale della Federazione internazionale della Mutue. Nel 1909 è eletto deputato di Vercelli nelle file della coalizione liberal-democratica, sconfiggendo il candidato conservatore. Nelle successive elezioni politiche del 1913 è sconfitto dal candidato socialista. Alla camera ha fatto parte del gruppo Radicale.

Nel 1917 i coniugi Mario Abbiate e Rosa Cambiaghi acquistano da Edoardo Rossi la Villa a Buscate del XVII secolo con annessi possedimenti e impiantano una solida impresa agricola che introduce la coltivazione della risaia nella zona (approfittando delle disponibilità di acqua del Canale Villoresi) e l'allevamento intensivo del bestiame (Stallone). Il 6 ottobre 1919 Mario Abbiate è nominato Senatore del Regno. Aderisce al gruppo parlamentare dell'Unione democratica sociale.

Nel 1920 viene nominato Ministro dell'Industria e del Commercio nel Governo Nitti II. Nello stesso anno passa al Ministero del Lavoro e della Previdenza Sociale. Dura in carica pochi giorni fino alle dimissioni di Nitti del 15 giugno 1920. Nel novembre del 1924 aderisce all'Unione Nazionale di Giovanni Amendola, ed entra a far parte del costituendo gruppo parlamentare. Deciso oppositore del regime fascista dai banchi del Senato: il 26 giugno 1924, denuncia nell'aula di Palazzo Madama le responsabilità di Mussolini per l'omicidio di Giacomo Matteotti[1], unendo la sua denuncia a quella di due soli altri senatori[2], i quali votarono contro la fiducia al Governo conferita a grande maggioranza dei presenti[3].

Nel 1946 è nominato nella Consulta Nazionale; partecipa al grande dibattito sulla nuova Carta costituzionale. Nella I legislatura repubblicana entra a far parte del Senato della Repubblica in base alla III disposizione transitoria della Costituzione. Diventa presidente della società Montecatini succedendo all'ing. Donegani. Nel periodo 1948-53 è nominato presidente delle Assicurazioni Generali. Muore nel 1954 ed è sepolto nella cappella di famiglia del cimitero di Caresana.

  1. ^ Atti parlamentari: Tornata 26 giugno 1924, p. 123 e segg.
  2. ^ Gli altri due furono Carlo Sforza e Luigi Albertini. Cfr. Carlo Sforza, L'Italia dal 1914 al 1944 quale io la vidi, Roma, Mondadori, 1945, pag. 129
  3. ^ Bruno Vespa, Perché l'Italia diventò fascista (e perché il fascismo non può tornare), Milano, Mondadori, 2019, p. 195.

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Collegamenti esterni

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Controllo di autoritàVIAF (EN299066670 · ISNI (EN0000 0004 0284 598X · SBN LO1V134826 · BAV 495/330553 · J9U (ENHE987007305034705171