KLG Golden Arrow

automobile

La KLG Golden Arrow è stata una automobile da record di velocità costruita nel 1928 dalla britannica KLG. Conquistò il record di velocità terrestre nel 1929.

KLG Golden Arrow
La Golden Arrow conservata al National Motor Museum di Beaulieu, Regno Unito
Tipo recordRecord di velocità terrestre
PropulsioneMotore a combustione interna
CostruttoreRegno Unito (bandiera) Kenelm Lee Guinness
Ultimo record11 marzo 1929 a Daytona Beach
PilotaRegno Unito (bandiera) Henry Segrave
Velocità372,34 km/h  / 231,36 mph
Record precedente22 aprile 1928 da White Triplex Special
Record successivo5 febbraio 1931 da Campbell-Napier-Railton Blue Bird
Dati tecnici
Peso3.600 kg
MotoreNapier Lion W12
ProgettoJack S. Irving

Caratteristiche tecniche

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Vista dall'alto

Progettata da Jack Irving, già ideatore due anni prima della Sunbeam 1000 HP, venne costruita nella fabbrica KLG, acronimo dell'irlandese Kenelm Lee Guinness, ex pilota e industriale attivo nella componentistica per auto (fondò la KLG Spark Plugs), nonché nipote del fondatore dell'omonima celebre birreria.

La carrozzeria disegnata da Irving venne realizzata dalla Thrupp & Maberly ed era in alluminio con un design decisamente avveniristico per l'epoca. Il muso era costituito da un basso e largo alettone che saliva con un profilo a freccia (da cui il nome "Arrow") a carenare le tre bancate di cilindri del motore e la carrozzeria avvolgeva completamente la vettura, eccetto le ruote, per terminare con una pinna stabilizzatrice posteriore. Le ruote a raggi erano coperte da un disco di lamiera per migliorare ulteriormente l'aerodinamica e montavano gomme Dunlop garantite per resistere circa 30 secondi alla massima velocità che in teoria poteva avvicinarsi ai 400 km/h.

 
Un Napier Lion esposto al Motorsport and Aviation Museum di Brooklands Weybridge, Inghilterra

Il motore era un Napier Lion VIIA W12 di derivazione aeronautica, dalla cilindrata di 23948 cm³ (1461 c.i.) a quattro valvole per cilindro e doppio albero a camme in testa della potenza di 930 CV a 3400 giri. Le tre bancate di cilindri, con alesaggio e corsa di 140x130 mm, erano una verticale e le due laterali inclinate di 60°. L'alimentazione era data da un carburatore a triplo corpo e l'accensione doppia con due magneti che alimentavano le 24 candele, due per ogni cilindro, ovviamente KLG.

La frizione servoassistita era del tipo a dischi multipli e innestava un cambio a tre marce, separato dal motore, da cui partivano due semialberi indipendenti per ciascuna delle ruote posteriori, senza differenziale. I tre rapporti del cambio erano stati calcolati per raggiungere le 80 miglia orarie in prima (130 km/h), 165 in seconda (266 km/h) e teoricamente le 246 miglia all'ora in terza (396 km/h).

Il telaio era costituito da due longheroni con sospensioni a balestre e ammortizzatori a frizione. Il posto del pilota era dietro al motore e tra i due semiassi, in una posizione molto bassa e per poter mantenere allineata la macchina, che aveva uno sterzo piuttosto limitato, era dotato di una specie di mirino tra il piccolo parabrezza e la punta del lungo cofano motore in modo che il pilota potesse mantenersi al centro del percorso lanciato. I freni erano a tamburo sulle quattro ruote con servofreno a depressione. Tra le ruote vi era una carenatura che conteneva il liquido di raffreddamento e comprendeva i radiatori di tipo superficiale, anch'essi di impostazione aeronautica, che venivano investiti dal flusso dell'aria per ottenere il raffreddamento.

Il record

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La Golden Arrow nel 1929

Il record di velocità terrestre venne stabilito l'11 marzo 1929 a Daytona Beach, raggiungendo la velocità di 231,36 miglia orarie pari a 372,34 km/h, battendo abbondantemente il precedente record dell'anno prima detenuto dalla White Triplex e che era di 207,55 miglia all'ora (334 km/h)[1].

Dopo questo nuovo primato il pilota Henry Segrave si ritirò dalle competizioni di velocità su terra e fu anche l'unica corsa della Golden Arrow che rimase imbattuta per quasi due anni, fino al record del Campbell-Napier-Railton Blue Bird di Malcolm Campbell del febbraio 1931.

Altri progetti

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Collegamenti esterni

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  • (EN) Storia ed immagini, su racingcampbells.com. URL consultato il 14 febbraio 2009 (archiviato dall'url originale il 18 novembre 2008).
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