Luigi Osio
Luigi Osio (Milano, 29/30 dicembre 1803 – Milano, 3 marzo 1873) è stato un archivista italiano, direttore generale degli archivi in Lombardia dal 1851 e poi direttore dell'Archivio di Stato di Milano a partire dall'Unità d'Italia.
Biografia
modificaOrigini e carriera amministrativa
modificaLuigi Osio nacque a Milano il 29 o il 30 dicembre 1803[1] da Giuseppe e Marianna Belvisi e nel 1822, poco più che diciannovenne, iniziò la carriera nell'amministrazione austriaca del Regno Lombardo-Veneto, divenendo membro della Cancelleria dell'arciduca e viceré Ranieri nel 1834.
Direttore generale degli archivi di Lombardia
modificaLa necessità di riunire i vari poli archivistici milanesi
modificaDivenuto segretario aulico nel 1845, nel 1851 il governatore militare del Lombardo-Veneto, generale Josef Radetzky, lo nominò Direttore generale degli archivi di Lombardia quale successore di Giuseppe Viglezzi[2], carica che comprendeva la sovrintendenza anche di quello che sarebbe divenuto l'Archivio di Stato di Mantova. L'Osio, al momento della nomina, notò immediatamente la dispersività dei vari archivi milanesi e la progressiva mancanza di spazio del Collegio di San Fedele, il che lo spinse, sia sotto il governo austriaco che quello italiano, a premere presso le autorità a trasferire e unificare i vari poli archivistici milanesi nel Palazzo del Senato[3], impresa che tuttavia non vedrà mai compiuta completamente[4].
Seguace del metodo peroniano: la Sezione storica
modificaNominato "capo divisione di I classe, direttore degli Archivi governativi di Milano" con regio decreto 13 gennaio 1861[5], l'Osio continuò ad organizzare il materiale archivistico secondo il metodo peroniano, fondando tra le varie la Sezione storica, fondo contenente documenti presi da altri archivi governativi (archivio visconteo-sforzesco, diplomatico e quello delle Cancellerie spagnole e austriache) volta a soddisfare uno spirito di collezionismo vigente all'epoca[6], come attesta la collezione di sigilli tolti appositamente dai singoli diplomi perché andassero a creare un nuovo fondo[7]. Lo stesso Osio, nel 1864, rimarcava quest'intenzione:
«Mediante il complesso di tutto questo materiale [degli archivi milanesi, n.d.r.], non escluso quello della parte amministrativa, venne dato a me inoltre di creare di pianta a poco a poco diverse altre preziose Raccolte parziali di sperimentata pratica utilità nelle svariate ricerche di privati in fatto di studi storici, araldici e sfragistici, e di lustro per l'Officio e per lo stesso Governo, considerate come collezioni di oggetti antichi atti ad appagare la curiosità degli amatori di cose storiche.»
La Commissione Cibrario e la morte
modificaIn qualità di direttore di uno dei più importanti centri archivistici italiani, Luigi Osio entrò a far parte, nel 1869 della cosiddetta Commissione Cibrario, presieduta dal senatore Luigi Cibrario e istituita per decidere a quale ministero gli archivi italiani dovessero fare riferimento. Le decisioni della Commissione furono poi ratificati in un decreto regio del 1874 con cui si ponevano gli archivi italiani alle dipendenze del Ministero dell'Interno[6]. All'epoca, però, Luigi Osio era già deceduto. Scomparve infatti il 3 marzo 1873 nella sua casa di Milano, lasciando in eredità i tre figli avuti da due diversi matrimoni: Giacomo, avuto dalla prima moglie, Teresa Paleari; Giovanna e Guglielmo dalla seconda, Amalia Songa. Fu sepolto nel Cimitero Monumentale di Milano[6].
Altri incarichi
modificaLuigi Osio rivestì anche diversi incarichi nelle istituzioni culturali meneghine e nazionali. Nella voce biografica riportata dalla Regia Deputazione sovra gli studi di Storia Patria nell'anno 1868 Luigi Osio, di cui era socio, risultava anche «socio effettivo dell'Ateneo di Milano, Membro effettivo fondatore dell'Accademia Storico-Archeologica della stessa Città, socio corrispondente della Società Filotecnica di Torino»[8].
Onorificenze
modificaLuigi Osio ottenne, nel corso degli anni '60, alcune onorificenze[9]:
Opere
modifica- Luigi Osio, Documenti diplomatici tratti dagli archivj milanesi, vol. 1, Milano, Tipografia di Giuseppe Bernardoni di Giovanni, 1864. URL consultato il 29 giugno 2018. L'opera è divisa in tre volumi, l'ultimo dei quali edito nel 1873.
Note
modifica- ^ Santoro, all'inizio della voce biografica, spiega la divergenza sulle date di nascita
- ^ Muoni, p. 44.
- ^ Cagliari Poli, p. 13 §1; Santoro
- ^ Sarà sotto il suo successore, Cesare Cantù, che l'Archivio di Stato di Milano vi trovò definitivamente sede nel 1886.
- ^ Cassetti-Gamba; Muoni, p. 46
- ^ a b c Santoro.
- ^ Osio, p. XIII dell'Introduzione; cfr. Bazzi, Contributi allo studio dei sigilli in Lombardia. Il catalogo di Luigi Osio e la collezione di sigilli staccati dell'Archivio di Stato di Milano, pp. 105-111
- ^ Historiae patriae monumenta, p. XIII; Guida di Milano, p. 257; p. 264
- ^ Riportate da Santoro e da Muoni, p. 51
Bibliografia
modifica- Andreina Bazzi, Contributi allo studio dei sigilli in Lombardia. Il catalogo di Luigi Osio e la collezione di sigilli staccati dell'Archivio di Stato di Milano, in Arte Lombarda, vol. 49, 1978, pp. 105-111, ISSN 00043443 . URL consultato il 29 giugno 2018.
- Gabriella Cagliari Poli (a cura di), L'archivio di Stato di Milano, collana I tesori degli archivi, Firenze, Nardini Editore, 1992, pp. 12-23, ISBN 88-404-1301-4.
- Damiano Muoni, Archivi di Stato in Milano : Prefetti o direttori, 1468-1874. Note sull'origine, formazione e concentramento di questi ed altri simili istituti. Con un cenno sulle particolari collezioni dell'autore, Milano, Tipografia C. Molinari e C., 1874. URL consultato il 20 giugno 2018.
- Carmela Santoro, Luigi Osio, in Dizionario biografico degli italiani, vol. 73, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2013. URL consultato il 20 giugno 2018.
- Historiae patriae monumenta, edita iussu regis Caroli Alberti, vol. 12, Torino, E regio typographeo, 1868, SBN IT\ICCU\UTO\1224145. URL consultato il 1º luglio 2018.
- Guida di Milano, Milano, presso Bernardoni Giuseppe, 1872, SBN IT\ICCU\CFI\0856793. URL consultato il 13 luglio 2018.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikisource contiene una pagina dedicata a Luigi Osio
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Luigi Osio
Collegamenti esterni
modifica- Antonella Cassetti - Ermis Gamba, Osio Luigi, su lombardiabeniculturali.it, LombardiaBeniCulturali. URL consultato il 20 giugno 2018.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 15149694 · ISNI (EN) 0000 0000 6145 7654 · SBN LIAV007875 · BAV 495/280006 · LCCN (EN) n87813926 · GND (DE) 1229672125 · J9U (EN, HE) 987007272117105171 |
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