Ammino ossido

(Reindirizzamento da N-ossido)

Gli ammino ossidi, o ossidi di ammina, o ammino N-ossidi, sono composti chimici derivanti da ammine terziarie in cui l'atomo di azoto presente in esse è ulteriormente legato a un atomo di ossigeno.[1] Sono quindi composti chimici aventi formula di struttura generale R3N+−O.[1]

Struttura generale di un ammino ossido

Gli ammino N-ossidi sono una sottoclasse degli N-ossidi, nei quali l'atomo di azoto può essere insaturo e può anche essere legato ad atomi diversi dal carbonio.

Struttura molecolare

modifica

In questa struttura R3N+−O è presente un atomo centrale di azoto, formalmente pentavalente[2] che reca su di sé una carica formale positiva e che è unito con legame singolo a un atomo di ossigeno avente carica formale negativa; per il resto, come nelle ammine da cui l'ammino ossido deriva, l'atomo N è unito a tre gruppi R (uguali o diversi) alchilici o arilici. A volte la formula di struttura è scritta come R3N→O, dato che il legame tra N e O è un legame dativo. Altre volte, specie in letteratura datata, è scritto erroneamente R3N=O (N non può avere 5 legami covalenti normali, sebbene la questione sia oggetto di dibattito in letteratura[2][3]).

In senso più ampio, si considerano ossidi di ammina anche casi in cui i gruppi R possano rappresentare atomi di idrogeno, ossia si considerano gli ossidi di ammoniaca, ammine primarie e secondarie,[1] anche se, in tali casi, i composti risultanti, avendo almeno un legame N−H, non sono altro che tautomeri instabili delle corrispondenti idrossilammine:[4]

HR2N+−O  →  R2N−OH

Nel caso dell'ossido di ammoniaca H3N+−O si è calcolato che esso è meno stabile dell'idrossilammina H2N−OH di ben 125,9 kJ/mol e questa differenza è tale che l'eventuale presenza di H3N+−O non risulta sperimentalmente rivelabile.[4] Talvolta il nome è utilizzato anche nei casi di ossidi dell'atomo di azoto presente in composti eterociclici, come la piridina N-ossido.[5]

L'atomo di azoto negli ammino ossidi, a differenza dell'azoto trivalente delle ammine, può essere un centro chirale se i tre gruppi R sono tra loro diversi perché, come accade per i sali di ammonio quaternario (e il carbonio stesso), non può subire l'inversione a ombrello che è tipica di ammoniaca e ammine.[6][7]

Negli N-ossidi di ammine alifatiche gli atomi C e N hanno intorno ad essi un ambiente tetraedrico (non regolare) e, salvo casi particolari, sono ibridati sp3,[8] come nelle corrispondenti ammine.

Da notare che gli N-ossidi di immine [ R2C=N+(R)−O ], dove C e N sono ibridati sp2, sono noti come nitroni e che gli N-ossidi di nitrili [ RC≡N+−O ], dove C e N sono ibridati sp, sono noti come nitrilossidi.[9][10]

Sintesi

modifica

Gli ammino ossidi stabili sono quindi essenzialmente gli ossidi delle ammine terziarie, il più semplice dei quali è l'ossido di trimetilammina Me3NO. Si possono preparare con un'ossidazione delle corrispondenti ammine terziarie tramite reazione con perossidi, tra i quali l'acqua ossigenata è il più comune:[11]

H2O2 + R3N → H2O + R3NO

In casi più specifici si possono usare ossidanti più forti, come l'acido di Caro[12] o l'acido m-cloroperbenzoico.[13]

Proprietà e applicazioni

modifica

Sono composti igroscopici, fortemente polari: i loro momenti dipolari prendono valori a cavallo di ben 5 Debye;[14] per l'ossido di trimetilammina (Me3NO), il più semplice, μ = 5,03 D.[15]

L'atomo di ossigeno in questi composti, portando coppie solitarie e in più una carica formale negativa, è un ottimo accettore di legami idrogeno; questo fa sì che gli ammino ossidi, almeno i termini non troppo complessi, sono solubilissimi in acqua e alcoli (solventi protici). Inoltre, i legami idrogeno formati sono generalmente molto più forti di quelli in cui gli atomi di ossigeno implicati sono entrambi formalmente neutri.[16] Anche per questo, gli ammino ossidi formano facilmente idrati.[17]

L'altra conseguenza della configurazione dell'atomo di ossigeno è la basicità che gli ammino ossidi presentano, sia nel senso di Brønsted che di Lewis (vide infra).

Basicità

modifica

Gli ossidi di ammina terziaria sono composti debolmente basici in acqua, con pKb intorno a 9 (il pKa dell'acido coniugato è ~5).[18] Quelli contenenti lunghe catene idrocarburiche sono agenti tensioattivi (surfattanti).[19] In quanto composti basici, con gli acidi formano sali: si conoscono, ad esempio, alcuni sali del catione Me3N+−OH (idrossitrimetilammonio), derivanti dalla protonazione dell'ossido di trimetilammina: il cloridrato, che fonde a 206-207 °C, e il p-nitrofenilacetato, che fonde a 78-79 °C.[20]

Come basi di Lewis, gli ammino ossidi formano addotti con classici acidi di Lewis come il trifluoruro di boro[21] e si comportano da ligandi donatori verso ioni metallici.[22][23][24]

Applicazioni

modifica

Gli ammino ossidi sono composti dotati di notevoli capacità ossidanti.[25] L'ossido di trimetilammina ha un impiego caratteristico in chimica organometallica: viene usato sui complessi metallocarbonilici per reazioni di decarbonilazione, cioè reazioni di sostituzione di un carbonile (CO, allontanato come CO2 e rimpiazzato da un opportuno legante L) che avvengono secondo lo schema seguente:

M(CO)n + Me3NO + L → M(CO)n−1L + Me3N + CO2

Per esempio, la reazione del ferro pentacarbonile con un diene (donatore di due coppie di elettroni) in presenza di Me3NO porta alla formazione del complesso diolefinico (diene)Fe(CO)3.[26] Nel caso degli esacarbonili di cromo, molibdeno e tungsteno la reazione con la bipiridina in presenza di Me3NO porta all'ottenimento dei complessi (bipy)M(CO)4, con M = Cr, Mo e W).[27]

Alcuni altri esempi di ossidi di ammina terziaria con applicazioni specifiche sono l'ossido di N-metilmorfolina, usato spesso in chimica organica come ossidante sacrificale per ripristinare l'ossidante catalitico OsO4 (dopo la sua riduzione),[28] ma anche, per la sua polarità, come solvente della cellulosa[29] e l'N-ossido di chinuclidina [HC(CH2CH2)3N→O], usato per la sua alta polarità come adatto sostituto del solvente polare aprotico esametilfosforammide (HMPA), che è tossico e cancerogeno.[30]

  1. ^ a b c The International Union of Pure and Applied Chemistry (IUPAC), IUPAC - amine oxides (A00273), su goldbook.iupac.org. URL consultato il 26 agosto 2023.
  2. ^ a b (EN) B. V. Nekrasov, Pentavalent nitrogen, in Bulletin of the Academy of Sciences of the USSR Division of Chemical Science, vol. 28, n. 9, 1979-09, pp. 1789–1790, DOI:10.1007/BF00952448. URL consultato il 26 agosto 2023.
  3. ^ (EN) Marcus C. Durrant, A quantitative definition of hypervalency, in Chemical Science, vol. 6, n. 11, 13 ottobre 2015, pp. 6614–6623, DOI:10.1039/C5SC02076J. URL consultato il 26 agosto 2023.
  4. ^ a b (EN) Bt Hart, Ammonia oxide. I. Geometry and stability, in Australian Journal of Chemistry, vol. 29, n. 2, 1976, pp. 231, DOI:10.1071/CH9760231. URL consultato il 26 agosto 2023.
  5. ^ (EN) S. Nicholas Kilényi e James J. Mousseau, Pyridine -Oxide, John Wiley & Sons, Ltd, 2015, pp. 1–6, DOI:10.1002/047084289x.rp283.pub2, ISBN 978-0-470-84289-8. URL consultato il 1º dicembre 2024.
  6. ^ Michael B. Smith e Jerry March, March's advanced organic chemistry: reactions, mechanisms, and structure, Eighth edition, Wiley, 2020, p. 138, ISBN 978-1-119-37180-9.
  7. ^ Fumio Toda, Koji Mori e Zafra Stein, Optical resolution of amine N-oxide by diastereoisomeric complex formation with optically active host compound, in Tetrahedron Letters, vol. 30, n. 14, 1º gennaio 1989, pp. 1841–1844, DOI:10.1016/S0040-4039(00)99594-7. URL consultato il 26 agosto 2023.
  8. ^ (EN) Arthur Greenberg, Alexa R. Green e Joel F. Liebman, Computational Study of Selected Amine and Lactam N-Oxides Including Comparisons of N-O Bond Dissociation Enthalpies with Those of Pyridine N-Oxides, in Molecules, vol. 25, n. 16, 2020-01, pp. 3703, DOI:10.3390/molecules25163703. URL consultato il 30 agosto 2023.
  9. ^ R.O.C. Norman, CHIMICA ORGANICA Principi e Applicazioni alla Sintesi, traduzione di Paolo Da Re, Piccin, 1973, p. 289.
  10. ^ R. Fusco, G. Bianchetti e V. Rosnati, 5.5. Fattori che influenzano le cicloaddizioni 1,3-dipolari, in CHIMICA ORGANICA, volume secondo, L. G. Guadagni, 1975, pp. 477-479.
  11. ^ Michael Smith e Jerry March, March's advanced organic chemistry: reactions, mechanisms, and structure, 6th ed, J. Wiley &sons, 2007, ISBN 978-0-471-72091-1.
  12. ^ (EN) Yoshiro Ogata e Iwao Tabushi, Kinetics of the Caro’s Acid Oxidation of Dimethylanilines, in Bulletin of the Chemical Society of Japan, vol. 31, n. 8, 1958-08, pp. 969–973, DOI:10.1246/bcsj.31.969. URL consultato il 26 agosto 2023.
  13. ^ 3-Chloroperoxybenzoic acid, MCPBA, meta-Chloroperbenzoic acid, su organic-chemistry.org. URL consultato il 26 agosto 2023.
  14. ^ David A. C. Beck, Brian J. Bennion e Darwin O. V. Alonso, Chapter Twenty-Two - Simulations of Macromolecules in Protective and Denaturing Osmolytes: Properties of Mixed Solvent Systems and Their Effects on Water and Protein Structure and Dynamics, collana Osmosensing and Osmosignaling, vol. 428, Academic Press, 1º gennaio 2007, pp. 373–396, DOI:10.1016/s0076-6879(07)28022-x. URL consultato il 26 agosto 2023.
  15. ^ trimethylamine N-oxide, su stenutz.eu. URL consultato l'8 ottobre 2023.
  16. ^ (EN) Vitaly Kocherbitov, Valera Veryazov e Olle Söderman, Hydration of trimethylamine-N-oxide and of dimethyldodecylamine-N-oxide: An ab initio study, in Journal of Molecular Structure: THEOCHEM, vol. 808, n. 1-3, 2007-04, pp. 111–118, DOI:10.1016/j.theochem.2006.12.043. URL consultato l'8 ottobre 2023.
  17. ^ (EN) CRC Handbook of Chemistry and Physics, 97ª ed., CRC Press, 24 giugno 2016, 3-534, DOI:10.1201/9781315380476, ISBN 978-1-315-38047-6. URL consultato il 16 maggio 2024.
  18. ^ (EN) Lech Chmurzyński, Grażyna Wawrzyniak e Zygmunt Warnke, Direct determination of p K a values of cationic acids conjugated to heterocyclic amine N -oxides in polar aprotic and amphiprotic solvents, in Journal of Heterocyclic Chemistry, vol. 34, n. 1, 1997-01, pp. 215–219, DOI:10.1002/jhet.5570340132. URL consultato il 26 agosto 2023.
  19. ^ Amine oxides: A Review, su jstage.jst.go.jp.
  20. ^ (EN) William P. Jencks e Joan Carriuolo, Reactivity of Nucleophilic Reagents toward Esters, in Journal of the American Chemical Society, vol. 82, n. 7, 1960-04, pp. 1778–1786, DOI:10.1021/ja01492a058. URL consultato il 12 ottobre 2023.
  21. ^ (EN) Anton B. Burg e John H. Bickerton, Trimethylamine Oxide Boron Fluoride, in Journal of the American Chemical Society, vol. 67, n. 12, 1945-12, pp. 2261–2261, DOI:10.1021/ja01228a501. URL consultato il 9 ottobre 2023.
  22. ^ David W. Herlocker e Russell S. Drago, Tetrahedral and pseudo-tetrahedral complexes of cobalt(II) with trimethylamine N-oxide, in Inorganic Chemistry, vol. 7, n. 8, 1º agosto 1968, pp. 1479–1484, DOI:10.1021/ic50066a001. URL consultato il 1º dicembre 2024.
  23. ^ Tien-Yau Luh, Trimethylamine N-oxide—a versatile reagent for organometallic chemistry, in Coordination Chemistry Reviews, vol. 60, 1º novembre 1984, pp. 255–276, DOI:10.1016/0010-8545(84)85067-5. URL consultato il 1º dicembre 2024.
  24. ^ James D. Navratil e Steven S. Zumdahl, Complexes of 2,4,4,5,5-pentamethyl-1-pyrroline and 2,4,4,5,5-pentamethyl-1-pyrroline 1-oxide: Preparation and properties of tetrahedral Co(II) complexes, in Journal of Inorganic and Nuclear Chemistry, vol. 36, n. 10, 1º ottobre 1974, pp. 2191–2197, DOI:10.1016/0022-1902(74)80254-X. URL consultato il 1º dicembre 2024.
  25. ^ J. E. Huheey, E. A. Keiter e R. L. Keiter, Chimica Inorganica, Principi, Strutture, Reattività, Piccin, 1999, pp. 903-904, ISBN 88-299-1470-3.
  26. ^ (EN) Anthony J. Pearson, Trimethylamine N -Oxide, John Wiley & Sons, Ltd, 15 aprile 2001, DOI:10.1002/047084289x.rt268, ISBN 978-0-471-93623-7. URL consultato il 26 agosto 2023.
  27. ^ T. S. Andy Hor e Sheh-Mai Chee, Substituted metal carbonyls: III. Chromium, molybdenum and tungsten tricarbonyl complexes containing bipyridyl and a unidentate diphosphine: facile synthesis via trimethylamine N-oxide-induced decarbonylations, in Journal of Organometallic Chemistry, vol. 331, n. 1, 1º settembre 1987, pp. 23–28, DOI:10.1016/S0022-328X(00)98910-1. URL consultato il 30 agosto 2023.
  28. ^ V. VanRheenen, R. C. Kelly e D. Y. Cha, An improved catalytic OsO4 oxidation of olefins to cis-1,2-glycols using tertiary amine oxides as the oxidant, in Tetrahedron Letters, vol. 17, n. 23, 1º giugno 1976, pp. 1973–1976, DOI:10.1016/S0040-4039(00)78093-2. URL consultato il 26 agosto 2023.
  29. ^ (EN) Ullmann's Encyclopedia of Industrial Chemistry, 1ª ed., Wiley, 15 giugno 2000, DOI:10.1002/14356007.a05_375.pub2, ISBN 978-3-527-30385-4. URL consultato il 26 agosto 2023.
  30. ^ (EN) Ian A. O’Neil, Duncan Wynn e Justine Y. Q. Lai, Quinuclidine N-oxide: a potential replacement for HMPA, in Chemical Communications, n. 1, 1º gennaio 1999, pp. 59–60, DOI:10.1039/A808779B. URL consultato il 26 agosto 2023.

Voci correlate

modifica

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica
  • (EN) Aminoxides, su goldbook.iupac.org, IUPAC Gold Book. URL consultato il 22 ottobre 2012.
Controllo di autoritàGND (DE4327902-8
  Portale Chimica: il portale della scienza della composizione, delle proprietà e delle trasformazioni della materia