Nazionale di bob dell'Italia
La nazionale di bob dell'Italia è la selezione che rappresenta l'Italia nelle competizioni internazionali di bob.
Sport | Bob | ||||||||||||||||||||
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Federazione | FISI | ||||||||||||||||||||
Confederazione | IBSF | ||||||||||||||||||||
Codice CIO | ITA | ||||||||||||||||||||
Olimpiadi | |||||||||||||||||||||
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Coppa Europa |
La carena del bob italiano è di colore rosso corsa, colore assegnato informalmente in passato all'Italia nelle competizioni automobilistiche.
Storia
modificaLo sport del bob si iniziò a diffondere in Italia all'inizio del XX secolo, soprattutto in Trentino e Veneto. Nel 1903 lo studente Aldo Silvestri di Tai di Cadore osservò alcune "slitte strane con quattro pattini e un volante" ad Innsbruck: ritornato a casa propose al tenente Alfonso Becchis della caserma Calvi di costruire un veicolo simile. Nel 1908 i fratelli Fanton, proprietaari dell'albergo Marmarole di Calalzo, acquistarono un bob svizzero a Davos per metterlo a disposizione dei clienti, fra cui l'ingegner Giacobbi e Fabio Monti di Auronzo che nel 1914 vinsero la prima gara di Courmayeur.[1]
Nel 1922 venne organizzato a Cortina d'Ampezzo il primo campionato italiano di bob lungo la strada del Passo Falzarego, mentre l'anno seguente venne costruita da Raffaele Zardini la pista di bob in località Ronco,[2] ideata da Federico Terschak e progettata dall'ingegner Giacobbi.[1]
La squadra di bob italiana debuttò fin dai I Giochi olimpici invernali a Chamonix 1924 con il bob a cinque.
Nel 1925 venne fondato il Bob club d'Italia, che l'anno successivo istituì la Federazione italiana sport del ghiaccio (FISG), in cui confluì anche la Federazione italiana di pattinaggio e la Federazione italiana di hockey sul ghiaccio.[2]
Ai Campionati mondiali di bob 1930 di Caux-sur-Montreux, prima edizione della manifestazione organizzata dalla Federazione Internazionale di Bob e Skeleton, la nazionale di bob italiana vinse la medaglia d'oro con il bob a quattro di Franco Zaninetta, Giorgio Biasini, Antonio Dorini e Gino Rossi.[2]
Nel 1933 la FISG fu inglobata nella Federazione italiana sport invernali (FISI); nello stesso anno venne realizzata la pista di bob del Mottarone su iniziativa di Luigi Tornielli di Borgolavezzaro, in vista dei Campionati mondiali universitari.[2]
Nel secondo dopoguerra, furono fondati i bob club di Cortina e Pieve di Cadore, seguiti nel 1948 da quello di Lorenzago e nel 1951 quello di Pelos.[1] Imitando la strategia statunitense, anche la Federazione italiana sport invernali si rivolse all'Aeronautica militare italiana per cercare fra i piloti da caccia i futuri bobbisti azzurri: dopo un apposito corso, vennero scelti il maresciallo Lamberto Dalla Costa e il maggiore Giacomo Conti, che parteciparono ai Mondiali di Garmisch del 1953. Risale a questi anni il debutto di Eugenio Monti, noto come il "Rosso volante", che dominò la scena mondiale del bob negli anni cinquanta e sessanta. I primi successi azzurri furono ottenuti in casa ai VII Giochi olimpici invernali di Cortina 1956, dove grazie all'ottima conoscenza della pista olimpica (all'epoca intitolata alla memoria del rocciatore Duilio De Polo)[1] e alle innovative guidoslitte Podar, la nazionale italiana vinse con il bob a due le medaglie d'oro e d'argento e con il bob a quattro l'argento.
Dopo lo straordinario successo di Cortina e la successiva inaugurazione della pista di bob del Lago Blu a Cervinia nel 1963, crebbe nell'Aeronautica militare italiana l'interesse per questo sport e le sue accelerazioni in curva, utili per addestrare il proprio personale. Fu aperta così una "scuola di bob", ridenominata nel 1965 come "Scuola di bob delle Forze Armate", per allenare piloti, interni e frenatori.[3] Nel 1973 venne costituita la squadra nazionale militare dell'Italia, che partecipò ai primi Campionati mondiali militari di bob a Cervinia.
Dopo una sospensione di oltre trent'anni, nel 2012 il Centro Sportivo dell'Aeronautica Militare riprese l'attività sportiva invernale, affinché i propri atleti prendessero parte alle Olimpiadi di Soči 2014.[4]
Partecipazione ai giochi olimpici invernali
modificaLa nazionale di bob italiana ha sempre preso parte ad almeno una disciplina in tutte le olimpiadi invernali, tranne a quelle di Squaw Valley 1960 (in cui il comitato organizzatore non organizzò alcuna gara di bob per motivi economici), vincendo in tutto 12 medaglie olimpiche.
Le donne debuttarono con il bob a due ai giochi di Salt Lake City 2002, mentre a Torino 2006 conquistarono la loro prima e finora unica medaglia. Alle Olimpiadi di 2020 - Nessuna Olimpiade invernale ha debuttato il monobob femminile.
Il maggior numero di medaglie olimpiche (sei) fu vinto da Eugenio Monti detto il "Rosso Volante", alla cui memoria è stata intitolata la pista olimpica di Cortina d'Ampezzo delle Olimpiadi del 1956 e di quelle future di Milano Cortina 2026.
Bob a quattro maschile
modificaBob a due maschile
modificaBob a due femminile
modificaanno | città | classifica | composizione |
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2002 | Salt Lake City | 7 | Gerda Weissensteiner, Antonella Bellutti |
2006 | Torino | 3 12 |
Gerda Weissensteiner, Jennifer Isacco Jessica Gillarduzzi, Fabiana Mollica |
2010 | Vancouver | 13 | Jessica Gillarduzzi, Laura Curione |
2014 | Soči | Non partecipante | |
2018 | Pyeongchang | Non partecipante | |
2022 | Pechino | Non partecipante |
Monobob femminile
modificaanno | città | classifica | composizione |
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2022 | Pechino | 15 | Giada Andreutti |
Medagliere olimpico
modificaSquadra | Totale | Ranking | |||
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Bob a 4 maschile | 1 | 2 | 1 | 4 | 4° |
Bob a 2 maschile | 3 | 2 | 2 | 7 | 3° |
Bob a 2 femminile | 0 | 0 | 1 | 1 | 4° |
Totale | 4 | 4 | 4 | 12 | 6° |
Medagliati
modificaBobbista | Totale | |||
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Eugenio Monti | 2 | 2 | 2 | 6 |
Luciano De Paolis | 2 | 0 | 0 | 2 |
Günther Huber | 1 | 0 | 1 | 2 |
Mario Armano | 1 | 0 | 0 | 1 |
Giacomo Conti | 1 | 0 | 0 | 1 |
Lamberto Dalla Costa | 1 | 0 | 0 | 1 |
Antonio Tartaglia | 1 | 0 | 0 | 1 |
Roberto Zandonella | 1 | 0 | 0 | 1 |
Renzo Alverà | 0 | 2 | 0 | 2 |
Romano Bonagura | 0 | 1 | 0 | 1 |
Gianni Bonichon | 0 | 1 | 0 | 1 |
Corrado Dal Fabbro | 0 | 1 | 0 | 1 |
Nevio De Zordo | 0 | 1 | 0 | 1 |
Adriano Frassinelli | 0 | 1 | 0 | 1 |
Ulrico Girardi | 0 | 1 | 0 | 1 |
Renato Mocellini | 0 | 1 | 0 | 1 |
Sergio Zardini | 0 | 1 | 0 | 1 |
Sergio Siorpaes | 0 | 0 | 2 | 2 |
Jennifer Isacco | 0 | 0 | 1 | 1 |
Benito Rigoni | 0 | 0 | 1 | 1 |
Gildo Siorpaes | 0 | 0 | 1 | 1 |
Stefano Ticci | 0 | 0 | 1 | 1 |
Gerda Weissensteiner | 0 | 0 | 1 | 1 |
Note
modifica- ^ a b c d Gianluca De Rosa, Bob e Cadore, amore centenario per l'intuizione di uno studente, in Corriere delle Alpi, 21 marzo 2021.
- ^ a b c d Carrera.
- ^ Bob a due e a quattro, su Associazione Nazionale Arditi Incursori Marina. URL consultato il 29 gennaio 2019 (archiviato il 1º febbraio 2019).
- ^ Sport invernali, su Aeronautica Militare Italiana. URL consultato il 16 settembre 2019 (archiviato il 7 dicembre 2019).
- ^ ex aequo con Russia-1
- ^ Ex aequo con Canada-1
- ^ Ex aequo con Lettonia-1
Bibliografia
modifica- Rodolfo Carrera, Bob, in Enciclopedia dello sport, Roma, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2004. URL consultato il 28 aprile 2020.
- Stefano Rotta, Rosso ghiaccio: Eugenio Monti, dietro la leggenda, Arezzo, Limena, 2010, ISBN 978-88-6041-044-3, SBN IT\ICCU\PAR\1178444.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Nazionale di bob dell'Italia
Collegamenti esterni
modifica- Bob, su Federazione italiana sport invernali.
- Profilo dell'Italia, su sports-reference.com. URL consultato il 15 settembre 2019 (archiviato dall'url originale il 12 ottobre 2012).
- Nazionale italiana di bob, su Olympedia.org.