Oscin d'Armenia
Oscin d'Armenia, in armeno Օշին (1282 – 20 luglio 1320), fu re della Piccola Armenia dal 1307 al 1320.
Biografia
modificaFamiglia
modificaApparteneva alla famiglia degli Hetumidi, era figlio di Leone III e Keran di Lampron e nipote di Aitone I che aveva sottomesso la Cilicia ai Mongoli nel 1240.
Sua sorella Zabel aveva sposato Amalrico di Tiro e quando questi usurpò il governo di Cipro dal fratello Enrico II di Cipro quest'ultimo fu trattenuto in Armenia da Oscin, per essere poi rilasciato e tornare a Cipro quando Amalrico fu assassinato nel 1310.
Oscin si sposò tre volte:
- la prima a sua cugina, Isabella di Corico (morta nel 1310) figlia di Aitone da Corico, da questo matrimonio nacquero:
- la seconda ad Isabella di Lusignano (morta nel 1319), figlia di re Ugo III di Cipro e vedova di Costantino di Neghir, Signore di Partzerpert; Oscin divorziò da lei prima del 1316.
- il terzo matrimonio fu celebrato nel febbraio 1316 a Tarso, con Giovanna di Taranto (1297 - post 1321), figlia di Filippo I d'Angiò; lei gli diede un figlio, Giorgio (1317 - post 1323).
Regno
modificaQuando suo nipote Leone III e suo fratello Aitone furono assassinati per ordine di Bilarghu[1], generale o rappresentante Mongolo in Cilicia[2] recentemente convertito all'Islam[3], Oscin entrò in lotta con suo fratello Costantino III per il possesso del trono.
Il suo regno, che iniziò organizzando un esercito e allontanando i Mongoli, fu nel complesso un periodo calmo a parte qualche razzia dei Mamelucchi.
Egli favorì l'unione delle chiese armenia e romana, il che causò non poco malcontento nel popolo; il clero era diviso tra sostenitori e oppositori al riavvicinamento con Roma e Oscin dovette imprigionare i suoi avversari che minacciavano lo scisma della Chiesa armena.
Nel 1309 fece giustiziare lo zio di sua moglie, Oscin Maresciallo d'Armenia, per l'assassinio di Teodoro III.
Morte e successione
modificaOscin morì il 20 luglio 1320 e fu sepolto a Trazarg, si crede che sia stato avvelenato da suo cugino (e cognato) Oscin di Corico, gli successe suo figlio minore Leone V.
Ascendenza
modificaGenitori | Nonni | Bisnonni | Trisnonni | ||||||||||
Costantino di Barbaron | Vacaghk di Barbaron | ||||||||||||
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Aitone I d'Armenia | |||||||||||||
Alice (o Partzapert) di Lampron | Aitone III di Lampron | ||||||||||||
Rita dei Rupenidi | |||||||||||||
Leone III d'Armenia | |||||||||||||
Leone II d'Armenia | Stefano d'Armenia | ||||||||||||
Rita di Barbaron | |||||||||||||
Isabella d'Armenia | |||||||||||||
Sibilla di Lusignano | Amalrico II di Lusignano | ||||||||||||
Isabella di Gerusalemme | |||||||||||||
Oscin d'Armenia | |||||||||||||
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Aitone IV di Lampron | |||||||||||||
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Keran di Lampron | |||||||||||||
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Note
modifica- ^ Receuil des Historiens des Croisades, Documents arméniens I, p. 664
- ^ Mutafian, p. 73.
- ^ (EN) Angus Stewart, The Assassination of King Het'um II: The Conversion of The Ilkhans and the Armenians, in Journal of the Royal Asiatic Society, Volume 15, Cambridge, Cambridge University Press, aprile 2005, pp. 45-61, ISSN 1474-0591 .
Bibliografia
modifica- (FR) René Grousset, L'Empire du Levant: Histoire de la Question d'Orient, Parigi, Payot, 1949, pp. 400-1, ISBN 2-228-12530-X.
- (EN) Thomas S. R. Boase, The Cilician Kingdom of Armenia, Edimburgo, Scottish Academic Press, 1978, ISBN 0-7073-0145-9.
- (FR) Claude Mutafian, Le Royaume Arménien de Cilicie, XIIe-XIVe siècle, 2ª ed., Parigi, CNRS Editions, 14 marzo 2002, ISBN 978-2-271-05105-9.
Voci correlate
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Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Oscin d'Armenia
Collegamenti esterni
modifica- (EN) Armenia - Chapter 3. KINGS of ARMENIA (CILICIAN ARMENIA) (FAMILY of HETHUM) - A. KINGS of ARMENIA 1226-1341 - LEWON II 1269-1289, su fmg.ac, Foundation for Medieval Genealogy, luglio 2006. URL consultato il 28 maggio 2008.
- (EN) Pandelis A. Mitsis, The Genealogy of the Kings and Queens of Armenia-Cilicia, su freepages.genealogy.rootsweb.ancestry.com, 2000. URL consultato l'8 luglio 2008.
- (FR) anonimo, Recueil des historiens des croisades . Documents arméniens. Tome premier, su visualiseur.bnf.fr, Gallica, 1995. URL consultato il 21 giugno 2008.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 45976411 · LCCN (EN) n93067316 |
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