Parabola della pecora smarrita

Voce principale: Parabole di Gesù.

La parabola della pecora smarrita è una parabola di Gesù raccontata nel Vangelo secondo Matteo (18,12-14[1]), nel Vangelo secondo Luca (15,3-7[2]) e nel Vangelo di Tommaso (107).

La pecora smarrita (Bessarabia, XVIII s.)

Parabola

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« Chi di voi se ha cento pecore e ne perde una, non lascia le novantanove nel deserto e va dietro a quella perduta, finché non la ritrova? Ritrovata, se la mette in spalla tutto contento, va a casa, chiama gli amici e i vicini dicendo: Rallegratevi con me, perché ho trovato la mia pecora che era perduta. Così, vi dico, ci sarà più gioia in cielo per un peccatore convertito, che per novantanove giusti che non hanno bisogno di conversione. »   ( Luca 15,3-7, su laparola.net.)
« Che ve ne pare? Se un uomo ha cento pecore e ne smarrisce una, non lascerà forse le novantanove sui monti, per andare in cerca di quella perduta? Se gli riesce di trovarla, in verità vi dico, si rallegrerà per quella più che per le novantanove che non si erano smarrite. Così il Padre vostro celeste non vuole che si perda neanche uno solo di questi piccoli. »   ( Matteo 18,12-14, su laparola.net.)

«Il regno è come un pastore che aveva cento pecore. Una di loro, la più grande, si smarrì. Lui lasciò le altre novantanove e la cercò fino a trovarla. Dopo aver faticato tanto le disse, 'Mi sei più cara tu di tutte le altre novantanove'.»

Contesto

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Nel Vangelo secondo Luca è la prima di tre parabole[3] raccontate da Gesù in risposta ai farisei che lo accusavano: "Costui riceve i peccatori e mangia con loro" (Lc 15,2[4]). Ciascuna delle tre parabole si riferisce alla perdita e poi al ritrovamento di qualcosa di prezioso (pecora, moneta e figlio).

Nel Vangelo secondo Matteo la parabola è collocata all'interno di una serie di insegnamenti rivolti ai suoi discepoli[5].

Il Vangelo di Tommaso (apocrifo) è tutto composto di detti di Gesù senza un ordine preciso. Tra gli altri è presentato anche quello che riguarda la parabola.

Riferimenti al pastore che va in cerca della pecora smarrita si ritrovano in Salmi 23[6][7], Ezechiele 34[8], 1 Pt 2,25[9] ("eravate erranti come pecore, ma ora siete stati ricondotti al pastore e custode delle vostre anime") e Apocalisse 7,16-17[10] ("...perché l'Agnello, che è in mezzo a loro, sarà il loro pastore..").

Nell'Islam

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Nel primo libro del quarto volume de ''La rinascita delle scienze religiose'', libro dedicato all'importanza del pentimento nella vita del musulmano, Al-Ghazali riporta un hadith dal tradizionista Muslim molto simile nel contenuto e nel significato alla parabola evangelica:

Il Messaggero di Allah (che la benedizione e la pace di Allah siano su di lui) ha anche detto: << Allah è più felice del pentimento del Suo fedele servitore rispetto all'uomo che, accompagnato dal suo cammello carico di provviste, si appisola nel deserto e si sveglia in sua assenza. Lo cerca finché il caldo e la sete non lo schiacciano, e ormai senza speranze l'uomo sentenzia: "Tornerò da dove sono partito e dormirò fino alla morte". Dunque, appoggia la testa sul suo braccio per morire, ma ecco che al risveglio il suo cammello sta davanti a lui, con le provviste intatte. La gioia che l'uomo prova nel riunirsi al suo cammello è grande, ma quella di Allah nel vedere il Suo servo pentirsi lo è ancora di più >>. [11]

  1. ^ Mt 18,12-14, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  2. ^ Lc 15,3-7, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  3. ^ parabola della moneta smarrita e parabola del figlio prodigo
  4. ^ Lc 15,2, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  5. ^ Mt Mt 18,1-20, su laparola.net.
  6. ^ Salmi 23, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  7. ^ Udienza generale delv5 ottobre 2011, su vatican.va.
  8. ^ Ez 34, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  9. ^ 1 Pt 2,25, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  10. ^ Ap 7,16-17, su La Parola - La Sacra Bibbia in italiano in Internet.
  11. ^ Umair Mirza, The Revival of the Religious Sciences - Imam Ghazali, 1º febbraio 2011. URL consultato il 14 gennaio 2025.

Voci correlate

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Collegamenti esterni

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