Parco di Colfiorito

parco regionale di interesse faunistico a Perugia, Italia

Il parco di Colfiorito è un'area naturale protetta ed è il più piccolo parco regionale dell'Umbria. L'area è stata istituita nel 1995 con lo scopo di salvaguardare l'omonima palude che, per il suo ecosistema, ne rappresenta la parte più significativa. Dal 1976 era infatti già protetta dalla convenzione internazionale di Ramsar, per la presenza di una torbiera, la ricchezza di specie vegetali e dell'avifauna, e che, come i vicini Col Falcone, Piani di Annifo e Arvello, Piano di Ricciano, Selva di Cupigliolo e Sasso di Pale, costituisce un sito di importanza comunitaria (SIC).

Parco di Colfiorito
Tipo di areaParco regionale, Zona umida
Codice WDPA83521
Codice EUAPEUAP0233
Class. internaz.SIC, Convenzione di Ramsar
StatiItalia (bandiera) Italia
Regioni  Umbria
ComuniFoligno
Superficie a terra338,00 ha
Provvedimenti istitutiviL.R. 09, 03.03.95, D.P.R. 13.03.1976, n.448
GestoreEnte parco di Colfiorito
Mappa di localizzazione
Map
Sito istituzionale

Dal secolo XV fino agli anni sessanta del XX, l'intenzione della Camera Apostolica che ne possedeva i diritti, ma anche delle vicine comunità di Colfiorito e Forcatura, era quella di bonificare il territorio della palude per renderlo coltivabile, così com'era stato fatto nell'adiacente Piano del Casone con la costruzione del collettore Botte dei Varano.

 
Panorama dell'oasi dall'alto

Incaricati che non portarono avanti il loro compito furono nel 1492 gli Orfini di Foligno e, nel 1559, gli Angeloni di Monteleone di Spoleto. I primi veri tentativi furono fatti nel 1570 dall'ingegnere idraulico Francesco Iacobilli di Foligno e poi, nel 1585, dal nipote Giulio Iacobilli, che iniziarono i lavori per immettere le acque nel collettore dei Varano ma dovettero arrestarsi per l'opposizione dei camerinesi.

Una bonifica parziale venne effettuata con il drenaggio delle acque attraverso tre inghiottitoi naturali, ma piogge torrenziali fecero crollare la volta dell'inghiottitoio principale ed ostruirono gli altri, riportando le acque ai livelli di prima. La famiglia Iacobilli, che comunque aveva acquistato i diritti sul territorio, vide fallito nel 1633 un altro tentativo di bonifica da parte di Angelo di Francesco, sempre per colpa dei camerinesi. Nel 1652 realizza, invece, un mulino per la macinazione del grano sfruttando il salto delle acque dal bacino di raccolta all'inghiottitoio. Fino al 1806 pretesero anche i diritti su caccia e pesca effettuate nella zona. Dopo tale anno i diritti furono concessi agli Orfini, fino all'Unità d'Italia, e poi ad una famiglia di Colfiorito.

Negli anni settanta ci si è resi conto dell'importanza naturalistica e fitogeografica del bacino. Il botanico Francesco Pedrotti, dell'ateneo di Camerino, fece una prima richiesta di protezione della palude nel 1969, proponendola come riserva naturale guidata, sulla base dell'inventario dei biotopi da tutelare in Italia. Il DPR 13.03.1976, n. 448 ratificò la Convenzione di Ramsar, sotto la cui protezione ricade la palude che nel giugno 1977 viene dichiarata zona umida di valore internazionale, con decreto del Ministero per l'agricoltura e foreste. La legge regionale 27.12.1983 n. 52, grazie ad altri sette biotopi, inserisce la palude tra le "Aree di particolare interesse naturalistico-ambientale". La regione Umbria, con legge regionale 03.03.1995 n. 9, riconosce il Parco di Colfiorito e i diritti sul territorio vengono acquisiti dalla Comunità montana Monte Subasio[1].

Territorio

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  Lo stesso argomento in dettaglio: Altopiani di Colfiorito.
 

Comprende una superficie di 338 ettari situata sull'altipiano di Colfiorito dell'Appennino umbro-marchigiano. Di questi, circa 100 ettari sono coperti dalla palude di Colfiorito, definita nel formulario standard di Natura 2000 "uno dei migliori esempi di zona umida dell'Italia centrale ed uno dei pochissimi in buono stato di conservazione delle conche carsico-tettoniche appenniniche".

La flora, nome con cui s'intendono solo le piante vascolari escludendo vegetali come alghe, funghi, muschi e licheni, presenta un paesaggio molto vario così composto:

 
Tarabuso nella palude di Colfiorito
 
Femmine di germano reale
 
Folaghe

La diversità ambientale offre habitat ideali per molte specie:

La fauna più caratteristica del parco è quella ornitica ed in particolar modo il tarabuso, che fa udire il suo particolare canto simile ad un muggito.

  1. ^ Ettore Orsomando et al., Gli Altipiani di Colfiorito Appennino umbro-marchigiano Storia e Ambiente, Comunità montana Monte Subasio ed Ente Parco Regionale di Colfiorito, 1997.
  2. ^ E. Orsomando e F. Battoni, Museo naturalistico del parco di Colfiorito Guida alle sezioni espositive, Ente Parco di Colfiorito e Comune di Foligno, 2002

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Collegamenti esterni

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