Pieve di San Pietro in Trento
La pieve di San Pietro in Trento si trova nell'omonima frazione del comune di Ravenna, ma nella diocesi di Forlì. Il toponimo in Trento, in Trentula o il precedente Trigintula è dovuto all'ubicazione della chiesa, al trentesimo miglio della centuriazione romana[1].
Pieve di San Pietro in Trento | |
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Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Località | San Pietro in Trento (Ravenna) |
Indirizzo | via Taverna 67 ‒ San Pietro in Trento ‒ Ravenna (RA) |
Coordinate | 44°18′41.4″N 12°04′53.77″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | Pietro Apostolo |
Diocesi | Forlì-Bertinoro |
Stile architettonico | romanico |
Inizio costruzione | VI-X secolo |
Storia
modificaLa costruzione della chiesa viene fatta risalire al VI-VII secolo.
Essa compare per la prima volta in fonti scritte nel 977, quando è citata nell'Archivio Arcivescovile di Ravenna.
Nel XVII secolo l'edificio fu oggetto di lavori che ne trasformarono radicalmente l'aspetto, con il rialzamento della facciata e dei muri esterni delle navate laterali, che vennero portati quasi all'altezza di quelli della navata centrale.
Nel 1927 venne ripristinata la facciata, che riflette le linee del sezionamento delle navate. Con l'obiettivo di riportare la chiesa il più possibile all'antico aspetto, nel settembre 1946 il pavimento fu abbassato di 60 cm, grazie alla realizzazione di un sistema di canali di scolo attigui, per evitare eventuali allagamenti dell'interno. L'attuale campanile è frutto della completa ricostruzione, dopo che la precedente torre campanaria venne abbattuta dai tedeschi nel 1944. La vecchia struttura fu edificata nel XV secolo e si presentava a pianta quadrata, con pilastri agli angoli e con una cella campanaria a quattro finestroni con archi per terminazione.
Descrizione
modificaLa pieve possiede una pianta longitudinale, con tre navate suddivise da pilastri in muratura: le tre navate sono caratteristica comune a quasi tutte le pievi dei dintorni (quali la Pieve di San Pancrazio, la Pieve di San Pietro in Vincoli e la Pieve di Santa Maria in Acquedotto); fa eccezione la Pieve di San Martino, a Barisano, nel comune di Forlì.
La peculiarità della struttura consiste nell'asimmetria della pianta, a quadrangolo scaleno, in cui l'unico angolo retto consiste in quello tra la facciata e il muro sinistro, mentre gli altri sono irregolari e di conseguenza non vi sono muri paralleli.
L'abside è sopraelevata rispetto al resto della navata, per la presenza di una cripta sottostante. Lo stile di quest'ultima è detto ad oratorio, con volte a crociera di con archi impostati su pilastrini marmorei di recupero[1], costruita probabilmente nel X secolo, gioiello di architettura medievale ravennate.
Il portale è sovrastato da una bifora, spartita da una colonnina. L'abside si presenta di forma circolare internamente poligonale esternamente. Inoltre, come in molte altre pievi del ravennate, essa è orientata a levante. Qualche frammento di affresco è ancora visibile nell'abside e nella parte interna della facciata, risalenti probabilmente al XV secolo[2].
Le uniche aperture che consentono alla luce di filtrare nella chiesa sono le finestrelle dell'abside, le piccole feritoie nei muri laterali.
Altre foto
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L'altare
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La facciata
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L'interno
Note
modifica- ^ a b ravennaintorno.provincia.ra.it. URL consultato il 26-10-2009 (archiviato dall'url originale il 1º giugno 2009).
- ^ racine.ra.it. URL consultato il 26-10-2009 (archiviato dall'url originale l'11 aprile 2008).
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