Plateilema palmeri

specie di pianta della famiglia Asteraceae
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Plateilema palmeri (A.Gray) Cockerell, 1904 è una specie di piante spermatofite dicotiledoni appartenenti alla famiglia delle Asteraceae (sottofamiglia Asteroideae, tribù Helenieae, unica specie del genere Plateilema e della sottotribù Plateileminae ).

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Plateilema palmeri
Immagine di Plateilema palmeri mancante
Classificazione APG IV
DominioEukaryota
RegnoPlantae
(clade)Angiosperme
(clade)Mesangiosperme
(clade)Eudicotiledoni
(clade)Eudicotiledoni centrali
(clade)Asteridi
(clade)Euasteridi II
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
TribùHelenieae
Sottotribù Plateileminae
B.G.Baldwin, 2000
GenerePlateilema
Cockerell, 1904
Classificazione Cronquist
DominioEukaryota
RegnoPlantae
SuperdivisioneSpermatophyta
DivisioneMagnoliophyta
ClasseMagnoliopsida
SottoclasseAsteridae
OrdineAsterales
FamigliaAsteraceae
SottofamigliaAsteroideae
GenerePlateilema
SpeciePlateilema palmeri
Nomenclatura binomiale
Plateilema palmeri
(A.Gray) Cockerell, 1904

Etimologia

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Il nome scientifico del genere (Plateilema) deriva da due parole greche: ”platys” (= ampio) e ”eilema” (= busta, contenitore) e fa riferimento in generale alle ampie squame della pianta.[1] L'epiteto specifico (palmeri) è stato dato in onore del botanico autodidatta, collezionista di piante e zoologo amatoriale nonché archeologo ed etnologo Edward Palmer (1829/1830 -1911?).[2]
Il binomio scientifico della pianta di questa voce (e del suo genere) è stato proposto inizialmente dal botanico britannico Samuel Frederick Gray (1766 – 1828) e successivamente perfezionato dal zoologo e botanico americano Theodore Dru Alison Cockerell (1866-1948) nella pubblicazione “Bulletin of the Torrey Botanical Club. New York 462” del 1904.[3] La sottotribù Plateileminae è stata definita per la prima volta dal botanico Bruce Gregg Baldwin (1957 - ) nella pubblicazione “Systematic Botany; Quarterly Journal of the American Society of Plant Taxonomists 25(3): 536” del 2000.[4]

Descrizione

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L'habitus di queste piante è erbaceo, perenne e del tipo rosulato. L'altezza varia da 5 a 8 cm.[1][5][6][7]

I fusti sono eretti e ramificati fin dalla base.

Le foglie sono tutte picciolate di due tipi: quelle basali disposte alla base del fusto e quelle lungo il caule disposte in modo alternato. La lamina ha una forma da obovata a oblanceolata con contorno pennato (con denti o lobi). La superficie può essere debolmente ispida con ghiandole puntate. Dimensione delle foglie: larghezza 12 – 18 mm; lunghezza 30 – 50 mm.

Infiorescenza

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Le infiorescenze sono formate da capolini solitari. I capolini sono formati da un involucro composto da diverse squame (o brattee) al cui interno un ricettacolo fa da base ai fiori di due tipi: quelli centrali del disco e quelli esterni del raggio. Gli involucri hanno una forma campanulata. Le squame sono persistenti e sono da 8 a 12 disposte su due serie; sono connate alla base ed hanno una forma ovata; sono inoltre colorate di grigio-verde con una superficie scarsamente ispida. Il ricettacolo è piatto (o lievemente convesso) e privo di pagliette a protezione della base dei fiori. Diametro dell'involucro: 7 – 9 mm. Lunghezza delle squame: 8 – 10 mm.

I fiori sono tetraciclici (a cinque verticilli: calicecorollaandroceogineceo) e pentameri (ogni verticillo ha 5 elementi). Sono tutti ermafroditi. I fiori del raggio sono 8 – 12 e sono fertili, mentre quelli del disco sono 40 – 60 e sono ermafroditi.

  • Formula fiorale: per le piante di questo genere viene indicata la seguente formula fiorale:
* K 0/5, C (5), A (5), G (2), infero, achenio[8]
  • Calice: i sepali del Calice sono ridotti ad una coroncina di squame.
  • Corolla: la corolla dei del raggio è ligulata con tre/quattro lobi terminali; è colorata di giallo sulla faccia superiore (con 4 – 5 nervature violacee), mentre è colorata di rosa o porpora sulla faccia sottostante. La corolla dei fiori del disco è tubulosa a 5 lobi, colorata variamente di giallo e glabra mentre i lobi sono sparsamente pubescenti sulla faccia abassiale con tricomi con punte mucronate. Non sono presenti cellule sclerificate. Lunghezza dei fiori ligulati: 7 – 8 mm. Lunghezza dei fiori tubulosi: tubo 0.8 – 1 mm; gola 2,5 – 3 mm; lobi 0,5 – 0,8 mm.
  • Androceo: l'androceo è formato da 5 stami con filamenti liberi e antere saldate in un manicotto circondante lo stilo.[9] Le antere sono prive di coda e con appendici da ovate a rotonde. Sono presenti delle cellule sclerificate.
  • Gineceo: il gineceo ha un ovario uniloculare infero formato da due carpelli.[9]. Lo stilo è unico e bifido: ossia due stigmi sui quali sono presenti delle papille con piccole punte mucronate; gli apici degli stigmi sono obtusi. Le linee stigmatiche sono marginali.[10]
  • Fioritura: in aprile.

I frutti sono degli acheni con pappo. Gli acheni sono soggetti a dimorfismo: quelli relativi ai fiori del raggio hanno una forma da obcompressa a obconica a sezione triangolare (con tre lati) e con superficie essenzialmente glabra; quelli relativi ai fiori del disco hanno una forma clavata con sezione quadrata e sono anch'essi glabri. Il pappo è formato da 5 – 8 scaglie quadrate (o ovate) con apici obtusi, bifidi o erosi. Lunghezza degli acheni: 3 – 4 mm. Lunghezza del pappo: 1,5 – 2 mm.

Biologia

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  • Impollinazione: l'impollinazione avviene tramite insetti (impollinazione entomogama).
  • Riproduzione: la fecondazione avviene fondamentalmente tramite l'impollinazione dei fiori (vedi sopra).
  • Dispersione: i semi cadendo a terra (dopo essere stati trasportati per alcuni metri dal vento per merito del pappo – disseminazione anemocora) sono successivamente dispersi soprattutto da insetti tipo formiche (disseminazione mirmecoria).

Distribuzione e habitat

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La distribuzione di questa specie va dal Messico (aree del nord-ovest) al Texas (USA). Predilige suoli calcarei. Da un punto di vista altitudinale può raggiungere i 1100 – 1200 m s.l.m..

Tassonomia

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La famiglia di appartenenza di questo gruppo (Asteraceae o Compositae, nomen conservandum) è la più numerosa del mondo vegetale, comprende oltre 23000 specie distribuite su 1535 generi[11] (22750 specie e 1530 generi secondo altre fonti[12]). La sottofamiglia Asteroideae è una delle 12 sottofamiglie nella quale è stata suddivisa la famiglia Asteraceae, mentre Helenieae è una delle 21 tribù della sottofamiglia. La tribù Helenieae a sua volta è suddivisa in 5 sottotribù (Plateileminae è una di queste).).

Filogenesi

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All'interno della grande famiglia delle Asteraceae la tribù Helenieae (e quindi la sottotribù Plateileminae) fa parte del gruppo Heliantheae Alliance; che a sua volta fa parte della sottofamiglia Asteroideae (una delle due grandi divisioni della famiglia – l'altra è il “supergruppo” Non-Asteroideae contenente il resto delle undici sottofamiglie). Il gruppo “Heliantheae Alliance” si distingue soprattutto per le brattee involucrali disposte su 1 – 3 serie, per le teche delle antere che sono spesso annerite e senza speroni e code, per la presenza di peli sotto la divisione dello stilo, per i rami dello stilo (gli stigmi) s'incurvano a maturità e per le appendici dello stilo che sono solitamente più corte della porzione stigmatica. Questo gruppo viene anche definito Phytomelanic cipsela e forma un clade caratterizzato dalla presenza nella cipsela di uno strato di fitomelanina.[7]

Nell'ambito della tribù la specie Plateilema palmeri occupa una posizione interna ed è “gruppo fratello” delle sottotribù Tetraneuriinae/Gaillardiinae.[7]

Sinonimi

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  • Sinonimo per la specie:
Actinella palmeri A. Gray, 1883 (è anche il basionimo).
  • Sinonimo per il genere:
Actinella Nuttall sezione Plateilema A. Gray, 1883
  1. ^ a b eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 10 settembre 2012.
  2. ^ Botanical names, su calflora.net. URL consultato il 10 settembre 2012.
  3. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 10 settembre 2012.
  4. ^ The International Plant Names Index, su ipni.org. URL consultato il 10 settembre 2012.
  5. ^ Kadereit & Jeffrey 2007, pag. 403.
  6. ^ eFloras - Flora of North America, su efloras.org. URL consultato il 10 settembre 2012.
  7. ^ a b c Funk & Susanna, pag. 694.
  8. ^ Tavole di Botanica sistematica, su dipbot.unict.it. URL consultato il 20 dicembre 2010 (archiviato dall'url originale il 14 maggio 2011).
  9. ^ a b Pignatti 1982, Vol. 3 - pag. 1.
  10. ^ Judd 2007, pag. 523.
  11. ^ Judd 2007, pag. 520.
  12. ^ Strasburger 2007, pag. 858.

Bibliografia

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  • Funk V.A., Susanna A., Stuessy T.F. and Robinson H., Classification of Compositae (PDF), in Systematics, Evolution, and Biogeography of Compositae, Vienna, International Association for Plant Taxonomy (IAPT), 2009, pp. 171-189. URL consultato il 10 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 14 aprile 2016).
  • Panero, J. L., and V. A. Funk, The value of sampling anomalous taxa in phylogenetic studies: major clades of the Asteraceae revealed (PDF), in Mol. Phylogenet. Evol. 2008; 47: 757-782. URL consultato il 10 settembre 2012 (archiviato dall'url originale il 27 agosto 2011).
  • Kadereit J.W. & Jeffrey C., The Families and Genera of Vascular Plants, Volume VIII. Asterales. Pag 403, Berlin, Heidelberg, 2007.
  • Judd S.W. et al, Botanica Sistematica - Un approccio filogenetico, Padova, Piccin Nuova Libraria, 2007, ISBN 978-88-299-1824-9.
  • Sandro Pignatti, Flora d'Italia. Volume 3, Bologna, Edagricole, 1982, ISBN 88-506-2449-2.

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