Prosciutto prosciutto

film del 1992 diretto da Bigas Luna

Prosciutto prosciutto (Jamón jamón) è un film del 1992 diretto da Bigas Luna. La pellicola è stata presentata in concorso alla 49ª Mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia.

Prosciutto prosciutto
Penélope Cruz in una scena del film
Titolo originaleJamón jamón
Lingua originalespagnolo
Paese di produzioneSpagna, Italia
Anno1992
Durata94 min
Rapporto1,85:1
Generedrammatico, erotico
RegiaBigas Luna
SoggettoCuca Canals
SceneggiaturaQuim Monzó, Bigas Luna
ProduttoreAndrés Vicente Gómez
Casa di produzioneLolafilms
Distribuzione in italianoFilmauro
FotografiaJosé Luis Alcaine
MontaggioTeresa Font
MusicheNicola Piovani
ScenografiaNoemí Campano
TruccoB. Villanueva
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

In un piccolo villaggio spagnolo, Silvia è una graziosa e incantevole operaia di una fabbrica specializzata in biancheria intima. È la figlia di Carmen, una donna abbandonata dal marito, che per sopravvivere gestisce un bordello lungo la strada. Silvia è innamorata di José Luis, figlio di Conchita e Manuel, proprietari dell'azienda. La prima non vuole che suo figlio sposi la figlia di una prostituta e perciò decide di intromettersi e creare un piano per distruggere la coppia. Per reclamizzare la sua biancheria, assume come modello Raul, magazziniere in un deposito di prosciutti e aspirante torero. Egli dovrebbe sedurre la protagonista, ma inaspettatamente fa breccia nel cuore di Carmen. La questione si complica quando il giovane José Luis dimostra veri sentimenti per Silvia.[1]

Accoglienza

modifica

«La Spagna è probabilmente uno dei pochi paesi in cui il prosciutto e il personal computer coabitano in perfetta armonia.»

Paolo Mereghetti, nel suo dizionario omonimo, recensisce la pellicola come un «melodramma semi-farsesco», colpevole di elementi ridondanti e che richiamano al cinema di Pedro Almodóvar.[2] Il sito FilmTv.it considera il lungometraggio una «commedia buffonesca».[3]

Secondo Dario Grisanti, Prosciutto, prosciutto è forgiato su elementi autoctoni (come la metafora simbolica del toro e del prosciutto), «una sorta di passeggiata tra il Mar Mediterraneo e gli stereotipi culturali ispanici».[4]

Maurizio Fantoni Minnella, in un saggio dedicato all'artista catalano, sostiene che sia un film «ossessivo, sanguigno, intriso di ribollente hispanidad».[5] Nel riferirsi in questi termini, considera la location principale, il Deserto di Los Monegros, entità di rilievo, di logos.[5]

Bigas Luna, in un'intervista del 1992, reputa che il suo lavoro sia un «inno alla gioia spagnola».[6]

Riconoscimenti

modifica
  1. ^ XLIX Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica, catalogo della mostra, Edizioni La Biennale, Venezia, 1992, pp. 36-39. ISBN 8820803739
  2. ^ Paolo Mereghetti, Il Mereghetti, Milano, Baldini+Castoldi, 2014, p. 3027, ISBN 8868520583.
  3. ^ Prosciutto prosciutto, su FilmTv.it, Tiche Italia s.r.l..
  4. ^ Dario Grisanti, Sesso, cibo e Luna. Il cinema di Bigas, p. 12.[Dati insufficienti]
  5. ^ a b Maurizio Fantoni Minnella, Bigas Luna. Tra ossessione e desiderio, scandalo e seduzione, il cinema di un regista lucido e provocatorio, Roma, Gremese Editore, 2000, p. 75, ISBN 9788884400048.
  6. ^ Bigas e la puttana santa, in la Repubblica, GEDI Gruppo Editoriale, 10 settembre 1992.

Altri progetti

modifica

Collegamenti esterni

modifica