Robert Poirier
Robert Jean Marie Poirier (Tours, 8 ottobre 1894 – Pointe-Noire, 19 settembre 1949) è stato un militare e aviatore francese.
Robert Jean Marie Poirier | |
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Soprannome | "Commandant Robert" |
Nascita | Tours, 8 ottobre 1894 |
Morte | Pointe-Noire, 19 settembre 1949 |
Cause della morte | incidente aereo |
Dati militari | |
Paese servito | Francia |
Forza armata | Armée de terre Armée de terre Armée de l'air |
Arma | Fanteria |
Anni di servizio | 1939 - 1949 |
Grado | tenente colonnello |
Guerre | Prima guerra mondiale Seconda guerra mondiale |
Battaglie | Prima battaglia della Marna Seconda battaglia di Ypres |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Robert Poirier, un aviateur sur la route de la division Das Reich[1] | |
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Biografia
modificaNacque a Tours l'8 ottobre 1894, figlio di Edouard, un impiegato commerciale, e di Cécile Weil.[1] Al compimento del diciottesimo anno, conseguito il baccalauréat, si arruolò nell'Armée de terre con ferma triennale, con appello anticipato, che gli permise di scegliere la data di partenza e il suo incarico.[2] Si arruolò nel 66º Reggimento fanteria di stanza a Tours, in cui prestava servizio come caporale quando scoppiò la prima guerra mondiale.[1] Dopo le prime scaramucce e i primi morti, il reggimento fu trasferito ad est di Nancy dove prese parte alla battaglia della Grand-Couronné.[1] L'8 settembre il 66° fu investito in pieno dall'attacco tedesco in un bosco, vicino a La Fère-Champenoise.[1] Per lui iniziò la prima battaglia della Marna, e quella sera, quando il reggimento terminò la ritirata, mancavano all'appello più di 1.200 uomini.[2] Quel giorno ricevette la sua prima ferita, una pallottola alla coscia destra, a La Ferté-sous-Jouarre e ottenne la sua prima citazione all'ordine del giorno dell'esercito.[1] Fatto prigioniero di guerra, approfittò della ritirata tedesca pochi giorni dopo per fuggire e ricongiungersi alla sua unità.[2] Mandato in convalescenza a Tolosa chiese, invano, il trasferimento in aviazione.[1] Quando si unì nuovamente al suo reggimento, esso si trovava in Belgio.[2] Fu gravemente ferito (schegge alla coscia sinistra) una seconda volta il 21 gennaio 1915 durante la seconda battaglia di Ypres, pochi giorni dopo essere stato promosso maresciallo.[2] Curato a Rouen, dopo la convalescenza chiese nuovamente di passare nell'Aéronautique Militaire, dove entrò dopo un periodo di servizio nel 70º Reggimento territoriale.[1]
Venne assegnato alla Scuola d'aviazione di Chartres nel novembre 1915, ed ottenne il brevetto di pilota (n. 2.599) su Maurice Farman MF.7 il 3 febbraio 1916.[1] Assegnato alla Escadrille F 45 del capitano Georges Baltus, la raggiunse l'8 maggio a Saint-Clément, in Meurthe e Mosella.[1] Volò sui Farman F.40 e Dorand AR1 in missioni di ricognizione, ricognizione fotografica, regolazione del tiro d'artiglieria, ecc., venendo nuovamente citato all'ordine del giorno della 68ª Divisione.[1] Ancora sofferente per le ferite riportate, alla fine di novembre 1917 fu assegnato al Service de Fabrication de l’Aviation a Nanterre, dove collaudava gli aerei Farman che uscivano dalla fabbrica prima della loro partenza per il fronte.[1]
Alla fine della guerra passava regolarmente per Saint-Michel-sur-Orge dove il suo treno si fermava, e lì conobbe una ragazza, Suzanne, che poi sposò.[1] I genitori della ragazza avevano già un figlio aviatore, un'altra figlia fidanzata con un aviatore e premettero perché lasciasse l'aeronautica non appena la guerra fosse finita.[1] Così divenne pilota automobilistico, senza lasciare totalmente il mondo dell'aviazione.[1] Partecipò ai raduni aviatori ai comandi del Farman 190 (F-AIVP) della SEFA, e poi a quelli del Farman 190 (F-AJPN) che aveva iniziato la sua carriera in nell'Air France.[1] Portò in volo molte persone, e fu coinvolto anche in due tragedie.[2] Il 25 aprile 1937 partecipò al raduno di Vincennes, portando in volo Clem Sohn, alias "Batman", fino alla quota 2.800 m.[1] Le ali di Clem Sohn non funzionarono e l'americano morì nella caduta.[2] Tre settimane dopo, il 16 maggio, partecipo al raduno di Tours, dove portò in volo l'esperto paracadutista André Vassard.[1] Ma mentre saltava fuori dalla cabina, Vassard colpì la stessa e le funi del suo paracadute si aggrovigliarono, causandone la caduta incontrollata e la successiva morte davanti a sua moglie.[2] Durante questo periodo, risultava come riservista nell'Armée de l'air effettuando numerosi periodi di addestramento, quasi sempre a Tours.[2] Nel 1936 volò sui Potez 25 e i Breguet Bre 27 presso la 1ére Escadrille (SAL 277), e nel 1937 passò venticinque giorni alla 31e Escadre de bombardement dove il colonnello Canonne lo dichiarò idoneo al pilotaggio dei bombardieri Bloch MB 200.[1] Divenuto tenente, nel 1939 frequentò un corso di bombardamento destinato agli ufficiali della riserva. Mobilitato a Tours il 29 agosto 1939, assegnato al battaglione dell'aria 109, non seguì la sua Escadre quando quest'ultima partì da Tours tra il 31 agosto e il 1 settembre venendo assegnato alla Division des avions de liaison de l'administration centrale (Dalac), dove aspettò in attesa del completamento dell'aeroporto di Chargé, nei pressi di Amboise.[1] Partecipò in particolare alla 24 Ore di Le Mans e alla 24 Ore di Spa nel 1926 e nel 1927.[2] Correva su Delaunay-Belleville o Théo Schneider, di cui divenne concessionario, partecipando alle gare insieme a Maurice Rost, i fratelli Molon, Lionel de Marmier e André Boillot, che guidava la squadra corse Peugeot.[1]
Tra le due guerre mondiali si interessò agli autogiri attraverso la Société pour l'exploitation en France des gyroplanes (SEFA) con sede a Neuilly-sur-Seine dove egli viveva ed aveva come vicino di casa il suo manager, Pierre Maillat.[1]
Assegnato alla Escadrille d'addestramento del Centre d’instruction et de renseignement (CIR), comandato dal tenente Lallement, sarà poi sostituito dalla Divisione di collegamento Tours-Chargé del capitano Poisson.[N 1] ll 22 e 23 dicembre fece un viaggio di andata e ritorno da Tours a Digione con a bordo il generale Houdemon.[1]
Nel febbraio 1940 lasciò Tours essendo stato nominato pilota presso l'ambasciata francese in Spagna, allora retta dal Maresciallo di Francia Philippe Pétain.[2] A Tolosa completò l'addestramento al pilotaggio del Caudron C.445 Goéland n.97, con l'equipaggio che lo accompagnerà in Spagna: maresciallo maggiore Houtman e sergente maggiore Boillot che già volavano a Tours con lui.[1] In marzo collaudò in volò i Potez 631 (n° 5, 8 22).[1] Il 1 aprile 1940 raggiunse Madrid con il Caudron C.445 Goéland (n.101 F-ARTA) assegnato in uso al Maresciallo, rientrando poco tempo dopo a Tolosa, sempre con l'F-ARTA, via Barcellona.[1] Al suo arrivo volò, insieme a Jean Laulhé della compagnia Air France, su un Dewoitine D.338.[1] Rimandato a Madrid, qui effettuato una prova sul campo d'aviazione di Barajas, con l'altro aereo in uso all'ambasciata, il Potez 58.5 (F-ATFX). Il 20 aprile andò da Madrid a Lisbona, trasportando il signor Lebrun e il tenente Thieberoz.[1] Il 4 maggio andò a Rabat, in Marocco, trasportando il tenente colonnello Buot de L'Epine, il 5 raggiunse Marrakech e il giorno dopo rientrò a Madrid. Il 9 maggio, il giorno prima dell'attacco tedesco, volò da Madrid a Tolosa, via Pau, con il comandante André de Gorostarzu, addetto militare aeronautico a Madrid.[1]
Riprese le sue funzioni di pilota collaudatore a Tolosa presso l'ARAA dove collaudò velivoli Potez 63.11, Caudron C.445 Goéland e caccia Curtiss H-75 A.[1] Il 26 agosto 1940 effettuò un volo Clermont-Tolosa con il generale Pinsard sul C.445 Goéland n.244, e venne smobilitato in quel giorno.[1]
Nonostante la smobilitazione trascorse tre mesi al centro di volo a vela della Montagne Noire.[1] A causa della politica del governo di Vichy, una volta tornato in famiglia, che si era stabilita in Costa Azzurra, entrò ben presto nella Resistenza francese.[1] Dal luglio 1941, all'interno della rete britannica "Author", comandata dal capitano Henry Peulevé, un inglese, eseguì missioni nelle Alpi Marittime e in Alta Savoia, divenendo agente P2 nel 1942.[3] Seguito da vicino dalla polizia tedesca, nell'ottobre 1943 venne inviato in Dordogna, operando nella rete di suo figlio, Jacques Poirier, all'interno della rete "Digger".[4]
Jacques Poirier era capo di stato maggiore interalleato di questa rete di spionaggio fortemente radicata nel Lot, in Dordogna e nella Corrèze.[4] Essa fu incaricata di raccogliere quante più informazioni possibili sulla 2. SS-Panzer-Division "Das Reich", che doveva tornare in Normandia per respingere lo sbarco alleato.[5]
I partigiani seguirono per otto giorni gli spostamenti della divisione d'élite delle SS, punteggiata da atrocità e massacri come a Tulle e Oradour-sur-Glane.[1] Riuscì a lasciare il suo posto di comando al Château de la Vitrolle solo grazie all'avvertimento dato dalla postina di Lalinde, arrivano con i carri armati, che diede tempo a lui, insieme alla radio, e al resto del personale di evacuare.[1] Stabilitosi nel castello di La Poujade insieme al figlio, i due convinsero il proprietario, suo cugino il regista Léon Poirier, a ospitare la stazione radio.[1] Insieme alla sua squadra si infiltrò a Tolosa nel tentativo di organizzare la fuga dello scrittore André Malraux dalla locale prigione di Tolosa, ma egli era già fuggito.[2]
Ai comandi di un Morane-Saulnier MS 500 sorvolò i dipartimenti liberati, ma nonostante avesse fatto domanda di partire per il fronte, venne mandato alla 5ª suddivisione aerea di Chartres.[1] Dall'8 febbraio 1945 fu comandante del campo d'aviazione di Evreux, nell'Eure.[1]
Divenuto tenente colonnello, grado convalidato da una apposita commissione, il 21 novembre 1945 ebbe un incidente aereo ai comandi di un Morane-Saulnier MS 502, nei pressi di Evreux, riportando la frattura di due vertebre lombari.[1] Trascorsa la convalescenza nella Charente-Maritime, rientrò in servizio come comandante della base aerea di Rabat, in Marocco.[1] Il 19 settembre 1949 era a bordo di un bombardiere Handley Page Halifax convertito in aereo da trasporto per il personale, che stava per atterrare a Pointe-Noire.[4] Pilotato dal tenente Cornette, alle 12:38 l'aereo si avvicinò al campo d'aviazione, con le condizioni meteo che vedevano nuvole basse fino a una quota di 100 m, e molta pioggia.[1] Il pilota arrivato in fase di atterraggio, perse la pista, ripartì, e dato che si trovava troppo a destra rispetto alla pista, iniziò una virata per recuperare la posizione.[1] L'Halifax, perdendo velocità, fece un mezzo rollio, un'impennata e si schiantò al suolo, incendiandosi.[1] L'incendio durò fino alle 23:00, senza che l'intensità del fuoco consentisse a nessuno di avvicinarsi.[1] I sei membri dell'equipaggio e gli undici passeggeri perirono nell'impatto, tra cui Cécile Idrac, e il dottor Stephanopoulos dell'Istituto Pasteur.[1] Il nome di Robert Poirier non venne nemmeno menzionato sul quotidiano Les Ailes.[1]
La sua azione nella Resistenza francese gli valse il titolo di Ufficiale dell'Ordine dell'Impero Britannico nel 1946.[1]
Onorificenze
modifica— 20 settembre 1946.
Onorificenze estere
modificaNote
modificaAnnotazioni
modifica- ^ Qui volò su velivoli militari Potez 25, Morane-Saulnier MS.230, 241, 315, 343, Hanriot 182, velivoli civili Salmson D2 Phrygane, De Havilland DH.85 Leopard Moth, Luciole, Maillet 20, Morane-Saulnier MS 343 compreso quello di Maryse Hilsz, e aerei da collegamento come il Potez 58.5 e Caudron C.635 Simoun. Senza dimenticare Hanriot 182 e Bloch MB 200.
Fonti
modificaBibliografia
modifica- (EN) R. M. Clarke, Le Mans. The Bentley & Alfa Years 1923–1939, Cobham, Brooklands Books, 1998, ISBN 1-85520-465-7.
- (EN) Max Hastings, Das Reich: The March of the 2nd SS Panzer Division Through France, June 1944, New York, Zenith Press, 2013.
- (FR) Germaine l'Herbier-Montagnon, Jusqu’au sacrifice, Paris, Editions E.C.L.A.I.R., 1960.
- (EN) Christian Moity, Jean-Marc Teissèdre e Alain Bienvenu, 24 heures du Mans, 1923–1992, Besançon, Éditions d’Art, 1992, ISBN 2-909413-06-3.
- (EN) Jacques R. E. Poirier, La girafe a un long cou..., Fanlac, Périgueux, 1992, ISBN 2-86577-156-3.
- (EN) Olivier Todd, Malraux: A Life, New York, Alfred A. Knopf, 1960.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Robert Poirier
Collegamenti esterni
modifica- (FR) Didier Lecoq, Robert Poirier, un aviateur sur la route de la division Das Reich, su Aeroplane de Touraine. URL consultato il 27 dicembre 2022.
- (FR) Denis Albin, Escadrille MF 45 -F 45 -AR 45 -BR 45, su Albindenis. URL consultato il 27 dicembre 2022.
- (EN) John Robertson, Robert E. Poirier, su Specialforcesroh. URL consultato il 27 dicembre 2022.
- (FR) Didier Lecoq, Robert Poirier a consacré sa vie à l'aviation, su La Nouvelle Republique. URL consultato il 27 dicembre 2022.
- (FR) Maurice Buckmaster (S.O.E.), su Resistance Francaise. URL consultato il 27 dicembre 2022.