Takht-i-Bahi
Takht-i-Bahi (o Takhtbai o Takht-i-Bahi) è un sito di importanza storica situato nel distretto di Mardan della provincia di Khyber Pakhtunkhwa (un tempo nota come Provincia della frontiera del nord-ovest), in Pakistan. Contiene i resti del famoso monastero buddista risalente al primo secolo d.C. ed è inserito tra i Patrimoni dell'umanità dell'UNESCO.[1] Takht significa "trono" mentre bahi significa "acqua" o "fonte" in lingua persiana/lingua urdu. Il complesso monastico venne chiamato Takht-i-Bahi per il fatto di essere costruito sulla cima di una collina, vicino ad un fiume.
Bene protetto dall'UNESCO | |
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Rovine buddiste a Takht-i-Bahi e resti della vicina cittadina di Sahr-i-Bahlol | |
Patrimonio dell'umanità | |
Tipo | Culturali |
Criterio | (iv) |
Pericolo | Non in pericolo |
Riconosciuto dal | 1980 |
Scheda UNESCO | (EN) Buddhist Ruins of Takht-i-Bahi and Neighbouring City Remains at Sar Bahlol (FR) Scheda |
Takht-i-Bahi è il tehsil (divisione amministrativa) più fertile di Mardan. Esistono molte piantagioni, alcuni dei quali sono coltivati a tabacco, frumento e zucchero di canna. Il primo impianto per la produzione dello zucchero dell'Asia meridionale venne costruito qui dal governo coloniale britannico.
Storia
modificaPurtroppo, i primi scavi scientifici effettuati all'inizio del secolo scorso non sono stati confrontati e coordinati per ottenere importanti approfondimenti sulla storia delle origini. Tuttavia, si può ipotizzare che il monastero sia stato fondato nel I secolo a.C. come lo dimostra un'iscrizione ritrovata che porta il nome di Gondofare (20-46 d.C.).[2] Ma è all'epoca del sovrano kusana Kanishka che il monastero conobbe la sua massima fioritura. Il cortile dei molti stupa fu costruito in questo periodo, mentre lo stupa principale e il grande cortile risalgono al terzo e quarto secolo d.C. Gli edifici più recenti risalgono al VI e VII secolo d.C. Come gli altri monasteri buddisti, Takht-i-Bahi godeva del patrocinio dei sovrani Kushana. La sua costruzione e spesso la sua manutenzione erano finanziate da ricchi mercanti.
Si dice che anche l'apostolo Tommaso sia passato di qui mentre si recava in India.
Architettura
modificaI primi monasteri del subcontinente indiano erano aperti al pubblico, mentre i monasteri della cultura del Gandhara, invece, si chiudevano all'esterno con forti mura e l'ingresso del Takht-i-Bahi era piegato rispetto all'asse. Dalle testimonianze archeologiche si evince che il monastero (vihara) era composto da molti edifici singoli. Questi comprendevano gli alloggi dei monaci (bhikșu), il refettorio (upasthāna-śālā), la cucina (aggi-śālā), una sala da bagno con acqua calda (janthāghara), un pozzo (udapāna-śālā) e altri locali di servizio. Al centro del monastero si trovava l'area sacra, un grande cortile di 36 metri per 15, circondato da celle di meditazione, 35 stupa o semplici nicchie con statue di Buddha, alcune più grandi del vero. A sud si raggiunge un altro cortile. Qui lo stupa principale si trovava su una piattaforma (4,5 metri quadrati) accessibile tramite scale. Anche questo cortile è circondato da cappelle. Il lato rivolto verso il cortile era decorato da semipilastri con capitelli corinzi ad acanto. Gli stupa laterali e le numerose statue erano stati intonacati con calce, sulla quale sono stati applicati colori brillanti, soprattutto oro. Anche le pareti del monastero erano affrescate da colore brillanti; così, il monastero appariva magnifico con le sue decorazioni colorate.
Località vicine
modificaI villaggi di Lund Khwar, Sher Garh, Charsadda, Sahr-i-Bahlol e Mazdoor Abad sono altri siti storici nei pressi di Takht-Bhai. Contengono rovine di siti buddisti non ancora completamente scavati. Il termine "Sehri-Bahlol" viene tradotto in vari modi. Secondo le persone del luogo è un termine in lingua hindko che indica un titolo onorifico per un esponente politico e religioso della zona. In ogni caso il nome non è vecchio quanto il villaggio Sehri-Bahlol. Il villaggio si trova sulla cima di una collina circondata da terreni che utilizzati a scopi agricoli. Le precarie condizioni economiche, la bassa scolarizzazione, e la presenza di commercianti di antichità privi di scrupoli pongono seri problemi alla preservazione dei siti archeologici minori.
Galleria d'immagini
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Rovine del monastero diTakht-i-Bahi
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Ingresso per le celle dei monaci
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Corte interna con stupa
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Statua raffigurante Buddha, nello stile di Gandhara da Takht-i-Bahi
Note
modificaVoci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Takht-i-Bahi
Collegamenti esterni
modifica- Scheda UNESCO, su whc.unesco.org.
- Mappa dei siti archeologici di Gandhara, dalla Huntington Collection, Ohio State University, su kaladarshan.arts.ohio-state.edu. URL consultato il 9 dicembre 2007 (archiviato dall'url originale il 31 dicembre 2005).
Controllo di autorità | VIAF (EN) 146634024 · LCCN (EN) n84166018 · J9U (EN, HE) 987007555192405171 |
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