Transeamus usque Bethlehem

Transeamus usque Bethlehem ("Andiamo a Betlemme") è un tradizionale canto natalizio in lingua latina, originario della Slesia e composto forse intorno alla prima metà del XVIII secolo da un autore rimasto anonimo. Per lungo tempo, fu tuttavia attribuito al cappellano Joseph Ignaz Schnabel (17671831), a cui probabilmente si deve invece esclusivamente l'arrangiamento comunemente in uso.

Transeamus usque Bethlehem
Artista
Autore/iAnonimo
Joseph Ignaz Schnabel (arrangiamento)
GenereMusica sacra
Musica natalizia
NoteProvenienza: Slesia
Lingua: Latino
Origini: XVIII secolo (?)

Si tratta di un canto concepito per un coro a quattro (o a tre) voci, formato da due uomini e da due donne, che intonano rispettivamente la prima strofa nel ruolo dei pastori e la seconda strofa nel ruolo degli angeli. Il coro dovrebbe essere accompagnato da un'orchestra composta da un organo, 8 strumenti a fiato e 5 strumenti ad arco.

Il brano è piuttosto popolare in Germania (dove è stato diffuso, al termine della seconda guerra mondiale dall'ultimo cappellano tedesco del duomo di Breslavia, Paul Blaschke) e nei Paesi Bassi (dove viene mandato in onda per radio tutti gli anni alla Vigilia di Natale).

Teorie sulle origini

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Si sa per certo che il brano – nella versione arrangiata da Joseph Ignaz Schnabel – era noto a Breslavia, un tempo territorio tedesco, ora in Polonia e che da lì venne diffuso – al termine della seconda guerra mondiale – nell'attuale Germania da Paul Blaschke, l'ultimo cappellano tedesco del duomo della città. È lo stesso Blaschke, tra gli altri, a sostenere che il contributo di Joseph Ignaz Schnabel nella composizione del brano sia marginale e si limiti solo all'arrangiamento.

Ragioni di ordine stilistico, come l'assenza di elementi rococò portano a ritenere che le origini del brano risalgano alla prima metà del XVIII secolo.

Si è pensato che la composizione fosse stata collegata alla rappresentazione di un presepio vivente e che Schnabel possa aver rinvenuto il testo o lo spartito in un monastero della Slesia[1].

Esiste infine un'altra stesura del brano, rinvenuta intorno alla metà del XIX secolo nel monastero benedettino di Broumov, nella Boemia settentrionale e che differisce sia nel testo, sia dal punto di vista melodico, ritmico, ecc. dalla versione attribuita a Schnabel.

Il brano fa riferimento – come numerose altre canzoni natalizie ( Les anges dans nos campagnes , Hark! The Herald Angels Sing , While Shepherds Watched Their Flocks by Night , ecc.) al celebre episodio narrato dal Vangelo di Luca (2,10 – 16) dell'annuncio dato ai pastori dagli angeli della Nascita di Gesù:

Recitativo
Angelo
Nolite timere:
ecce enim evangelizo vobis gaudium magnum, quod erit omni populo:
quia natus est vobis Salvator hodie, qui est Christus Dominus in civitate David.
Et hoc vobis signum:
Invenietis infantem pannis involutum, et positum in praesepio.

Pastorella
Basso multiplicato
Transeamus usque Bethlehem
et videamus hoc verbum quod factum est.
Mariam et Joseph et Infantem positum in praesepio.

Coro
Gloria in excelsis Deo,
et in terra pax hominibus
bonae voluntatis.

Basso multiplicato
Transeamus, et videamus multitudinem
militiae caelestis laudantium Deum,
Mariam et Joseph et Infantem positum in praesepio.

Transeamus et videamus quod factum est.

  1. ^ Paul Krutschek, Die Kirchenmusik nach dem Willen der Kirche,Regensburg, 5. Auflage 1901. Zitiert nach: Rudolf Walter, a.a.o.

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