Gracie
Oggi è il 12 dicembre 2024.
Sono le ore 01:43.
BENVENUTO NELLA MIA PAGINA PERSONALE!
Ho 29 anni, vivo e lavoro a Milano (almeno per il momento, visto che il mio cuore batte un po’ più lontano…). Tra le mie passioni più grandi ci sono la lettura e la scrittura. I miei contributi su Wikipedia, infatti, si aggirano principalmente attorno ad argomenti di letteratura. Ricordo una splendida mattinata di fine marzo, quando il sole si fa largo tra i rami scuri degli alberi assonnati che cominciano appena a vestirsi di nuove foglie e illumina e riscalda i fili d’erba e le primule tremolanti. Facile e assai comune è, in momenti come questi, farsi solleticare dal desiderio di svecchiare le proprie abitudini, andare a punzecchiare la pigrizia invernale e cominciare con le cosiddette (e non a caso) PULIZIE DI PRIMAVERA! Ricordo. Ero appena scesa di casa con il quotidiano sacchettino dell’umido quando, aperta la porta dell’angusto locale del mio condominio adibito alla raccolta differenziata, mi si spalancò davanti agli occhi un apocalittico scenario da Fahrenheit 451! Nessun incendio, per fortuna, ma constatai con orrore che il contenitore della carta era stipato di anime in pena, di vite sofferenti, ormai ridotte a lievi respiri, che una volta avevano avuto tanto da dire e da raccontare, che avevano saputo far piangere, ridere, pensare e che ora erano lì, mute e impotenti di fronte alla sorte che era stata scelta per loro da qualche scellerato. Sentivo che, benché mute, quelle anime avrebbero voluto urlare e, non so come, riuscii a udire quel grido soffocato, quello strazio, e il mio cuore si ruppe. Trovai un sacchetto di fortuna e cominciai l’opera misericordiosa, pensando a chi tra i miei condomini avesse mai potuto commettere un atto così barbaro e impietoso. Ciascuna di quelle anime, anche la meno stimata, avrebbe potuto facilmente trovare una ricollocazione: che so io? una biblioteca, una libreria di testi di seconda mano, un mercatino dell’usato o una nuova casa che le avrebbe accolte amorevolmente. Proprio non mi capacitavo che invece potessero essere lì, in quello stanzino buio e puzzolente insieme all’umido e alle scatolette di tonno! Non potei salvarle tutte, quelle anime. Alcune erano talmente malandate che con gran dolore e non senza esprimere un accorato addio dovetti lasciarle andare. Ma tante altre furono felici di ritrovare uno spazio e una voce. Tra quelle che tenni per me vi erano dei volumetti cuciti e rilegati, con la loro bella copertina di pelle, di Herman Melville, Jules Verne e Alexandre Dumas (padre), ma anche edizioni tascabili di Paulo Coelho e antologie di antiche saghe nordiche e miti celtici. Vi erano poi libri per bambini, sceneggiature di film e qualche altro classico di cui ora ho solo vago ricordo che furono ben lieti di zampettare sui loro vecchi bastoni verso una piccola biblioteca di paese. Nella sua favola intitolata Il lino Hans Christian Andersen ci insegnò che la vita non finisce mai…
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