Mauriziochatel
Agisci in modo che la massima della tua volontà possa sempre valere nello stesso tempo come principio di una legislazione universale.
Bibliografia
modificaLa storia della filosofia come conversazione. La “Storia delle idee” propone un modo diverso di intendere il corso del pensiero filosofico. Il principio è quello della Conversazione filosofica, un modello interpretativo suggerito circa vent’anni or sono dal filosofo statunitense Richard Rorty. L’ipotesi è semplice: immaginiamo la “storia della filosofia” come una lunga conversazione – sviluppatasi nel tempo lungo una collana di testi – nella quale alcuni “specialisti del pensiero” hanno disputato tra loro su alcuni grandi temi che riguardano l’esistenza dell’uomo. Il presupposto è che non esista qualcosa come “la filosofia”, ma solo dei problemi che concernono le nostre relazioni con la realtà e con gli altri. Questi problemi possono essere affrontati in vari modi: sotto l’aspetto politico, o quello religioso, o quello letterario, con linguaggi di volta in volta diversi, che possono apparire più o meno specialistici ma che, in linea di massima, sono alla portata di un gran numero di persone. Ma se il problema viene affrontato in sé, in quanto cioè espressione del modo di essere dell’umanità, della sua natura razionale e speculativa, allora questa problema diventa filosofico, e riteniamo che la discussione non possa essere alla portata di tutti, bensì di una ristretta élite di specialisti a cui si guarda col rispetto (o il sospetto) anticamente riservato agli stregoni. Ma come avviene questa conversazione? Come una qualunque altra, con la particolarità che essa si sviluppa attraverso testi e non faccia a faccia (ma in questo, anche la ricerca scientifica ha in parte le stesse caratteristiche). E ancora: la conversazione filosofica non procede per blocchi monolitici, come una sorta di tribuna su cui, successivamente, si affacciano i “pensatori” per esporre in modo ordinato e logicamente disposto la totalità del proprio pensiero, per poi eclissarsi lasciando la parola ai loro successori. Questo invece è il modo in cui, da più di cento anni, la filosofia viene insegnata: prima Platone, poi Aristotele, poi il Medioevo e così via, con un’astrattezza che non ha nessun riscontro con la serietà dei problemi di cui i filosofi si sono occupati nel tempo. Ma che cosa succede quando un uomo “prende la parola” in filosofia? Succede che ha incontrato dei testi, provenienti da un lungo o recente passato, che hanno suscitato in lui l’entusiasmo della scoperta o l’inquietudine del dubbio. Trova cioè il filo di un dibattito già iniziato, dibattito, ripeto, attorno a problemi assai impellenti, e su questo filo egli si inserisce per dire la sua, in un modo che può essere più o meno vasto e articolato. Egli cioè scrive a partire da una tradizione, da un già detto e già saputo che di volta in volta accetta o rifiuta, sulla scorta di quello che i suoi tempi e la propria sensibilità gli suggeriscono. Egli scrive un testo per rispondere ad altri testi; implicitamente, quindi, ad altri filosofi. E il suo testo diviene, col tempo, un’altra perla lungo la collana della conversazione filosofica. In questo senso, la storia della filosofia come storia delle idee assomiglia più a una rete - i cui nodi corrispondono ai testi e le cui maglie si intrecciano collegando tra loro i problemi - che ad un'ordinata biblioteca con i suoi scaffali classificati per epoche e per autori. Un testo è sempre la risposta ad un altro testo in merito a un preciso problema – o ordine di problemi.
L’ambiente di queste conversazioni non può che essere il dialogo, condotto tra personaggi uno dei quali “sa”, e altri che vogliono capire. Il suo sviluppo cronologico corrisponde non tanto a una storia idealizzata del pensiero, ma piuttosto agli sviluppi di un concetto attraverso il dibattito. Ciò che interessa comprendere è, alla fine delle cose, di che cosa parlavano o tuttora parlano i filosofi quando parlavano e parlano dell'infinito, o della verità, o dell’assoluto. I concetti infatti hanno attraversato la conversazione filosofica mutando di senso secondo il contesto, o secondo le intenzioni di chi li ha usati, ragion per cui nessun problema è più, oggi, quello che era alle origini del nostro pensiero. Il modo di affrontarlo diventa così più importante del problema in sé, e ci dice di una civiltà più di quanto non si possa ricavare dalla semplice raccolta dei fatti.
Per una lettura di Fenomenologia dello spirito Parafrasi didattica integrale del saggio di Friedrich Hegel
Per una lettura di Essere e Tempo Parafrasi didattica integrale del saggio di Martin Heidegger
Note
modifica- ^ È stato presentato a Didamatica (Pisa, 7/8/9 maggio 2013) il progetto Storia delle Idee vincitore di una delle gare di “Editoria digitale scolastica” lanciate nell’ambito del Piano Nazionale Scuola Digitale del MIUR. L’obiettivo dell’azione è la realizzazione di un prodotto che sia progettato in un’ottica di trasversalità rispetto alle differenti discipline scolastiche e che consenta di affrontare una porzione consistente del curricolo; un prodotto che sia funzionale al conseguimento di competenze ed abilità e che contribuisca efficacemente alla realizzazione/organizzazione di nuovi ambienti di apprendimento. Le discipline contemplate dalla gara, lanciata dal liceo scientifico Vieusseux di Imperia, erano filosofia e matematica per il terzo e il quarto anno del liceo. Il progetto Storia delle idee sviluppa quattro temi tra loro correlati, due dei quali ad ampio contenuto scientifico-matematico: – Conversazione sull’Infinito – Conversazione sul Bene – Conversazione sulla Libertà – Conversazione sulla Scienza. Il progetto è stato concepito e sviluppato a partire dalle caratteristiche “liquide” del testo digitale, che ne permettono diversi gradi di personalizzazione della sua forma quanto del suo contenuto e che caratterizzano l’ambiente didattico digitale DidaSfera. A partire dunque da una struttura tecnologica che non rinchiude i contenuti in rigidi recinti disciplinari ma ne agevola piuttosto la connessione a diversi livelli di granularità e approfondimento nonché l’interazione significativa tra codici diversi, i contenuti di filosofia e di matematica sono stati progettati in modo da consentire un confronto continuo, sia a livello di sviluppo “sinottico” delle tematiche disciplinari abbinate, che nel parallelismo interdisciplinare dei concetti più rilevanti. L’impostazione metodologica del progetto si rifà al modello critico-ermeneutico di Richard Rorty, e in modo particolare al suo concetto di ‘conversazione’, intesa come un nuovo modo di intendere la ricerca speculativa alla luce della teoria wittgensteiniana dei Giochi linguistici. L’intenzione degli autori è quella di superare l’impostazione storicista della disciplina, a favore di una visione dei problemi filosofici più dinamica e più aderente al vissuto. In quest’ottica, il pensiero filosofico appare non più come una successione di autori e di testi, ma come un luogo di dibattito (un’agorà) attorno ai grandi temi dell’esistenza e della conoscenza umane, rivisitati in modo non specialistico ma dialettico e narrativo, come dev’essere ogni dialogo che tenta di spiegare il senso delle cose. Più che fornire definizioni, lo scopo della Storia delle idee è quello di coinvolgere lo studente in un processo di identificazione, grazie a una continua ricerca di attualizzazione dei problemi proposti.
- ^ Il lavoro è strutturato su tre livelli di testo: la parafrasi vera e propria, che occupa il corpo centrale di questo volume; le citazioni dell’opera originale, che hanno un’importanza fondamentale per l’argomentare vero e proprio del discorso e non costituiscono solo un semplice rimando alla fonte di cui si possa tranquillamente fare a meno; e infine un apparato di approfondimenti critici che costituiscono lo sfondo interpretativo dei problemi fondamentali del testo.