Vu (rivista)
La rivista illustrata Vu, venne pubblicata dal 21 marzo 1928 al 29 maggio 1940 ed uscì per 638 numeri[1].
Vu | |
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Stato | ![]() |
Lingua | Francese |
Periodicità | Settimanale illustrato |
Genere | attualità |
Formato | grande formato |
Fondazione | 1928 |
Chiusura | 1940 |
Sede | Parigi |
Direttore | Lucien Vogel |
Storia della rivista
modificaLa rivista precorse i tempi, ricorrendo alla stampa della fotografia in maniera massiccia soprattutto come narrazione di eventi, come se essa potesse essere "oggettiva" nella visione delle cose del mondo. Tutte le sezioni furono occupate da immagini, come una sorta di notiziario settimanale degli avvenimenti. Dal 1928 si distinse per i suoi reportage fotografici su un soggetto stabilito in precedenza affidato ad un unico fotografo. Nel 1940, il conflitto si fece sempre più acuto tra gli azionisti della rivista e il direttore Lucien Vogel. Il contendere si concentrò dell'orientamento politico che il giornale avrebbe dovuto tenere in relazione alla dittatura di Francisco Franco dopo il termine della guerra civile spagnola. Vogel venne licenziato e la rivista fu chiusa[1].
Contenuti
modificaIspiratasi alla rivista tedesca Berliner Illustrirte Zeitung[2], presentava un'estetica genericamente costruttivista, ma era innovativa nella sua struttura compositiva, in particolare nelle pagine doppie dove, a partire dal 1932, grazie alle tecniche del rotocalco e all'utilizzo di pellicole trasparenti, fu possibile realizzare accostamenti dinamici[1].
Sul piano artistico, che già in precedenza aveva praticato il fotomontaggio (usato dal fotografo Marcel Ichac), la linea editoriale, affidata dal 1933 ad Alexander Liberman, previde un grande formato, una grafica moderna e un layout affascinante[3].
La rivista pubblicò numeri speciali sull'URSS (1931), illustrata dallo stesso Vogel, anche lui fotografo; sulla Germania (L'énigme Allemande, 1932); sull'ascesa della tecnologia (Fin d'une civilisation, 1933), sulla Cina (Interrogatoire de la Chine, 1934), sulla Spagna (VU en Espagne, 1936). L'orientamento politico del giornale era chiaramente contro il fascismo, il franchismo e il nazionalsocialismo.
Nel maggio 1933 Vu fu la prima rivista a mostrare le immagini dei campi di concentramento tedeschi di Dachau e Oranienburg, fotografate dalla figlia di Lucien, Marie-Claude Vaillant-Couturier. In seguito la ragazza sposò il caporedattore del quotidiano L'Humanité, Paul Vaillant-Couturier, il quale fu arrestato e deportato ad Auschwitz e testimoniò come testimone al Processo di Norimberga.
Fotografi
modificaTra i fotografi che a vario titolo collaborarono con la rivista, ci furono Henri Cartier-Bresson, André Kertész, Brassaï, Germaine Krull, Robert Capa, Gerda Taro, Marcel Ichac, Man Ray, Eli Lotar, Laure Albin-Guillot, James Abbe, Berenice Abbott, Margaret Bourke-White, François Kollar.
Note
modifica- ^ a b c (FR) Michel Frizot, Cédric De Veigy, Regarder VU: Un magazine photographique 1928-1940, in La MEP, 2006. URL consultato il 16 gennaio 2025.
- ^ (FR) Danielle Leenaerts, Petite Histoire du Magazine Vu (1928–1940): Entre Photographie d'Information et Photographie D'Art, in Presses Interuniversitaires Européennes, Bruxelles, 2010, p. 115. URL consultato il 16 gennaio 2025.
- ^ (DE) Ulrich Hägele, Alexander Liberman, Marcel Ichac, Marc Real. Die Illustrierte VU und ihre Fotomonteure 1930 bis 1936. Beiträge zur Geschichte. Ästhetik der Fotografie, in Fotogeschichte m. 110, vol. 28, 2008.
Bibliografia
modifica- Michel Frizot, Cédric de Veigy, Vu: The Story of a Magazine That made an Era, Thames & Hudson, Londra, 2009 - ISBN 978-0500543832
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Vu
Collegamenti esterni
modifica- Video sulla storia della rivista VU VU: A Photographic Magazine, 1928-1940, su YouTube.