Wikipedia:Oracolo/Archivio/Settembre 2010 (2/2)
Torta bicolore
modificaCaro Oracolo, ho un dubbio chimico-fisico di pasticceria casalinga. Preparo un impasto base (uova, zucchero, burro, farina, lievito), lo divido in due e a una metà aggiungo del cacao in polvere: verso prima l'impasto chiaro e lo copro con quello scuro. Se uso una teglia rotonda, i due impasti stanno al loro posto senza mescolarsi, mentre se uso uno stampo da plum-cake o da ciambella l'impasto scuro scende verso il centro, formando una specie di goccia (foto qui). Da cosa dipende questo fenomeno? Per una tua risposta utile, in cambio una fetta di torta :D --LaPiziaKeep On Rockin'! 09:02, 16 set 2010 (CEST)
- È semplice: se usi la teglia rotonda e bassa, il fronte d'onda generato dal versamento dell'impasto scuro risulta dall'equazione di Korteweg-deVries per le onde non-lineari in un liquido poco profondo; se invece usi la teglia da plum-cake vale l'equazione per onde in acqua profonda. Non solo: a causa della presenza di amido nella farina, l'impasto potrebbe comportarsi come un fluido non newtoniano. Infine interviene l'effetto di Stokes-Tognazzi-Gauss dovuto alla differenza di tensione superficiale all'interfaccia fra l'impasto chiaro e quello scuro, dovuto all'aggiunta di cacao olandese con scappellamento a destra, che determina una curvatura locale quasi-euclidea, come fosse antani. È tutto chiaro? --Guido (msg) 09:22, 16 set 2010 (CEST)
- Te lo dico quando avrò finito di ridere XD --LaPiziaKeep On Rockin'! 09:24, 16 set 2010 (CEST)
- Potrebbero interessarti queste voci: capillarità, coesione e tensione superficiale. Proverei ad utilizzare la teglie da plum-cake e stratificare l'impasto al cacao ad una velocità piccolissima (ad esempio lasciando colare il seondo impasto sul primo lungo le pareti della teglia). Questo potrebbe farti ottenere una torta a forma di plum-cake senza goccia. --Luigi Petrella (msg) 11:21, 16 set 2010 (CEST)
- Grazie! Cmq la goccia mi piace un sacco, è il bello della torta, solo che ero curiosa di sapere come mai si manifestasse questo fenomeno ;-) --LaPiziaCervello fritto! 12:23, 16 set 2010 (CEST)
- Mah semplicemente quando metti il primo impasto si dispone ad "u" nel senso che al centro il livello è più basso e vicino alle pareti è più alto. Al centro della "u" è più facile che si possa rompere applicando una forza esterna, quindi quando metti il secondo impasto si rompe la superficie del primo e inizia a diffondere verso il basso formando la goccia. Dobbiamo considerare che quando i due impasti si vengono a mescolare il colore risultante sarà nero quindi la goccia sarà formata in parte dal primo impasto e in parte dal secondo. Provando a invertire l'ordine di caricamento dovrebbe venire lo stesso effetto, questo proverebbe che è ininfluente il cambiamento di peso specifico dovuto al cacao. Quale fonte migliore della prova empirica. Se ci provi fammi sapere che succede. --Luigi Petrella (msg) 22:30, 16 set 2010 (CEST)
- Ma è vero che la "goccia" appare ruotata verso sinistra nell'emisfero boreale e verso destra in quello australe? Devo chiedere a una mia parente in Australia di fare una prova? --149.132.190.15 (msg) 15:44, 17 set 2010 (CEST)
- È verosimile che la goccia si diriga ipsilateralmente al lato di caricamento del secondo impasto. --Luigi Petrella (msg) 16:15, 17 set 2010 (CEST)
- Ma non era il gorgo dell'acqua del lavandino a girare in senso opposto, in Australia? :-P --LaPiziaCervello fritto! 21:04, 17 set 2010 (CEST)
- È verosimile che la goccia si diriga ipsilateralmente al lato di caricamento del secondo impasto. --Luigi Petrella (msg) 16:15, 17 set 2010 (CEST)
- Ma è vero che la "goccia" appare ruotata verso sinistra nell'emisfero boreale e verso destra in quello australe? Devo chiedere a una mia parente in Australia di fare una prova? --149.132.190.15 (msg) 15:44, 17 set 2010 (CEST)
- Ci ho messo un po' a farmi venire in mente dove avevo già visto quella foto: ora che me lo sono ricordato, so che la spiegazione di tutto è qui! :D --Sesquipedale (non parlar male) 16:09, 18 set 2010 (CEST)
- Mah semplicemente quando metti il primo impasto si dispone ad "u" nel senso che al centro il livello è più basso e vicino alle pareti è più alto. Al centro della "u" è più facile che si possa rompere applicando una forza esterna, quindi quando metti il secondo impasto si rompe la superficie del primo e inizia a diffondere verso il basso formando la goccia. Dobbiamo considerare che quando i due impasti si vengono a mescolare il colore risultante sarà nero quindi la goccia sarà formata in parte dal primo impasto e in parte dal secondo. Provando a invertire l'ordine di caricamento dovrebbe venire lo stesso effetto, questo proverebbe che è ininfluente il cambiamento di peso specifico dovuto al cacao. Quale fonte migliore della prova empirica. Se ci provi fammi sapere che succede. --Luigi Petrella (msg) 22:30, 16 set 2010 (CEST)
- Grazie! Cmq la goccia mi piace un sacco, è il bello della torta, solo che ero curiosa di sapere come mai si manifestasse questo fenomeno ;-) --LaPiziaCervello fritto! 12:23, 16 set 2010 (CEST)
- Potrebbero interessarti queste voci: capillarità, coesione e tensione superficiale. Proverei ad utilizzare la teglie da plum-cake e stratificare l'impasto al cacao ad una velocità piccolissima (ad esempio lasciando colare il seondo impasto sul primo lungo le pareti della teglia). Questo potrebbe farti ottenere una torta a forma di plum-cake senza goccia. --Luigi Petrella (msg) 11:21, 16 set 2010 (CEST)
- Te lo dico quando avrò finito di ridere XD --LaPiziaKeep On Rockin'! 09:24, 16 set 2010 (CEST)
Razze canine & pedigree
modificaSommo Oracolo, ho un dubbio angosciante. Qualche sera fa, a cena con amici il discorso è finito sulle razze canine. Un paio di persone amanti dei cani sostenevano che, se una cagna di razza fa una cucciolata con un cane non di razza i piccoli sono di razza mista. E fin qua tutto mi sembra perfettamente logico. Ma la cosa a mio avviso assurda è che, secondo loro, che anche le successive cucciolate (fatte con cani di razza) della cagna saranno in qualche modo "compromesse" da quel rapporto avuto con il cane non di razza. Come può esser possibile? I cani hanno una sorta di "sacca spermatica" (o come si chiama) tipo quella delle api regine? mi confermi che è una boiata pazzesca?
detto per inciso, mi pare di aver letto che i nazisti scrivevano roba simile (figli, anche futuri contaminati) come conseguenza di rapporti tra donne ariane e uomini di razze inferiori.--Hal8999 (msg) 09:18, 16 set 2010 (CEST)
- Non ti so dire per certo, ma da quel che mi ricordo dalla biologia fatta alle superiori direi che si, è una gran boiata. Proprio a livello genetico, è impossibile! I geni della cagna di razza si legano con i geni del cane con cui procrea e fine li, i cani precedenti non contano. Per i nazisti in effetti bastava poco per contaminare la razza pura. A livello genetico il figlio di una donna ariana con un'ariano è ariano. Se la donna è stata con un non ariano prima, al massimo è impura moralmente, la genetica non centra :) --Number55★ (dopo il 54, prima del 56) 10:16, 16 set 2010 (CEST)
- Vediamo di non riportare acriticamente le cazzate dei nazisti (per non usare parole forti): Non esiste alcuna "razza ariana". Esiste la specie umana, non suddivisibile né in "razze" né in sottospecie. Punto. BerlinerSchule (msg) 15:27, 16 set 2010 (CEST)
- Lasciando perdere i nazi, anch'io sapevo di questa convenzione o regola per le razze canine e forse non solo per questa specie: non si possono iscrivere a pedigree una cucciolata se la madre in precedenza ha partorito cuccioli di razza mista. Non saprei dire se si tratta di un retaggio ottocentesco o altro (incidentalemnte mi sembra che anche le norme per la spartizione dei cuccioli dopo la nascita siano sbilanciate a favore del proprietario del maschio).--Bramfab Discorriamo 15:43, 16 set 2010 (CEST)
- Incuriosito ho fatto ricerca in rete e mi sembra che oggi questo pregiudizio a livello ufficiale non esista più: http://www.clubacp.com/public/MODELLOA_2007.pdf e http://www.retriever.it/pedigree/registro.asp. --Bramfab Discorriamo 15:52, 16 set 2010 (CEST)
- Lasciando perdere i nazi, anch'io sapevo di questa convenzione o regola per le razze canine e forse non solo per questa specie: non si possono iscrivere a pedigree una cucciolata se la madre in precedenza ha partorito cuccioli di razza mista. Non saprei dire se si tratta di un retaggio ottocentesco o altro (incidentalemnte mi sembra che anche le norme per la spartizione dei cuccioli dopo la nascita siano sbilanciate a favore del proprietario del maschio).--Bramfab Discorriamo 15:43, 16 set 2010 (CEST)
- Vediamo di non riportare acriticamente le cazzate dei nazisti (per non usare parole forti): Non esiste alcuna "razza ariana". Esiste la specie umana, non suddivisibile né in "razze" né in sottospecie. Punto. BerlinerSchule (msg) 15:27, 16 set 2010 (CEST)
Rifugio Cà San Marco
modificaAlla voce "Rifugio Cà San Marco" ho riscontrato un'inesattezza! Non essendo un utente registrato ho lasciato la correzione nella relativa pagina di discussione (fornendo anche il riferimento). Posso procedere alla correzione o è meglio che se ne occupi l'oracolo (o chi per esso)?
--62.10.38.77 (msg) 15:44, 16 set 2010 (CEST)
- Le modifiche, soprattutto se fornite di fonti, sono libere - non per niente WP si chiama "enciclopedia libera". L'Oracolo serve a tutt'altro, leggi a inizio pagina ;-) --LaPiziaCervello fritto! 16:06, 16 set 2010 (CEST)
Blog privi della data
modificaSalve, potreste per favore dirmi se esistono fornitori di spazio Web da usare come blog personale ma che fra le opzioni d'uso permettano di non inserire la data? Grazie --62.211.167.209 (msg) 18:33, 16 set 2010 (CEST)
- Beh, immagino quasi tutti. Su blogger ad esempio mi pare si possa impostare che la data non venga mostrata.--Sandro (bt) 18:52, 16 set 2010 (CEST)
Ministeri vacanti
modificaAmici dell'Oracolo, la mia domanda è: si parla spesso della mancanza del ministro dello sviluppo economico, ma la nomina del nuovo ministro per l'attuazione del federalismo che fine ha fatto? non era stato creato questo nuovo ministero? grazie--82.51.166.244 (msg) 20:56, 16 set 2010 (CEST)
- Quello per il federalismo è un Ministero senza portafoglio. Si chiama Dipartimento per le riforme istituzionali ed è retto da Bossi.--87.17.212.129 (msg) 21:48, 16 set 2010 (CEST)
Regolazione sartie
modificaAloha! Sto scrivendo la voce L'Équipe (barca a vela) nella mia sandbox e mi sono ricordato di una cosuccia che ho imparato tempo fa, ma che non riesco a localizzare bene con Google: a una maggiore o minore tensione delle sartie corrisponde una maggiore o minore tendenza della barca a stringere il vento o, viceversa, a mantenere una velocità accettabile anche in andature vicine al fil di ruota (che è notoriamente un'andatura lenta). Preciso che sono arcisicuro dell'esattezza dell'informazione 8almeno come concetto generico, poi su qualche dettaglio potrei anche fare cilecca), ma non riesco a trovare una fonte che possa aiutarmi. Grazie mille in anticipo! --Dry Martini olivetta o scorza di limone? 23:06, 16 set 2010 (CEST)
Present perfect continuous
modificaEsiste per caso in inglese il present perfect continuous alla forma passiva? E se sì, come si costruisce?-- Lore³ You talkin' to me!? 14:43, 17 set 2010 (CEST)-- Lore³ You talkin' to me!? 14:43, 17 set 2010 (CEST)
- Se non ho capito male la domanda, è una cosa che mi sono chiesto spesso anch'io. Se il present perfect I have been significa "io sono stato", tu vorresti la traduzione inglese di un qualcosa del tipo - e qui panico, potrei star per fare una figura barbina - "io sono essendo stato"? In che senso forma passiva, poi? -- Syrio posso aiutare? 15:17, 17 set 2010 (CEST)
- Certo che esiste. Vedi ad esempio la frase "This room's been being cleaned this way for 20 years, and I'm not going to start doing it differently now!". --149.132.190.15 (msg) 15:53, 17 set 2010 (CEST)
- Link utile. --Triple 8 (sic) 18:47, 17 set 2010 (CEST)
- Trattasi di una questione sorta in classe oggi, al liceo linguistico succede :D Comunque l'anonimo ci ha dato (e anche Triple8 con la tabella che ha linkato); ero scettico sul mettere accanto "been" e "being", ma a quanto pare la cacofonia è l'unico problema :D La prof ha dato la solita risposta dell'anonimo, ma sono molto scettico sui prof nuovi...mi fido di più dei wikipediani! Grazie a tutti :)-- Lore³ You talkin' to me!? 19:25, 17 set 2010 (CEST)
- Trattasi comunque di una forma che non penso si usi molto, soprattutto nella comunicazione orale -- Lore³ You talkin' to me!? 19:26, 17 set 2010 (CEST)
- Non ne sarei tanto sicuro: qui (ehm... la pagina da cui ho tratto l'esempio) dice l'opposto: sarebbe più usato nell'orale che nello scritto, dove si tenderebbe a evitarlo. Misteri dell'inglese ;-) --93.32.37.81 (msg) 21:02, 17 set 2010 (CEST) (sempre io con altro IP)
- Link utile. --Triple 8 (sic) 18:47, 17 set 2010 (CEST)
- Certo che esiste. Vedi ad esempio la frase "This room's been being cleaned this way for 20 years, and I'm not going to start doing it differently now!". --149.132.190.15 (msg) 15:53, 17 set 2010 (CEST)
Domanda ad un bibliofilo
modificaAvrei bisogno del parere di un esperto di libri vecchi o antichi (e in latino). In un Libro Nobilitatis sono elencati tre nomi, uno sotto l'altro, graffati tutti insieme, e la graffa riporta testualmente: Fil. LL.NN. Leandri q. Ignatii Thomae scr. 15 Xbris 1775. Io intuisco qualche significato ma avrei bisogno di un parere di un esperto. Grazie. --KAI40 (msg) 18:16, 17 set 2010 (CEST)
--KAI40 (msg) 18:16, 17 set 2010 (CEST)
- Butto là il mio piccolissimo sassolino, dall'alto della mia totale ignoranza: l'ultimo pezzo è una data, il 15 dicembre 1775 (X --> decem). Di più, nin so L'Oracolo inniorante 19:30, 17 set 2010 (CEST)
- Se ci sono tre nomi, immagino che Fil. stia per Filii ("i figli") del LL.NN. (abbreviazione che non trovo nemmeno in un lungo dizionarione tedesco di abbreviazioni. La più vicina è LLM "legum magister", cioè dottore in legge) Leandro fu Ignazio Thomas. Scr.(ipsit) (="scrisse") il 15 dicembre 1775.--93.32.44.234 (msg) 21:36, 17 set 2010 (CEST)
- Io pensavo che LL.NN. significasse Libri Nobilitatis e quel scr. volesse dire ascritto al Libro Nobilitatis in data....... Datemi ancora una manina sopratutto chi si diletta di Araldica e Libri antichi. Grazie. --KAI40 (msg) 12:04, 18 set 2010 (CEST)
- Potrebbe interessarti questo link dove trovi LL. ma non NN. --Luigi Petrella (msg) 12:38, 18 set 2010 (CEST)
- Non prevede le abbreviazioni che mi interessano. Grazie. Forza ancora un aiutino.--KAI40 (msg) 21:04, 20 set 2010 (CEST)
- Potrebbe interessarti questo link dove trovi LL. ma non NN. --Luigi Petrella (msg) 12:38, 18 set 2010 (CEST)
- Io pensavo che LL.NN. significasse Libri Nobilitatis e quel scr. volesse dire ascritto al Libro Nobilitatis in data....... Datemi ancora una manina sopratutto chi si diletta di Araldica e Libri antichi. Grazie. --KAI40 (msg) 12:04, 18 set 2010 (CEST)
- Se ci sono tre nomi, immagino che Fil. stia per Filii ("i figli") del LL.NN. (abbreviazione che non trovo nemmeno in un lungo dizionarione tedesco di abbreviazioni. La più vicina è LLM "legum magister", cioè dottore in legge) Leandro fu Ignazio Thomas. Scr.(ipsit) (="scrisse") il 15 dicembre 1775.--93.32.44.234 (msg) 21:36, 17 set 2010 (CEST)
Italian decorative arrangement
modificaI apologize for asking here in English. There is a question on the English wikipedia reference desk (the equivalent of this page), that someone here might be able to answer. The question is:
- Hi I've asked this question years ago and didn't get the right answer. It's one of those words that I've known before (when dinosaurs roamed) and it will forever bug me until I can find it again! If I get it, I will stamp it on my forehead to never forget it again and will award a barnstar of torment alleviation!! It's the word to describe such an arrangement: a glass bottle or jar filled with decorative multi-coloured chillies/peppers (and possibly small onions too) and preserved with vinegar or alcohol. It's the word for the entire arrangement, not just the jar or its contents. It's sometimes given as a gift for the alcohol to be drunk but I don't know if anyone is mad enough to drink chilli flavoured alcohol. I was given this gift again and nobody knows what it's called!'
And here is a link to the discussion: [1] If anyone is able to help, grazie mille! --95.34.148.81 (msg) 12:48, 18 set 2010 (CEST)
- L'oggetto descritto, stando alla discussione su en.wiki, è questo, ma non ho idea di cosa sia... -- Syrio posso aiutare? 09:52, 20 set 2010 (CEST)
- Personalmente credo che la risposta Giardiniera/Giardiniera sia stata la soluzione giusta, però l'utente ancora non l'hà confermato. Hans Urian (Dimmi!) 14:31, 20 set 2010 (CEST)
- L'oggetto descritto, stando alla discussione su en.wiki, è questo, ma non ho idea di cosa sia... -- Syrio posso aiutare? 09:52, 20 set 2010 (CEST)
- Per chi guarda il mondo con l'occhio antropologico / etnologico un po' aperto, è l'ennesima conferma dell'esistenza di un particolare aspetto della nostra civiltà essenzialmente etnocentrica: il folclore di un popolo (di una cultura, di un'etnia, non importa) spesso esiste solo nella conoscenza degli altri. Qualcosa sarebbe "tipico" di quella gente, ma in realtà quella gente non lo conosce... La cosa spaventosa è che non solo funziona per chi rimane sempre nel proprio paesello (buoi e moglie compresi). Funziona talvolta persino per chi viaggia. E quella (termine censurato) della gelmini ha abolito anche le geografia (che cmq anche prima fintroppo spesso andava per stereotipi). BerlinerSchule (msg) 14:41, 22 set 2010 (CEST)
- In effetti è ben possibile che un oggetto confezionato da un singolo venditore, magari ispirato alle bottigliette piene di sabbia colorata che si vedono ovunque, sia commercializzato fuori d'Italia come un oggetto di artigianato tipico, con tanto di nome "IGT". In tal caso, nessuna meraviglia che gli autoctoni cadano dalle nuvole. Ignoro quale sia la verità: mi ricordo benissimo, molti anni fa, che in un negozio di "artigianato tipico" di Cagliari (ora chiuso, credo) venivano spacciati come autentiche launeddas sarde strumenti come questi. E la Gelmini non era ancora neppure nata... --Guido (msg) 16:29, 22 set 2010 (CEST)
- Caso analogo: Prova a chiedere qualcuno in Austria se conosce The Sound of Music. --Hans Urian (Dimmi!) 23:51, 22 set 2010 (CEST)
Juggernaut
modificaSalve, vorrei tradurre la pagina Juggernaut dall'inglese, ma una pagina Juggernaut esiste già, ed è la dismbigua. Dovrei spostare quest'ultima sotto Juggernaut (disambigua), e poi creare la pagina sotto Juggernaut? Grazie, --Amendola90 (msg) 19:39, 19 set 2010 (CEST)
- Effettivamente in questo caso io farei proprio così, mettendo poi in testa alla voce il template {{nota disambigua}} con il rimando alla pagina di disambiguazione, ma aspetta altri pareri. -- Lepido (msg) 21:21, 19 set 2010 (CEST)
- Per queste domande c'è lo sportello informazioni. Grazie --LaPiziaCervello fritto! 12:35, 20 set 2010 (CEST)
- Grazie, non sapevo esattamente a quale sportello rivolgermi :D Saluti, --Amendola90 (msg) 15:26, 20 set 2010 (CEST)
- Per queste domande c'è lo sportello informazioni. Grazie --LaPiziaCervello fritto! 12:35, 20 set 2010 (CEST)
Curiosità su pneumatici
modificaHa senso gonfiare gli pneumatici (anche qui ci sarebbe da discutere, c'è chi dice "i pneumatici", ma credo che la regola voglia che davanti a pn si usi gli) con l'azoto? Esistono anche altri gas usati? Se sì, perché? --Cecco...dica 33! 23:39, 19 set 2010 (CEST)
- Cerco di dare una risposta anche se non ne so molto di pneumatici. Dal punto di vista termodinamico, interessa solo che vi sia una certa pressione all'interno dei pneumatici, per cui per quello che ne so potrebbero essere riempiti con qualunque gas. Per quello che riguarda l'azoto, essendo un gas inerte, è possibile che si preferisca all'aria (che contiene ossigeno, che è un ossidante) al fine di preservare meglio il pneumatico, in quanto l'azoto, non reagendo con i materiali di cui sono fatti gli pneumatici, ne rallenta il degrado chimico. Comunque, siccome gli pneumatici vanno cambiati quando si usurano a causa del continuo attrito con l'asfalto, mi sa che non importa a nessuno se il degrado chimico avviene più lentamente, tanto vanno buttati prima che si abbia tale degrado. Un'altra chiave di lettura potrebbe essere data dal fatto che l'azoto ha una densità poco minore dell'aria, ma siccome questa differenza è poca, penso che non ci siano effetti particolarmente evidenti. Oppure potrebbe darsi che essendo inerte, non si avrebbero "diminuzioni di gas" a causa di fenomeni reattivi, però penso che tali diminuzioni siano assolutamente trascurabili rispetto alle perdite del gas che sfiata attraverso la valvola o che si disperde per diffusione molecolare. In definitiva, secondo me si hanno differenze solo nel caso di gare sportive, dove contano i millesimi di secondo per fare la differenza, mentre in un contesto normale il costo dell'utilizzo di un gas diverso dall'aria lo trovo ingiustificato. --Aushulz (msg) 13:51, 20 set 2010 (CEST)
- Se non ci fai il matto con l'auto cambia solo il prezzo. I rischi aumentano proporzionalmente all'aumento della temperatura. Perchè potrebbe aumentare la pressione e provocare un'esplosione o l'autocombustione.--Luigi Petrella (msg) 13:56, 20 set 2010 (CEST)
- Nella mia lancia, su consiglio del gommista, uso sempre l'azoto perchè, così mi pare mi abbia spiegato, col caldo si espande meno e quindi nei pneumatici sportivi (ribassati), che devono essere tassativamente a bassa pressione, l'azoto è meglo dell'aria atmosferica. Vero è che non si sgonfiano mai (ma se dovesseo sgonfiarsi non potrei usare l'aria compressa di una qualunque area di servizio). --62.98.12.89 (msg) 21:56, 20 set 2010 (CEST)
- Se cercate su google, trovate rapidamente una pagina in cui sostiene, in modo apparentemente ben documentato, che (come ha scritto qui sopra Aushulz) non c'è motivo di spendere soldi per gonfiare le gomme con l'azoto, se non nelle gare automobilistiche. È pure da notare che l'alternativa "aria o azoto" è falsa, nel senso che l'azoto c'è pure nell'aria, e che d'altra parte quando si gonfia una gomma con azoto, dato che questa non si può "sgonfiare completamente" come un palloncino, in realtà si aggiunge semplicemente azoto all'aria che è comunque rimasta nel pneumatico. Quindi ciò che cambia è semplicemente la percentuale complessiva di azoto rispetto agli altri gas. Che i gommisti lo consiglino, con varie motivazioni, non sorprende. Se qualcuno vuole una risposta attendibile, è meglio ricercare fonti diverse dal consiglio del gommista. --Guido (msg) 22:05, 20 set 2010 (CEST)
- Io ricordo che svariati anni fa quattroruote scrisse che è più che altro una questione di marketing, i vantaggi sono solo teorici. D'altro canto anche ammesso che ci fossero delle differenze le case produttrici progettano i pneumatici per essere utilizzati con l'aria.--Pierpao.lo (listening) 07:49, 21 set 2010 (CEST)
- Se cercate su google, trovate rapidamente una pagina in cui sostiene, in modo apparentemente ben documentato, che (come ha scritto qui sopra Aushulz) non c'è motivo di spendere soldi per gonfiare le gomme con l'azoto, se non nelle gare automobilistiche. È pure da notare che l'alternativa "aria o azoto" è falsa, nel senso che l'azoto c'è pure nell'aria, e che d'altra parte quando si gonfia una gomma con azoto, dato che questa non si può "sgonfiare completamente" come un palloncino, in realtà si aggiunge semplicemente azoto all'aria che è comunque rimasta nel pneumatico. Quindi ciò che cambia è semplicemente la percentuale complessiva di azoto rispetto agli altri gas. Che i gommisti lo consiglino, con varie motivazioni, non sorprende. Se qualcuno vuole una risposta attendibile, è meglio ricercare fonti diverse dal consiglio del gommista. --Guido (msg) 22:05, 20 set 2010 (CEST)
(r)Mi permetto di portare i miei 2cents, pur in assenza di fonti scritte da citarvi, sulla scorta di un decennio di esperienza di corse auto. In sostanza l'impiego dell'azoto per il gonfiaggio degli pneumatici è considerato utile nelle situazioni limite, di cui le competizioni automobilistiche sono un esempio (e neanche il più estremo). L'azoto (per le proprie caratteristiche fisiche) è considerato più adatto (rispetto all'aria, di cui comunque costituisce circa i 3/4) a subire sollecitazioni (quali temperatura esterna e dell'asfalto, attrito della gomma sull'asfalto, forze meccaniche prodotte dalle sospensioni sulla gomma) con minori variazioni di stato (temperatura e quindi, soprattutto, volume). In sostanza l'impiego dell'azoto consent(irebb)e il mantenimento degli pneumatici nelle condizioni più adatte a fornire le migliori prestazioni per un periodo di tempo maggiore rispetto a quanto possibile con la normale aria. Quoto quindi l'opinione di apertura di Aushulz anche se, per esperienza, credo che per un pilota conti molto di più crederci piuttosto che il reale effetto in termini di millesimi. =] --Leo P. (msg) 09:34, 21 set 2010 (CEST)
- Da ex corsaiolo mi aggrego a Leo e dico la mia sulla scorta del mio settennio di Rally, specialità dove la guida è costantemente in condizioni limite, anche per le gomme.
- Tralasciando tutte le problematiche di assetto e di freni (ma pensate a quanto tutto il complesso delle masse non sospese incide sulla temperatura), la scelta dello pnemumatico giusto fa passare assolutamente in secondo piano se gonfiarli con banalissima aria fresca o altro, fermo restando la scelta della giusta pressione in relazione al tipo di pneumatico, alla temperarura atmosferica, dell'asfalto e delle sue condizioni.
- Sono convinto (anche per esperienza di lavoro) che sia una moda indotta dal marketing. Forse, potrei dire forse, nelle competizioni in pista, con la certezza della costanza delle condizioni, potrebbe avere un qualche senso in termine di millesimi al giro, ma anche in questo caso ci si dovrebbe trovare in una situazione molto vicina alla perfezione teorica che non si verifica praticamente mai, figuriamoci nell'uso quotidiano del veicolo.
- --Elwood (msg) 10:35, 21 set 2010 (CEST)
@Guido: il mio gommista non si fa pagare quando le gonfia quindi non vedo come ci mangerebbe.
In definitiva, prestazioni a parte, i pneumatici dovrebbero dunque durare di più. Non mi pare poco. Soprattutto se il treno da cambiare non è quello di una punto. --62.98.12.89 (msg) 00:01, 22 set 2010 (CEST)
- @Sei fortunato ad avere un gommista che non si fa pagare. Ma in definitiva che i pneumatici durano di più gonfiandoli ad azoto non è vero. E' assolutamente indifferente, tranne che sotto il lato economico, se l'azoto è a pagamento, altrimenti resta indifferente.--Luigi Petrella (msg) 00:32, 22 set 2010 (CEST)
- @62: non si fa pagare eventualmente quando li gonfia con l'aria compressa. Altrimenti si troverebbe, alla lunga, ad affrontare il terribile problema del buco nell'azoto. --CavalloRazzo (talk) 16:51, 22 set 2010 (CEST)
- Gonfio i pneumatici con azoto delle mie automobili (in grado di raggiungere alte velocità in autostrada invero) da almeno dieci anni. All'epoca, i vantaggi vantati dalla azoto erano: 1) maggiore stabilità e sicurezza nel mantenere la pressione corretta in caso di uso autostradale ad alte velocità. Mi lascia perplessa la motivazione scientifica, ma parrebbe proprio che, in caso di frenata di emergenza, la componente di ossigeno dell'aria in pressione, abbia maggiora attitudine a causare lo scoppio in frenata a pneumatici bloccati. È evidente che la frenata a inchiodare partendo da 200 km/h, non rientra nelle condizioni normali di guida, ma se anche l'azoto evitasse una esplosione su venti, potrebbe essere un buon investimento. 2) i compressori dell'aria utilizzati per gonfiare le ruote, in realtà sparano talvolta nelle medesime, uno spray di olio trafilato dal pistone che utilizzano. Non viene considerata una cosa salutare per la tenuta, particolarmente della valvola di gonfiaggio. Sarà pure una coincidenza, ma da quando uso l'azoto, (che spillato da bombole dovrebbe avere olio zero all'interno) non devo mai rigonfiare gli pneumatici periodicamente, in quanto, al momento del controllo periodico, risultano avere sempre la stessa pressione ottimale, praticamente fino al momento della loro sostituzione per usura. Coincidenza ? Boh. Fin quando non troverò una ruota sgonfia gonfiata ad azoto, continuerò a metterlo, al primo gonfiaggio all'atto dell'installazione. --EH101{posta} 18:46, 22 set 2010 (CEST)
- IMHO le variazioni fra aria e azoto sono talmente ridotte (il peso molecolare dell'ossigneo, che forma solo il 21% circa dell'aria, è 32 contro il 28 dell'azoto, quindi per quanto riguarda la compressibilità, la variazione fra azoto e aria è circa del 10%) e le variazioni per le caratteristiche di trasporto sono più o meno dello stesso ordine di grandezza, inoltre bisogna considerare che la permeazione attraverso la gomma è data dalla pressione parziale dei gas, quindi in uno pneumatico gonfiato con azoto puro si ha permeazione dell'ossigeno verso l'interno (ppi=0, ppe=.21 bar). La motivazione che mi convince maggiormente è quella del fatto che l'aria proveniente dai compressori è spesso inquinata (quanto?) da olio lubrificante. Pensando ad altri gas inerti escluderei l'argon, in quanto più denso dell'aria, mentre potrebbe essere interessante (tecnicamente, non economicamente) l'elio (meno denso dell'aria), che tuttavia ha coefficienti di permeazione assolutamente troppo alti, e l'anidride carbonica, che, tuttavia, potrebbe reagire ad alta temperatura con i composti organici della gomma, quindi direi proprio che non ci sono altri candidati. - --Klaudio (parla) 16:01, 23 set 2010 (CEST)
- Secondo la pagina che ho trovato con google (e che a questo punto vi linko, anche se non ha nessuna particolare garanzia di attendibilità - ovviamente trovate molte più pagine che sostengono l'utilità dell'uso dell'azoto) l'impressione che dopo il gonfiaggio con l'azoto le gomme si sgonfino meno potrebbe probabilmente invece derivare dall'uso di valvole più efficienti. Diciamo che in questo campo, come in tanti altri, trovare nella propria esperienza personale argomenti a favore di qualcosa di cui si è convinti è relativamente facile. Secoli fa, per questo motivo, un tale ha inventato il cosiddetto metodo scientifico, ma non si è ancora molto diffuso. --Guido (msg) 20:08, 23 set 2010 (CEST)
- <ot>Meno male che l'Accademia della Crusca mi sopporta: [2]</ot>-- Stefano Nesti 19:57, 25 set 2010 (CEST)
- Secondo la pagina che ho trovato con google (e che a questo punto vi linko, anche se non ha nessuna particolare garanzia di attendibilità - ovviamente trovate molte più pagine che sostengono l'utilità dell'uso dell'azoto) l'impressione che dopo il gonfiaggio con l'azoto le gomme si sgonfino meno potrebbe probabilmente invece derivare dall'uso di valvole più efficienti. Diciamo che in questo campo, come in tanti altri, trovare nella propria esperienza personale argomenti a favore di qualcosa di cui si è convinti è relativamente facile. Secoli fa, per questo motivo, un tale ha inventato il cosiddetto metodo scientifico, ma non si è ancora molto diffuso. --Guido (msg) 20:08, 23 set 2010 (CEST)
- IMHO le variazioni fra aria e azoto sono talmente ridotte (il peso molecolare dell'ossigneo, che forma solo il 21% circa dell'aria, è 32 contro il 28 dell'azoto, quindi per quanto riguarda la compressibilità, la variazione fra azoto e aria è circa del 10%) e le variazioni per le caratteristiche di trasporto sono più o meno dello stesso ordine di grandezza, inoltre bisogna considerare che la permeazione attraverso la gomma è data dalla pressione parziale dei gas, quindi in uno pneumatico gonfiato con azoto puro si ha permeazione dell'ossigeno verso l'interno (ppi=0, ppe=.21 bar). La motivazione che mi convince maggiormente è quella del fatto che l'aria proveniente dai compressori è spesso inquinata (quanto?) da olio lubrificante. Pensando ad altri gas inerti escluderei l'argon, in quanto più denso dell'aria, mentre potrebbe essere interessante (tecnicamente, non economicamente) l'elio (meno denso dell'aria), che tuttavia ha coefficienti di permeazione assolutamente troppo alti, e l'anidride carbonica, che, tuttavia, potrebbe reagire ad alta temperatura con i composti organici della gomma, quindi direi proprio che non ci sono altri candidati. - --Klaudio (parla) 16:01, 23 set 2010 (CEST)
- Gonfio i pneumatici con azoto delle mie automobili (in grado di raggiungere alte velocità in autostrada invero) da almeno dieci anni. All'epoca, i vantaggi vantati dalla azoto erano: 1) maggiore stabilità e sicurezza nel mantenere la pressione corretta in caso di uso autostradale ad alte velocità. Mi lascia perplessa la motivazione scientifica, ma parrebbe proprio che, in caso di frenata di emergenza, la componente di ossigeno dell'aria in pressione, abbia maggiora attitudine a causare lo scoppio in frenata a pneumatici bloccati. È evidente che la frenata a inchiodare partendo da 200 km/h, non rientra nelle condizioni normali di guida, ma se anche l'azoto evitasse una esplosione su venti, potrebbe essere un buon investimento. 2) i compressori dell'aria utilizzati per gonfiare le ruote, in realtà sparano talvolta nelle medesime, uno spray di olio trafilato dal pistone che utilizzano. Non viene considerata una cosa salutare per la tenuta, particolarmente della valvola di gonfiaggio. Sarà pure una coincidenza, ma da quando uso l'azoto, (che spillato da bombole dovrebbe avere olio zero all'interno) non devo mai rigonfiare gli pneumatici periodicamente, in quanto, al momento del controllo periodico, risultano avere sempre la stessa pressione ottimale, praticamente fino al momento della loro sostituzione per usura. Coincidenza ? Boh. Fin quando non troverò una ruota sgonfia gonfiata ad azoto, continuerò a metterlo, al primo gonfiaggio all'atto dell'installazione. --EH101{posta} 18:46, 22 set 2010 (CEST)
- @62: non si fa pagare eventualmente quando li gonfia con l'aria compressa. Altrimenti si troverebbe, alla lunga, ad affrontare il terribile problema del buco nell'azoto. --CavalloRazzo (talk) 16:51, 22 set 2010 (CEST)
CARLOS LUIS ZAFON
modificaciao, vorrei fosse creata una pagina su questo scrittore spagnolo...grazie! --80.74.179.8 (msg) 14:20, 20 set 2010 (CEST)
valore assoluto nei grafici
modificaNella funzione di equazione y=|-x^2+5x+6|, risolvendola mi trovo a risolvere un sistema formato da y=-x^2+5x+6 e -x^2+5x+6>0 che produce un segmento parabolico di vertice 5/2;49/4 orientato verso il basso tangente all'asse delle x in -1 e 6. Nel secondo sistema risolvo y=x^2-5x-6 e -x^2+5x+6<0 che dovrebbe produrre il ribaltato della funzione originale sul semipiano delle ascisse. Tuttavia non capisco il ragionamento: il grafico del secondo sistema è simmetrico rispetto all'asse delle x al primo, poiché la parabola, per i valori y<0 si colloca tra -1 e 6. Dove sbaglio? --93.47.10.67 (msg) 15:37, 20 set 2010 (CEST)
- Sbagli quando dici che la parabola è tangente all'asse delle x perchè lo interseca in quei punti e forse anche quando dici che lo risolvi scrivendo due sistemi. Probabilmente a scuola ti hanno insegnato così è poi ad unire i due risultati, comunque basta fare un unico sistema:
- Alla fine ti trovi due parabole, una con concavità rivolta rivolta verso l'alto e l'altra verso il basso, entrambe passanti per i punti x=6 e x=-1 ma con vertice diverso (una con vertice 5/2 e 49/4 e l'altra con 5/2 e -49/4). Quando disegni il grafico devi unire i due grafici ed utilizzare solo le parti positive (che stanno nel semipiano superiore) perchè la funzione modulo ha condominio [0, + ]. --Luigi Petrella (msg) 16:29, 20 set 2010 (CEST)
Crash
modificaCosa succede se un server come ad esempio apache va in crash?--95.244.33.51 (msg) 23:21, 20 set 2010 (CEST)
- Be' Apache più che un server è un servizio, comunque se Apache va in crash generalmente basta riavviarlo e tutto torna a posto. Ovviamente tutto questo se Apache gira sotto Linux, se invece il S.O. è Windows, allora è meglio spegnere e riaccendere :-) Ma non so perché, sono convinto che non era questo che volevi sapere, quindi forse è meglio che ti spieghi meglio -- Lepido (msg) 00:13, 21 set 2010 (CEST)
- No, era questo che volevo sapere, ma normalmente non c'è una persona che controlla se il servizio (per server intendevo servizio) è andato in crash... Come si fa a controllare se un programma va in crash?--95.244.33.51 (msg) 15:59, 21 set 2010 (CEST)
- Non per dire un'eresia, ma dato che il server è un computer, in teoria non è il sistema operativo a "accorgersi" se un servizio va in crash?--81.164.173.121 (msg) 16:15, 21 set 2010 (CEST)
- Quando un server apache va in crash, o se di un server va in crash il servizio apache (quindi il web server), gli utenti non saranno più in grado di accedere alle pagine rese disponibili via internet tramite esso. La soluzione dipende dal motivo del crash: ad esempio, se è dovuta agli accessi simultanei (e quindi alla saturazione della memoria/processore) il risultato è che pure riavviandolo, sempre che ci si riesca, non cambierà molto se le stesse persone continuano a tentare l'accesso (mi è successo oggi). Altrimenti, basta un restart del servizio (su debian/ubuntu, qualcosa del tipo "/etc/init.d/apache2 restart" da riga di comando) e tutto tornerà come prima. Per il resto: 1) il sistema operativo non si accorge dei servizi in crash, fondamentalmente perché "crash" significa poco. Se io faccio eseguire ad un computer il comando finché 1 = 1 allora esegui a = a, il programma è di fatto già in condizione di crash (loop infinito), ma il sistema operativo non se ne rende conto, vede solo un programma che consuma parecchio processore, ma anche un gioco al pc o excel fanno la stessa cosa, quindi non è un comportamento "strano". 2) Non è detto che ci sia "una persona che controlla", a meno che non la pagate, ovviamente ;-) --Superfranz83 Scrivi qui 18:43, 21 set 2010 (CEST)
- Un servizio che va in crash (o che termina inaspettatamente) può generare un "evento", ovvero un messaggio di sistema, intercettabile per mezzo di tool amministrativi. Il sysop di una server farm non può permettersi di attendere i reclami degli utenti (o del CEO, che è peggio). --CavalloRazzo (talk) 16:42, 22 set 2010 (CEST)
- In presenza di server farm però il sysop è ridondante insieme alle macchine e viene garantita la copertura 24/7 nonché la presenza di sistemi paralleli per switchare all'occorrenza (eventualmente in maniera trasparente per l'utente). Questo è uno di quei casi in cui le dimensioni contano ;-) --Superfranz83 Scrivi qui 19:48, 22 set 2010 (CEST)
- Interessante. In che film l'hai visto? --CavalloRazzo (talk) 21:22, 22 set 2010 (CEST)
- In wikipedia ad esempio? --Superfranz83 Scrivi qui 21:53, 22 set 2010 (CEST)
- Interessante. In che film l'hai visto? --CavalloRazzo (talk) 21:22, 22 set 2010 (CEST)
- In presenza di server farm però il sysop è ridondante insieme alle macchine e viene garantita la copertura 24/7 nonché la presenza di sistemi paralleli per switchare all'occorrenza (eventualmente in maniera trasparente per l'utente). Questo è uno di quei casi in cui le dimensioni contano ;-) --Superfranz83 Scrivi qui 19:48, 22 set 2010 (CEST)
- Un servizio che va in crash (o che termina inaspettatamente) può generare un "evento", ovvero un messaggio di sistema, intercettabile per mezzo di tool amministrativi. Il sysop di una server farm non può permettersi di attendere i reclami degli utenti (o del CEO, che è peggio). --CavalloRazzo (talk) 16:42, 22 set 2010 (CEST)
- Quando un server apache va in crash, o se di un server va in crash il servizio apache (quindi il web server), gli utenti non saranno più in grado di accedere alle pagine rese disponibili via internet tramite esso. La soluzione dipende dal motivo del crash: ad esempio, se è dovuta agli accessi simultanei (e quindi alla saturazione della memoria/processore) il risultato è che pure riavviandolo, sempre che ci si riesca, non cambierà molto se le stesse persone continuano a tentare l'accesso (mi è successo oggi). Altrimenti, basta un restart del servizio (su debian/ubuntu, qualcosa del tipo "/etc/init.d/apache2 restart" da riga di comando) e tutto tornerà come prima. Per il resto: 1) il sistema operativo non si accorge dei servizi in crash, fondamentalmente perché "crash" significa poco. Se io faccio eseguire ad un computer il comando finché 1 = 1 allora esegui a = a, il programma è di fatto già in condizione di crash (loop infinito), ma il sistema operativo non se ne rende conto, vede solo un programma che consuma parecchio processore, ma anche un gioco al pc o excel fanno la stessa cosa, quindi non è un comportamento "strano". 2) Non è detto che ci sia "una persona che controlla", a meno che non la pagate, ovviamente ;-) --Superfranz83 Scrivi qui 18:43, 21 set 2010 (CEST)
- Non per dire un'eresia, ma dato che il server è un computer, in teoria non è il sistema operativo a "accorgersi" se un servizio va in crash?--81.164.173.121 (msg) 16:15, 21 set 2010 (CEST)
- No, era questo che volevo sapere, ma normalmente non c'è una persona che controlla se il servizio (per server intendevo servizio) è andato in crash... Come si fa a controllare se un programma va in crash?--95.244.33.51 (msg) 15:59, 21 set 2010 (CEST)
Avenged Sevenfold
modificaSalve o potente oracolo, spero di aver trovato il posto giusto nel quale fare la mia domanda. Sono nuova perciò se il posto nel quale sto scrivendo ora non è il più adatto mi scuso in anticipo. Ma senza ulteriori indugi vado a chiedere un chiarimento. Di recente ero andata nella pagina http://it.wiki.x.io/wiki/Avenged_Sevenfold e noto che oltre ai vari generi elencati compare anche "emo".. Non si risulta che lo siano, spero di non essere informata male ma potresti spiegarmi come mai sono stati definiti un gruppo facente parte di tale genere? --Abbasso i dossi (msg) 21:00, 21 set 2010 (CEST)
- Ciao e benvenuta. Se guardi bene, la voce riporta due link a due siti (questo e questo) che nella loro scheda del gruppo riportano proprio il fatto dello stile "Emo". Come puoi ben capire, in presenza di due fonti che affermano questo particolare, è inevitabile riportarlo nella voce. -- Lepido (msg) 21:38, 21 set 2010 (CEST)
- Ciao e benvenuta :) Aggiungo solo un link a ciò che ti ha scritto Lepido: Aiuto:Fonti. Qui spiega cosa sono le fonti, a cosa servono, ... poi - oddio - potremmo aprire una parentesi su Allmusic (i Nightwish symphonic black metal)... ma quella è un'altra storia! --★ → Airon 90 11:12, 25 set 2010 (CEST)
Richiesta di consigli e di aiuto
modificaPremetto che sono alle prime armi nell'uso del PC, pur essendo in età avanzata; perciò mi scuso anticipatamente per la probabile banalità delle mie domande. Il notebook che recentemte ho comprato, conteneva precaricata l'edizione di un programma in uso temporaneo per 60 giorni, alla scadenza, invece che tramutare on-line ho preferito comprare l'edizione aggiornata del programma su Dvd per sfruttare la possibilità di utilizzo su tre Pc legalmente concessa.Il venditore mi ha consigliato di disinstallare preventivamente il programma precedente, che, effettuata l'operazione consigliata, è rimasto accantonato nel cestino. Cosa potrebbe succedere se, anzichè cancellare definitivamente, si richiedesse il ripristino di tale programma?--Muzio Scevola (msg) 11:06, 25 set 2010 (CEST)
- Francamente non capisco la chiusa della tua domanda, intendi dire se quanto disinstallato potrà essere "chiesto nuovamente dal sistema"? Se la domanda è questa direi proprio di no. Piuttosto il fatto che tu dica "sia rimasto accantonato nel cestino" mi fa sorgere dubbi circa la modalità con cui hai disinstallato la versione di prova: l'hai fatto da "programmi e funzionalità" o comunque sia dal pannello di controllo o ti sei limitato a spostare qualcosa nel cestino? In quest'ultimo caso è un errore che può causare malfunzionamenti un po' seccanti da gestire per chi non ci sia abituato. --Vito (msg) 11:11, 25 set 2010 (CEST)
- Intanto grazie per la celerità della risposta. Ho disinstallato dal pannello di controllo, sono sicuro di questo. Nel cestino, comunque, appare il logo o icona del programma, la freccia che indica il link e la dimensione del file: 1,84KB.--Muzio Scevola (msg) 11:41, 25 set 2010 (CEST)
- Ah ok, quello è semplicemente perché avrai rimosso l'icona sul desktop a mano, nulla di problematico. --Vito (msg) 12:24, 25 set 2010 (CEST)
- Grazie per la valida consulenza, e pronta soprattutto. Ho scaricato tutto e dormirò sonni tranquilli. A ben rileggerti, ciao e complimenti.--Muzio Scevola (msg) 15:35, 25 set 2010 (CEST)
- Ah ok, quello è semplicemente perché avrai rimosso l'icona sul desktop a mano, nulla di problematico. --Vito (msg) 12:24, 25 set 2010 (CEST)
Telefilm anni '90
modificaRicordo un telefilm, credo andasse in onda sulla Rai (forse Rai2) quando ero piccolo, direi quindi nella prima metà degli anni '90. Ricordo poco, se non che trattava di un gruppo di persone, 5 o 6, che vivevano in una foresta su una sorta di casa su un albero. Davano la caccia a, credo, dei dinosauri simili ai velociraptor di Spielberg. Era qualcosa a basso budget, ricordo la semplicità degli effetti speciali, ma non riesco a ricordare il titolo..chi mi aiuta? --Number55★ (dopo il 54, prima del 56) 18:42, 26 set 2010 (CEST)
- Il film ispirato al telefilm dovrebbe essere questo: Land of the Lost (film) poi garda anche qui: [3].-- Stefano Nesti 18:53, 26 set 2010 (CEST)
- Grazie Stefano, mi aveva risposto anche Chia.gio al Bar FictionTV. Si credo fosse quello in effetti, sono due giorni che cerco in rete e mi sa questo risultato l'avevo scartato pensando proprio si riferisse al film uscito di recente (non avendo capito che era tratto proprio dal telefilm che cercavo). Grazie :) --Number55★ (dopo il 54, prima del 56) 19:10, 26 set 2010 (CEST)
- E' questo? Me lo ricordo anch'io :) 87.15.199.81 (msg)
matematica
modificacome faccio a trasformare 1,1222222 in frazione?
--81.88.246.7 (msg) 10:32, 27 set 2010 (CEST)
- Facile: al numeratore scrivi il numero senza virgola, mentre al denominatore scrivi "1" seguito da tanti zeri quante sono le cifre dopo la virgola. --Sesquipedale (non parlar male) 10:52, 27 set 2010 (CEST)
- A scuola, poi, insegnano anche come trasformare in frazione i decimali periodici (non è che il tuo 1.1222222 è in realtà scritto troncato?). In questo caso la formula è un po' diversa; a volte (a scuola, per l'appunto) la differenza non è del tutto trascurabile. --Guido (msg) 11:41, 27 set 2010 (CEST)
- Direi che è proprio l'undici noni che cerca ^^ --Vito (msg) 17:21, 30 set 2010 (CEST)
- Casomai, 101/90. Non ha scritto 1,2222222, ha scritto 1,1222222 --Guido (msg) 10:58, 1 ott 2010 (CEST)
- Direi che è proprio l'undici noni che cerca ^^ --Vito (msg) 17:21, 30 set 2010 (CEST)
- A scuola, poi, insegnano anche come trasformare in frazione i decimali periodici (non è che il tuo 1.1222222 è in realtà scritto troncato?). In questo caso la formula è un po' diversa; a volte (a scuola, per l'appunto) la differenza non è del tutto trascurabile. --Guido (msg) 11:41, 27 set 2010 (CEST)
Pulizia database
modificaQualcuno saprebbe indicarmi se è possibile effettuare una pulizia del database (mysql 5) dalle tracce del passaggio di jfusion e phpbb? In sostanza avevo installato questi due programmi su joomla (il tutto ospitato su alter vista) ma poi ho cambiato idea ed ho optato per un forum integrato. Ho cancellato il modulo jfusion attraverso "installa/disinstalla" di joomla e phpbb l'ho disinstallato attraverso il cp di alter vista. So che non dovrebbe darmi problemi ma se c'è qualcosa che si può eliminare ben venga. --Luigi Petrella (msg) 15:38, 29 set 2010 (CEST)
- Beh di solito utilizzano prefissi particolari per le loro tabelle nel db, dovresti cercare quelle. --Vito (msg) 17:21, 30 set 2010 (CEST)
Ristrutturazioni
modificaBuondì, qualcuno mi sa dire il nome di qualche azienda che ristruttura aeroplani? Grazie --79.6.116.238 (msg) 16:43, 29 set 2010 (CEST)
- Io non ne conosco ma se mi dici dove abiti, posso vedere se conosco qualcuno che lo sa. MA che tipo di aerei?--Pierpao.lo (listening) 16:56, 29 set 2010 (CEST)
Accelerazione dovuta alla gravità terrestre di un corpo in caduta
modificaDopo il primo metro un'oggetto di massa 10 kg che parte da fermo e viene lasciato cadere che velocità acquista? E dopo 2, 3 e 4 metri? Cosa vuol dire metri al secondo quadrato (cioè m/s^2)? Mi servirebbe un'esempio pratico di come utilizzare il dato m/s^2. Ringrazio in anticipo. --Renato, 1a Liceo scientifico188.153.14.94 (msg) 16:46, 30 set 2010 (CEST)
- Qui c'è la risposta alla tua prima domanda. Le formule con gli integrali non guardarle neanche, quelle che servono a te sono quella subito dopo "Essendo l'accelerazione costante, si ottiene:" e quella quella subito dopo "Da cui:", prima di "Osservazione". La prima formula ti dà la velocità raggiunta in ciascun instante di tempo; la seconda, lo spazio percorso; per rispondere al tuo problema devi risolvere la seconda per ottenere il tempo in funzione dello spazio (1, 2, 3 o 4 m), poi sostituire nella prima. Le stesse formule la ritrovi anche qui, specificamente riferite all'accelerazione di gravità. C'è anche un altro modo, più diretto, di risolvere il problema usando la conservazione dell'energia totale. Ma diventa più complicato spiegarlo qui. "Metri al secondo quadrato" è l'unità di misura dell'accelerazione. Nota: Wikipedia è bellissima, ma non è un sostituto di un libro di testo (di Fisica, in particolare) --Guido (msg) 16:54, 30 set 2010 (CEST)
- (fuori crono): beh, spesso i libri di Fisica delle superiori lasciano a desiderare in fatto di accessibilità dei concetti, perciò un ragazzino si trova facilmente in difficoltà se non ha una sufficiente capacità di astrazione. Magari chiedere un aiutino al prof. non farebbe male (ammesso che almeno lui sia accessibile :D ) --Furriadroxiu (msg) 08:01, 1 ott 2010 (CEST)
- m/s^2 hai tempi del liceo mi è sempre suonato strano fino a quando mi sono dato questa spiegazione che, almeno nella mia testa, ha messo le cose a posto. Nel caso della velocità m/s misura la variazione di metri al secondo. Nel caso dell'accelerazione possiamo leggere la formula (m/s)/s ovvero la variazione di velocità al secondo. -- Stefano Nesti 23:14, 30 set 2010 (CEST)
- hai tempi del liceo? ahi ahi ahi! (chiedo scusa, non ho saputo resistere...) --Sesquipedale (non parlar male) 00:57, 1 ott 2010 (CEST)
- nn sn + i liccei d 1 volta... BerlinerSchule (msg) 16:43, 1 ott 2010 (CEST)
- hai tempi del liceo? ahi ahi ahi! (chiedo scusa, non ho saputo resistere...) --Sesquipedale (non parlar male) 00:57, 1 ott 2010 (CEST)
In parole povere: x m/s^2 significa che la velocità aumenta di x metri al secondo per ogni secondo. Es.: accelerazione 10 m/s^2: se il corpo parte da fermo, dopo 5 secondi la sua velocità è di 50 m/s --Furriadroxiu (msg) 07:57, 1 ott 2010 (CEST)
- A latere forse questo sarebbe da riesumare migliorandolo --Bramfab Discorriamo 10:36, 1 ott 2010 (CEST)