Ögödei Khan
Ögödei o Ögedei Khan (in mongolo: Өгөөдэй, Ôgôôdėj; in cinese: 窝阔台, Hànyǔ Pīnyīn: Wōkuòtái; anche Ogotai e Oktay) (1186 – 11 dicembre 1241) è stato un condottiero mongolo.
Ögödei Khan | |
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Pseudoritratto dell'imperatore situato al museo Nazionale di Taipei | |
Khagan dei Mongoli | |
In carica | 1229 – 1241 |
Incoronazione | 1229 |
Predecessore | Tolui (come reggente) Genghis Khan |
Successore | Töregene Khatun (come reggente) Güyük Khan |
Nome completo | Ögedei Khaga |
Nascita | 1186 |
Morte | 11 dicembre 1241 |
Padre | Genghis Khan |
Madre | Börte |
Consorti | Borakchin Khatun Töregene Khatun Möge Khatun Alqui Khatun molte altre consorti |
Figli | Güyük Khan Godan Khan Khochu Kharachar molti altri figli |
Religione | Tengrismo |
Biografia
modificaÖgodei era il terzo figlio di Gengis Khan e secondo Gran Khan dell'Impero mongolo, o tartaro come era chiamato dagli europei al tempo delle invasioni mongole, che iniziarono negli anni '30 del XIII secolo proprio con Ögodei; i nemici dei Mongoli estendevano infatti all'intero impero il nome proprio (storpiato in modo spregiativo) di una delle tribù che furono a suo tempo unificate da Gengis Khan, i Tatari.
L'ascesa
modificaCome tutti i Gran Khan, Ögodei venne eletto ufficialmente dal Quriltai, l'assemblea dell'aristocrazia mongola: già de facto condottiero dell'Impero come volevano le ultime volontà del padre, fu eletto nel 1229, dopo quasi due anni dalla morte di Gengis Khan con una reggenza ad interim di Tolui, e il suo potere proseguì fino al 1241, data della sua morte. Inizialmente il Kuriltai aveva deciso per il fratello Tolui ma poi venendo a conoscenza del testamento di Gengis Khan, accettò Ogodei.
A lui si deve la costruzione di un primo embrionale sistema burocratico dell'impero mongolo, la creazione dell'efficiente servizio postale mongolo (quello che permise a frate Giovanni da Pian del Carpine di percorrere immense distanze in pochissimo tempo) e il primo grande tentativo di invasione dell'Europa. Ogodei radunò un esercito di 150.000 uomini (15 tumen, cioè tenebre secondo l'unità di misura mongola) e con esso invase un'Europa divisa in numerosi regni e indebolita dal contrasto tra il Papato e il Sacro Romano Impero, divisioni che rendevano l'Europa un obiettivo molto debole e appetibile.
La fine
modificaOgodei, come tutti i figli di Gengis Khan, era alcolizzato e spesso ammalato per le conseguenze di questa piaga. Tuttavia, i Mongoli riuscirono in breve tempo ad arrivare dai Paesi baltici scendendo per la Polonia e la Boemia fino ai confini del Friuli, della Dalmazia e dell'odierna Albania, ma tutto a un tratto si fermarono e con la stessa velocità con cui erano arrivati scomparvero (seguendo una strada diversa rispetto a quella percorsa all'andata per motivi di superstizione - soprattutto frate Guglielmo di Rubruck ci parla della superstizione dei Mongoli. Anche nel viaggio di ritorno attraverso la Bulgaria mostrarono grande arte nella distruzione e nello sterminio). L'improvvisa ritirata fu dovuta alla notizia della morte di Ögodei che richiese la presenza di tutti i principi mongoli per presiedere al nuovo Quriltai che dopo un periodo ad interim della vedova Töregene Khatun (reggente dal 1241-1246) portò all'elezione di Güyük, figlio di Ögodei.
Discendenza
modificaEbbe sicuramente almeno otto mogli ed una concubina:
- 1ª Borajin Khatun,
- 2ª Töregene Khatun, dei Merkit
- 3ª Moge Khatun, sua matrigna, vedova di Gengis Khan
- 4ª Alqui Khatun,
- 5ª Kirgistani Khatun,
- 5ª Kujulder Khatun, figlia di Temur Buka dei Naiman
- 7ª Juciai Khatun,
- 8ª Jachin Khatun,
- Argana, la concubina
In particolare con Töregene Khatun, Ogodei ebbe almeno 5 figli:
- Güyük, Gran Khan
- Godan Khan
- Küchü Khan, padre di Cimeron Khan
- Karatchar Khan
- Kashin Khan, padre di Kaidu Khan, padre di Chapar Khan, l'ultimo della stirpe di Ogodei.
Altri suoi figli furono:
- Kadan Khan, figlio della concubina Argana
- Malik Khan, poi Principe dello Yang Chai
Bibliografia
modifica- Giovanni da Pian del Carpine, "HISTORIA MONGALORUM", 1245-1247 ("Storia dei Mongoli", Edizione Critica, Spoleto, Centro italiano di studi sull'alto medioevo, 1989) traduzione in mongolo di Lkhagvajav Nyamaa, 2006. ISBN 99929-2-214-1
Altri progetti
modifica- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Ögödei
Collegamenti esterni
modifica- Ogodèi, su Treccani.it – Enciclopedie on line, Istituto dell'Enciclopedia Italiana.
- OGODAI, in Enciclopedia Italiana, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 1935.
- Ogodai, in Dizionario di storia, Istituto dell'Enciclopedia Italiana, 2010.
- Ögödei, su sapere.it, De Agostini.
- (EN) Ögödei, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 4257767 · ISNI (EN) 0000 0000 4519 1411 · LCCN (EN) n98921300 · GND (DE) 1166287122 · J9U (EN, HE) 987007431534905171 |
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