Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci
Il Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci ha sede a Milano; aperto nel 1953[1], con i suoi 50 000 m² complessivi è il più ampio museo tecnico-scientifico in Italia e uno dei maggiori in Europa[2]. Possiede la più grande collezione al mondo di modelli di macchine realizzati a partire da disegni di Leonardo da Vinci[2]. È visitato da oltre 500 000 persone all'anno.[3]
Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci | |
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Ubicazione | |
Stato | Italia |
Località | Milano |
Indirizzo | via San Vittore, 21 |
Coordinate | 45°27′44.98″N 9°10′11.64″E |
Caratteristiche | |
Tipo | Scienza e tecnologia |
Superficie espositiva | 50 000 m² |
Intitolato a | Leonardo da Vinci |
Istituzione | 1953 |
Fondatori | |
Apertura | 1953 |
Proprietà | Fondazione Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia |
Gestione | Fondazione Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia |
Direttore | Fiorenzo Marco Galli |
Visitatori | 545 000 (2019) |
Sito web | |
Le collezioni contano 19 000 beni storici e includono testimonianze rappresentative della storia della scienza, della tecnologia e dell'industria italiane dal XIX secolo ai giorni nostri. Nei suoi 14 laboratori interattivi si svolgono attività che seguono il metodo educativo basato sull'educazione informale.[4] Il museo collabora con i principali musei scientifici europei e mondiali e dal 2003 è membro di ECSITE (European Collaborative for Science, Industry and Technology Exhibitions).
Il museo è dal 2000 una fondazione di diritto privato, i cui soci fondatori sono il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca e il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo; i partecipanti sostenitori sono Regione Lombardia, Comune di Milano, Camera di commercio, industria, artigianato e agricoltura di Milano; le principali università milanesi fanno parte del consiglio scientifico.
Il museo è collocato in via San Vittore 21 nell'antico monastero di San Vittore al Corpo,[5] a fianco alla chiesa omonima, nelle vicinanze del luogo dove Leonardo possedeva alcuni terreni coltivati a vigna, all'epoca appena fuori le mura cittadine. È anche non lontano dalla chiesa di Santa Maria delle Grazie, dove si trova il celebre Cenacolo, e dalla Basilica di Sant'Ambrogio.
Storia
modificaIl Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci sorge in un chiostro benedettino diventato nel XVI secolo monastero olivetano, annesso alla chiesa di San Vittore al Corpo.[5] Tra i chiostri del museo sono ancora ben visibili i resti della grande cinta fortificata che custodiva un mausoleo imperiale romano.[6]
I lavori che portarono alla realizzazione dei due grandi chiostri e di un dormitorio furono avviati dai monaci Olivetani agli inizi del Cinquecento.[5] Alla fine il complesso comprendeva celle dei monaci, foresteria, biblioteca (oggi Sala delle Colonne), appartamento abbaziale, sala del Capitolo, ospizio dei novizi, orti, giardini e una vigna. Nel 1560 iniziarono le opere della nuova chiesa. Su progetto di Giuseppantonio Castelli da Monza all'inizio del XVIII secolo si costruì il refettorio (oggi Sala del Cenacolo), dove Pietro Gilardi eseguì l'affresco delle Nozze di Cana.
Agli inizi del XIX secolo, con l'occupazione napoleonica, il monastero divenne prima ospedale militare, poi caserma.
L'industriale Guido Ucelli riuscì a ottenere l'area nel 1947. L'architetto Piero Portaluppi guidò fino al 1952, insieme a Enrico Griffini e Ferdinando Reggiori, i lavori di ristrutturazione, che ebbero per oggetto pavimenti, strutture, volte, arcate dei chiostri, sotterranei, la sala delle Colonne e la sala del Cenacolo.[7]
Il 15 febbraio 1953 il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica "Leonardo da Vinci" fu inaugurato alla presenza del Presidente del Consiglio Alcide De Gasperi. Comprendeva inizialmente una biblioteca, due bar e sale per congressi. Entro l'anno immediatamente successivo sorse una nuova palazzina per uffici, biblioteca tecnica, sala riunioni e il cinema-sala congressi da 600 posti. Tra il 1953 e il 1956 nacque il Museo del volo in un'area rivolta su Via Olona.
Si trattava di un hangar metallico di 30x70 metri messo a disposizione dall'Ente Fiera Milano e completato da materiale storico dell'Ufficio Storico dello Stato maggiore dell'Aeronautica militare (in deposito temporaneo). Nel 1959 si discusse la costruzione di un nuovo fabbricato in cui collocare il Museo del Volo. I lavori si svolsero tra il 1960 e il 1963 grazie a una convenzione con il Comune di Milano e a un finanziamento della giunta.
Nei 2 000 m² che avevano custodito il Museo del Volo, tra il 1967 e il 1969 sorse una sezione dedicata ai trasporti ferroviari. Grazie alla collaborazione con le Ferrovie dello Stato e le Ferrovie Nord Milano, locomotori, vagoni e segnali giunsero al Museo dalla stazione ferroviaria di Porta Genova a bordo di speciali automezzi.
È del 1970 la prima visita guidata al museo, inizio di un'intensa attività divulgativa dei laboratori nati nel 1993. Negli anni a seguire, numerose esposizioni e le mostre hanno coinvolto il Museo sui temi dedicati alla radio, alla televisione, a Marconi e Leonardo da Vinci.[8][9][10][11][12][13]
Nell'agosto 1999, durante la direzione di Domenico Lini, un decreto legislativo trasformò l'ente di diritto pubblico in fondazione di diritto privato. Nel 2001 venne nominato direttore Fiorenzo Galli e si diede inizio a un'intensa attività di riallestimento e apertura di nuove sezioni espositive e laboratori interattivi. Nel 2005 fu trasportato al museo e musealizzato il sottomarino Enrico Toti e vennero aperti i nuovi laboratori interattivi di genetica e biotecnologie e robotica. Nel 2007 fu riaperto l'auditorium, completamente ristrutturato, e inaugurate la nuova area elicotteri e la sezione dedicata al ciclo di vita dei prodotti.
Nel 2008 aprirono le nuove aree dedicate a telegrafia, telefonia e televisione, l'area dei piccoli e la sezione dedicata al petrolio. Nel 2009 furono aperte le aree dedicate alla gomma, alle sostanze adesive e la nuova libreria del museo (MUST shop). Nel giugno 2009 il Museo ospitò la conferenza annuale di ECSITE (European Network of Science Centres and Museums). Il laboratorio dedicato all'alimentazione e l'area nanotecnologie sono del 2010, del 2011 la sezione dedicata all'industria chimica di base. Nel 2013 fu inaugurata la nuova area acciaio e aprì rinnovato il laboratorio interattivo materiali. Nel 2014 fu la volta della nuova sezione dedicata allo spazio, che espone l'unico frammento lunare in possesso dell'Italia e la nuova area dedicata al tinkering.
Nel 2015 è stata inaugurata l'area dedicata all'alluminio e la mostra interattiva permanente #FoodPeople dedicata ai temi dell'alimentazione. Nello stesso anno è stato esposto nel padiglione aeronavale il catamarano ad ala rigida AC72 Luna Rossa e apre il Maker Space. Nel 2016 sono state inaugurate, ospitando alcune delle esposizioni della XXI Triennale di Milano, le Cavallerizze, un nuovo edificio ottenuto dall'intervento di recupero architettonico di due antiche scuderie del XVIII secolo, portando la superficie complessiva del museo a circa 50 000 m², la metà dei quali espositivi.[14] Questi interventi di ampliamento e restauro sono stati realizzati anche grazie ai fondi del Gioco del Lotto, in base a quanto regolato dalla legge 662/96.[15]
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L'edificio del convento a Borgo San Vittore ai primi dell'Ottocento
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La Sala delle colonne (ex biblioteca del convento)
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La sala del Cenacolo (ex refettorio del convento), affrescata da Pietro Gilardi
Collezioni
modificaIl museo raccoglie e conserva un ampio patrimonio dedicato allo sviluppo scientifico e tecnologico con particolare attenzione all'Italia.
Le collezioni si sono formate a partire dagli anni trenta del Novecento e comprendono 16.000 beni storici tra cui strumenti tecnico scientifici, macchine e impianti collegati ai temi dei trasporti, dell'energia, dell'industria siderurgica, delle telecomunicazioni, dell'informatica e dell'astronautica. Oltre a questi, una collezione di beni artistici che comprende circa 2 500 tra dipinti, disegni, sculture, oggetti d'arte applicata e medaglie; un archivio cartaceo e fotografico e una biblioteca con 40 000 testi e riviste. Le collezioni continuano a crescere grazie alle donazioni effettuate da privati, aziende e istituzioni.[16][17][18]
Sezioni storiche
modificaLe esposizioni permanenti del Museo sono divise in macro-aree tematiche:
- Leonardo arte&scienza (comprende Leonardo, strumenti musicali, orologeria, collezioni d'arte)
- Comunicazione (telecomunicazioni, tecnologie che contano, spazio)
- Scienza e tecnologia dell'alimentazione (#FoodPeople)
- Materiali (alluminio, acciaio, materiali polimerici, industria chimica di base, carta, ciclo di vita dei prodotti)
- Energia (Energia&materiali, fonti e dispositivi energetici, area petrolio, sistema energetico)
- Trasporti (trasporti ferroviari, trasporti aerei, trasporti navali)
Galleria "Leonardo da Vinci"
modificaIl museo possiede la più grande collezione al mondo di modelli di macchine realizzati a partire da disegni di Leonardo, una selezione dei quali è esposta nella Galleria "Leonardo da Vinci" al primo piano.[1] Sono presenti modelli costruiti sulla base di disegni su soggetti civili, come la gru girevole o la macchina battipalo, a quelle militari, come la nave veloce speronatrice o lo scafandro, dagli studi sull'architettura, con il modello della città ideale a quelli sul volo, con la famosa vite aerea. È visibile anche un telaio automatico in legno, a grandezza naturale e perfettamente funzionante, realizzato a partire da studi sui codici leonardeschi.[19][20]
Sulle pareti al di sopra dei modelli sono collocati pannelli riproducenti particolari di opere artistiche del genio fiorentino, mentre su quelle opposte ingrandimenti di pagine di codici con appunti relativi ai suoi molteplici studi in diversi campi del sapere quali l'anatomia, la fisica, la botanica, la matematica, la geologia e la cartografia.
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Argano sollevatore di pesi
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Draga cavafango
Sottomarino Enrico Toti S506
modificaIl museo espone nella sua area esterna e presenta come uno degli oggetti faro il sottomarino Enrico Toti (S 506), entrato a far parte delle collezioni nel 2005.
Il Toti, primo sottomarino costruito in Italia dopo la seconda guerra mondiale, fu varato nel 1967 nel cantiere navale di Monfalcone ed entrò in servizio per la Marina Militare Italiana nel 1968. Si tratta di un SSK (Submarine-Submarine Killer): un sottomarino destinato a individuare ed eventualmente distruggere altri sottomarini, e in particolare i grandi lanciamissili a propulsione nucleare del blocco sovietico, una delle armi più temute durante la Guerra fredda.
Fa parte della classe Toti (ne è il capoclasse), composta da quattro battelli di piccole dimensioni che hanno solcato il mar Mediterraneo fino alla fine degli anni novanta.
Il Toti è giunto al Museo nel 2005 dopo un lungo viaggio via mare e via terra. Radiato nel 1999 il sottomarino, dopo 30 anni di servizio attivo, la sua donazione da parte della Marina Militare italiana al Museo viene formalizzata e sottoscritta tra il 2000 e il 2001. Il 5 aprile 2001 inizia il viaggio vero e proprio: un mese di navigazione (trainato) da Augusta (Siracusa) al porto fluviale di Cremona. Dal 2001 al 2005 il sottomarino rimane ancorato al porto; questo periodo è stato impiegato per reperire le risorse economiche e per studiare le migliori soluzioni tecniche per affrontare su strada gli ultimi 93 km che lo separano dal Museo. Tra il 9 e il 14 agosto 2005, in 4 notti, si svolge il viaggio su ruote. Il 7 dicembre 2005 il sottomarino viene infine aperto al pubblico.[21][22]
Gli oggetti più significativi
modificaTra gli oggetti che il museo presenta come propri capolavori, oltre al sottomarino Toti e ai modelli della Galleria Leonardo da Vinci ci sono:[23]
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Centrale termoelettrica Regina Margherita. Emblema dell'industria meccanica italiana, forniva corrente elettrica per illuminare gli ambienti e far funzionare i 1800 telai del setificio Gavazzi di Desio.
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Rivelatore UA1. Sezione del rivelatore "Underground Area, Experiment One" con cui Carlo Rubbia e Simon van der Meer scoprono le particelle elementari W e Z vincendo il Nobel per la fisica nel 1984.
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Alfa Romeo 8C 2300. Veicolo sportivo realizzato nel 1932 da Alfa Romeo, fa parte della serie di auto pilotate da celebri corridori come Nuvolari o Campari.
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Astrario di Giovanni Dondi. Ricostruito nel 1963 da Luigi Pippa a partire da un testo di Giovanni Dondi, è un orologio planetario che indica l'ora, le festività dell'anno, la posizione della Luna, del Sole e dei pianeti.
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Programma 101. Calcolatore programmabile realizzato da Olivetti nei primi anni sessanta, è considerata il primo "personal computer" della storia.
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Settore equatoriale di Jeremiah Sisson. Telescopio del 1774 con cui Giovanni Virginio Schiaparelli scopre all'Osservatorio Astronomico di Brera l'asteroide denominato Esperia e, successivamente, spiega il fenomeno delle stelle cadenti.
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Pietra lunare. Frammento della Goodwill Rock portato sulla Terra nel 1972 dagli astronauti dell'Apollo 17, ultima missione dell'uomo sulla Luna.
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Detector magnetico di Guglielmo Marconi. Prototipo originale che Guglielmo Marconi ha usato nel 1902 a bordo dell'incrociatore Carlo Alberto per sperimentare le onde elettromagnetiche. È il primo apparato capace di ricevere onde radio anche a grandi distanze.
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Bancone di Giulio Natta e modelli di polipropilene. La ricostruzione del tavolo di laboratorio su cui Giulio Natta ha scoperto il polipropilene isotattico (plastica). In esposizione, anche il modello di molecola grazie a cui Natta ha ricevuto il Premio Nobel per la chimica nel 1963.
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Forno Stassano. È del 1910 ed è il primo forno elettrico ad arco indiretto che trasforma energia elettrica in termica per scaldare, fondere o trasformare materiali. È capace di ottenere acciaio a partire da rottami ferrosi.
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Dinamo Edison. Dispositivo degli anni 1880, utilizzato nella prima centrale termoelettrica d'Europa che illuminava Milano. La macchina è particolarmente significativa per la città perché le conferisce grande importanza nello sviluppo dell'industria elettrica italiana.
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Continuus Properzi. Nato nel 1948 con Ilario Properzi, il sistema utilizza una sola macchina per realizzare in poco tempo chili di filo metallico a partire dal materiale fuso.
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Locomotiva GR 552 036. Per la sua velocità e affidabilità, questa locomotiva viene scelta per trainare il convoglio settimanale "Valigia delle Indie" da Milano a Brindisi dopo l'apertura della Galleria del Frejus (1871).
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Transatlantico Conte Biancamano. Sono esposti il ponte di comando e la sala da ballo del famoso transatlantico del 1925 che compiva la rotta Genova-Napoli-New York, navigava verso il Sud America e l'Estremo Oriente e, durante la seconda guerra mondiale, trasportava l'esercito statunitense.
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Nave scuola Ebe. Inizialmente usata per trasportare merci nel mar Mediterraneo, questa imbarcazione nasce nel 1921 e negli anni cinquanta diventa una nave scuola per nocchieri. È esposta al Museo dall'inaugurazione del nuovo Padiglione Aeronavale (1964).
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Deltaplano Stratos. Deltaplano ad ala rigida con cui Angelo D'Arrigo stabilisce il nuovo record di quota nella categoria volo a vela sorvolando l'Everest (24 maggio 2004). Con un peso di 34 chili, ha telaio in fibra di carbonio, velatura in poliestere ed ergal, lega in alluminio-zinco.
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Macchi C.205V. Con i suoi 1475 cavalli, due mitragliatrici e due cannoni, questo velivolo era utilizzato durante la seconda guerra mondiale.
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Elicottero sperimentale di Enrico Forlanini. Del 1877, è il primo oggetto in grado di sollevarsi in volo grazie a un motore costituito da una motrice a vapore e due eliche controrotanti situate sullo stesso piano.
Settore astronomia e astrofisica
modificaLa prima parte dell’esposizione racconta l’osservazione del cosmo dalla Terra, dove sono esposti oggetti storici fra cui l'importante collezione dell'osservatorio astronomico di Brera, quali
- il grande telescopio rifrattore Merz - Repsold, finanziato nel 1878 dal Parlamento italiano, grazie al quale il celebre astronomo Giovanni Schiaparelli tra il 1886 e il 1890 osservò e descrisse la superficie di Marte[24]
- Telescopio Settore equatoriale di Jeremiah Sisson del 1774 con cui Schiaparelli scoprì l'asteroide denominato 69 Hesperia
- il modello originale in legno fatto costruire da Ruggero Giuseppe Boscovich (1711-1787) per illustrare al rettore del Collegio dei Gesuiti di Brera il suo progetto per il nascente osservatorio astronomico.
- coppia di globi che rappresentano la Terra e i corpi celesti del 1688 del celebre cartografo Vincenzo Maria Coronelli
- la replica fedele di uno dei cannocchiali progettati e costruiti da Galileo Galilei
- modello in scala 1:1 del lanciatore Vega, aggiunto nel 2019.
Nella seconda parte è raccontata la conquista dello Spazio, dall'esplorazione della Luna testimoniata dal frammento del satellite terrestre raccolto dal comandante dell'Apollo 17, Eugene Cernan, nel dicembre 1972, e donato all'Italia nel 1973 dal presidente statunitense Richard Nixon, fino all'attività della Stazione spaziale internazionale.
Padiglione aeronavale
modificaIn questo capannone dall'architettura moderna è presentato il tema della navigazione, sia su mare che nei cieli, sia civile sia militare. Sono infatti presenti cimeli di antiche navi da guerra e alcuni mezzi di assalto marittimi ed aerei impiegati nei due conflitti mondiali. Nella collezione spiccano alcuni pezzi prestigiosi.
In campo aeronautico,
- replica di un Farman III, aereo civile monomotore biplano progettato e costruito dal pioniere dell'aviazione francese Henry Farman nel 1909
- Nieuport-Macchi Ni.10, monomotore e biplano utilizzato nel corso della prima guerra mondiale.
- uno dei tre soli esemplari sopravvissuti del caccia Macchi C.205V Veltro impiegato durante la seconda guerra mondiale, l'unico riportato in condizioni di volo nel 1981.
- Il Breda Ba.15, aereo da turismo monomotore, biposto monoplano ad ala alta sviluppato dalla Società Italiana Ernesto Breda nei tardi anni venti, esemplare usato dall'aviatrice Gaby Angelini per il suo raid europeo del 1932.
- L'elicottero sperimentale di Enrico Forlanini, aeromobile costituito da una motrice a vapore e da due eliche ad asse verticale controrotanti, in tela e bambù, considerato il primo mezzo motorizzato più pesante dell'aria a essersi alzato in volo nel 1877.
In campo navale:
- la nave scuola Ebe, impiegata dalla Marina militare italiana e da questa donata al museo. Si tratta di un veliero in legno, varato nel 1921.
- una sezione del transatlantico Conte Biancamano comprendente il ponte di comando, alcune cabine di prima classe e la sala delle feste.
- siluro a lenta corsa, conosciuto anche come "maiale", o sommergibile tascabile.
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Interno del sottomarino Enrico Toti
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Elicottero Agusta A109 della Guardia di Finanza
Padiglione ferroviario
modificaIl padiglione ferroviario costituisce un'importante sezione del museo. Esso è realisticamente allestito come una vera stazione ferroviaria, completa dei rumori caratteristici, con binari, banchine e segnali ferroviari. All'interno del padiglione, sono conservati numerosi pezzi originali, molti dei quali provenienti dalla collezione del Museo delle Ferrovie dello Stato già nella Stazione Termini di Roma. L'allestimento comprende locomotive a vapore, elettriche, tra cui la Locomotiva FS E.330, e Diesel nazionali e straniere.
- Omnibus a cavalli, della Società Anonima degli Omnibus di Milano, del 1885
- tram a vapore "Gamba de legn", modello in uso sulle linee lombarde dal 1878 al 1958
- Locomotiva FNM 250, costruita per la Società per la Ferrovia Novara-Seregno (FNS) nel 1915 dalla Costruzioni Meccaniche di Saronno
- Locomotiva FS 470 a vapore in servizio dai primi anni del Novecento, prevista soprattutto per il traino di treni pesanti sulle linee di valico
- Locomotiva FS 552 costruita attorno al nel 1890 per la SFM, Società Italiana per le strade ferrate meridionali, fu in servizio per i treni più importanti come i diretti e i direttissimi e alla testa di prestigiosi treni come la Valigia delle Indie
- Locomotiva FS 685, millesima locomotiva costruita dalla 80C. Ernesto Breda nel 1908[25]
- Locomotiva FS 691; Una locomotiva del gruppo 691 detiene il record italiano di velocità per locomotive a vapore, con 150 km/h
- Locomotiva FS 746, locomotiva a vapore delle Ferrovie dello Stato costruita nel 1926
- Locomotiva FS 835, locomotive-tender a vapore delle Ferrovie dello Stato italiane adibite al servizio di manovra
- Locomotiva FS 880, ideate per l'utilizzo su linee secondarie, passando dal vapore saturo a quello surriscaldato
- Locomotiva FS 940, costruite negli anni venti per i servizi gravosi sulle linee appenniniche dell'Italia centrale
- Locomotiva FS R.301, locomotiva a vapore a scartamento ridotto per servizio passeggeri e merci che ha prestato servizio sulle linee a scartamento ridotto della Sicilia e delle ex colonie, eritrea e libica
- Locomotiva FS E.321 (a terza rotaia) del 1923
- Locomotiva FS E.430, motrice alimentata a corrente trifase in esercizio sulle linee ferroviarie della Valtellina, realizzata dalle Officine di costruzioni ferroviarie ungheresi nel 1900
- Locomotiva FS P7
- Locomotiva FS E.330, costruite dal 1914 nello stabilimento di Vado Ligure dalla Società Italiana Westinghouse
- Locomotiva FS E.550, soprannominato "mulo dei Giovi", nell'ambito dell'elettrificazione, decisa nel 1905, della importantissima linea di valico dei Giovi che collegava Genova per il servizio sia merci che viaggiatori
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Omnibus a cavalli
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Cabina di guida della locomotiva a vapore FS 691.022
Organo a canne
modificaNella sala dedicata agli strumenti musicali, si trova un organo positivo, costruito nel 1826 dall'organaro pistoiese Giosuè Agati.[26]
Lo strumento è a trasmissione integralmente meccanica ed è racchiuso all'interno di una cassa lignea avente la forma di un parallelepipedo; essa è esternamente dipinta con riquadri ed è chiusa da due portelle. La mostra è composta da 21 canne in stagno disposte in cuspide unica con ali laterali, ed è affiancata da due canne finte dipinte.
La consolle è a finestra e presenta un'unica tastiera di 50 note con prima ottava scavezza e pedaliera a leggio scavezza di 8 note, priva di registri propri e costantemente unita al manuale. Alla destra della pedaliera vi sono due pedali, uno per il Timpano e l'altro per la Terza mano. I registri sono azionati da pomelli lignei posti su unica fila alla destra della consolle, con nomi scritti a mano su cartellini.
Collezioni di studio
modificaAlcuni depositi del Museo, denominati "Collezioni di studio", sono visitabili. Tra gli oggetti conservati si segnalano la Tenda Rossa del 1928, svariate biciclette antiche (dalla fine del XIX secolo) e motociclette, la Vespa Piaggio e la Lambretta Innocenti "siluro" costruite nel 1951 per il record di velocità, distributori di benzina antichi in prestito dal Museo Fisogni, parte della collezione di Antonio Ferramini relativa al cucito (la restante parte è esposta al Museo del tessile di Busto Arsizio) e svariati oggetti non esposti nelle altre sezioni, inerenti i settori più diversi, dal cinema all'attività tessile, dalla nautica alla tecnologia.[27][28]
Attività ed educazione informale
modificaIl Museo opera da tempo nell'ambito educativo. Negli anni novanta ha aperto i primi laboratori interattivi ispirati al lavoro di Frank Oppenheimer e dell'Exploratorium di San Francisco. Riconosciuto in Europa per la sua metodologia educativa basata sull'educazione informale, nel 2009 ha fondato il CREI - Centro per la Ricerca per l'Educazione Informale. È ente accreditato per la formazione e lo sviluppo professionale degli insegnanti dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.[4][29]
Il museo ha 13 laboratori interattivi (i.lab) finalizzati alla realizzazione delle attività educative. Le attività dei laboratori riguardano un ampio spettro di temi scientifici e tecnologici tra cui l'alimentazione, l'energia e ambiente, le biotecnologie, la genetica, la robotica, l'energia, i materiali, l'elettricità.[30]
Nel 2014 ha inaugurato la Tinkering Zone, area permanente interattiva progettata dal Museo su ispirazione dell'Exploratorium di San Francisco e modo innovativo di sperimentare la scienza. Si tratta di un laboratorio dedicato al tinkering, al making, all'ingegneria, al design, all'intersezione tra arte e scienza.
Biblioteche
modificaLa biblioteca principale del Museo si compone attualmente di circa 50 000 unità, tra volumi e opuscoli di argomento scientifico-tecnico che vanno dal 1831 in poi, oltre a un fondo antico.
A questa biblioteca si affianca la biblioteca del mare Ugo Mursia che raccoglie 3 600 volumi sul mondo marinaro in tutti i suoi aspetti.[31]
Biblioteca del museo
modificaÈ un centro di documentazione libraria con raccolte storiche collegate alle collezioni del Museo, nato per volere del fondatore Guido Ucelli nel 1943. Racchiude nuclei storici sullo sviluppo tecnologico e scientifico tra la fine dell'Ottocento e la prima metà del Novecento, con uno sguardo più approfondito sui temi propriamente italiani. Accanto a tali raccolte vi è una nuova parte che contiene le opere recenti di divulgazione e di approfondimento delle nuove branche della scienza e della tecnologia.[32]
Il catalogo, consultabile on-line, comprende:
- fondo moderno: 50 000 volumi, donati e acquistati dal 1940 in poi
- fondo antico ed edizioni rare: 1 750 volumi che comprendono testi della fine del Quattrocento
- fondi speciali Mauro, Savorgnan di Brazzà, Parisi: raccolte di testi, frutto di donazioni di personalità di spicco del mondo scientifico-imprenditoriale degli anni cinquanta
- periodici: oltre 700 testate
La biblioteca lavora a stretto contatto con la Soprintendenza ai beni librari della Lombardia per i progetti di restauro, conservazione, tutela e valorizzazione delle raccolte; inoltre fa parte dell'AIB, Associazione Italiana Biblioteche. Mantiene stretti legami con il Politecnico di Milano, con il Museo Galileo di Firenze e le principali biblioteche del territorio.
Biblioteca Ugo Mursia
modificaSi tratta della collezione privata dell'editore Ugo Mursia, donata al Comune di Milano.
La biblioteca è attualmente situata nel Museo all'interno del padiglione navale, dove ospita, accanto ai libri, una serie di oggetti e cimeli che testimoniano il grande amore per il mare del suo ideatore.
È una raccolta di circa 3 600 volumi sul mondo marinaro in tutti i suoi aspetti. Si spazia infatti dai manuali di vela ai saggi sulla storia della marineria, dai trattati di navigazione ai romanzi di pirati, dai diari di viaggio ai dizionari. Sono volumi pubblicati in ogni parte del mondo e, in gran parte, introvabili.[33]
Note
modifica- ^ a b Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, L'Istituzione, su museoscienza.org. URL consultato il 13 aprile 2016.
- ^ a b I migliori Musei della Scienza: imperdibili e sparsi per il mondo, su latitudeslife.com. URL consultato il 13 gennaio 2022.
- ^ Assessore Galli visita Museo Nazionale Scienza e Tecnologia dopo riapertura, su lombardianotizie.online. URL consultato il 13 gennaio 2022.
- ^ a b Museoscienza, L'educazione informale, su museoscienza.org. URL consultato il 13 maggio 2016.
- ^ a b c Il monastero di San Vittore in Milano sede del Museo Nazionale della Scienza e della tecnica - Le Voci della Scienza, su Museoscienza.org. URL consultato il 13 maggio 2016.
- ^ Pica Agnoldomenico, La Basilica Porziana di San Vittore al Corpo., Milano, Esperia, 1934.
- ^ Reggiori Ferdinando, Il monastero Olivetano di S.Vittore al Corpo in Milano e la sua rinascita quale sede del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica "Leonardo da Vinci", Milano, Silvana Editori, 1954.
- ^ AAVV, Cinque anni del Museo 1953-1958, Milano, Alfieri e Lacroix, 1958.
- ^ AAVV, Guido Ucelli di Nemi. Industriale, umanista, innovatore, Milano, Ulrico Hoepli Editore, 2011.
- ^ Curti Orazio, Un museo per Milano, Garbagnate Milanese, Anthelios Edizioni, 2000.
- ^ Ucelli Guido, Il museo industriale di Milano, Milano, 1941.
- ^ Ucelli Guido, Il Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica e la Mostra a celebrazione del 5. centenario della nascita di Leonardo., Milano, Editori Stucchi, 1952.
- ^ Ucelli Guido, Origine, realizzazioni e programmi del Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica "Leonardo da Vinci", Milano, MNST, 1955.
- ^ La storia del Museo, su Museoscienza.org. URL consultato il 13 maggio 2016.
- ^ Cinque invenzioni che ci hanno cambiato la vita, su la Repubblica, 6 giugno 2016. URL consultato il 10 dicembre 2023 (archiviato il 12 aprile 2021).
- ^ Museoscienza, Scheda istituzionale per la stampa, su museoscienza.org. URL consultato il 13 maggio 2016.
- ^ Museoscienza, Annual report 2015.
- ^ Il Museo. Scienza è cultura 2010/2011, Milano, 2010, ISBN 978-88-89432-30-3.
- ^ I modelli leonardeschi esposti al Museo - museoscienza, su Museoscienza.org. URL consultato il 13 maggio 2016 (archiviato dall'url originale il 24 maggio 2016).
- ^ Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, Leonardo da Vinci. The models collection, 2009, ISBN 978-88-89432-28-0.
- ^ Museoscienza, Sottomarino S-506 Enrico Toti, su museoscienza.org. URL consultato il 13 maggio 2016.
- ^ Marco Iezzi, Flavio Incarbone (a cura di), Cinquecentosei. La straordinaria avventura del sottomarino Enrico Toti, Fondazione Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, Milano, Grafiche Mambretti, 2006.
- ^ Museoscienza, Il Museo da non perdere, 2014.
- ^ La sezione Spazio, su museoscienza.org.
- ^ "Locomotive a Vapore - Nuova Edizione 1998' di Giovanni Comolò, Edizioni ERMANNO ALBERTELLI EDITORE
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- ^ Chiara Vanzetto, Il «lato B» del Museo della Scienza: dagli attrezzi del sarto Ferramini alla Bianchi di Fausto Coppi, su Corriere della Sera, 10 marzo 2022. URL consultato il 6 novembre 2023.
- ^ Maria Xanthoudaki, I servizi Educativi danno l’anima ai Musei (PDF), su museoscienza.org, Museoscienza. URL consultato il 13 maggio 2016.
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Bibliografia
modifica- Museo nazionale della scienza e della tecnica "Leonardo da Vinci" (Milano): 5 anni del Museo 1953-1958, Milano, Stabilimento Arti Grafiche, 1958.
- Le gallerie di Leonardo da Vinci nel Museo nazionale della scienza e della tecnica, Milano, Milano, Tipografia Igiesse, 1963, BNI 633903.
- Il museo: scienza è cultura, Milano, Fondazione Museo nazionale della scienza e della tecnologia, 2007, ISBN 978-88-89432-18-1.
- Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, Leonardo da Vinci. The models collection, 2009, ISBN 978-88-89432-28-0.
- Museoscienza, Il Museo per la scuola – leggi, scegli, prenota 2015/16, 2015, ISBN 978-88-89432-52-5.
- Orazio Curti, Navi ed aerei al Museo della Scienza e della Tecnica, Milano, Museo Nazionale della Scienza e della Tecnica, 1973.
- Orazio Curti (a cura di), Museoscienza: tutto il Museo nazionale della scienza e della tecnica Leonardo da Vinci, Milano, Associazione Amici del Museo nazionale della scienza e della tecnica Leonardo da Vinci, 1978, BNI 797652.
- Orazio Curti, Il museo nazionale della scienza e della tecnica Leonardo da Vinci, Milano, Milano, F. Garolla, 1984.
- Marco Iezzi, Flavio Incarbone (a cura di), Cinquecentosei. La straordinaria avventura del sottomarino Enrico Toti, Fondazione Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, Milano, Grafiche Mambretti, 2006.
- Domenico Lini e Salvatore Sutera (a cura di), Museo nazionale della scienza e della tecnologia "Leonardo da Vinci", Milano, Skira, 2000.
Voci correlate
modificaAltri progetti
modifica- Wikibooks contiene testi o manuali sulla disposizione fonica dell'organo Agati
- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file sul Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci
Collegamenti esterni
modifica- Sito ufficiale, su museoscienza.org.
- (EN) Sito ufficiale, su museoscienza.org.
- (EN) Museo Nazionale della Scienza e della Tecnologia Leonardo da Vinci, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
- Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, su CulturaItalia, Istituto centrale per il catalogo unico.
- Museo nazionale della scienza e della tecnologia Leonardo da Vinci, su LombardiaBeniCulturali, Regione Lombardia.
Controllo di autorità | VIAF (EN) 168126333 · ISNI (EN) 0000 0001 2170 171X · LCCN (EN) n81035323 · BNF (FR) cb12312656x (data) · J9U (EN, HE) 987007353324105171 |
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