Utente:Carlomorino/Monetazione di Tebe
La Beozia antica |
La monetazione di Tebe, che costituisce una parte rilevante della monetazione della Beozia, si sviluppa dalla metà del VI secolo a.C. e si conclude nel 27 a.C.; esistono anche delle monete in bronzo coniate sotto Galba, e forse sotto Traiano, con il nome dei magistrati e il loro titolo.
Questa Tebe non deve essere confusa con la Tebe in Tessaglia, una città che ha coniato tra la fine del IV e l'inizio del III secolo a.C.[1], né con quella in Misia, di cui è nota solo una piccola moneta in bronzo[2].
Il tipo usato per il dritto delle monete d'argento è lo scudo beota, mentre nelle monete in bronzo sono presenti anche altre tipi; le monete d'argento usano il piede eginetico.
La monetazione tebana riflette le varie fasi della storia della polis, e in particolare le variazioni del suo ruolo all'interno della Lega beotica.
Dracma (ca. 525-480 a.C.) | |
---|---|
Scudo beotico | Incuso, a forma di pale di mulino a vento |
AR; 14mm; 5,85 g |
Obolo (ca. 525-480 a.C.) | |
---|---|
Scudo beotico | Incuso, a forma di pale di mulino a vento |
AR; 0,90 g |
Statere (bordo suddiviso, ca. 480-460 a.C.) | |
---|---|
Scudo beota con bordo suddiviso in dodici segmenti | Quadrato incuso, a forma di pale di mulino a vento; Θ arcaica in centro |
AR; 12,30 g; |
Statere (bordo liscio ca. 480-460 a.C.) | |
---|---|
Scudo beota con bordo liscio | Quadrato incuso; Θ arcaica in centro |
AR; 12,23 g |
Dracma (ca. 480-456 a.C.) | |
---|---|
Scudo beotico | Anfora in quadrato incuso |
AR; 18mm; 5,56 g |
Tetartemorion (ca. 460-440 a.C.) | |
---|---|
Scudo beotico | Anfora in quadrato incuso |
AR; 4mm; 0,26 g |
Emidracma (ca. 460-440 a.C.) | |
---|---|
Scudo beota | Anfora, Θ arcaica, in quadrato incuso |
AR; 12mm; 3,06 g |
Statere (ca. 450-440 a.C.) | |
---|---|
Scudo beota | Anfora; Ǝ - Θ arcaica (retrograde) nel campo; in quadrato incuso |
AR; 12,50 g |
Statere (ca. 450-440 a.C.) | |
---|---|
Scudo beota | Anfora; E - Θ arcaica nel campo; in quadrato incuso |
AR; 12,11 g |
Statere (ca. 440-425 a.C.) | |
---|---|
Scudo beota | Eracle infante che strangola i serpenti |
AR; 11,99 g |
Statere (ca. 450-440 a.C.) | |
---|---|
Scudo beota | Eracle giovane che incorda l'arco |
AR; 12,04 g |
Statere (ca. 450-440 a.C.) | |
---|---|
Scudo beota | Eracle nudo con clava e arco; Θ-arcaica E B |
AR; 11,94 g |
Statere (ca. 450-440 a.C.) | |
---|---|
Scudo beota | Eracle nudo, con tripode delfico, e clava sollevata; ΘΕΒΑΙΟИ (N retrograda) |
AR; 12,21 g |
Statere (ca. 450-440 a.C.) | |
---|---|
Scudo beota | Figura femminile (Harmonia, moglie di Cadmo), con chitone, seduta con tiene un elmo corinzio; ΘEBA |
AR; 12,18 g |
Statere (ca. 440-425 a.C.) | |
---|---|
Scudo beotico | Testa di Eracle di fronte; Θ-Ε in basso |
AR; 11,89 g |
[[|300px]] |
Contesto storico
modificaIn Beozia, tra l'VIII e il VI secolo a.C. fu costituita, probabilmente per contenere l'espansionismo di Orcomeno, la lega beotica, che comprendeva inizialmente 13 - 14 città, nessuna delle quali predominava sulle altre[3].
Attorno al VI secolo a.C. Tebe divenne la città egemone della Lega beotica, ossia la città cui spettava il comando in caso di guerra, suscitando i tentativi separatistici di altre città, in particolare di Platea, che cercò l'appoggio di Atene[4]. Gli Ateniesi aiutarono Platea e la rivalità con Atene sfociò nella posizione adottata da Tebe durante la seconda guerra persiana (480-479 a.C.); anche se inizialmente furono inviate truppe alla battaglia delle Termopili, Tebe si alleò subito dopo con Serse I di Persia combattendo con i persiani alla battaglia di Platea nel 479 a.C. I greci punirono Tebe privandola dell'egemonia sulla Lega beotica; gli Spartani volevano espellere Tebe dall'anfizionia delfica ma la proposta fu respinta da Atene, anzi il generale ateniese Pausania la conquistò e vi instaurò un governo democratico.
Ma i tentativi di instaurare la democrazia a Tebe fallirono e nel 457 a.C. Sparta, per contrastare Atene, sostenne Tebe che divenne di nuovo la potenza dominante in Beozia. Gli Ateniesi occuparono quindi la rocca Cadmea tra il 457 e il 447 a.C., ma nel 431 a.C. non riuscirono a occupare l'intera Beozia.
Dopo le sconfitte di Atene a Coronea (447 a.C.) e a Delio (424 a.C.), gli aristocratici ripresero il potere e Tebe riconquistò il ruolo egemonico nella lega beotica[5].
Nella guerra del Peloponneso i Tebani, furono alleati di Sparta, che li aiutò ad assediare Platea, alleata di Atene, e permise loro di distruggerla. Nel 424 a.C., i Tebani sconfissero gli Ateniesi nella battaglia di Delio, e, con la falange obliqua, mostrarono la loro forza militare.
Dopo la caduta di Atene, però i Tebani ruppero l'alleanza con Sparta e si riavvicinarono ad Atene, forse a causa del governo democratico subentrato a quello aristocratico.
Nel 395 a.C. formarono una lega contro Sparta; parteciparono alla guerra di Corinto e vinsero le battaglie di Aliarto (395 a.C.) e di Coronea (394 a.C.), dimostrando ancora una volta la superiorità militare su Sparta. La pace di Antalcida (386 a.C.), espressione dell'egemonia spartana, però negava a Tebe l'egemonia sulla Beozia e ordinava lo scioglimento della lega beotica.
Nel 382 a.C. Sparta occupò la rocca Cadmea, i governanti democratici furono sostituiti con filo-spartani e Tebe finì sotto il controllo spartano; il democratico popolare tebano Ismenia fu messo a morte[6]. L'opposizione in esilio ad Atene, guidata da Pelopida, si alleò con i moderati guidati da Epaminonda, e riuscì a ripristinare lo stato tebano.
L'episodio sfociò nella decennale egemonia tebana sul resto della Grecia: nelle guerre seguenti con Sparta, l'esercito tebano si dimostrò il migliore. Tebe stabilì il suo potere su tutta la Beozia, e nel 371 a.C. nella battaglia di Leuttra sconfisse gli Spartani e paralizzò la loro economia liberando molti Iloti, la base dell'economia di Sparta.
Nel 362 a.C. i Tebani sconfissero nuovamente gli Spartani nella battaglia di Mantinea, dove però Epaminonda morì. Pelopida era morto due anni prima e Tebe rimase senza i due principali artefici del successo militare e in poco tempo il dominio tebano si sgretolò, anche sotto la pressione del Regno di Macedonia.
Nella terza guerra sacra (356-346 a.C.) Tebe chiese l'aiuto di Filippo II di Macedonia, che sconfisse i Focesi ma si intromise negli affari del mondo greco. Il pericolo macedone spinse Tebe ad allearsi con Atene, ma le forze greche furono sconfitte nella battaglia di Cheronea: la lega beotica venne sciolta, e Tebe dovette versare alla Macedonia enormi riparazioni di guerra e accettare un presidio macedone nella città.
Nel 335 a.C. i Tebani e gli Ateniesi si ribellarono ancora una volta contro i Macedoni, ma il successore di Filippo, Alessandro Magno, reagì immediatamente; le altre città si arresero e Tebe decise di resistere. La questa fu inutile: la città fu rasa al suolo e il suo territorio fu diviso tra le altre città della Beozia. Gli stessi Tebani furono venduti come schiavi. La distruzione di Tebe intimorì Atene, che si sottomise ad Alessandro.
Cassandro I permise ai tebani di ricostruire la loro città nel 316 a.C.. Tebe fu assediata e presa da Demetrio Poliorcete nel 293 a.C.. La città riprese la sua autonomia nel 287 a.C. e divenne alleata di Lisimaco e della Lega etolica.
Nel 146 a.C. Tebe fu conquistata da Roma[7]. Tentò di ribellarsi ai romani all'epoca delle guerre mitridatiche, per cui nell'87 a.C. venne occupata da Silla che le tolse metà del territorio. Da allora la decadenza fu irreversibile.
Contesto monetario
modificaLa monetazione di Tebe si inserisce in quella della Beozia, che è in gran parte una monetazione federale.
Le varie città della Beozia erano unite in una confederazione anfiozionica, la Lega beotica, e in quanto membri della Lega adottarono dei tipi monetari comuni, che distinguono le emissioni beotiche da quelle delle altre comunità greche. Il tipo, che caratterizza il dritto delle emissioni, è lo scudo beotico[8][9].
Il piede utilizzato da Tebe come anche dalle altre città della Boezia è il piede eginetico. Questo distingue ulteriormente le emissioni da quelle dei vicini centri dell'Eubea e di Atene. Questo piede fu usato fino alla ricostruzione sotto Cassandro I (315 a.C.), quando furono coniati tetradracmi di piede attico e anche monete da un terzo di tetradracma, dal peso di con un peso di circa 5,16 grammi, come quelli dell'Etolia.
Monete
modificaPeriodo arcaico
modificaLe monete di Tebe, come quasi tutte le monete della Beozia, presentano al dritto, di norma, lo scudo beota.
Le prime emissioni, della seconda metà del VI secolo, al rovescio presentano un incuso a forma di pale di mulino a vento e sono senza legenda. I valori emessi sono la dracma, l'emidracma, l'obolo e l'emiobolo[8][10]. Quest'ultima moneta è caratteristica perché al dritto è raffigurato solo mezzo scudo.
Queste prime emissioni, senza una caratterizzazione della città tramite una qualche forma di legenda sono a volte identificate come monetazioni federali della Lega beotica[8].
Queste prime coniazioni sono datate, da alcuni autori, nella prima metà del VI secolo[8], da altri negli ultimi due decenni dello stesso secolo[10].
Theta
modificaVerso la metà del VI secolo a.C. la monetazione ha un cambiamento: al centro dell'incuso del rovescio viene aggiunta una Θ (theta) arcaica, l'iniziale del nome greco della polis, Thēbai (Θῆβαι). Secondo Sear questa monetazione
La lettera theta (Θ) ha una forma arcaica ed è resa con una croce iscritta in un cerchio⊕.
In altre monete la legenda recita ΘΕΒΑ. L'uso della Ε (epsilon) al posto della Η (eta) è motivato dal fatto che quest'ultima lettera non era ancora in uso nella regione.
Esistono due varianti anche per il tipo al dritto: in alcune monete il bordo dello scudo è suddiviso in segmenti, in altri invece il bordo è liscio.
I valori coniati sono: statere, dracma, emidracma, obolo, emiobolo e tetartemorion[10].
Le monete sono datate nel periodo 500-480 a.C. da Sear[10] mentre Head le colloca nel periodo 550-480 a.C.[8].
Anfora (anepigrafe)
modificaDurante le guerre persiane Tebe aveva combattuto accanto ai persiani e dopo la battaglia di Platea (479 a.C.) perde l'egemonia nella Lega beotica.
Le monete coniate successivamente recano al dritto lo scudo beotico e al rovescio un'anfora entro un quadrato incuso. Le monete emesse sono: statere, dracma e obolo e frazioni, tra cui il tetartemorion (1/4 di obolo). Viene battuto anche un emi-obolo con al dritto un mezzo scudo e al rovescio una foglia di edera[11][12]. Questa coniazione è collocabile nel periodo 480-456 a.C.[11].
Anfora (theta arcaica)
modificaQuesta fase è seguita da un'altra, che presenta al rovescio lo stesso tipo, accompagnato dalla prima lettera dell'etnico, Θ (theta). Anche in questo periodo la theta è di forma arcaica (⊕). Pochi anni dopo, o forse contemporaneamente, accanto alla theta c'è anche la seconda lettera dell'etnico. Anche in questo caso è usata la Ε (epsilon) al posto della Η (eta). In alcuni conii la legenda usa la scrittura retrograda[13]. Queste fasi sono collocabili nel 456-446 a.C.[11].
Battaglia di Coronea
modificaNel 447 a.C, Atene è sconfitta alla battaglia di Coronea dalla lega beotica. Gli ateniesi sono espulsi dalla Beozia e Tebe riprende la guida della lega divenendo l'unica polis a battere moneta. In questa fase (446-426 a.C.[14]) appaiono al rovescio dei nuovi tipi che fanno riferimento a vari miti legati alla città, Eracle e Harmonia, la moglia di Carmo, il mitico fondatore della città.
Head sostiene che le monete di questo periodo abbiano un "grande merito artistico" e ricordino lo stile delle metope del Partenone"[15]. La legenda in questo periodo è per lo più ΘΕΒΑΙΟИ (Thebaion: dei tebani).
Eracle
modificaLa madre di Eracle, Alcmene, secondo il mito, era arrivata a Tebe, assieme al fidanzato, Anfitrione. Zeus se ne invaghì e per riuscire nei suoi intenti prese le sembianze di Anfitrione. Alcmene rimase incinta e Eracle, figlio di Zeus, nacque a Tebe.
Dopo la nascita di Eracle la moglie gelosa di Zeus, Era, pose due serpenti nella culla del neonato Eracle, che tuttavia, egli poté strangolare grazie alla sua origine divina. Questa scena è raffigurata su una moneta di questo periodo.
Secondo Head il tipo del Herakliskos Drakonopnigon (Eracle strangolatore di serpenti), potrebbe far riferimento alla "lotta per l'emancipazione di una giovane e vigorosa democrazia contro i demoni delle tenebre...."[15]. Head mette questo tipo a confronto con le monete di altre città anti-spartane che coniano tipi simili (Cnidus, Ephesus, Rhodes, Iasus, Byzantium, Lampsacus, Cyzicus e Croton)[16][15]. Anche Kraay ritiene che questo tipo simboleggi una "liberazione dall'oppressione" (escape from oppression), ma non è sicuro dell'identità dell'oppressore[17].
Alti tipi mostrano Eracle come arciere, o come portatore del tripode delfico[15].
Un altro tipo vede, sempre al rovescio, un Eracle giovane che incorda l'arco. In altre invece Eracle è raffigurato barbato che cammina con l'arco in una mano e la clava nell'altra. L'arco si riferisce ai rapporti con Eurito, maestro di arco di Eracle e all'episodio di Eurito e la figlia Iole. Eurito offriva la figlia in sposa a chi avesse superato in una gara lui e i suoi tre figli. Eracle, partecipando alla contesa, sconfisse il suo antico maestro.
Un altro tipo ancora rappresenta l'eroe barbato con il tripode delfico. Anche questa rappresentazione è legata all'episodio precedente: Eracle aveva ucciso il figlio di Eurito, che era ospite nella propria casa. Si recò a Delfi per avere la punizione per il suo delitto, ma poiché la Pitonessa non voleva compiere il rito di purificazione, Eracle si impadronì del tripode sacro.
Harmonia
modificaL'altro tipo mostra una figura femminile che è interpretabile come Harmonia, moglie di Cadmo, il mitico fondatore di Tebe[15]. Armonia, secondo quanto riportato da Esiodo nella sua Teogonia, era figlia di Ares e Afrodite. Il mito narra che Zeus diede Armònia in sposa al fondatore di Tebe, Cadmo, come ricompensa per averlo liberato dal mostro Tifeo.
Nella moneta è raffigurata, all'interno di un quadrato incuso, vestita con un lungo chitone e seduta su uno sgabello. Il piede sinistro è su un poggia-piedi, la mano destra è appoggiata all'anca. Nell'altra mano sorregge un elmo corinzio, dotato di un lungo cimiero.
426-395
modificaNell'ultimo quarto del V secolo e l'inizio del IV secolo a.C.[14] ci sono anche altri tipi. La lettera theta non è più scritta con la croce iscritta nel cerchio (⊕) ma con il segno Θ. Inoltre in alcune monete la legenda è ΘΕΒΗ[ΟΝ] invece di ΘΕΒΑΙΟΝ, dato che la lettera eta (Η) era usata nel dialetto beotico per indicare il dittongo ΑΙ, nell'ultimo periodo precedente l'introduzione dell'alfabeto ionico [15].
- Testa barbata di Eracle[15]
https://www.google.it/webhp?hl=it#hl=it&q=site%3Acngcoins.com+thebes+AR+Herakles+bearded
- Testa di Dioniso
https://www.google.it/webhp?hl=it#hl=it&q=site%3Acngcoins.com+thebes+AR+Dionysos
- Anfora
- https://www.google.it/webhp?hl=it#hl=it&q=site%3Acngcoins.com+thebes+AR+Amphora+%22425-400%22
inoltre (frazioni)
- emidracma: kantharos
- emiobolo: grappolo d'uva
- Tipi ripetuti
- AR Stater: scudo e Eracle strangolatore (1) http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=162017
- AR Stater: scudo e Eracle strangolatore (2- mejo?) http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=152913
- Oro ed elettro
- AV Drachm: Dioniso e Eracle strangolatore http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=114581
- EL Hemidrachm: Dioniso e Eracle strangolatore http://www.cngcoins.com/Coin.aspx?CoinID=102388
Poi
modificaTesori
modificaThomson e al. (IGHC) riportano oltre 40 ritrovamenti di tesori con monete di Thebes[18].
IGCH | Località | anno ritrov. |
data sepol. |
Periodo | n° pezzi | monete Tebe |
altre città |
---|---|---|---|---|---|---|---|
28[T 1] | Chavari, Elide | prima 1933 | 450-400 a.C. | class. | 42+ AR | 3 stateri | Aegina |
40[T 2] | Arcadia ? | 1932 ca. | tardo V secolo a.C. | class. | 91 AR | 1 dr.; 2 triob. | Aegina:, Phlius, Sicyon, Argos, Arcadia |
42[T 3] | Euboea o Boeotia | 1951 | c. 400 a.C. | class. | ca. 350 AR | 68-70 stateri | Tanagra, Lega Euboica, Atene, Sicyon |
48[T 4] | Andritsaina, Elide | 1948 | c. 380 a.C. | class. | 111+ AR | 2 stateri | Sicyon, Elide |
56[T 5] | Domokos, Tessaglia | 1935 | 350 a.C. ? | class. | 18+ AR | 5 stateri | Larissa, Locri Opuntii, Tanagra, Aegina |
58[T 6] | dintorni di Atrax, Tessaglia | 1968 | 350 a.C. | class. | 324+ AR | 55 stateri | Larissa, Boeotia, Sicyon |
59[T 7] | Boeotia ? | 1930 | 350 a.C. | class. | 183+ AR | 1 st. (incuso) 54 st. (anfora, quasi tutti VI secolo) 2 st. (Dioniso) 27 st. (magistrati) 16 st. (?), 1 st. (incuso) 3 st. (anfora) 2 st. (Dioniso) 9 st. (Eracle) 1 st. (fig. femm.) 4 st. (magistrati) | Haliartus, Tanagra, Boeotia, Atene, Aegina, Sicyon, Locri Opuntii |
60[T 8] | Peloponneso | ante 1937 | 350 a.C. | class. | 12 AR | 5 stateri | Filippo II, Aegina, Tegea |
62[T 9] | Myron, presso Karditsa, Tessaglia | 1914 | 350 (Kraay); dopo 338 (Newell) |
class. | 1647+ AR (in un vaso) | 1042 st.; 2 dr. (comprese monete federali) |
Haliartus, Orchomenus, Pharae, Tanagra, Aegina, Sicyon, Argos |
67[T 10] | Moulki, presso Sicyon | 1958 | 350-325 a.C. | class. | ca. 150 AR (in un vaso) | 1 st. (?) - 30 triob. | Locri Opuntii, Phocis, Tanagra, Thespiae, Aegina, Phlius, Sicyon, Aegae, Elis, Argos, Stymphalus, Tegea |
68[T 11] | Peloponneso ? | ca. 1924 | 350-325 a.C. | class. | 38 AR | 20 st. (di cui 9 con Beotarchi | Aegina, Sicyon, Elis, Thera |
71[T 12] | Lamia, Tessaglia | 1933 | c. 350 B.C.-325 a.C. | class. | molti AR | stateri | Larissa, Locri Opuntii, Aegina |
74[T 13] | Mageiras, Elide | 1950 | c. 330 B.C.-325 a.C. | class. | 48 AR | 6 st.; 2 dr. | Filippo II, Alessandro Magno, Larissa (Tessaglia), Phocis, Beozia, Tanagra, Aegina, Elis |
75[T 14] | Pyrgos, vicino Olimpia, Elide | c. 1929 | 330-320 a.C. | class. | 20+ AR | stateri | Filippo II, Aegina, Elis |
76[T 15] | Kyparissia, Messenia | 1892-1893 | c. 327 a.C. | class. | 35 AR | 1 triob. | Filippo II, Alessandro Magno, Larissa, Locri Opuntii, Histiaea, Sicyon |
78[T 16] | Orchomenus, Beozia | 1920 | c. 323 a.C. | class. | 133 AR | triob.; fr. | Phocis, Orchomenus, Coroneia, Plataea, Tanagra, Sicyon, Elis |
93[T 17] | Lamia (villaggio di S. Teodoro), | 1901-1902 | 310-300 a.C. | class. | 112 AR | 7 st.; 1 triob. | Filippo II, Alexander III, Filippo III, Locri Opuntii, Histiaea, Athens, Sicyon |
96[T 18] | Kalyvia, Larissa | 1933 | IV sec. a.C. | class. | 13 AR | 11 stateri | Larissa |
102[T 19] | Pigadakia, Tripoli, Arcadia | 1964 | IV sec. a.C. | class. | 4+ AR | 1 triob. | Aegina, Sicyon |
108[T 20] | Mycenae | 1939 | fine IV sec. a.C. | class. | 9 AR | 1 hemidr. | Phocis, Aegina, Sicyon, Argos |
111[T 21] | Tessaglia (Larissa o Crannon) | c. 1937 | fine IV sec. a.C. | class. | 10 AR | stateri | Filippo II, Alessandro Magno, Larissa, Pharsalus, Locri Opuntii, Atene, Sicyon |
113[T 22] | Alipheira, al confine tra Triphylia e Arcadia | 1953 | fine IV sec. a.C. | class. | 20 AR | 19 stateri | Aegina |
122[T 23] | Mavriki (Tegea), Arcadia, | c. 1962 | 300 a.C. | class. | 28+ AR, 2+ AE | 1 st.; 1 dr. | Alexander Magno, Phocis, Tanagra, Beozia, Atene, Aegina, Corinto, Sicyon, Elis, Argos |
146[T 24] | Tessaglia | 1968 | c. 280 a.C. | class. | 4 AV, 26 AR | 1 statere | Filippo II, Alessandro Magno, Demetrio Poliorcete, Lisimaco, Larissa, Locri Opuntii, Atene, Tegea |
162[T 25] | Karditsa (Palaiokastro), Tessaglia | 1930 | c. 250 a.C. | class. | 30 AR, 9 AE | 2 stateri | Filippo II, Alessandro Magno, Antigono Gonata, Lisimaco, Tebe (Tessaglia), Lega tessala (intrusione), Atene, Sicyon, Ephesus, Antioco II |
Gli altri tesori comprendono monete coniate a Tebe da diverse autorità: Alessandro Magno, diadochi e | |||||||
168[T 26] | presso Larissa, Tessaglia | 1937-1938 | poco dopo 250 a.C. | class. | 591+ AR | stateri | |
224[T 27] | 1933 | a.C. | class. | AR | stateri | ||
226[T 28] | 1933 | a.C. | class. | AR | stateri | ||
233[T 29] | Tebe, Beozia | 1965 | c. 168 a.C. | class. | 16 AR, 42 AE | 1 triob. | Beozia, Histiaea, Achaean League, Sicyon, Megalopolis, Rhodes, Imitazioni Rodi, Roma |
239[T 30] | 1933 | a.C. | class. | AR | stateri | ||
262[T 31] | 1933 | a.C. | class. | AR | stateri |
- ^ http://nomisma.org/id/igch0028
- ^ http://nomisma.org/id/igch0040
- ^ http://nomisma.org/id/igch0042
- ^ http://nomisma.org/id/igch0048
- ^ http://nomisma.org/id/igch0056
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- ^ http://nomisma.org/id/igch0059
- ^ http://nomisma.org/id/igch0060
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- ^ http://nomisma.org/id/igch0067
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- ^ http://nomisma.org/id/igch0078
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- ^ http://nomisma.org/id/igch0102
- ^ http://nomisma.org/id/igch0108
- ^ http://nomisma.org/id/igch0111
- ^ http://nomisma.org/id/igch0113
- ^ http://nomisma.org/id/igch0122
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- ^ http://nomisma.org/id/igch0262
Legende
modificaPesi
modificaNote
modifica- ^ Head, 310
- ^ Head, 538
- ^ Cinzia Bearzot, Federalismo e autonomia nelle Elleniche di Senofonte. Milano: Vita e Pensiero, 2004, ISBN 88-343-1113-2
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- ^ Mario Attilio Levi, "XIV, Le istituzioni della polis" in Peter Levi et al., La Grecia e il mondo ellenistico, op. cit., pp. 306-357
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Collegamenti esterni
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