Criptomelano
Il criptomelano (chiamato anche ebelmenite - simbolo IMA: Cml[8]) è un minerale relativamente comune del supergruppo dell'hollandite e del gruppo della coronadite[9] appartenente alla minerale degli "ossidi e idrossidi" con composizione chimica K(Mn4+7,Mn3+)O16;[2] da un punto di vista chimico è quindi un ossido di potassio-manganese.
Criptomelano | |
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Classificazione Strunz (ed. 10) | 4.DK.05a[1] |
Formula chimica | |
Proprietà cristallografiche | |
Sistema cristallino | monoclino[4] |
Parametri di cella | a = 9,956 Å, b = 2,8705 Å, c = 9,706 Å, β = 90,95°, Z = 1, V = 277,35 ų[4] |
Gruppo puntuale | 2/m[5] |
Gruppo spaziale | I4/m (nº 87)[6] |
Proprietà fisiche | |
Densità misurata | 4,17 - 4,41[4] g/cm³ |
Densità calcolata | 4,44[4] g/cm³ |
Durezza (Mohs) | 6 - 6,5[5] |
Frattura | concoidale[7] |
Colore | dal grigio acciaio al grigio bluastro[7] |
Lucentezza | da metallica a opaca[7] |
Opacità | opaca[5] |
Striscio | nero brunastro[6] |
Diffusione | comune |
Si invita a seguire lo schema di Modello di voce – Minerale |
Etimologia e storia
modificaIl minerale è stato trovato per la prima volta nel 1942 come componente dello psilomelano. È stato solo attraverso indagini dettagliate che è stato possibile scoprire che lo psilomelano non è un minerale indipendente, ma una miscela di vari ossidi di manganese, tra cui il criptomelano. Il nome del minerale è stato coniato da Wallace D. Richmond e Michael Fleischer, che per primi descrissero il minerale. Deriva dalle parole greche κρυπτοζ (kruptos, 'nascosto') e ρελαζ ('nero').[10]
Classificazione
modificaNella nona edizione della classificazione dei minerali di Strunz, aggiornata dall'Associazione Mineralogica Internazionale (IMA) fino al 2009,[11] elenca il minerale nella classe "4. Ossidi (idrossidi, V[5,6] vanadati, arseniti, antimoniti, bismutiti, solfiti, seleniti, telluriti, iodati)" e da lì nella sottoclasse "4.D Metallo:Ossigeno = 1:2 e simili"; questa è ulteriormente suddivisa in base alle dimensioni dei cationi coinvolti e alla struttura del minerale, in modo che esso possa essere trovato nella sezione "4.DK Con cationi di grande dimensione (± cationi di media dimensione); strutture a tubo" dove insieme a romanèchite, stronziomelano e todorokite forma il sistema nº 4.DK.10.[5]
Nell'edizione successiva, continuata sul database "mindat.org" e chiamata Classificazione Strunz-mindat, tale classificazione è tutto sommato mantenuta, anche se qui il criptomelano viene smistato nel sistema nº 4.DK.05a insieme a coronadite, hollandite, manjiroite e mannardite.[1]
Nella Sistematica dei lapis (Lapis-Systematik) di Stefan Weiß il criptomelano è elencato nella classe degli "ossidi" e nella sottoclasse degli "ossidi con rapporto metallo:ossigeno = 1:2 (MO2 e composti correlati)" dove forma il "gruppo del criptomelano" con il numero di sistema IV/D.08 insieme a manjiroite, stronziomelano, priderite, henrymeyerite, ankangite, redledgeite, ferrihollandite, hollandite, coronadite e cesàrolite.[12]
Nella classificazione dei minerali secondo Dana, il criptomelano è classificato nel gruppo degli "ossidi multipli" e poi nel sottogruppo del sistema numero 09 (chiamato anch'esso "ossidi multipli"). All'interno di questo gruppo, forma il "gruppo del criptomelano" con hollandite, manjiroite, coronadite, stronziomelano e henrymeyerite con numero di sistema 07.09.01.02.[13]
Chimica
modificaUn'analisi chimica del criptomelano ha rivelato un contenuto di acqua cristallina fino al 3,5%. Il manuale Handbook of Mineralogy della Mineralogical Society of America riporta la seguente formula empirica:
La prima descrizione di Richmond e Fleischer giunge alla stessa conclusione.[10]
Abito cristallino
modificaIl criptomelano cristallizza nel sistema monoclino nel gruppo spaziale I4/m (gruppo nº 87) con i parametri reticolari a = 9,956 Å, b = 2,8705 Å e c = 9,706 Å, oltre ad avere una unità di formula per cella unitaria.[4]
Origine e giacitura
modificaIl criptomelano è stato rinvenuto in depositi di manganese ossidati diffusi come riempimenti di spazi aperti o in sostituzione di minerali primari contenenti manganese. Di solito lo si trova associato a pirolusite, nsutite, braunite, calcofanite, manganite e ad altri ossidi di manganese.[7] Ci sono circa 580 siti noti per il criptomelano; la sua località tipo si trova a Tombstone, nella contea di Cochise (Arizona, Stati Uniti).[4]
Essendo una formazione minerale abbastanza comune, in Italia (come in altri Paesi del mondo) il criptomelano è stato ritrovato in molti siti: a Nus e Saint-Marcel (Val d'Aosta); a Mormanno (Calabria); a Tolfa e Vetralla (Lazio); a Borghetto di Vara (Liguria); a Canosio e Bricherasio, solo per citare alcune località del Piemonte; a Fluminimaggiore e Villasor (Sardegna); a Monte Argentario e a Porto Azzurro (Toscana); a Montecchio (Veneto).[14][15]
Ci sono anche molti siti in Germania; nel Baden-Württemberg e nella Foresta Nera, ci sono cinque località. Ci sono diversi siti in Baviera, sia in Franconia che nell'Alto Palatinato. In Assia il minerale è stato rinvenuto nell'Odenwald e a Wetzlar e in Bassa Sassonia, è stato trovato nelle montagne dell'Harz, a Clausthal-Zellerfeld e a Lautenthal. Nella Renania Settentrionale-Vestfalia nel Sauerland e altri due nel Siegerland. Molti ritrovamenti in diversi punti della Sassonia, nei Monti Metalliferi, e altri nell'Alta Lusazia, così come in Turingia.[14][15]
In Austria il criptomelano è stato trovato in Carinzia (a Friesach); nelle catene montuose delle Koralpe e della Packalpe; nel Salisburghese; in Stiria; nel Tirolo Orientale, mentre in Svizzera il minerale è stato rinvenuto a Oberhalbstein (Canton Grigioni) e a Saint-Luc (Canton Vallese).[14][15]
Moltissime altre località sono sparse per tutto il mondo enei vari continenti.[14][15]
Forma in cui si presenta in natura
modificaIl criptomelano sviluppa cristalli subedrici di dimensioni fino a 2 mm, più spesso grani finemente macinati o aggregati fibrosi a forma di uva.[7]
Note
modifica- ^ a b (EN) Strunz-mindat (2024) Classification - With large (+- medium-sized) cations; tunnel structures, su mindat.org. URL consultato il 5 novembre 2024.
- ^ a b (EN) Malcolm Back et al., The New IMA List of Minerals – A Work in Progress – Updated: July 2024 (PDF), su cnmnc.units.it, IMA/CNMNC, Marco Pasero, luglio 2024. URL consultato il 5 novembre 2024.
- ^ Strunz&Nickel p. 227
- ^ a b c d e f (EN) Cryptomelane, su mindat.org, Hudson Institute of Mineralogy. URL consultato il 5 novembre 2024.
- ^ a b c d (EN) Cryptomelane Mineral Data, su webmineral.com. URL consultato il 5 novembre 2024.
- ^ a b (DE) Cryptomelane, su mineralienatlas.de. URL consultato il 5 novembre 2024.
- ^ a b c d e f (EN) Cryptomelane (PDF), in Handbook of Mineralogy, Mineralogical Society of America, 2001. URL consultato il 5 novembre 2024.
- ^ (EN) Laurence N. Warr, IMA–CNMNC approved mineral symbols (PDF), in Mineralogical Magazine, vol. 85, 2021, pp. 291–320, DOI:10.1180/mgm.2021.43. URL consultato il 5 novembre 2024.
- ^ (EN) Cristian Biagioni, Carmen Capalbo e Marco Pasero, Nomenclature tunings in the hollandite supergroup (PDF), in European Journal of Mineralogy, vol. 25, n. 1, febbraio 2013, pp. 85–90, DOI:10.1127/0935-1221/2013/0025-2255. URL consultato il 10 novembre 2024.
- ^ a b (EN) Wallace D. Richmond e Michael Fleischer, Cryptomelane, a new name for the commonest of the "psilomelane" minerals (PDF), in American Mineralogist, vol. 27, 1942, pp. 607–610. URL consultato il 5 novembre 2024.
- ^ (EN) Ernest Henry Nickel e Monte C. Nichols, IMA/CNMNC List of Minerals 2009 (PDF), su cnmnc.units.it, IMA/CNMNC, gennaio 2009. URL consultato il 5 novembre 2024 (archiviato dall'url originale il 29 luglio 2024).
- ^ (DE) Lapis Classification - IV OXIDE - IV/D Oxide mit Verhältnis Metall : Sauerstoff = 1:2 (MO2 und verwandte Verbindungen), su mineralienatlas.de. URL consultato il 5 novembre 2024.
- ^ (EN) Classification of Cryptomelane, su mindat.org. URL consultato il 5 novembre 2024.
- ^ a b c d (EN) Localities for Cryptomelane, su mindat.org, Hudson Institute of Mineralogy. URL consultato il 5 novembre 2024.
- ^ a b c d (DE) Cryptomelane (Occurrences), su mineralienatlas.de. URL consultato il 5 novembre 2024.
Bibliografia
modifica- (EN) Hugo Strunz e Ernest Henry Nickel, Strunz Mineralogical Tables. Chemical-structural Mineral Classification System, 9ª ed., Stoccarda, E. Schweizerbart’sche Verlagsbuchhandlung (Nägele u. Obermiller), 2001, ISBN 3-510-65188-X.
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Collegamenti esterni
modifica- (EN) Cryptomelane Mineral Data, su webmineral.com.